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I UMANESIMO
Salutati :De fortuna et fato
De nobilitate legum
Leonardo Bruni: Laudatio Florentine urbis
Historia Florentina
Vita di Dante
Trattato contra hypocritas
Poggio Bracciolini: Trattato de avarizia
In questi trattati c'è un' esaltazione della vita attiva, di cui si ha una concezione di tipo militante, la stessa che aveva Dante (del quale, infatti, vediamo scritta una "Vita di Dante"). Si è alla continua ricerca dell'equilibrio tra l'"otium" (letterario) e il "negotium".
Proprio per questo motivo abbiamo una forte critica nei confronti dei religiosi ("Trattato contra Hypocrates") i quali si ritirano dalla vita attiva e vivono di elemosina (ordini mendicanti). La condanna nei confronti dei frati era quindi espressa anche attraverso toni molto forti, essi venivano chiamati "rozzi", "buffoni" ecc.
C'è al contrario n'esaltazione del lavoro che produce ricchezza, abbiamo una prima forma di "capitalismo". Di conseguenza durante l'umanesimo i poveri, i malati e i disabili vengono maltrattati proprio perché non producevano ricchezza. A Firenze, addirittura, si creano veri e proprio ghetti per queste classi considerate disagiate.
Cristoforo Londino, però, non è d'accordo con questa concezione della società e scrive un brano in antitesi con quelli dei suoi contemporanei: "Esaltazione della vita contemplativa"
Nel 1462 per opera di Cosimo de Medici e Marsilio Ficino nasce a Firenze l'accademia napoletanica
II UMANESIMO
Con l'avvento della Signoria cambia la figura dell'intellettuale e le tematiche da lui affrontate rispetto al periodo del primo umanesimo:
- Ad un disinteressamento della vita politica della città (cfr "de Avarizia" del I umanesimo) si contrappone un' esaltazione della vita contemplativa
- L'intellettuale diventa un "cortigiano" ovvero partecipa molto alla vita di palazzo
Durante il II umanesimo ha grande successo tra gli umanisti una corrente filosofica chiamata "neoplatonismo", hanno quindi l'ideale della "città platonica" che si traduce in realtà in un progetto puramente utopico. Nel '400 si cominciano a tradurre molte opere di Platone perché era un' autore da poco scoperto e che quindi interessava di più e inoltre si adattava meglio ai tempi.
Per quanto riguarda il passaggio dal latino al volgare possiamo dire che dante è sicuramente il primo che sperimenta il volgare in tutti i suoi registri. Petrarca invece si batte per il latino e Boccaccia al contrario è convinto che il volgare ha una validità e per questo è interessato a sperimentarlo. Questi quindi sono appunto degli sperimentatori e durante tutto il Rinascimento tutte le opere scritte non saranno altro che imitazioni basate su questi tre modelli.
Durante il II umanesimo si sentirà l'esigenza di scrivere poesie e quindi si istituisce una gara ( il "certame coronario") proprio per risvegliare questa forma di scrittura. Il vero rappresentante della poesia del II umanesimo è Poliziano.
MARSILIO FICINO (Firenze)
Pausania nel "Simposio" di Platone ci dice che ci sono 2 Venere: La Venere celeste e la Venere volgare. Questa è la concezione dell'amore platonico secondo il quale esiste una differenza tra l'Amore Celeste ( che fa riferimento alla Venere celeste) e l'Amore Volgare ( che fa riferimento alla venere Volgare).
Amore Celeste:
- è rivolto esclusivamente verso i giovinetti
- si pone un limite di età per questi giovinetti che devono aver raggiunto lo sviluppo ( questo limite è posto non per tutelare il giovinetto ma per l'adulto che con un bambino perderebbe soltanto energia)
- era un amore dell'anima che non coinvolgeva il corpo
Amore Volgare:
- attratto dal corpo
- incontinente ( non esiste l'autocontrollo)
- soddisfa il corpo
- è un amore che mischia gli uomini e le donne ( ciò era inconcepibile perché l'amore verso una donna era considerato di "serie B". La donna era essenzialmente "generatrice di figli".
Nel '400 non è pensabile portare interamente questa concezione in una così diversa società. Con il neoplatonismo,quindi,il concetto originario di Platone viene ripulito dell'aspetto omosessuale : l'amore Celeste e quello Volgare diventano quindi i diversi modi di amare una donna, dal punto di vista dell'anima e del corpo.
PONTANO (Napoli)
I temi ricorrenti che troviamo in Pontano sono le riflessioni sul governo (De Principe) e sulla fortuna (De Fortuna) nei quali si parla soprattutto degli astri e della loro influenza. Queste tematiche vedremo che saranno fondamentali durante il Rinascimento ad esempio nel Principe di Niccolò Macchiavelli. Si comincia quindi a riflettere sul libero arbitrio dell'uomo, tema che successivamente si diffonderà in tutta Europa (Erasmo da Rotterdam, Elogio della Follia).
A differenza con Firenze non vi è una vera riflessione filosofica, infatti a Napoli l'interesse è maggiormente proiettato verso lo studio dei classici. Inoltre un'altra differenza con Firenze è la scelta della lingua. Pontano infatti per le sue opere no sceglie di scrivere in volgare ma in latino.
MASUCCIO SALERNITANO (Napoli)
Egli a differenza di Pontano scrive in volgare anche se si inserisce nel II umanesimo napoletano che come abbiamo visto preferiva il latino al volgare.
JACOPO SANNAZARO (Napoli)
Anch'egli scrive in volgare
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