Elio Vittorini
Alla
base dell'intera attività di Elio Vittorini sta la fiducia della cultura, unica
forza capace di costruire un mondo più giusto e umano. La sua letteratura fu
sempre il segno di un progresso e di una ricerca reale e concreta. Nato a
Siracusa, sposò la sorella di Quasimodo. Nel 1929 iniziò a collaborare con la
rivista Solaria e per un decennio visse a Firenze. Nel 1942 iniziò una stretta
collaborazione con il partito comunista clandestino. Dopo la liberazione fondò
la rivista Il Politecnico, entrando poi in aperto conflitto con il gruppo
dirigente comunista sul tema dell'autonomia della cultura. Nel 1959 fondò con
Calvino la rivista Il Menabò avviando un'intensa stagione di dibattiti sulle
avanguardie letterarie e denunciando il provincialismo della letteratura
italiana. Svolse anche un'intensa attività di traduttore dei testi americani.
L'interesse alla contemporaneità domina anche la narrativa a partire dai
romanzi giovanili. Il primo romanzo intitolato"Il Garofano Rosso", uscito a puntate su Solaria, narra
l'iniziazione alla vita adulta di un liceale che, dopo un'infatuazione per le
idee fasciste, arriva a riconoscere la durezza e la contraddittorietà della
realtà. Tutta la narrativa successiva ruota attorno al tema del viaggio, che
diventa metafora esistenziale del processo conoscitivo: nel viaggio si
contrappongono sempre due mondi, la Sicilia dell'infanzia e la città, luogo
emblematico del divenire della realtà, in cui si muove l'uomo maturo
(Conversazioni in Sicilia 1937). "Uomini
e No" invece è il romanzo della Resistenza a Milano, in sintonia con le
istanze della letteratura neorealista, anche se l'opera è pervasa da forti
tensioni liriche, sottolineate con intere sezioni scritte in corsivo.