Il Carnevale nel Medioevo e il mondo alla rovescia secondo Bachtin
Nel
testo di Bachtin ci viene spiegata
l'importanza delle feste popolari, dei divertimenti nelle strade e nelle
piazze; l'autore infatti ci descrive i momenti della festa popolare pił importante
di quel periodo: il Carnevale, era un periodo dove tutte le persone di tutte le
classi sociali si dovevano divertire, con giochi, con riti comici e con
celebrazioni comiche come: 'la festa dei folli', oppure 'la
festa dell'asino' ecc. I protagonisti di queste feste erano i giullari,
giganti, nani, i buffoni, che avevano il compito di 'dirigere' in un
certo senso lo svolgimento dei riti e degli spettacoli. Tutte queste feste,
fiere, mercati, a differenza de quelle religiose e dello stato feudale, non
rispecchiavano il mondo dove vivevano, non rispecchiavano e non tenevano di
conto delle differenze tra classi sociali. Questo aspetto delle feste popolari
viene chiamato da Bacthin: 'dualismo del mondo', proprio perché le
persone che le vivevano si sentivano uguali, era l'unico periodo dell'anno in
cui nessuno era pił importante dell'altro: ' Il carnevale, in opposizione
alla festa ufficiale, era il trionfo di una sorta di liberazione temporanea
dalla veritą dominante e dal regime esistente, l'abolizione provvisoria di
tutti i rapporti gerarchici, dei privilegi, delle regole e dei tabł......nel
carnevale tutti erano considerati uguali...'. Questo era invece
impossibile nelle feste ufficiali dove, ci spiega Bachtin, le differenze di
classe sociale erano evidenti: '...in esse bisognava apparire con tutte le
insegne del proprio titolo, grado e stato, e occupare il posto assegnato al
proprio rango.'. Tutte queste feste 'inufficiali' erano molto
importanti non solo per le classi sociali pił basse del popolo, ma anche per i
riscontri che hanno portato con la divulgazione da parte dei giullari e dei
vagantes di una nuova forma di lingua: il volgare.