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L'ALBATRO - CHARLES BAUDELAIRE
Spesso, per divertirsi, i marinai
Prendono degli albatri, grandi uccelli dei mari,
indolenti compagni di viaggio delle navi
in lieve corsa sugli abissi amari.
L'hanno appena posato sulla tolda
E già il re dell'azzurro, maldestro e vergognoso,
pietosamente accanto a sé strascina
come fossero remi le ali grandi e bianche.
Com'è fiacco e sinistro il viaggiatore alato!
E comico e brutto, lui prima così bello!
Chi gli mette una pipa sotto il becco,
chi imita, zoppicando, lo storpio che volava!
Il Poeta è come lui, principe delle nubi
che sta con l'uragano e ride degli arcieri;
esule in terra fra gli scherni, non lo lasciano
camminare le sue ali di gigante.
Questa poesia, collocata tra le prime dei Fiori del male, fu composta nel 1842 dal poeta francese.
Essa evidenzia la contraddizione tra il volo alto e spiegato degli albatri e l'impaccio evidente di questi uccelli a muoversi sulla tolda della nave, che pure seguono pazientemente con i loro spostamenti aerei.
Il poeta appare, come l'albatro, goffo, lento, impacciato a muoversi tra la folla, incompreso, sbeffeggiato e deriso per la sua incapacità a condividere i valori di una società che lo condiziona e nega nello stesso tempo l'alto ideale della bellezza poetica. Il poeta appare debole e indifeso quando cala tra la gente comune.
La società vede l'albatro come un inadatto alla vita tra gli altri uomini, estraneo ad un mondo che non lo comprende, destinato a soffrire per questa differenza.
Nella seconda strofa c'è il parallelo tra il poeta e l'albatro, il grande uccello marino appare buffo e vergognoso, le sue ali sembrano remi in mano a un inetto marinaio.
Nell'ultima strofa viene evidenziata la somiglianza: sia il poeta che l'albatro sono degli esuli, ma quando uno vola diventa grande e forte, il principe degli azzurri; la stessa cosa vale per il poeta, prigioniero nella società e costretto a vivere come un estraneo che riesce a volare con la fantasia che solo lui possiede.
Possiamo notare che in questa poesia è presente il tema del disagio sociale, e constatare l'evidente rapporto che lega i lavoratori svantaggiati all'interno della cooperativa ed i personaggi della poesia di Baudelaire: entrambi sono degli esclusi, dei disadattati che vivono ai margini della società, ma in particolari situazioni sono in grado di esprimere il loro valore aggiunto.
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