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Il romanzo storico
Il romanzo storico nacque nella prima metà dell'Ottocento, in quanto in questo periodo si manifestò un forte interesse ed una particolare sensibilità per la storia. Si riscontrò un interesse rinnovato soprattutto per il Medioevo, poiché in tale epoca si consolidano le basi sulle quali successivamente si origineranno le future entità e realtà nazionali: l'obiettivo consiste dunque nel ricercare nel passato le radici del presente. Il Medioevo risultò fonte di attrattiva perché periodo età storica molto vasta con confini e contorni temporali tanto imprecisi da consentire agli scrittori quella parte di immaginazione costituente la tessitura del romanzo storico: infatti è possibile sintetizzare che romanzo storico = storia + invenzione. Nello specifico, è importante evidenziare come essenziale fosse lo sviluppo continuo di eventi concatenati proiettati lontani nel tempo, ma capaci di fornire spiegazioni circa fenomeni osservabili nel presente. In tale ambito, un ottimo esempio è costituito dalla trama de "I Promessi Sposi", nella quale il Manzoni, confrontando Seicento (dominazione spagnola) ed Ottocento (assoggettamento austriaco), intenzionato a dimostrare come l'Italia sia da sempre stata soggiogata da potenze straniere. Gli avvenimenti contemporanei all'autore sono dunque conseguenza, diretta o indiretta, degli eventi del passato. Nell'Ottocento si sviluppò inoltre l'interesse per le società primitive, in quanto esse celavano i valori fondamentali (tradizioni e lingue) che hanno ispirato le società attuali.
Questo genere letterario fu inventato dallo scrittore scozzese Walter Scott, il quale ne inaugurò l'origine mediante il romanzo "Ivanhoe", nella quale è narrata la lotta tra Sassoni e Normanni, dalla cui fusione nacque la nazione inglese. Elementi indispensabili per la stesura di un romanzo storico consistono in:
documentazione storica (nella sua opera, il Manzoni dichiara addirittura di ispirarsi ad un manoscritto reperito casualmente);
materiale folkloristico e leggende che rendano appetibile la storia;
canti popolari;
conoscenze riguardo usi, costumi ed arredi dell'epoca circa la quale si indaga.
A tali necessità si assommava inoltre la cosiddetta "storia collettiva": le vicende non riguardano perciò esclusivamente la sfera politico-militare, bensì la trama include anche l'ambito socio-economica.
Fra le esperienze letterarie precedenti l'avvenire di tale tipologia narrativa si ricorda in modo particolare il romanzo gotico onero, inerente circa la seconda metà del Settecento. Caratterizzato da ambientazioni spettrali e tenebrose, nonché da personaggi misteriosi e diabolici, insiste su luoghi comuni, quali castelli cupi, fanciulle perseguitate e vicende oscure collocate su uno sfondo storico molto generico. La storia ricopre dunque un puro scopo decorativo, senza assumere la stessa funzione dell'opera manzoniana, con la quale è realizzabile un breve confronto: le figure dell'Innominato e della monaca di Monza presentano infatti connotazioni fortemente negative.
Nel periodo post-manzoniano (dal Novecento alle soglie del nuovo millennio) accade invece che la storia sia unicamente studiata come scandalo che dura da 2000 anni: poiché riproposta sempre uguale e registrando gli stessi errori, essa viene considerata una forma di violenza sugli uomini, costretti a versare il proprio sangue. Scompare dunque la sua immagine paradigmatica ed epica, come dimostrato dal romanzo "Nero è l'albero dei ricordi, azzurra l'aria" di Rosetta Loy, in cui la storia si presenta come un peso gravante sulle vicende personali. Data la decadenza di questa narrazione, le forme più alte di romanzo storico tendono a mescolarsi ad altri tipologie letterarie, quali il romanzo sperimentale (caratterizzato da canoni completamente diversi), di analisi, di formazione e popolare (nel quale rientrano anche i sottotipi "giallo" e "rosa"). Ne è un esempio il libro "L'amico ritrovato" di Fred Uhlman, in cui sono rintracciabili il romanzo storico e quello di formazione.
In conclusione, può risultare utile ed interessante riportare le opere aventi maggiore rilevanza nell'ambito di tale genere romanzesco:
"Ivanhoe" di Walter Scott;
"I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni;
"Le memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar;
le numerose poesie (tra le quali si ricordano "Infinito", "A Silvia" e "Il sabato del villaggio") di Giacomo Leopardi;
"Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa;
"I Vicerè" di Federico De Roberto;
"La certosa di Parma" di Stendhal;
"Guerra e pace" di Lev Tolstoj;
"La storia" di Elsa Morante.
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