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Evoluzione dell'arte e del suo significato attraverso i secoli
L'arte, in ogni sua manifestazione, è la più alta espressione umana di creatività e di fantasia, ed è l'unico momento che permette all'uomo di esteriorizzare la propria interiorità.
La parola arte, dal latino ars, in origine significava la capacità di svolgere un lavoro materiale, cioè di fare e di produrre, ma il concetto di arte e la sua funzione sono mutati notevolmente nel corso dei secoli.
L'arte dell'epoca preistorica, fra cui i celebri dipinti rupestri, aveva una funzione principalmente religiosa e rituale: essa rappresentava uno strumento utile all'uomo per controllare la natura e ciò che lo circondava, che egli stava imparando a conoscere.
Nella successiva arte egizia, dalle peculiari caratteristiche, rimangono preponderanti le funzioni religiose e spirituali: pensiamo, per esempio, alle famose pareti interne delle piramidi affrescate con rappresentazioni della vita oltremondana e degli dei.
Con la civiltà minoica, e successivamente con quella micenea iniziano a definirsi le caratteristiche dell'arte classica greca. Ricordiamo per l'arte minoica le famose architetture degli edifici cretesi, la cui funzione era principalmente commerciale. Con l'avvento della civiltà micenea l'arte si trasforma in una forma particolare di artigianato pregiato che alimenterà il fiorente commercio greco. Successiva a quella micenea troviamo l'arte greca per eccellenza, caratterizzata dalla ricerca della perfezione regolata da schemi controllati e precisi che curano l'opera fin nei minimi particolari; basti pensare , per esempio, al famoso canone di Policleto, figura perfetta e fonte di ispirazione per tutti gli artisti anche nel Rinascimento. In Grecia compare per la prima volta la distinzione in arti liberali e arti meccaniche: le prime erano considerate essenziali per il raggiungimento dei livelli più elevati sul piano intellettuale e morale, a differenza delle altre puramente pratiche e utili nella vita quotidiana. Gli artisti in questo periodo sono, inoltre, maggiormente liberi di sperimentare poiché inizia ad attenuarsi il fenomeno del lavoro su commissione.
Infine in Grecia, grazie alla nascita ed allo sviluppo della speculazione filosofica, abbiamo primi e veri tentativi di definizione del concetto di arte e di bello, da parte di grandi pensatori: Platone, per esempio, dedica al tema della bellezza un'opera il "Fedro", nella quale afferma che la bellezza è l'oggetto dell'amore, ma non distinguendo il bello dal buono, un'opera seppure bella, non può essere accettata se non contiene contenuti universalmente buoni. L'arte quindi è mimesi del reale, che è di per se già imitazione delle idee, e quindi occupa un gradino molto basso per quanto riguarda l'importanza nel cosmo attribuitagli da Platone; le opere d'arte impediscono all'uomo, maggiormente rispetto alle cose sensibili, di conoscere le idee e vanno dunque bandite. Diverso è il discorso per quanto riguarda Aristotele: il filosofo, probabilmente perché vissuto in un'epoca diversa da quella Platonica, prende le distanze dalle teorie negative nei confronti dell'arte. Egli associava il concetto di arte a quello di poesia e di tragedia in particolare: lo estendeva infatti ad ogni tipo di produzione artistica. Aristotele fa notare che la tragedia ha per lo più come argomento il mito, e che non racconta cose vere, ma descrive il verosimile; essa ha quindi una valenza filosofica perché mette di fronte a casi universali. Da questo punto di partenza verrà completamente rivalutata l'arte che Platone aveva disprezzato: per Aristotele essa è mimetica, ma non imita il mondo sensibile , bensì le idee stesse, cioè l'universale. Inoltre Aristotele valuta diversamente la tragedia anche sul piano etico: Platone diceva che essa stimolava le passioni e che quindi andava abolita, mentre Aristotele introduce il concetto di catarsi artistica, un processo attraverso il quale l'uomo riesce a dominare le passioni vedendole rappresentate sulla scena, che contribuisce a ridare dignità all'opera d'arte trasformandola anche in un momento utile per la società.
Influenzata dall'arte greca per mezzo dei numerosi traffici commerciali, è l' arte etrusca, che ha principalmente carattere pratico e religioso.
L'arte romana è, invece, inizialmente vista da tutti come corruttrice del mos maiorum originario: dopo il periodo delle prime conquiste, entrando in contatto con le grandi civiltà presenti nel Mediterraneo, compaiono gradualmente le prime opere artistiche che hanno una funzione principalmente celebrativa di trionfi, pensiamo ai numerosi archi presenti in tutto l'impero oppure alle opere letterarie in celebrazione di vittorie e conquiste, come il "De bello gallico" di Cesare o "l'Eneide" virgiliana.
Durante il periodo romanico e gotico l'arte assume una funzione prevalentemente didattica, facendo da mediatore tra il popolo analfabeta e la religiosità; ricordiamo, per esempio, le rappresentazioni bibliche presenti sulle vetrate e sulle pareti delle chiese dell'epoca, e le bellissime miniature che ornavano i testi sacri
Nel Rinascimento, tra il XV ed il XVI secolo, avviene una riscoperta dell'arte greca, specialmente per quanto riguarda gli ideali di perfezione ed armonia, che in questo periodo vengono ricercati ed utilizzati in ogni tipo di rappresentazione artistica ufficiale. Grandi artisti come Leonardo, Michelangelo e Raffaello dedicano gran parte della loro vita all'analisi scrupolosa dello spazio, della natura e del paesaggio, concretizzando nelle opere ciò che prima era esclusivamente indeterminato nella loro mente. La visione rinascimentale esalta, quindi, il mondo greco-romano, condanna il Medioevo come un'era di barbarie e proclama la nuova epoca come era di luce e di rinascita del mondo classico.
Queste influenze sono, però, fondamentali non solo per quello che hanno permesso di produrre grazie al loro studio anche nei secoli successivi, ma anche per il fatto che esse vennero prese come punto di partenza per numerosi correnti e tendenze artistiche che si distanziarono, nei secoli successivi, da quelle considerate ufficiali.
Nel periodo dell'Illuminismo, per esempio, le influenze classiche vennero riprese e adattate alle recenti necessità di regolarità, razionalità ed armonia, creando, specialmente in Francia, un movimento che caratterizza l'arte con il forte impegno civile, di cui Voltaire o l'italiano Parini ne sono esponenti di rilievo.
Purtroppo la tanto amata tecnologia, dalla prima operazione di stampa, passando per la fotografia ed il cinema, approdando all'odierno Internet, ha introdotto la riproducibilità delle cose, minacciando così una delle basi su cui poggiava l'arte. Dall'impressionismo, infatti, ogni movimento artistico originale ha posto il problema di cosa sia l'arte e di come essa debba essere realizzata; e questi sono i quesiti a cui un moderno artista deve rispondere con la propria opera. Secondo me l'arte nella nostra società acquista valore se è in grado di adattarsi alle rapide evoluzioni dell'uomo: il mezzo attraverso cui un'opera d'arte, per esempio pittorica, deve far percepire ad un moderno osservatore un messaggio, non può essere lo stesso che troviamo in un'opera del Quattrocento; nonostante il messaggio sia lo stesso, per essere pregnante l'opera deve parlare con "la lingua" dell'uomo a cui è indirizzata. Credo, dunque, che l'arte venga automaticamente associata da tutti ad una sorta di intrattenimento moderno, e che essa si prefigga come scopo il diletto dell'uomo del XXI secolo.
L'arte si è tuttavia evoluta nel corso dei secoli verso più direzioni, e sempre più spesso vengono considerate forme d'arte, ciò che in realtà non lo è: mi riferisco soprattutto ai graffiti che frequentemente imbrattano i palazzi dei centri storici metropolitani, ma anche al mero intrattenimento televisivo sempre più volgare e di cattivo gusto.
L'arte per essere tale deve quindi, secondo me, non essere invasiva, suscitare l'interesse nello spettatore e catturare la sua attenzione grazie all'originalità, all'intelligenza dei soggetti, senza però dimenticare le caratteristiche derivate dalle tradizioni storiche sopra ricordate, che hanno contribuito allo sviluppo e alla definizione dei concetti di arte e di bello artistico dei giorni nostri.
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