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La 'dimensione tempo' nella speculazione psicoanalitica




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LA 'DIMENSIONE TEMPO' NELLA SPECULAZIONE PSICOANALITICA


La visione di FREUD


La 'dimensione tempo', prima esaminata nella concezione fornita dalla filosofia, trova una nuova connotazione nella speculazione psicoanalitica attraverso le teorie di Freud.

Freud, il cui merito è di avere modificato radicalmente la psicologia e la psichiatria, giunge attra­verso lo studio dei fenomeni isterici alla convinzione che esiste nell'uomo uno strato profondo che non perviene mai alla coscienza pur avendo la capacità di agire su di essa: l'inconscio.

La scoperta dell'inconscio segna l'atto di nascita della psicoanalisi che si configura infatti come psi­cologia del profondo e che sposta il centro di gravità dell'indagine psicologica dalla sfera dell'atti­vità cosciente a quella dell'attività inconscia. 'Con tutto ciò', scrive Freud, 'non è detto che la qua­lità della coscienza abbia per noi perduto il suo significato. Resta la sola luce che splende nell'oscu­rità della vita psichica e che ci guida'.

Gli strati più profondi e nascosti della personalità umana vengono eletti dalla psicoanalisi a punti di vista privilegiati da cui osservare l'uomo. E' infatti nei profondi strati inconsci dell'apparato psichico dell'uomo, molto più ampi ed estesi del mondo cosciente, che può essere acquisita l'interpretazione e la spiegazione razionale dell'intera personalità umana.

Freud divide l'inconscio in due zone. La prima comprende le esperienze passate che, non essendo immediatamente presenti alla coscienza, possono diventare presenti senza subire modifiche: cioè l'insieme dei ricordi che, pur essendo momentaneamente inconsci, possono con uno sforzo dell'at­tenzione diventare coscienti. Tale prima zona è il 'preconscio'.

La seconda zona comprende tutto ciò a cui l'accesso alla coscienza viene impedito o viene concesso a prezzo di profonde trasformazioni: cioè tutti quegli elementi psichici stabilmente inconsci che sono mantenuti tali fuori dalla coscienza da 'forze attive le quali si oppongono alla loro ammis­sione' ma che possono essere rimosse e superate da tecniche apposte (cioè la psicoanalisi che fon­damentalmente è una psicologia dei processi inconsci).


Scrive Freud ne 'La nota all'inconscio in psicoanalisi': 'La distinzione fra pensieri preconsci ed in­consci ci da modo di abbandonare il terreno delle mere classificazioni e di farci un'idea sopra le re­lazioni funzionali e dinamiche nell'attività della psiche. Abbiamo trovato un'attività preconscia, che può senza difficoltà passare alla coscienza e un'attività inconscia che rimane inconscia e che sembra staccata dalla coscienza. Non sappiamo se queste due specie di attività psichiche siano originaria­mente identiche o opposte nella loro essenza, ma ci possiamo chiedere perché esse siano
diventate diverse nel corso del processo psichico. La psicoanalisi da una chiara e pronta risposta a tale problema'.

Quanto esposto non ha inteso dare certamente una immagine complessiva delle teorie freudiane ma fornire unicamente una rappresentazione del concetto di inconscio al quale rapportare la visione psicoanalitica della 'dimensione tempo'. Infatti ho trattato queste teorie unicamente per comple­tezza speculativa della dimensione tempo pur non essendo stato Freud oggetto del programma sco­lastico svolto.

Tale dimensione, attraverso la visione psicoanalitica, si sposta dalla sfera dei processi coscienti a quella dei più profondi e nascosti processi dell'inconscio dove si svolge la maggior parte della vita mentale dell'uomo.

Pertanto, secondo Freud, il rapportarsi dell'uomo con il tempo ha una successione cronologica (pre­sente, passato e futuro) soltanto nei processi coscienti: cioè il flusso cronologico del tempo è uni­camente frutto dell'attività cosciente e conserva i suoi momenti, distinti l'uno dall'altro, alla superfi­cie della coscienza.

Nel mondo dell'inconscio l'organizzazione di tali elementi cronologici perde una qualsiasi succes­sione ordinata ed i momenti temporali emergono dall'inconscio mescolati insieme e contestualmente presenti: cioè presente, passato e futuro, nel passaggio da un momento all'altro, non hanno succes­sione cronologica.

Da 'L'interpretazione dei sogni' la maggiore delle opere di Freud sulla natura delle nostre tendenze inconsce, e dalla sua tesi sul sogno quale appagamento di un desiderio latente negli strati profondi della nostra mente, è possibile fornire qualche esempio del venire meno, a livello di inconscio, della razionalizzazione cronologica del tempo.


Non è raro sognare la notte prima di un viaggio progettato, di trovarsi già nel luogo di destinazione e che il sogno anticipi il divertimento atteso o di un viaggio già fatto o che il sogno raffiguri l'appa­gamento di un desiderio già provato. Situazioni, immagini, sensazioni passate o future si presentano come reali e presenti ed i relativi momenti, a livello di inconscio, mancano assolutamente di succes­sione cronologica e sono mescolati con il libero passaggio da un momento all'altro.

In conclusione la 'dimensione tempo' nella speculazione psicoanalitica di Freud - ed è questo che intendevo mettere in luce - assume connotazioni interpretative assolutamente nuove in funzione dei collegamenti con l'attività inconscia dell'uomo. La 'dimensione tempo' si sposta in definitiva, per così dire, in un'altra dimensione: cioè quella data dai profondi strati dell'apparato psichico.

Ed è quest'altra 'dimensione tempo' del sottosuolo psichico, il mondo dell'inconscio, a costituire il principale strumento esplorativo nel campo generale della cultura ed in particolare in quello lettera­rio ed artistico che verrà esaminato nel prosieguo della mia ricerca.


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