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Lessico famigliare di Natalia Ginzburg




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Lessico famigliare

di Natalia Ginzburg




Anno di pubblicazione : 1963



Riassunto


Natalia viveva in una famiglia molto particolare a causa del lessico. La sua famiglia cambiava spesso casa, e alla fine si trasferì a Torino. Spesso con questa andava in montagna, dove era obbligata a fare lunghe passeggiate, e spesso si incontrava con gli amici di suo padre, i Lopez e gli Olivetti. Aveva una sorella, la Paola e tre fratelli, Gino, Mario e Alberto.

I suoi genitori, essendo uno comunista, Giuseppe, e l'altra, Lidia, socialista, durante il periodo fascista soffrirono molto e ospitarono anche Turati per qualche mese siccome era ricercato dalla polizia. I suoi fratelli ormai grandi cominciarono a odiare il fascismo. Infatti Gino fu arrestato come cospiratore e Mario si salvò rifugiandosi in Francia, dove visse in seguito per molti anni. Alberto invece non era un cospiratore ma era un loro confidente perché ne aveva molti tra i suoi amici.

Poi la Paola si sposò e così tutti i suoi fratelli tranne Natalia che ancora viveva con i suoi genitori. Poi anche lei si sposò con Leone Ginzburg ed ebbe, come gli altri dei figli. Si trasferì così in un'altra casa. Poco dopo Leone morì lasciandola sola con i suoi due figli. Natalia conobbe delle ragazze che in breve divennero sue amiche, tra cui Lola, che pochi anni prima le era in odio.

Poi decise di trasferirsi Definitivamente a Roma, dove passò tutta la sua vita.


Fabula o intreccio


Anche se il racconto segue uno svolgimento ben preciso nel tempo, il racconto presenta una struttura ad intreccio. Infatti all'inizio del testo, quando la narratrice dice, 'quand'ero ragazzina', fa capire che racconta dei fatti avvenuti in precedenza. Inoltre, durante la narrazione, vengono spesso raccontati dei fatti avvenuti nel passato.


I personaggi


Natalia : Natalia è la protagonista del racconto. Nel testo lei non appare quasi mai, perché descrive sempre ciò che succede agli altri : inoltre non viene mai chiamata per nome e infatti si può capire il suo nome soltanto leggendo il nome dell'autrice, cioè lei. Soltanto verso la fine comincia a parlare molto di se e di quello che le accade come per dimostrare che verso la fine, cioè quando comincia a vivere senza i suoi genitori si libera del peso che la sua famiglia esercita su di lei. Questo personaggio parla solo con il discorso indiretto libero, cioè esprime solo ciò che pensa ; da questo si può comprendere la sua timidezza.

Beppino : Giuseppe o Beppino, il padre di Natalia, a prima vista sembrerebbe quasi un antagonista, a causa della sua durezza nell'educare i figli. In realtà però è un aiutante perché è un padre molto autoritario. E questo aiuta sia Natalia che i suoi fratelli. Parla con il discorso diretto per mettere in risalto la propria durezza e sincerità

Lidia : Lidia è la madre di Natalia ed è la sua aiutante e di tutti i suoi fratelli. Infatti, oltre a difenderli quando il padre si arrabbiava con loro, li aiuta ad accudire i loro figli e non li lascia mai soli. Parla con il discorso diretto per esprimere meglio la propria spensieratezza.

Gino : Gino, a parere di suo padre, è il meno 'asino' di tutti i fratelli. Infatti va a fare lunghe passeggiate in montagna con i suoi amici, ed è quello che ha conseguito i risultati migliori all'università. Inoltre diventa un cospiratore antifascista. Anche se all'apparenza non ha un ruolo ben preciso nel racconto, si potrebbe dire che è un antagonista perché è il preferito di suo padre. Parla anche lui con il discorso diretto.

Mario : Mario, è il secondo dei fratelli. Dopo aver trasportato dei volantini antifascisti dalla Svizzera all'Italia, si rifugia in Francia e passa li la sua vita. Non ha un ruolo ben preciso nel testo. Parla con il discorso diretto

Alberto : Alberto è il terzo fratello e quindi il più piccolo. Non ha mai avuto voglia di studiare : infatti preferiva giocare a calcio con gli amici che passare il tempo in casa a studiare. Egli non è un cospiratore antifascista come i suoi fratelli ma è un loro confidente : infatti ha molti amici cospiratori. Non ha un ruolo ben preciso nel racconto e parla con il discorso diretto.

La paola : La Paola è la sorella maggiore della protagonista. Essendo la più grande, è quella che si avvicina di più ai gusti di sua madre. Infatti con lei loro madre parla del più e del meno, di che vestiti mettere e comprare, mentre con Natalia non parla di queste cose perché dice che 'non le dà spago', cioè non la ascolta, al contrario della Paola. La Paola è una ragazza molto esosa : infatti vuole sempre vestiti nuovi. Parla con il discorso diretto e non ha un ruolo ben preciso nel testo

Natalina : Natalina è la governante di casa. Non ha un lessico molto appropriato e confonde sempre i pronomi personali. E' stata la governante della famiglia della protagonista per trent'anni. Anche se la sua personalità è molto spessa, durante lo svolgimento del testo questa non viene mai analizzata. Parla con il discorso diretto e potrebbe essere definita l'aiutante della protagonista.

Vittorio : Vittorio è un amico di Alberto. È un cospiratore antifascista e ad un certo punto viene scoperto e quindi messo in prigione, facendo rischiare il carcere anche ad Alberto con l'accusa di non aver riferito alle autorità quello che faceva il suo amico. Egli non è presente nel testo più di tante volte, e in queste poche volte non parla. Tuttavia viene spesso citato.



Descrizione accurata di un personaggio


Il personaggio che ho scelto di descrivere è Lola. È l'amica del cuore e quindi l'aiutante di Natalia. Ma non è sempre stato così. Infatti, prima, Lola era odiata dalla protagonista, quando era giovane. Da quando la vide per la prima volta camminare per Corso Re Umberto, dove abitavano entrambe, mentre metteva in mostra i lunghi capelli e il corpo stupendo, camminando con un passo che la rendeva sempre più odiosa agli occhi degli altri, le diventò antipatica. Poi dopo non averla vista più per molto tempo a causa della guerra, che la costrinse a cambiare città, la rincontrò e notò che era totalmente cambiata, e così, anche se ogni tanto conservava quegli atteggiamenti di superbia, divennero grandi amiche. Tuttavia, Lola confidò a Natalia quanto si sentisse odiosa agli occhi degli altri e quanto si vergognasse per questo.

Lola ha indubbiamente la stoffa del capo : infatti, come racconta lei, quando è stata in prigione per qualche mese durante il fascismo, è diventata come un capo a cui tutti facevano riferimento e a cui tutti erano molto legati. Lei rimpiange sempre quei pochi mesi e crede che siano in assoluto il periodo più bello della sua vita. Lei cerca sempre di ricreare l'atmosfera che viveva nel carcere, senza riuscirci, tranne quando finisce in ospedale dove diventa 'il capo' e la guida di tutti i pazienti.

Questo personaggio parla con il discorso diretto e indiretto, sia legato che libero, per delineare la varietà e la diversità dei suoi vari comportamenti.



Il tempo del racconto


La maggior parte del racconto si svolge durante il ventennio fascista e finisce qualche anno dopo la seconda guerra mondiale. Dalle informazioni che ci da il testo non si può capire quanto duri il racconto, ma si può intuire a causa di ciò che accade che il racconto dura circa 30-35 anni.

Il tempo non è particolarmente dilatato o ristretto perché il testo non presenta ne descrizioni particolarmente lunghe, ne dialoghi molto estesi.



La focalizzazione


Siccome il racconto sviluppato come un diario, la focalizzazione è esterna e il narratore interno. Infatti la narratrice, interna alla vicenda, non può entrare nelle menti degli altri personaggi, anche spesso ci prova, capendo a fondo i loro sentimenti. Tuttavia spesso l'autrice racconta fatti che accadono lontano da lei ma che le verranno poi raccontati in seguito.



Gli elementi della favola


Nel racconto sono presenti molti degli elementi della favola. Infatti c'è il protagonista, cioè Natalia, anche se si potrebbe considerare come protagonista tutta la sua famiglia, siccome il libro racconta la storia di questa. Ci sono degli antagonisti, anche se non è materiali, come il fascismo e la guerra, ci sono degli aiutanti della protagonista come i suoi genitori e Lola. Il racconto ha molti esordi, tra cui il trasferimento della famiglia di Natalia a Torino, che pone le basi per lo svilupparsi delle vicende accadute nella città, oppure il distaccamento tra Natalia e i genitori che avviene quando questa cambia casa, che fa si che la protagonista si crei una nuova vita. Le peripezie avvengono tra i vari esordi, e sono per esempio la vita nella nuova città e la vita nella nuova casa.

La fine del racconto potrebbe essere intesa in vari modi : si potrebbe pensare che sia un lieto fine perché la protagonista alla fine si libera da tutti i contatti con il mondo della sua vecchia famiglia per rimanere con la sua nuova famiglia, che, a mio parere potrebbe significare il definitivo distaccamento che avviene in tutte le specie animali, cioè il definitivo distaccamento dal gruppo famigliare per entrare nella vita da adulto. Però potrebbe anche non essere un lieto fine : infatti con il trasferimento di Natalia a Roma, tutti i contatti che la protagonista aveva con i famigliari e con gli amici si rompono.



Analisi di una descrizione di spazio


La casa di Via Pastrengo era molto grande. C'erano dieci o dodici stanze, un cortile, un giardino, una veranda a vetri, che guardava sul giardino ; era però molto buia e certo umida ; perché un inverno nel cesso, crebbero due o tre funghi.

Questo passo è una veloce descrizione della casa in Via Pastrengo dove Natalia vivrà per i prossimi anni. Le informazioni che ci giungono infatti sono molto approssimative : 'C'erano dieci o dodici stanze'. La descrizione anche se abbastanza oggettiva, riesce a comunicarci la gioia che Natalia, ancora molto piccola, prova nel visitare la sua futura casa. Grazie all'articolo indeterminativo che compare davanti a tutte le parti della casa, noi possiamo capire che la narratrice descrive la casa come se fosse la prima volta che la vede, cioè come fece quando per la prima volta entrò nella casa nuova. Tuttavia, grazie all'articolo determinativo che compara davanti a 'casa', si può capire che la bambina sapeva già che si sarebbe trasferita in quella abitazione, anche se non l'aveva mai vista.

Oltre ai dati oggettivi che Natalia descrive, tra cui il cortile e la veranda, spiccano due dati soggettivi, che probabilmente hanno colpito subito la narratrice ancora giovane 'era però molto buia e certo umida', anche se la seconda tesi viene smentita proseguendo nella descrizione quando dice che in inverno nel bagno crebbero dei funghi.



Commento e ricerca del significato profondo


Questo libro, narra ciò che accade ad ogni ragazzo nel periodo in cui si stacca definitivamente dalla famiglia per entrare nel mondo degli adulti. Infatti questo accade a Natalia quando si trasferisce a Roma dopo aver passato tutta l'infanzia con la sua famiglia, come è successo anche ai suoi fratelli e a tutti gli uomini.

Il racconto secondo me non presenta nessun significato profondo ; infatti a mio parere è soltanto una cronaca scritta come un diario da una ragazza che annota tutto ciò che le accade intorno su di esso.

Il libro tuttavia, ci comunica che la famiglia è composta da un insieme di voci e di richiami che la rendono unica e molto particolare.



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