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IL VERISMO in Italia
In Italia il Naturalismo prende il nome di Verismo.
Il fondatore,teorico,del Verismo è Luigi Capuana,ma il più importante romanziere è Giovanni Verga.
Giovanni Verga(1840-1922)(pg 376-407)
Nasce da una famiglia della buona Borghesia e trascorre lunghi periodi fuori da Catania e i più importanti soggiorni sono : Firenze e Milano
L'accostamento di Verga al Verismo avviene gradualmente. Inizialmente i suoi romanzi e le sue novelle hanno un impronta ancora romantica e solo più tardi avverrà il suo avvicinamento al Verismo.
Opere: Romanzi di stampo romantico : Storia di una Capinera
(Scritti a Firenze 1860-1869) ) Eva
Una peccatrice
Romanzi d'ambiente mondano Tigre Reale
(Scritti a Milano1875 ) Eros
1°novella dal titolo(1874) Nedda( del tutto nuova ed è il preannuncio della conversione di Verga al Verismo )
Raccolta di Novelle Veriste ( 1880) Vita dei Campi
Novelle Rusticane ( 1883)
(Ambientate tra i contadini di Sicilia)
Dramma Teatrale (1884) Cavalleria Rusticana
(in Scena a Torino )
Romanzi:Pensava di scrivere un ciclo di cinque romanzi nei quali avrebbe trattato la vita di ogni classe sociale. In realtà ne scrive solo due e l'inizio del terzo.
1°Romanzo: I Malavoglia ( 1881 )
Famiglia di pescatori che vorrebbero arricchirsi
2°Romanzo: Mastro Don Gesualdo(1888-1889)
Tratta del povero che si è arricchito.
3°Romanzo I Romanzi non scritti : La Duchessa di Leyra
( ceto sociale: Nobiltà )
L'Onorevole Scipioni
(ceto politico )
L'uomo di lusso
(riguarda il mondo degli attori)
Questi cinque romanzi dovevano costituire un ciclo che Verga chiama: CICLO DEI VINTI,perché Verga voleva dimostrare che a qualunque classe tu appartenga sarai sempre vinto dalla vita.
Appare chiaro il pessimismo fatalista di Verga.
I temi fondamentali di Verga
Ciclo dei Vinti: Verga aveva intenzione di scrivere cinque romanzi,ma si limita a scriverne due e una parte. Questo appellativo dei Vinti ha il significato ,lo scopo di dimostrare che l'uomo, ha qualunque ceto appartenga , sarà sempre un vinto dalla vita.
Tecnica Verista: La tecnica verista è un secondo elemento importante. È chiamata tecnica dell'impersonalità, dell'eclisse dell'autore. Infatti l'autore non interviene in nessun modo nel suo scritto e cioè non esprime mai direttamente i suoi pensieri;si usa l'espressione assenza del Io narrante (Manzoni-scrittore onniscente- faceva le sue riflessioni in prima persona). Verga(-scrittore assente - ) per esprimere le sue riflessioni e i suoi pensieri,utilizza i personaggi: esempio Rosso Malpelo pensava che ,si meravigliava che,oppure usa queste espressioni :
Si dice che
Si raccontava
La gente pensava
Usa un Io popolare collettivo.
Sempre per quanto riguarda l'Impersonalità,si utilizza l'espressione : riduzione al grado zero ,che significa: lasciar svolgersi la vicenda senza che lo scrittore vi intervenga.
Per capire meglio questo principio o tecnica dell'Impersonalità ,è importante leggere la
lettera - prefazione "L'amante di Gramigna"(pag 383 )
()Semplice fatto umano();()efficacia dell'esser stato();()scrupolo scientifico ()
() la mano dell'artista rimarrà assolutamente invisibile ();()avrà l'impronta dell'avvenimento reale () ; () l'opera d'arte sembrerà fatta da se (); () sorta spontanea () ; ()senza serbare (); () alcuna macchia del peccato d'origine () IMPERSONALITÀ
La lotta per la sopravvivenza: Verga ritiene che la vita sia una lotta per sopravvivere e che in questa lotta ,l'uomo ne esce comunque sconfitto, cioè vinto. Questo concetto richiama le teorie di Darwin che si stavano in quel periodo diffondendo in tutta Europa,quindi per Verga, vince il più forte; ma anche colui che ha vinto è destinato a perdere la battaglia con la vita.
Ideale dell'Ostrica( trattato nella Novella "Fantasticheria". Parla di una nobil donna che Verga a accompagnato per pochi giorni a visitare il paesino di Aci Trezza,dove in seguito ambienterà i Malavoglia . Nella visita, questa donna,vede le condizioni di miseria, abbandono e di malattia del popolo.
Nella parte finale domina il fatalismo di Verga :"miglior sorte toccò a quelli che morirono. Meglio per loro che sono morti". Verga stesso dice che in questa frase,c'è l'ideale dell'ostrica e cioè chi nasce povero non può modificare la sua sorte. È la fortuna che ha fatto nasce qualcuno ricco e qualcuno povero; è tutta una questione di scogli e da li non puoi staccarti. Questa situazione è immodificabile. )
Questo concetto è presente in novelle e romanzi del Verismo. Rappresenta il cupo pessimismo verghiano da cui nulla si salva. L'Ostrica è usata come metafora dell'uomo,come l'ostrica rimane attaccata a uno scoglio per tutta la vita per poter vivere ,così l'uomo, secondo Verga,deve rimanere attaccato alla sua casa , al suo paese,perché se si stacca da queste, viene sommerso dalla "fiumana del progresso" ;viene ucciso dalla marea dell'esistenza.
Pessimismo fatalista: Il pessimismo e il fatalismo di Verga appare chiaro con tutto quello che si ha scritto prima . Secondo Verga ,la sconfitta nella vita è fatale,è quindi uno scrittore che non crede nel progresso,nel cambiamento;Ha cioè, una visione reazionaria[1](Si usa
rivoluzionario = colui che vuol cambiare tutto e crede nel cambiamento.)
Commento alla novella "La Lupa"da Vita dei Campi
È una delle novelle più note di Verga verista , perché vi è l'uso della Tecnica dell'Impersonalità e dell'oggettività fotografica. Tuttavia nella novella sono presenti anche molti elementi quasi magici legati alla tradizione popolare, quasi un mondo mitico e fiabesco.
La protagonista, 'Gna Pina,rappresenta il modello primitivo di femmina che divora gli uomini e richiama questo modello tradizioni antiche ,popolari e contadine, fatte di superstizioni, credenze e pregiudizi.
Perciò la figura della lupa, simboleggia una femminilità primitiva. Quasi una maga,una sirena, una maliarda. Le sue armi sono :
la seduzione
fascino oscuro e inquietante
È simile a una "donna demone"simbolo delle forze potenti della natura; ci fa pensare gli esorcismi e Nanni è come posseduto dal diavolo ; ma contro la forza della Lupa ,nemmeno l'esorcismo serve e quindi è inevitabile la catastrofe finale: Nanni per liberarsi da questo incantesimo può solo uccidere.
Commento alla novella "Nedda" (pag. 379):
Questa novella è ambientata in Sicilia e la protagonista è una povera ragazza che sopravvive facendo la raccoglitrice di olive. Rimasta orfana della madre, ha una breve relazione con un giovane contadino e rimane incinta. Il giovane però muore in un incidente sul lavoro e Nedda rimane sola, povera, isolata per la sua maternità disonorevole. Darà così alla luce nel più squallido abbandono una bambina debole e malaticcia che da li a poco morirà.
Commento: la novità principale della novella, consiste nell'aver scelto come protagonista una povera contadina e nell'aver scelto come ambiente la Sicilia.
In questo racconto quindi c'è già un0impronta verista, perché sono presenti i temi di Verga; ad esempio la lotta per la sopravvivenza. Nedda è l'ultimo delle vittime, così era stato di sua nonna, di sua madre, sua e di sua figlia.
Ricordare: Nedda era soprannominata la Varannisa (nota n°6 pag.380).
Commento alla novella "Rosso Malpelo"da Vita dei Campi
Rosso Malpelo è tra le più impersonali e fatalistiche novelle di Verga,basta vedere l'inizio della novella. Malpelo è cattivo perché ha i capelli rossi; è il giudizio della gente e cioè il pregiudizio. La sorte di Malpelo è segnata fin dall'inizio e il suo è un destino fatale già scritto nelle leggi dell'ereditarietà = la vita di Rosso Malpelo É già segnata e Verga nono fa che seguire il compiersi di un destino già scritto dalle regole, dalle leggi, della razza e dell'ambiente. Malpelo è consapevole del suo destino di vittima e segue il suo percorso con rassegnazione.
La conclusione della novella è già scritta dall'inizio: Rosso Malpelo è il figlio perdente di un padre perdente e si porta addosso quasi una tara ereditaria, che é quello di essere non solo un vinto, ma l'ultimo dei vinti, in un mondo di vinti.
Questo dimostra il fatalismo e il pessimismo di Verga nei confronti della vita. Malpelo sa molto bene che deve rimanere attaccato allo scoglio come l'Ostrica e l'unico errore del padre fu quello di accettare un lavoro straordinario per guadagnare un po' di soldi.
Se non l'avesse fatto, se non si fosse staccato dallo scoglio della sua condizione già di vittima, non avrebbe fatto "la fine del sorcio". Il padre di Malpelo, è un'Ostrica che ha provato a staccarsi dallo scoglio sfortunato su cui la sorte lo aveva fatto nascere e allora è andato in contro a un destino ancora peggiore. Quando Rosso Malpelo incontra Ranocchio, un ragazzino dalla costituzione fragile che va a lavorar in miniera, Rosso Malpelo, a suon di botte cerca di educarlo alla legge della sopravvivenza: "Bestia sei! Se non ti senti l'animo di difenderti da me che non ti voglio male, vuol dire che ti lascerai pestare il viso da questo e da quello. L'asino va picchiato, perché non può picchiare lui.se sei più debole ti pestano la faccia.".
Rosso Malpelo vuole far capire a Ranocchio che la vita è dettata dalla legge darwiniana del più forte. Alla fine della novella malpelo va in contro consapevolmente al suo destino e cioè, come il padre, sceglie un lavoro che nessuno voleva: esplorare una galleria e non tornerà mai più.
Commento alla novella "Cavalleria Rusticana" (pag.390):
Questa novella viene pubblicata nel 1880.
Il tema di questa novella è simile a quella della lupa e cioè una storia di amore e adulterio. Ovviamente è in stile verista con l'eclisse dell'autore. Il registro linguistico è popolare e pieno di proverbi e modi di dire; ad esempio "In un mondo contadino, non è il denaro che conta, ma ciò che ci fai con il denaro e cioè compri la roba". La roba nel mondo contadino rappresenta le proprietà.
Riassunto: Turiddu, tornato da soldato, scopre che la sua innamorata, Lola, si è spostata con un carrettiere di nome Compare Alfio. Turiddu fa di tutto per riconquistarla; finge anche di averne un'altra. L'amore tra i due riprende, ma Compare Alfio viene a saperlo dalla gente e sfida Turiddu a duello uccidendolo.
Commento: i temi sono la gelosia, il codice d'onore che sono elemento fondamentali e fatalistici nella società meridionale.
Commento al romanzo "I Malavoglia" (1881) (pag. 395):
Riassunto: È la storia di una famiglia di pescatori, soprannominati I Malavoglia, che vive in una casa chiamata "la casa del nespolo" e che simboleggia lo scoglio; è una famiglia patriarcale e il patriarca è padron 'Ntoni che simboleggia il rimanere attaccati allo scoglio e cioè alle tradizioni; poi c'è il figlio Bastianazzo che morirà in mare.
Poi ci sono i figlio di Bastianazzo che sono: il giovane 'Ntoni, Luca, Lia, Mena ed in fine Alessi, il più giovane.
Il nonno e il figlio Bastianazzo decidono di avviare un commercio di lupini (un tipo di fave gialle), anziché fare i pescatori; tentano cioè di abbandonare lo scoglio; ma tutte le disgrazie cadono su di loro: Bastianazzo muore durante una tempesta e barca e lupini tutto scompare. Perdono la casa. Il giovante 'Ntoni, che era stato militare e aveva conosciuto la vita di città e aveva seguito strade sbagliate, torna a casa ma non riesce ad abituarsi, non ha più voglia di lavorare e quindi se ne va via, di nuovo seguendo strade sbagliate. Chi rimane in paese e tenta di riprendersi la casa del nespolo e la barca è Alessi, il più giovane; è lui che avrà il compito di ricostruire lo scoglio.
Commento: I Malavoglia è il romanzo della lotta per la sopravvivenza e cioè una vera e propria battaglia per la vita: Bastianazzo muore in mare, Luca muore nella battaglia di Lissa; ma è anche una battaglia che la famiglia unita compie per abbandonare lo scoglio e alla fine il figlio più giovane, Alessi, tenterà di ricostruire l'unità familiare.
Il risultato finale di questa lotta è che la famiglia è una famiglia di vinti, ma anche al suo interno esistono dei vinti più vinti degli altri e in assoluto il più sconfitto di tutti è il giovane 'Ntoni che non riesce a rimanere vicino al fratello Alessi per ricostruire lo scoglio; perché 'Ntoni, è ormai privo di uno scoglio: "La Fiumana" del progresso lo ha irrimediabilmente sconfitto.
Commento del capitolo finale de "I Malavoglia"(pag 404)
La parte finale, racchiude tutto il fatalismo pessimista di Verga.
Tutti i personaggi che abbiamo visto nel romanzo,sono dei vinti,in un mondo di vinti.
I fratelli, tutti fanno una brutta fine: Bastianazzo che muore in mare,Mena che deve rinunciare al matrimonio,Lia che diventa prostituta in città . L'unico che si ribella a questo destino di sconfitta è 'Ntoni;ma staccandosi allo scoglio ha imboccato strade sbagliate ed è finito in prigione. Ritorna a casa da vinto,non da vincitore, e capisce subito che nel paese e nella casa,cioè sullo scoglio,non può più rimanere. 'Ntoni, è ormai un estraneo ,uno sradicato( cane non lo riconosce più ) e,solo ora che ha perso tutto ,sente nostalgia per lo scoglio,per i valori e gli affetti che possedeva.
Per Verga quindi, tagliare le radici con la propria terra significa condannarsi a una privazione di identità.
Appunti su: un siciliano C3A9 come una ostrica quando si stacca dalla sua terra muore, |
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