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Un nuovo movimento si sviluppa in Francia nella seconda metà del 1800: il decadentismo.
Si ha in questo periodo in Europa una fase di "decollo economico" contrassegnata:
dal sorgere di nuove grandi imprese (trust);
dalle lotte fra i diversi stati per la conquista delle colonie;
dalla scoperta di nuove fonti d'energia;
dalla competizione che si impone sia nella vita economica, che in quella politica, che in quella sociale.
La borghesia che prima si batteva per ideali di libertà, uguaglianza e fratellanza adesso crede in valori completamente opposti (solidarietà legge dell'utile ad ogni costo, uguaglianza disuguaglianza, libertà legge del più forte, fratellanza sfruttamento coloniale).
Gli intellettuali rifiutano questo nuovo modo di pensare e, avvertendo un vuoto di ideali e di valori che diano significato alla vita, si sentono sradicati, condannati alla solitudine.
Si accorgono dell'inutilità dell'arte e si chiudono quindi in un esilio volontario.
RUOLO SOCIALE: il decadente sa di non poter comunicare nessuna verità a una società che sente estranea e ostile e ha un rapporto conflittuale con il lettore.
Lo provoca scrivendo di tutto ciò che la società borghese condanna (morte, malattia, perversione), oppure scrive poesie difficili e oscure, destinate a pochi eletti.
TEMI: morte, malattia, disfacimento, fisico e morale che assomigliano alla condizione dell'intellettuale che si sente diverso dal resto della società.
NUOVO MODO DI INTENDERE LA REALTÀ: non è più oggettiva, regolata da leggi scientifiche, ma fluida, sfuggente, e non è uguale per tutti, ma ha mille sfaccettature.
Il poeta adesso va al di là delle apparenze, penetra nel mistero, coglie le corrispondenze fra il visibile e l'invisibile.
NUOVO STILE: linguaggio allusivo, spesso oscuro, che privilegia la sinestesia e l'analogia.
GIOVANNI PASCOLI
Nasce a S. Mauro di Romagna nel 1855 da una famiglia numerosa (è il quarto di dieci figli), ma abbastanza agiata. La sua vita trascorre serena fino al 10 agosto 1867 quando il padre Ruggero viene ucciso. Ovviamente questo fatto segna l'animo del poeta e lo condiziona per il resto della vita. Spesso nelle sue poesie ritorna il ricordo della morte del padre e la distruzione del "nido" familiare che essa ha portato. In poco tempo altri lutti colpiscono la famiglia: muoiono una sorella, la madre e due fratelli. In seguito a grandi sacrifici economici Giovanni continua gli studi e si iscrive alla facoltà di lettere all'Università di Bologna. Segue con interesse le lezioni di Carducci e si accosta agli ideali del socialismo. Nel 1897 viene arrestato perché partecipa a una manifestazione in favore degli anarchici. Nel 1882 si laurea e insegna latino e greco. Ora ha raggiunto una certa stabilità economica e acquista una casa in provincia di Lucca dove ricostruisce, insieme alle sorelle, il "nido" familiare. Nel 1891 pubblica la sua prima raccolta di poesia "Myricae" e poi "Poemetti", "Canti di Castelvecchio" e "Poemi conviviali". Passa quindi all'insegnamento universitario, ricoprendo la cattedra di letteratura latina prima a Messina, poi a Pisa e a Bologna, dove venne chiamato per sostituire Carducci. Ammalatosi gravemente nel 1908, continua l'attività letteraria quasi fino alla morte nel 1912.
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