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IL CONFRONTO TRA LINGUE
La classificazione dei fratelli Schlegel (Friedrich e Wilhelm August) delle lingue del mondo in tre tipi morfologici fondamentali ci mette in risalto una delle attività del linguista: la comparazione tra lingue, che consente l'individuazione di tratti comuni, somiglianze e diversità.
La tipologia linguistica in generale porta all'identificazione dei cosiddetti universali linguistici, ossia i principi linguistici comuni a tutte le lingue, tra i quali distinguiamo:
Universali necessari (o assoluti):
tratti che ogni lingua deve presentare necessariamente per potersi definire tale (es. linearità del significante, il rapporto tra significante e significato, la doppia articolazione).
Universali possibili
tratti che qualsiasi lingua potrebbe potenzialmente avere o acquisire col tempo (se non li possiede già). Ogni processo grammaticale presente in una lingua è un universale possibile.
Esempio i sei processi grammaticali descritti da Sapir sono tutti universali possibili.
Molte lingue - tra le quali l'inglese - sfruttano l'ordine delle parole per esprimere concetti relazionali; altre tuttavia - tra cui il latino - esprimono gli stessi attraverso suffissazione. Ancora, la mutazione vocalica è molto frequente nel greco ma poco nell'italiano (es. faccio/feci).
Ciò indica che gli universali possibili hanno la potenzialità di essere sfruttati da una qualunque lingua, ma il fenomeno non si verifica necessariamente perché le lingue si evolvono diversamente.
Universali empirici
caratteristiche comuni a tutte le lingue (o statisticamente alla maggior parte di esse), non perché necessarie, ma perché effettivamente più diffuse.
TIPOLOGIA DELL'ORDINE BASICO
Joseph Greenberg classificò le lingue secondo l'ordine basico, ossia l'ordine di alcuni elementi grammaticali all'interno della frase. In particolare, prese in considerazione S(oggetto), V(erbo) e O(ggetto). Tali concetti relazionali sono presenti in tutte le lingue, e 6 sono le possibili combinazioni nelle quali li possiamo disporre (universali possibili): SVO, SOV, VOS, VSO, OVS, OSV. Greenberg scoprì che SOV (Soggetto-Verbo-Oggetto) è un universale empirico, in quanto è l'ordine presente con maggiore frequenza. È un universale empirico - più genericamente - anche il soggetto che precede l'oggetto, quindi SOV, SVO e VSO sono i tre ordini più diffusi.
Altri ordini basici studiati da Greenberg sono:
N(ome) A(ggettivo)
Pr(eposizioni) Po(sposizioni)
Gen(itivo) N(ome)
TIPOLOGIA DI SAPIR
Sapir, parallelamente, classificò le lingue a partire dal tipo di concetti espressi, in:
a) puro - relazionali - derivanti
b) puro - relazionali - non derivanti
c) concreto - relazionali - derivanti
d) concreto - relazionali - non derivanti
a seconda che esprimano concetti puri o concreti e presentino o meno concetti derivativi.
Sapir fa una seconda classificazione delle lingue in base al loro grado di sintesi.
Esempio italiano latino
al lupo lupo
Il latino è una lingua più sintetica dell'italiano in quanto richiede un minor numero di parole per l'espressione di un concetto (in questo caso il dativo).
In questo senso il cinese è iperanalitico, mentre le lingue degli indiani d'America sono polisintetiche.
Esistono anche altri criteri di classificazione delle lingue; ne abbiamo analizzati solo alcuni.
La tipologia di una lingua è soggetta a mutamento nel tempo (es. il latino, "trasformatosi" col tempo nell'attuale italiano, ha perso di sinteticità). Secondo Sapir, l'unica barriera al mutamento linguistico si trova tra le lingue che esprimono concetti relazionali puri e quelle che esprimono concetti relazionali concreti. In tal modo Sapir attribuisce personalità alle lingue, nel modo in cui le attitudini di un popolo rimangono statiche nel tempo. Humboldt definisce questa personalità, questo genio caratteristico di ogni lingua "forma linguistica interna".
Appunti su: Il confonto tra la lingua italiana e la lingua cinese, concetti grammaticali di sapir, |
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