Katherine
Mansfield BIOGRAFIA
Kathleen
Beauchamp Mansfield nacque nel 1888 a Wellington, Nuova Zelanda.
Crebbe all'interno di una famiglia di rango borghese. I genitori erano, purtroppo, spesso in viaggio per
lavoro, quindi la piccola Kathleen veniva sovente lasciata sola e per
lunghi periodi di tempo.
Cresciuta, venne mandata a Londra per completare gli studi al Queen's College. Poco tempo
dopo, decise di allontanarsi dalla famiglia, dalla madre (con cui aveva difficili rapporti)
e dai luoghi della sua infanzia, per trasferirsi definitivamente a Londra, dove
trascorse una vita bohèmienne.
[Suonando il violoncello, conobbe il figlio del suo insegnante di musica e lo
sposò, per divorziare lo stesso giorno. Non le mancò una serie di amori
omosessuali e dai contorni non ben definiti. ] Rimase incinta: la madre partì in fretta
e furia da Wellington per
raggiungerla e, per paura che la cosa potesse diventare uno scandalo, la
portò in un prestigioso hotel in Baviera per permetterle di completare la sua
gravidanza e partorire lontana da occhi indiscreti. La donna ripartì immediatamente dopo alla
volta di casa. Kathleen si spostò in una pensione più modesta, ma perse
il bambino a causa di un aborto spontaneo.
In questo luogo conobbe John
Middleton Murry, suo futuro marito, critico letterario di successo e
fondatore di una rivista. [ Ispirazione per: "In a German Pension" ]
Nel 1915, Leslie, adorato
fratello dell'autrice, si recò a Londra per un' esercitazione militare e colse
l'occasione per farle visita: si misero a rivangare vecchi ricordi del passato e della loro infanzia [
PRINCIPALE ISPIRAZIONE LETTERARIA ]. Dopo la morte del fratello, avvenuta
sfortunatamente proprio durante l'esercitazione militare, l'autrice si rifugiò
nei ricordi da poco riportati alla memoria e ideò la serie di racconti che avrebbe avuto come
protagonista la famiglia Burnell. "L'aloe" rimarrà incompiuto fino all'inizio della sua corrispondenza
con Virginia Woolf, che la
spingerà a completarlo per poterlo pubblicare con la sua Hogart Press.
L'unico periodo apparentemente sereno di Kathleen fu quello trascorso a Villa Pauline, in Costa Azzurra.
Successivamente scoprì di essere malata di tubercolosi e, dopo aver
sposato Murry, cominciò
a peregrinare per tutta l'Europa in cerca di climi miti e metodi di
guarigione non molto convenzionali.
Non venne seguita dal marito, nonostante le promesse di lui. Nel 1923, Kathleen morì
e fu trovata proprio dal marito, che le aveva per una volta fatto visita.
[Dopo la morte dell'autrice, Murry pubblicherà tutti i racconti che lei aveva
scartato o in procinto di essere completati e ideò un "Diario", mettendo
insieme i suoi appunti e scarabocchi. (A causa dell'opera del marito, la
Mansfield verrà spesso male interpretata) ].
STILE LETTERARIO
K. Mansfield sceglie la forma
letteraria del racconto non più come mera esercitazione letteraria, ma come
vera e propria forma d'arte.
Caratteristiche della short story:
_ Brevità (occorre
eliminare il superfluo);
_ Epifania;
_ Unità d'impressione;
_ Ruolo attivo della
lettura.
Per K. La letteratura ha una doppia
visione: una visione romantica del bambino e una visione
inquietante.
Le interessa in particolar modo la psiche femminile nelle diverse età
della vita, soprattutto nel momento in cui si cerca l'indipendenza, cioè l'adolescenza.
La sua difficoltà principale sta nel cercare di conciliare il suo interesse
per la questione femminile, in quanto donna, e la sua volontà di essere una
scrittrice veritiera, neutrale, androgina: "I'm a writer first, a woman after".
_ Contraddizione tra
interiorità ed esteriorità del personaggio;
_ Impersonalità dell'arte;
_ Distorsione soggettiva
della realtà (un oggetto può essere percepito diversamente da due
persone distinte);
_ Personaggi fortemente
segnati dal loro genere, a partire dalla messa in scena della
materialità (indipendenza) della vita. La differenza tra i due generi non è essenzialistica, ma lo
è in rapporto ai diversi ruoli occupati in società.
"THE LITTLE GIRL"
Il racconto parla dell'infanzia
(vista attraverso pochi ma significativi episodi) di una bambina, tormentata
dal rispetto delle
leggi del patriarcato e dalla ricerca di affetto da parte del padre.
Viene subito posto in evidenza, nell'incipit, quello che era il suo rapporto
con la figura paterna: questa doveva essere temuta ed evitata e, quando
questi partiva per lavoro, era un vero e proprio "sollievo". Al suo ritorno, compito della protagonista Kezia era togliergli gli stivali
come premio per aver "fatto la brava
bambina". La protagonista aveva da tempo superato un problema di dizione, ma
questo riaffiora in presenza del padre tanto da farla cominciare a
balbettare,in preda alla tensione come se fosse sotto esame, nonostante si
sforzi di pronunciare correttamente le parole.
Durante tutto il racconto il padre appare freddo e distaccato nei suoi
confronti (anche quando la nonna manda Kezia a chiacchierare coi suoi genitori,
questi la ignorano), a volte la prende anche in giro per la sua balbuzie e le
ordina di essere felice.
La svolta avviene quando la nonna, portavoce dell'affettività in tutti i
racconti sulla famiglia Burnell,
invita la piccola a pensare ad un regalo da fare al padre in occasione del suo
compleanno. Lei, nel tentativo di confezionarne uno, usa il discorso (simbolo dell'autorità paterna
che lei inconsapevolmente non rispetta, ma anzi per cui prova rabbia: infatti,
lo fa a pezzi) che il padre avrebbe dovuto tenere, di lì a poco, per
l'Autorità Portuale, come imbottitura per un ferma-spilli fatto a mano da lei.
Quando viene scoperta, viene punita dal padre con frustate.
Guardando i figli dei vicini che giocano in giardino con il loro papà, Kezia
capisce che non tutti i padri sono come il suo.
Il racconto si conclude con la partenza della madre e della nonna di Kezia per
la città, lasciandola a casa sola con il padre. Durante la notte, Kezia ha
gli incubi: un macellaio con un coltello, una corda e un sorriso
terrificante la
immobilizza . Il padre sente le sue urla e va in suo soccorso, facendola
dormire con sé. Il padre diventa una figura salvifica; eros tra
padre e figlia "THE CHILD WHO
WAS TIRED"
Il racconto narra di una bambina
che si trova in affidamento presso una famiglia che la costringe a lavorare come
serva per la pensione di loro proprietà, dato che la madre della piccola (ora cameriera
al bar della stazione ferroviaria locale) aveva tentato tempo prima di affogarla. La
bambina lavora senza sosta dall'alba al tramonto, tormentata dal pianto incessante del bambino a cui deve
badare mentre svolge le sue faccende e dalle urla della moglie del padrone della pensione
che le impartiscono ordini di continuo. Tutto il resto è pervaso da un'intollerabile sofferenza
della bambina che passa da stati di feroce sonnolenza a stati di rabbia e
nevrosi.
Quando sembra che la giornata sia finita, quasi si gioisce insieme alla bambina
perché finalmente potrà andare a dormire, invece dalla città giungono a
sorpresa degli ospiti. Dopo aver servito tutti,ricevuto l'ordine di tener buono
il bambino, assistiamo alla follia
omicida improvvisa della bambina, che soffoca il neonato per non
farlo piangere mai più. La domanda che rimane è data dal fatto che tutto sia
cominciato, nella prima parte del brano,con un sogno della protagonista: si
tratta di un sogno o della realtà?
"THE DOLL'S
HOUSE"
Nel racconto viene mostrato
quanto i pregiudizi e la gerarchia sociale siano ingiusti e vili. I
protagonisti sono le tre bambine Burnell
e le sorelle Kelvey.
Alle Burnell viene regalata una casa per le bambole davvero invidiabile. Mentre
le sue sorelle notano le rifiniture e i particolari di lusso della costruzione,
Kezia si lascia affascinare da una piccola lampada in
miniatura .
Subito corrono a scuola per vantarsene davanti alle compagne, che le
corteggiano a ricreazione stando tutte in cerchio di fronte a loro. Solo le
sorelle Kelvey, come sempre, si mantengono a sistanza, pur essendo
molto interessate. Venivano,
infatti, spesso derise e denigrate da tutti per le loro umili origini, tanto
che i genitori degli altri bambini proibivano loro di parlarci, detestando il
fatto che la loro nobile prole dovesse mescolarsi a persone di basso rango
sociale.
Le compagne di scuola vegono invitate a turno a vedere la casa, quando Kezia, vera protagonista (e strumento discordante che la Mansfield usa
per sottolineare l'assurdità e l'ingiustizia della gerarchi sociale),
vedendo le Kelvey passare davanti casa, decide di farle entrare.
Anche Else, la più piccola delle
sorelle Kelvey, nota la
piccola lampada in miniatura prima di tutto il resto. Arriverà poi zia Beryl a scacciarle via, come galline, dal giardino.