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AUTORE: EUGENIO CORTI
TITOLO: IL CAVALLO ROSSO
CASA EDITRICE: EDIZIONI ARES
ANNO PUBBLICAZIONE
CENNI BIOGRAFICI DELL'AUTORE:
Scrittore vivente: è nato e abita in Brianza.
Cattolico praticante; ha ricevuto il premio internazionale al merito della cultura cattolica nel 2000.
BREVE TRAMA:
La narrazione si snoda in un arco di tempo che va dal 1940 al 1974 e ruota intorno ai Riva, una numerosa famiglia di imprenditori tessili di Nomana in Brianza.
I membri della famiglia (i genitori + sette figli) con i relativi amici, conoscenti e molti abitanti della zona vengono seguiti durante la loro vita in questo arco di tempo.
Passano attraverso le esperienze della seconda guerra mondiale, prima e dopo l'armistizio, e poi partecipano alla difesa delle libertà democratiche contro il pericolo rosso, alla realizzazione del benessere, sono coinvolte nei guai che la vita riserva a tutti gli individui.
Tutti i personaggi principali sono in modi diversi impegnati nella lotta contro l'avanzare del conformismo culturale di stampo marxista e laicista.
Corti si rivela particolarmente abile nel descrivere in modo corale sia i personaggi che il periodo storico ; narra storie di solidarietà umana e di amore:
Nello stesso tempo non tralascia di descrivere le atrocità perpetrate durante la guerra e la successiva prigionia di alcuni suoi personaggi.
Corti, profondamente Cristiano cattolico cerca di dare una motivazione a tante mostruosità e individua nella scristianizzazione l'origine degli orrori del nazismo, del comunismo e della corruzione della società occidentale del secondo dopoguerra.
Il racconto è suddivisointre parti; nella prima parte Il cavallo rosso si narra della vita prima della guerra a Nomana,e nelle università di Milano, in particolare la Cattolica e al mare dell'Emilia.
Si passa poi alla vita di caserma prima della partenza per le varie destinazioni di guerra.
Si racconta dell'esperienza Russa, i combattimenti e poi la ritirata sul Don, disordinata e senza storia per molti soldati, ormai sbandati e senza guida ad esclusione di episodi eroici in particolare per quanto riguarda i battaglioni degli alpini.
Vengono ricordate le imprese delle divisioni Julia e Tridentina, i cui soldati muoiono quasi nella totalità per permettere agli altri combattenti di riparare in zone amiche.
Nella seconda parte, Il cavallo livido, si raccontano le vicende dal 1943 alla fine della guerra.
Lo straziante ritorno dei soldati dalla campagna di Russia, il ritorno con mezzi di fortuna dalla campagna d'Africa, la sfortunata sorte dei soldati in Albania e in Grecia.
La situazione dei civili nelle città italiane bombardate dalle forze alleate.
Segue il crollo del fascimo e le lotte partigiane.
Vengono illustrate sia le persecuzioni perpetrate dai tedeschi sui soldati e civili italiani che le persecuzioni attuate dall'armata rossa a danno della popolazione tedesca.
Ma impressiona ancor di più la sorte dei prigionieri nei lager russi; qui finiscono migliaia di prigionieri di guerra italiani:si arriva a descrivere alcuni episodi di cannibalismo.
La terza parte, L'albero della vita, è il racconto del ritorno alla normalità.
I soldati riprendono alcuni lo studio, altri il lavoro interrotti all'arrivo della guerra.
Molti di loro di sposano e hanno figli.
Si assiste al miracolo economico italiano e al raggiungimento, per quasi tutta la popolazione, di un livello di vita migliore.
Si assiste poi al graduale decadimento delle regole di vita della società contadina e cristiana tipica dell'Italia pre-guerra .Il diffondersi della droga, della contestazione, della violenza gratuita.
Il romanzo si chiude all'epoca del referendum per il divorzio, contro il quale vari personaggi del romanzo investono ancora una volta, ma senza successo, le loro forze.
PERSONAGGI:
Gerardo Riva : imprenditore (è titolare di un'industria tessile). Non condivide né le idee fasciste prima né quelle comuniste poi.
Rappresenta le preoccupazioni di un un padre di famiglia e di un imprenditore , che vuole ad ogni costo creare nuovi posti di lavoro e preferisce lavorare in perdita che licenziare operai.
Si preoccupa del destino dei suoi figli ma anche delle persone che da lui dipendono sia dal punto di vista lavorativo che umano.
Giulia Riva : moglie di Gerardo e madre di ben sette figli. Rappresenta la donna cristiana per eccellenza: sempre disposta ad aiutare il prossimo e a soffrire e gioire con lui.
Ambrogio Riva : figlio maggiore della coppia, ha un aspetto solido e molto rispetto per la forma.
Il racconto inizia con il ragazzo che torna dal liceo, senza aver dato gli esami di maturità, a causa della possibile dichiarazione di guerra.
Segue una tranquilla pausa, durante la quale il giovane frequenta l'univesità Cattolica.
Viene in seguito inviato alle armi e diventa ufficiale d'artiglieria.
Sarà destinato al fronte russo; Ambrogio viene ferito e salvato dal suo attendente Paccoi e prova il sollievo del ritorno in patria. Dopo alcune vicissitudini legate alla sua salute, alla fine della guerra, riprenderà gli studi. In seguito si innamorerà di Fanny Mayer,(crocerossina presso l'ospedale di Stresa durante il suo ricovero).
Entrerà a pieno titolo nella fabbrica di famiglia, dovrà affrontare diverse difficoltà di gestione della ditta che verranno superate grazie alla sua tenacia e a quella del fratello Fortunato.
Fortunato Riva: Il secondo dei fratelli, segue gli studi di ingegneria. Entra anche lui a far parte della direzione della ditta. In seguito se ne distacca e si occupa di compra-vendita di immobili; settore nel quale è particolarmente abile.
Pino Riva: fratello di Ambrogio, si considera un "poveretto" nel senso che non possiede la determinazione del fratello maggiore. Ha i capelli biondi e la testa piatta con molti riccioli. Diventa dopo il 1943 partigiano.
Questa esperienza lo matura e permette al lettore di vivere alcune esperienze dei reparti partigiani.
Si rifugia poi in Svizzera, neutrale durante la guerra, da dove ritorna a guerra finita.
Diventa in seguito medico e di dedica alle cure dei poveri in Africa.
Rodolfo Riva: il minore dei fratelli, vivace e irrequieto, all'inizio del racconto, si farà sacerdote e missionario.
Francesca Riva: alta e slanciata, avrà un destino tranquillo, diventando moglie di Andrea (un industriale nel settore alimentare - salumi) e madre di ben sette figli in 14 anni di matrimonio.
Giudittina Riva: è la più piccola e non ha nel racconto una figura di spicco.
Alma Riva: è soprannominata Statuina di Marmo in quanto non lascia trasparire le sue emozioni. Ha una figura slanciata e sottile con lunghe trecce bionde.
E' comunque un personaggio che dimostra una certa forza d'animo, sia quando decide di proseguire gli studi per rendersi indipendente e poter sposare Michele Tintori, futuro scrittore, senza pesare economicamente su di lui.
Sosterrà il marito nella difficile vita dello scrittore; sarà al suo fianco anche quando i critici, la televisione e i giornali in genere non daranno il dovuto riconoscimento a Michele.
Farà una tragica fine, morendo in un incidente stradale a causa della guida pericolosa di un drogato.
Manno Riva: nipote dei Riva viene da loro allevato come un figlio in quanto rimasto orfano in tenera età. Alto e biondo con gli occhi azzurri della madre, ha un'innata eleganza nel portamento.
Studente di architettura crede fermamente nella Provvidenza e ritiene di dover fare qualcosa di buono per essere realmente un buon cristiano.
Diventa ufficiale e viene destinato alla campagna d'Africa, dalla quale riuscirà a ritornare con un viaggio avventuroso su una semplice barca a motore.
Manno ritorna per un breve periodo a Nomana dove si innamora di Colomba, una stupenda ragazza dai lineamenti classici, nipote di Eleonora: signora che veste in modo "antico" e vive da sola in una residenza chiamata "i Dragoni"; è vedova e ha perso il figlio durante la guerra del 15-18.
In seguito parte per il fronte dell'Albania e dopo l'8 settembre del 1943, rientrato in Italia segue le prime imprese dell'esercito regolare e muore combattendo per una nuova Italia a Montelungo, vicino a Monte Cassino.
Fanny Mayer: e' l'unica protagonista della storia a non provenire da una famiglia della Brianza. La madre è un'eccentrica signora dai capelli tinti di blu che viaggia con un bastone di pochi centimetri come segno di comando. Da il suo contributo sociale come crocerossina presso l'ospedale di Stresa, durante la guerra. All'università cattolica viene chiamata Fanny DOV (dove DOV sta per : dagli occhi verdi). Si innamora e sposa Ambrogio dal quale ha tre figli. Prova un certo fastidio verso la famiglia di lui, soprattutto dopo le difficoltà che i Riva devono affrontare per mantere in funzione la ditta.
Michele Tintori: figlio unico di un invalido della prima guerra, è compagno di liceo di Ambrogio. La sua attrattiva maggiore è nei profondi occhi neri.
Studia lettere alla Cattolica, vuole diventare scrittore.
Allo scoppio della guerra chiede di essere mandato in Russia: il suo scopo è quello di conoscere in prima persona la realtà del comunismo e poterne scrivere. E' un grande ammiratore del Medio Evo Italiano e a questo periodo storico fa risalire molte situazioni che vive in prima persona.
In preda ad una specie di allucinazione, dovuta al grande freddo, finirà in una postazione russa e sarà fatto prigioniero.
Grazie all'aiuto propriodi un russo che, avendo subito una condanna per essere un artista parla con lui in francese: scopre il suo desiderio di diventare scrittore e grazie a questa affinità lo salverà definendolo detentore di importanti informazioni.
In questo modo Michele non è fucilato e viene internato in un lager russo.
Michele si trova ad affrontare la fame e la sete; assiste al degrado dei soldati fatti prigionieri e tenuti senza cibo.
Alcuni di essi arrivano a perpetrare atti di cannibalismo
In questo inferno conosce Padre Turla, un cappellano alpino che lo sosterrà in questa difficile prova.
Rientrato in Italia, supera il dolore della perdita del padre; la cui morte è avvenuta durante la sua assenza.
Si laurea e pubblica il suo primo libro.
Sposa Alma Riva, che lo sostiene meravigliosamente - insieme con il suo Angelo custode - nella sua lotta per il sostegno delle sue convinzioni politiche e per difendere i valori del cristianesimo.
La sua ultima lotta (con la quale si conclude anche il libro) è durante il referendum sul divorzio per il sostegno all'indissolubilità del matrimonio.
Stefano: figlio di contadini, amico di Ambrogio, destinato anche lui alla campagna di Russia muore in battaglia di Mescoff.
Sua madre, la mamm Lusia, ha quasi una premonizione.
Nel momento in cui suo figlio muore si sveglia (è notte) e grida: 'Stefano è morto!
A nulla servono i tentativi del marito di tranquillizzarla. Lei ha la certezza della morte di Stefano.
Giustina: sorella di Stefano, sottile nel fisico e delicata, è operaia negli stabilimenti dei Riva, semplice d'animo vorrebbe una vita tranquilla con Luca Sambruna, putroppo muore durante la guerra di tisi.
Luca Sambruna: amico di Ambrogio Riva, alpino in Russia, ferito, salvo, al rientro scopre la morte di Giustina, sua fidanzata.
E' democristiano militante per aver sperimentato sulla propria pelle le pene dei lager russi.
Per tutta la sua vita si batterà per mantenere la democrazia in Italia.
Pierello:altro giovane di Nomana, mite operaio, viene fatto prigioniero dai tedeschi che lo assegnano ad una fattoria come aiutante.
Conosce un altro soldato polacco di nome Tadeusz con il quale nasce una grande solidarietà.
Aiuteranno insieme la vedova a scappare dalle forze russe quando quest'ultime saranno in avvicinamento.
E' un grande cattolico anche lui e crede nella solidità della famiglia e nella dirittura morale.
Avrà una grande delusione quando il figlio, chiamato Taddeo in ricordo dell'amico polacco,
durante una manifestazione brucia un'automobile e, a causa di questo, dovrà darne conto alla giustizia.
LUOGHI ED EPOCA:
Il racconto inizia nel 1940 a Nomana, paese della Brianza. E' un centro principalmente agricolo nel quale la maggior industria è quella dei Riva: industria tessile.
Finisce nel 1974 durante la campagna per il referendum sul divorzio.
In questo grande arco di tempo vengono illustrati innumerevoli luoghi:
TEMI DI FONDO:
Il racconto è molto complesso e si dirama su un largo lasso di tempo.
I temi principali sono.
La famiglia vista come nucleo importante e indissolubile
I figli come proseguimento della vita e delle speranze dei padri
La responsabilità civile a cui tutti gli uomini sono tenuti
La solidarietà tra gli uomi
La crudeltà di alcuni popoli nei confronti di altri
Lo spirito religioso che non deve essere astratto ma applicato in ogni momento della vita
OSSERVAZIONI SUL PUNTO DI VISTA DEL NARRATORE E SULLO STILE DELL' AUTORE
Corti è un autore di sicura fede cristiana e in quest'ottica scrive questo romanzo:
denuncia le atrocità del nazismo e con lo stesso impegno denuncia gli orrori del comunismo, la morte per fame di milioni di contadini, i campi di concentramento rossi denuncia le atrocità inflitte dai comunisti alle popolazioni tedesche, polacche, rumene, ecc..
Si schiera contro la mancanza di "dirittura morale" che, dopo la guerra e il raggiunto benessere generale, si è impadronito di molti italiani.
Non approva il comportamento di alcuni componenti del clero che, nel tentativo di venire incontro a quei fedeli che si stanno allontanando, imboccano la via della novità e del progressismo abbandonando la vera dottrina cristiana.
Lo stile è abbastanza semplice e la descrizione rende in modo reale le varie storie.
Corti per il suo stile può essere paragonato al Manzoni dei "Promessi Sposi" : si tratta di un romanzo storico che fa perno in alcuni punti sulla Provvidenza esattamente come nei Promessi Sposi.
CONSIDERAZIONI PERSONALI:
Il libro è molto voluminoso ma di facile lettura. Avvincente grazie agli innumerevoli episodi in esso contenuti. Con i vari personaggi si rivivono esperienze umane realmente accadute.
Sono stato coinvolto sia dal punto di vista umano che da quello storico.
Appunti su: https:wwwappuntimaniacomumanisticheletteratura-italianoil-cavallo-rosso-eugenio-corti25php, |
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