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AUTORE: J.D. Salinger
TITOLO: Il giovane Holden
EDITORE: Einaudi
TRAMA:
Il giovane Holden Caulfield, ormai diciassettenne, ci racconta la sua avventura durata tre giorni accadutagli quando aveva sedici anni. Egli era un ragazzo svogliato nei confronti della scuola. Pur non essendo un ragazzo ignorante ma anzi molto interessato alla lettura dei libri: si trattava solo di un ragazzo pigro, poco stimolato dalla scuola che egli giudicava eccessivamente "falsa", così come i suoi professori. Dopo una breve descrizione di se stesso, Holden spiega che egli frequenta l'Istituto di Pencey, una scuola d'elite situata in Pennsylvania ma che, come generalmente sono queste scuole, è solo "tutto fumo e niente arrosto". Egli è stato appena "buttato fuori" da questa scuola per la sua noncuranza e non applicazione sulle materie, fatta eccezione per l'inglese, disciplina da lui ben conosciuta ed apprezzata. Sta quindi passando gli ultimi giorni in quella scuola, e mentre praticamente tutti gli altri ragazzi stanno giocando o seguendo una partita di rugby, egli va a salutare il suo professore di storia, uno dei pochi ai quali si è affezionato. Essendo sabato sera dopo aver mangiato ritorna nella sua stanza, condivisa allora con Stradlater, uno dei ragazzi che Holden riesce a sopportare. Holden qui ci presenta sia Stradlater sia Ackley. Dopo essere uscito quella sera con altri due ragazzi ed essere rincasato alle nove e mezza, non avendo sonno, comincia a fumare qualche sigaretta aspettando il ritorno di Stradlater, uscito quella sera con la migliore amica di Holden, Jane Gallagher. Durante l'attesa Holden non riesce proprio a pensare ad altri se non a lei, che non vedeva da molto tempo e per la quale prova un forte sentimento. Ma per tutta la durata del romanzo Jane resterà un'irraggiungibile oggetto del desiderio. Quando Stratlater afferma molto vagamente, al suo ritorno, d'averla "stantuffata" Golden gli salta addosso ma sarà lui ad avere la peggio. Stufo della scuola e della vacuità dei ragazzi che la frequentano Holden decide di lasciarla anticipatamente e di andare a stabilirsi in un albergo fino a martedì, giorno in cui sarebbe poi rincasato. Sicuro che i suoi genitori non verranno a sapere che è stato "buttato fuori" finché lui stesso non rincaserà, prende un treno fino a New York e si stabilisce in un albergo economico. Ma non è ben frequentato. Decide poi di uscire e una volta tornato in albergo viene truffato da una prostituta e dal suo protettore. Da quel giorno, per non annoiarsi, Holden cerca di organizzare qualsiasi diversivo o appuntamento per la domenica: prima incontra la "vecchia Sally", poi il "vecchio Luce", poi, ubriacatosi, va a trovare la sorellina Phoebe che è contentissima di vederlo ma intuisce che Holden è stato buttato fuori dalla scuola.La quale per aiutare Holden, gli da dei soldi. Per non spendere i soldi della sorellina Holden va a dormire dal suo ex professore Antolini, che gli aveva offerto gentilmente ospitalità. Ma Holden scappa nel cuore della notte perché spaventato dal comportamento del professore. Holden decide a questo punto di fuggire da tutto e da tutti, non senza salutare prima la sua sorellina. Ma proprio quest'ultima gli fa teneramente cambiare idea e lo convince a tornare a casa. Nell'ultimo capitolo Holden ci parla da un sanatorio in cui è ricoverato e ci comunica che è aiutato da uno psicanalista e che in autunno tornerà a scuola.
PERSONAGGI:
Holden: è un ragazzo di sedici anni, alto un metro e ottantanove, magro come un "chiodo", con i capelli grigi. E' un gran fumatore, poco studioso, talvolta bugiardo e sognatore ma intelligente, appassionato alla lettura e molto sensibile. Come tutti gli adolescenti sta attraversando un periodo di profonda crisi esistenziale. Nel raccontare le sue disavventure accadute nei tre giorni trascorsi da solo nella città di New York egli mette a nudo tutta la sua anima. E' un puro, un ragazzo di indole innocente che fa fatica ad integrarsi in un mondo pieno di brutture, meschinità, cattiverie e compromessi. Quindi spesso, per superare momenti di maggior depressione, si rifugia nell'immaginazione e nella bugia in quanto soltanto in questo modo può attutire il dolore che la dura realtà riesce a provocare in lui. La sua vita priva di certezze lo rende insicuro ed infelice. Come tutti i ragazzi della sua età i suoi comportamenti sono spesso contraddittori: alle volte agisce come un adulto e alle volte come un bambino, da una parte è poco studioso e dall'altra è amante della lettura e appassionato di Inglese. Tutti gli aspetti della vita lo mettono in crisi in quanto non è ancora in grado di guardare bene in se stesso. Ha un rapporto conflittuale con il sesso da cui, da una parte viene attratto, afferma infatti che "è un guaio che certe sconcezze siano proprio uno spasso" ma dall'altra ne ha una concezione molto casta, affermando che certe cose dovrebbero essere fatte solo con una persona con cui ci sia un'intesa non solo fisica ma anche intellettiva ed affettiva. Crede in Gesù ma non in tutto ciò che propone la religione cattolica, per cui anche se in alcuni momenti di estrema sfiducia sente il bisogno di pregare spesso non ci riesce. Insomma non riesce a trovare ne negli amici, ne negli studi, ne negli insegnanti ecc nulla per cui valga la pena di vivere. L'unica persona in cui veramente crede è sua sorella Phoebe, che rappresenta quel mondo di purezza e d'innocenza a cui lui aspira. Il simbolo della figura del protagonista è in una frase in cui lui si definisce: "il catturatore nel campo di segale". Egli immagina di trovarsi in un ampio campo di segale sulla cima di un dirupo nel quale giocano frotte di bambini e lui Holden, si trova sulla cima ed acchiappa e trattiene i ragazzini dal cadere giù. Attraverso questa immagine simbolica si capisce il sogno del protagonista di proteggere l'innocenza e l'integrità del mondo dell'infanzia dalle brutture della vita.
I luoghi in cui si svolge il romanzo sono: l'istituto di Pencey in Pennsylvania, l'albergo a New York, la sua sala da aperitivi, il locale di Ernie, il teatro, il parco, la casa di Holden, la scuola, il museo, lo zoo. La vicenda narrata in prima persona si svolge nell'arco di tre giorni: sabato, domenica e lunedì.
Jerome David Salinger nacque nel 1919 a New York. Per molto tempo ha creduto di essere mezzo ebreo perché i genitori gli avevano nascosto le vere origini della famiglia. Solo da adulto venne a sapere che sia da parte di padre che di madre era ebreo, e questo lo condizionerà ed influenzerà negativamente per tutta la sua esistenza successiva. La sua è stata una vita turbolenta per quanto concerne la scelta della religione a cui rifarsi, visto che ha cambiato più volte la sua dottrina spirituale. Pubblicò nel 1951 il libro che lo ha reso famoso in tutto il mondo: "Il Giovane Holden", che divenne quasi subito un modello di tutta una generazione. Si sposò numerose volte ed ebbe molte donne, sempre fedele al suo spirito libero. Talmente forte era la volontà di Salinger di vivere come un eremita che neppure un invito alla Casa Bianca lo smosse; Insomma la sua è una vita movimentata, volutamente vissuta al di sopra delle righe e lontano dai media, sebbene questi ultimi cercassero insistentemente, ma anche inutilmente di avvicinarlo ed intervistarlo.
Il giovane Holden, come molti adolescenti, è un puro e ha degli ideali e delle aspirazioni molto nobili. Egli sogna di "diventare il catturatore nella segale" perché vorrebbe proteggere i bambini, che egli ritiene innocenti, dai pericoli della vita, per cui nella sua fantasia immagina di trovarsi su un dirupo in un campo di segale dove giocano i fanciulli e lui li trattiene dal cadere giù. E' proprio questa immagine simbolica il fulcro del libro, essa ci fa comprendere il sogno di Holden di proteggere i bambini, la loro innocenza e l'integrità del mondo, ma tale sogno inevitabilmente fallisce, perché si ricade in una società di adulti caratterizzata da autocoscienza e da compromessi. A tutti capita di avere tanta paura di se stessi da non avere il coraggio di guardarsi in faccia, ma purtroppo prima o poi bisogna farlo, perché non si possono eludere i nostri doveri. Che ci piaccia o no, bisogna affrontare le difficoltà della vita senza arrendersi e senza arrivare a punti di esasperazione. Sono proprio queste le cose che ci aiutano a crescere e a capire meglio noi stessi. Solo così potremo renderci conto di ciò che ci piace, di ciò che siamo e possiamo fare. Una giusta autocritica non può essere altro che positiva.
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