L'UOMO IN CRISI DEL '900
Il '900, ovvero il "secolo breve", è un periodo che registra una forte e
progressiva crisi dell''uomo, una crisi che ha le sue radici nel lontano '600
quando l'uomo, in seguito alla Rivoluzione Copernicana (come sostiene Pirandello
nel "Fu Mattia Pascal" facendo dire al suo personaggio "- maledetto
Copernico"), scopre di non essere più il centro dell'Universo, di non godere
più del privilegio d'essere l'unica creatura coccolata da Dio, sentendo così
vacillare le proprie sicurezze che l' avevano nel passato aiutato a vivere.
Nel primo '900 oltretutto nasce la nuova scienza della psicanalisi legata
a Freud che accentua la crisi già in atto dell'uomo. A questo proposito basta
pensare ai personaggi pirandelliani che si osservano vivere, si auto-analizzano
fino al punto di auto-distruggersi. Il percorso da me organizzato attraverso le
varie discipline cercherà di analizzare, sincronicamente e diacronicamente, la
storia di questa crisi che sfocerà in un'assenza di valori (nichilismo) sia in
filosofia sia in letteratura ("Ossi di seppia" di Montale), dove troviamo anche
le rilevanti presenze di Svevo e Pirandello, con i loro personaggi anti-eroi
che subiscono lo scacco storico, sociale e psicologico della società borghese.
Legata alla figura di Svevo s'impone la gran personalità di Joyce, maestro del
romanzo psicologico. Persino nell'ambito scientifico una conferma della crisi è
rappresentata dalla teoria della relatività di Einstein.