IL CAVALIERE INESISTENTE
I.
Calvino
SINTESI. La vicenda ambientata nel medioevo,
periodo buio nel quale erano le guerre a far da padrone. Tra le file
dell'esercito di Carlo Magno c'è Agilulfo, il cavaliere inesistente, l'armatura
bianca vuota. Egli è l'esempio perfetto di diligenza e competenza nel suo
mestiere. E se non fosse così, egli che gia non c'è, non esisterebbe proprio,
perché "tenuto insieme" dalla forza di volontà. Compare un nuovo personaggio,
Rambaldo, che vuole entrare nell'esercito per vendicare il padre morto. La
vendetta avviene e ad essa s'aggiungono l'innamoramento per una cavallerizza,
Bradamante e il desiderio di diventare un cavaliere. Per entrambe le cose
chiede aiuto al cavaliere inesistente, che si scopre essere l'oggetto d'amore di
Bradamante. Rambaldo è così costretto a trovare un nuovo confidente,
Torrismondo, che pone in dubbio che il cavaliere inesistente sia cavaliere, e
facendolo mette in discussione la sua stessa carica. Da qui inizia il momento
delle partenze. Agilulfo parte con il suo scudiero Gurdulù, che c'è ma non sa
d'esserci, alla ricerca della presunta vergine Sofronia, che egli aveva salvato
da certa violenza dei briganti, e per quest'azione gli era stata conferita la
carica di cavaliere. Torrismondo parte per salvare il suo titolo e raggiungere
l'ordine del Gral. Bradamante insegue Agilulfo e Rambaldo insegue Bradamante.
Una suora rinchiusa in un convento è la narratrice e conosce spostamenti e
avvenimenti. Si narra del viaggio del cavaliere inesistente che giunge al
castello della vedova Priscilla e non cede alla passione amorosa, non potendola
provare, e rende così la vedova per la prima volta soddisfatta. Alla fine dei
viaggi le rivelazioni si sprecano. Torrismondo crede d'aver compiuto un incesto
per ben due volte: prima pensando che Sofronia sia sua madre, poi sua sorella;
ma i giri di parentele spiegano come
ella sia solo la sorellastra. Agilulfo, vittima di un'incomprensione, smette di
esistere perché perde ogni volontà di farlo, credendo di non essere più un cavaliere.
La suora nel convento si rivela essere Bradamante. Rambaldo la ritrova e viene
finalmente ricambiato nel suo amore anche se attira la sua amata a sé
indossando l'armatura di Agilulfo e quindi ingannandola.
COMMENTO. È il primo libro che leggo di
Calvino. La storia non mi è sembrata per niente scorrevole. Le vicende dei
cavalieri non sono per me. E il finale è insopportabilmente osceno. Per fortuna
sulla narrazione degli avvenimenti non
mi sono soffermata molto. Ho cercato di entrare nella psicologia dei
personaggi, che mi sono piaciuti molto. L'ambientazione medioevale mi ha fatto
pensare che il medioevo è anche oggi: un periodo buio per esserci. Per tenere
insieme un'armatura che sa di ruolo e posizione, e continuare a restarci senza
mai riuscire a staccarsi da ciò e a vivere appieno la vita, le sue passioni, a
volte chiamate debolezze, in questo libro sotto il nome di Priscilla. Il
cavaliere inesistente forse sono io, forse è la signora al supermercato, forse
è mio fratello tra dieci anni, ma per fortuna tutti noi non siamo perfetti nel
nostro ruolo come Agilulfo, noi abbiamo il difetto primo dell'uomo:l'umanità,
che ci rende meno perfetti e più vulnerabili, che sporca la nostra bianca
armatura senza tuttavia lasciarla andare in pezzi.