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IL MONDO SENZA DI NOI
Capitolo I:
1) Il testo si distingue in diverse sequenze: inizialmente viene analizzata la situazione del pianeta prima della comparsa della specie umana, poi vengono sottolineati i cambiamenti apportati dall'uomo ed infine viene supposta la trasformazione del pianeta dopo la nostra estinzione.
2) La tesi sostenuta è che dopo la scomparsa dell'uomo, la natura riuscirebbe facilmente a riprendere il controllo del pianeta e sarebbe in grado di cancellare ogni nostra traccia in un periodo abbastanza breve, evidenziando che tutto ciò che non viene restaurato o conservato è automaticamente destinato a sparire. Questo avviene principalmente per due cause: l'influenza degli agenti atmosferici e a causa dei materiali scadenti utilizzati.
Capitoli successivi:
1) Per suffragare la tesi iniziale vengono posti diversi esempi su la fine che diversi luoghi ( case, città ecc. ) farebbero dopo la scomparsa dell'uomo.
2) L'uomo ha causato diversi danni al pianeta a cominciare dalla case stesse che, a causa dei materiali scadenti utilizzati, durano pochi decenni.
L'uomo ha anche condizionato la vita degli animali, molti di grande taglia si sono estinti e l'inquinamento dei mari uccide ogni anno milioni di pesci; gli uccelli, invece, si schiantano contro i pali della luce o rimangono elettrizzati dai fili della corrente. Ma ha influito negativamente anche sull'ambiente: con la creazione di concimi non più organici ma chimici e con la grande quantità di CO2 immessa nell'atmosfera, soprattutto da fabbriche e automobili. Di grande rilevanza anche il clorofluorocarburo, un gas contenuto nelle bombolette che intacca la barriera dell'ozono.
3) Non vi è un ambito geografico ben preciso ma ci si riferisce a varie parti del pianeta: (Manhattan, i poli, Puszcza, Istambul ecc).
Per quanto riguarda l'ambito culturale è sicuramente scientifico con riferimenti alla flora e alla chimica.
Ultimo capitolo:
Firmato nel dicembre del 1997, il protocollo di Kyoto indica gli obiettivi internazionali per la riduzione di sei gas ritenuti responsabili del riscaldamento globale del pianeta che potrebbe portare a modifiche climatiche.
Perché il protocollo di Kyoto entri in vigore è necessario che sia ratificato almeno dal 55 per cento dei Paesi che l'hanno sottoscritto (sono 84, in tutto).
All'inizio di aprile 2001 la convenzione di Kyoto era stata ratificata soltanto da 33 Paesi, tutti in via di sviluppo, alcuni di questi hanno ratificato il protocollo anche se nel 1990 non lo avevano firmato.
Tra i Paesi che hanno ratificato l'accordo, vi sono diverse isole che con l'innalzamento del livello degli oceani provocato dal riscaldamento globale rischiano di scomparire, mentre non ha ratificato la convenzione nessuno dei grandi Paesi industrializzati che potrebbero portare al raggiungimento del quorum del 55 per cento necessario per l'entrata in vigore del trattato. Se gli Stati Uniti - che da soli rappresentano il 36,1 per cento delle emissioni di anidride carbonica - non ratificheranno l'accordo, sarà quindi difficile raggiungere il quorum previsto per l'entrata in vigore del trattato. Tra gli altri 'grandi inquinatori' ci sono l'Unione europea il 24,2 per cento delle emissioni e la Russia il 17,4 per cento e il Giappone con l'8,5 per cento. Il trattato sarà vincolante solo per i Paesi che lo ratificheranno.
1-2) Una soluzione viene suggerita dal teorico Lovelock sostiene che, se le cose non cambiano in fretta, faremo meglio a immagazzinare ai poli le conoscenze umane essenziali in una struttura senza elettricità.
Il Rewilding Institute, ha invece, immaginato la creazione di corridoi che attraverserebbero interi continenti, in modo tale che le persone siano obbligate a convivere con la natura.
Inoltre si sostiene che la popolazione sia troppo numerosa per essere contenuta sul pianeta, per questo dovrebbe essere necessario diminuire le nascite, anche per assicurare maggiore protezione infantile.
3) A mio parere questo saggio è destinato a persone di una certa cultura in ambito scientifico si capisce dalle divagazioni tecniche su flora e chimica, che appesantiscono la lettura; oppure per qualche curioso che, però, non avendo una minima cultura, non ha la possibilità di mettere in discussione le tesi esposte.
4) Questo saggio non mi è piaciuto molto, sia per le molte digressioni sia per la sua scrittura non leggera.
Inoltre per tutta la lettura mi ha provocato un senso di angoscia, soprattutto per gli scenari di tipo apocalittico, mi sono trovata coinvolta in prima persona nelle possibili catastrofi descritte che possono avvenire. Mi sono fermata a riflettere sulle conseguenze delle nostre azioni, su come un piccolo gesto, come il buttare una bottiglia di plastica nel posto sbagliato, possa procurare danni enormi al pianeta e scoprire come velocemente molti dei nostri effetti più negativi verrebbero riassorbiti abbastanza in fretta dalla Terra.
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