LE
ULTIME AVANGUARDIE: DADAISMO E SURREALISMO
Il
Dadaismo ha epicentro in svizzera nel 1916 ed i caratteri principali di questo
movimento fanno si che esso venga chiamato "l'arte del rifiuto", in quanto
respinge il culto della modernità, l'estetismo e la comunicazione dell'arte
perché essa è diventata strumento mercificato dalla borghesia. Dal punto di
vista letterario esso introduce un uso anticonformistico del linguaggio,
caratterizzato da giochi linguistici,
onomatopee, deformazione sintattica ed
accostamenti illogici di parole in modo da accentuare la sensazione di incomunicabilità tra l'autore e le
masse. Il furore distruttivo del Dadaismo provoca una rottura all'interno del
movimento, tanto che intorno al 1920 nasce il nucleo del Surrealismo.
La
parola Surrealismo sembra essere dovuta ad Apollinaire ma sicuramente è
riferita anche a Freud che identifica questa "realtà superiore" con l'inconscio
degli uomini. L'arte deve dunque esprimere l'inconscio, dove passato e presente
possono coesistere senza cadere in contraddizione. A questo proposito, in
letteratura si utilizza una scrittura
automatica, frutto della soggettività irrazionale degli autori.
La
differenza sostanziale tra queste due avanguardie è che il Surrealismo non
assume un carattere distruttivo nei confronti del presente anzi, cerca di
portare alla luce una sorta di realtà nascosta dove l'irrazionalità, il piacere
ed i desideri sono i punti cardine.
La persistenza della memoria,
Salvador Dalì.
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