Giacomo D'Annunzio - Il Decadentismo Del D'Annunzio, Il D'Annunzianesimo, Analisi Delle Opere, Il Pensiero E La Poetica

Giacomo D'Annunzio

Il Decadentismo Del D'Annunzio

CONFRONTO CON GIOVANNI PASCOLI. D'Annunzio è, con Pascoli, il maggior rappresentante del Decadentismo italiano. Tuttavia i due poeti sono molto differenti. Il Decadentismo di Pascoli fu istintivo ed inconsapevole, mentre quello di D'Annunzio fu il frutto di una serie di scelte ben precise.

RAPPORTI CON IL DECADENTISMO EUROPEO. Nonostante D'annunzio abbracciò le tendenze più superficiali del Decadentismo, ne ignorò la concezione della poesia come strumento di conoscenza del mondo ultraterreno, ed il dramma della solitudine umana. Nonostante ciò, egli riuscì a creare un proprio stile di vita e di arte, che prende il nome di 'D'annunzianesimo'.

IL DECADENTISMO D'ANNUNZIANO. Gli aspetti più significativi del Decadentismo D'annunziano sono:

1. L'estetismo artistico, ossia la concezione della poesia e dell'arte come creazione di bellezza, in assoluta libertà di motivi e forme;
2. L'estetismo pratico, ossia la concezione della libertà assoluta della vita pratica;
3. L'analisi delle proprie sensazioni più rare;
4. Il gusto della parola, scelta più per il suo valore evocativo che per il suo significato;
5. Il panismo, ossia la tendenza ad abbandonarsi ad una vita di sensi ed istinti

Il D'Annunzianesimo

UNA SORTA DI MODA. Il D'annunzianesimo è l'insieme degli atteggiamenti del poeta che influenzarono l'Italia del suo tempo, Nella vita pratica D'annunzio suscitò l'interesse della borghesia parassitaria, che fu influenzata dal suo estetismo, nella vita letteraria  diventò il modello di tanti poeti, nella vita politica spinse l'Italia alla guerra.

D'ANNUNZIO ED IL FASCISMO. In politica D'Annunzio influenzò anche il fascismo, e non solo con i propri schemi esteriori, ma anche con la sua mancanza di senso storico, il suo disprezzo per il lavoro umile, l'improvvisazione, il disprezzo e la sottovalutazione degli avversari.

Analisi Delle Opere

LE LIRICHE E LE NOVELLE GIOVANILI. Le opere in versi del periodo giovanile del D'Annunzio sono Primo vere e Canto Novo. Le novelle sono racchiuse in tra raccolte, che verranno poi unite in un unico volume: Novelle della Pescara Nelle poesie giovanili D'annunzio sembra muoversi seguendo le orme dei veristi e dei naturalisti, ma la sua e solo un'imitazione apparente ed esteriore, in quanto il suo giovane temperamento era già lontano dalla concezione sana della vita di Carducci, e dalla moralità di Verga.

LE OPERE DEL SECONDO PERIODO. Le opere successive, in versi ed in prosa, sono influenzate dalle opere dei parnassiani e dei decadenti europei.

LE LAUDI. Le 'Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi' sono ispirate al mito del superuomo. Dovevano essere sette, quante sono le stelle della costellazione delle Pleiadi, ma D'Annunzio ne scrisse solo quattro. Maia è un poema a sfondo autobiografico, ed è la trasfigurazione di un viaggio realmente effettuato da D'annunzio. Elettra contiene la celebrazione di poeti, artisti, eroi e la rievocazione delle glorie delle città del silenzio, che apsettano che risorga la nuova Italia per rinnovare la gloria antica. Alcione è il poema del Sole de dell'Estate che descrive in maniera lirica i momenti più belli di un'estate del poeta. Merope contiene le Canzoni delle gesta d'oltremare

LE OPERE DELLA MATURITA'. Tra le ultime opere di D'annunzio sono importanti le note autobiografiche, dove la parola si fa scarna ed essenziale, e presentano un autore più intimo e sincero. Tra gli scritti più significativi c'è Il Notturno, che raccoglie le meditazioni del poeta durante la convalescenza seguente ad una ferita all'occhio destro.

Il Pensiero E La Poetica

LA SFIDUCIA NELLA RAGIONE E NELLA SCIENZA. Come il Pascoli anche il D'Annunzio avvertì i limiti del Naturalismo e del Positivismo di fine secolo. Entrambi avevano sfiducia nella scienza, rivelatasi incapace di dare una spiegazione definitiva della vita e del mondo, come da lei promesso.

IL SENSO DELLA SOLITUDINE DELL'UOMO. Dalla comune sfiducia, entrambi i poeti arrivano ad un senso di solitudine che, tuttavia, interpretarono in modo diverso. Il Pascoli ha una percezione ombrosa della solitudine, che lo spinge a cercare la solidarietà. Il D'Annunzio ha una percezione della solitudine, al contrario, più egoista ed orgogliosa, che lo spinge a credere nell'eccezionalità della propria persona rispetto agli altri.

LA SENSUALITA' D'ANNUNZIANA. La poesia di D'annunzio rispecchia la sensualità del suo temperamento, intesa come abbandono gioioso alla vita dei sensi e dell'istinto, per scoprire l'essenza profonda e segreta dell'Io. Si rinnova così in D'annunzio il tema romantico della ricerca dell'assoluto, che il poeta effettua immergendosi nella natura delle cose, con il panismo.

LA POESIA. E' quindi proprio nel panismo sensuale e naturalistico la vera essenza di D'annunzio, il quale, quando tenta di uscire dalla sua natura visiva e sensuale, compone opere artificiose e retoriche. Quindi, come anche quella del Pascoli, la poesia del D'Anunzio non incontra nessuna evoluzione. Si tratta più che altro di una poetica frammentaria, che raggiunge il suo culmine in alcune opere dell'Alcyone, e nel Notturno.

I VARI ASPETTI DELLA POETICA D'ANNUNZIANA. D'Annunzio dunque non ha una poetica ben definita, in quanto era nelle sue capacità riuscire a captare le tendenze europee contemporanee ed a modificarle secondo la sua personalità. Ora è poetica dell'eleganza parnassiana, ora di chi si sente deluso dalla vita dei sensi e cerca la purezza e la bontà, ora poetica del superuomo, ora poetica del profeta-vate, ora poetica naturalista, la più congeniale.

Confronti

CARDUCCI E D'ANNUNZIO. Se si eccettua l'influenza di Carducci nelle prime due raccolte poetiche di D'Annunzio, i due poeti sono molto diversi. Carducci ha una concezione sana della vita, vissuta in comunione con gli altri, al contrario di quella del D'Annunzio, più individualista. La poesia di Carducci è misurata e composta, quella d'annunziana sovrabbondante e lussureggiante. Carducci amò la patria, ma in modo differente da D'Annunzio, che la vedeva egemonica sugli altri.