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Leggi anche appunti:SCHEDA LIBRO Il sentiero dei nidi di ragno - Primo LeviSCHEDA LIBRO 1 Titolo: Il sentiero dei nidi di ragno Autore: Primo Dante- la vita, le poesieITALIANO DANTE- LA VITA Dante nacque a Firenze nel 1265 dalla famiglia di Inferno cantoINFERNO CANTO XIII. I due poeti si addentrano nel secondo girone del settimo cerchio, |
Dal Positivismo alle Avanguardie Storiche
Quadro Storico
Il processo di unificazione iniziò dopo Il Congresso di Vienna (1815) e terminò nel 1870, anno in cui venne conquistata Roma, grazie soprattutto all'opera di Cavour che grazie alle sue capacità diplomatiche e politiche in generale , rese possibile l'Unificazione d'Italia sotto la monarchia dei Savoia, l'unica in grado di contrastare la potente Austria.
Nel 1861, Vittorio Emanuele II fu incoronato come primo Re d'Italia, dove fu instaurata una monarchia costituzionale, in cui si fronteggiavano 2 schieramenti: destra (i conservatori di Cavour) e sinistra (i progressisti di Garibaldi); alla fine prevalse la destra che dovette affrontare i problemi post unitari. Tra tutti il grande divario nord-sud. Il nord era industrializzato e ricco mentre il sud aveva un'economia di sussistenza ed era poco industrializzato e povero, poiché era fondato sul sistema latifondista. Nasce la cosiddetta "questione meridionale". Anche la Germania raggiunge l'Unità sotto il governo di Guglielmo I di Prussia. Nell'ultima fase dell'800 l'Europa fu scenario di lotte per la supremazia tra i vari Paesi che si contendevano anche il dominio su altri continenti (quali Africa, America ed Australia) che vennero colonizzati per ragioni economiche (manodopera, materie prime, nuovi mercati). E' l'era del colonialismo.
Quadro Culturale
La cultura europea appare in questi anni dominata da nuovi indirizzi di pensiero:
Il positivismo (fiducia ottimistica nel progresso e nella ragione) di Auguste Comte, che sosteneva che la conoscenza si deve basare sulla sperimentazione diretta e sull'osservazione;
La teoria evoluzionistica di Darwin;
La psicanalisi (studio della psiche) di Sigmund Freud, che aveva sperimentato un nuovo metodo di cura delle nevrosi fino ad allora curate solo con i farmaci. Questo consisteva nel dialogo col paziente al fine di portare alla luce i ricordi rimossi e seppelliti nell'inconscio;
L'intuizionismo di Henri Bergson, che sosteneva la teoria che noi tutti viviamo 2 tempi: il tempo esteriore (successione di momenti tutti uguali) e il tempo interiore (vissuto dalla coscienza come simultaneità degli eventi presenti, passati e futuri);
La sociologia di Durkheim, che studia i meccanismi della società e i meccanismi ad essa sottostanti.
Quadro Letterario
Dopo il Romanticismo si assiste alla nascita di nuove correnti letterarie che portavano alle esterme conseguenze le due tendenze insite nel Romanticismo: da un lato il Realismo, dall'altro l'Irrazionalismo e il Fantastico. Esse sono:
Il Naturalismo
Movimento che nasce in Francia alla fine dell'800 come applicazione del pensiero positivista e che si propone di descrivere la realtà psicologica e sociale con gli stessi metodi usati dalle scienze sociali. La poetica naturalistica deriva dalla concezione deterministica della vita e dell'uomo, e il romanzo non è altro che una piccola parte di vita analizzata con il metodo delle scienze sia naturali che sociologiche. I temi preferiti della narrativa naturalista furono anti-idealistici e anti-romantici, con una forte carica di denuncia sociale che doveva risultare dalla descrizione scientifica ed obiettiva dei fatti:
Trai temi principali vi erano dunque:
la vita quotidiana con le sue banalità, le sue meschinità e le sue ipocrisie;
le passioni morbose che dovevano rasentare il limite della patologia psichiatrica, come la follia e il crimine;
le condizioni di vita delle classi subalterne, soprattutto del proletariato urbano che, con la sua miseria (prostituzione, alcolismo, delinquenza minorile) potessero dare un chiaro esempio di patologia sociale.
I principi della teoria del romanzo sperimentale furono comunque fissati da Emile Zola in due punti fondamentali secondo i quali lo scrittore:
deve osservare la realtà e non inventarla per poi riprodurla oggettivamente;
deve utilizzare una scrittura che risulti essere un documento oggettivo dal quale non deve trasparire nessun intervento soggettivo dell'autore.
Il Verismo
E' un movimento letterario e artistico italiano che ispirandosi al Naturalismo francese e al Positivismo teorizza una rigorosa fedeltà alla realtà effettiva (al vero dunque) delle situazioni, dei fatti, degli ambienti, dei personaggi e una corrispondenza con il sentire e il parlare dei soggetti che vengono rappresentati. Richiamandosi al Naturalismo francese delle opere di Emile Zola, ma anche ad Alessandro Manzoni e alla Scapigliatura, il movimento tende a descrivere la vita della gente umile, dei reietti della società che si affannano nella lotta per la sopravvivenza, contro la fatalità del destino. Le opere veriste rappresentano soprattutto la realtà sociali dell'Italia centrale, meridionale ed insulare. Così la Sicilia è descritta nelle opere di Giovanni Verga, di Luigi Capuana e di Federico De Roberto; Napoli in quelle di Matilde Serao e di Salvatore Di Giacomo; la Sardegna nelle opere di Grazia Deledda; Roma nelle poesie di Cesare Pascarella; la Toscana nelle novelle di Renato Fucini. Le caratteristiche sono:
lo scrittore cerca di scoprire le leggi che regolano la società umana;
l'attenzione alla realtà quotidiana, presentata come un'indagine scientifica, ricercando le cause del suo evolversi;
l'artista deve ispirarsi unicamente al vero, ad avvenimenti realmente accaduti e preferibilmente contemporanei limitandosi a ricostruirli obiettivamente;
la riproduzione obiettiva della realtà attraverso il principio dell'impersonalità: l'autore osserva i fatti senza interferire, egli si mette da parte per lasciar parlare l'evidenza dei fatti;
la lingua e lo stile devono essere aderenti ai personaggi, agli ambienti, attingendo possibilmente alle risorse dei dialetti regionali. Il linguaggio è liberato da ogni raffinatezza teorica e accademica.
La Crisi della Ragione: verso il Decadentismo
Verso gli inizi del '900, accanto al Naturalismo e al Verismo nascono nuove correnti letterarie che mettono in discussione la lettura scientifica sull'uomo e sulla società. La fiducia nella razionalità viene a sgretolarsi. L'uomo si sente smarrito, senza certezze.
Il Simbolismo
E' una corrente, letteraria e artistica, fiorita in Francia ma si espande anche in altri Paesi europei: in Germania, in Russia, in Inghilterra e in Italia. In opposizione al Realismo, si cercava di esprimere idee, emozioni e atteggiamenti con l'uso di parole e immagini simboliche. Si deve a Baudelaire la prima definizione poetica di Simbolismo, contenuta nel sonetto Correspondances. In esso la natura è rappresentata come una foresta di simboli tra loro "corrispondenti" che racchiudono le chiavi del significato dell'Universo. I poeti simbolisti decadenti vengono anche chiamati "parnassiani" , perché aderirono alla rivista "Le Parnasse Contemporain" che dà il nome al movimento del "Parnassianesimo" (i cosiddetti "poeti maledetti", per l'adozione di uno stile di vita sregolato, infatti facevano uso di droghe, alcool ed ebbero una vita brevissima). Il Simbolismo esalta l'arte in sé senza moralismi. Nel Simbolismo, la realtà vera non è quella dell'esperienza, o della scienza, o della ragione: è qualcosa di più profondo e misterioso, che può essere inteso soltanto dalla poesia. La poesia è la rivelazione dell'essenza misteriosa del reale: essa cerca le affinità segrete nelle apparenze sensibili per cogliere la realtà profonda, il messaggio segreto della natura. La vita deve risolversi nell'arte (Estetismo). L'arte è atto vitale, la vita non artistica è banalità, quotidianità, priva di valore. Il simbolista vuole farsi "veggente", rivelatore cioè dell'ignoto rifacendosi non all'indagine razionale della scienza, o all'analisi pragmatica, ma all'intuizione con illuminazioni fulminee e profondissime, che provengono dal nostro inconscio.
Le tecniche retorico-espressive usate sono le strutture foniche (allitterazione, onomatopea, rima interna) e le figure retoriche (analogie, sinestesie, rifiuto della subordinazione, sintassi nominale).
La Scapigliatura
Sorse in Italia dopo il 1860. Comprese, in senso stretto, un gruppo di poeti e scrittori milanesi o viventi a Milano (Arrigo Boito, Carlo Dossi ecc.) ai quali si possono aggiungere i romanzi giovanili di Verga e alcune liriche di Carducci.
Il termine "Scapigliatura" venne usato per la prima volta in un romanzo di Cletto Arrighi, come traduzione del termine francese "Boheme"; come fenomeno letterario fu essenzialmente espressione di anarchismo borghese: gli scapigliati erano difatti intellettuali che non accettavano le strutture borghesi, nelle quali vedevano la negazione dei loro ideali di arte e dei valori in cui credevano. Fu, tuttavia, una presa di posizione sterile, in quanto essi non seppero proporre delle soluzioni.
Gli scapigliati cercarono un'arte nuova con cui dire le sensazioni nuove che proponevano. Perciò si accostarono ai "poeti maledetti" francesi (che prendevano in considerazione l'orrido oggettivo, non quello sentimentale del Romanticismo, gli aspetti orridi della realtà del loro tempo) e ai naturalisti francesi che volevano la rappresentazione del vero.
Il Decadentismo
Con Decadentismo si intende:
un termine dispregiativo che vuol dire fuori dalla norma e dall'arte;
un movimento che esalta il culto dell'arte (Estetismo esasperato);
non c'è alcuna critica o denuncia sociale;
esaltazione del Superuomo di Nietzsche (ripreso da D'Annunzio);
il poeta è un veggente capace di rivelare l'Assoluto;
l'eroe decadente si avvicina all'eroismo leopardiano;
i decadenti si rifugiano dell'Io e nelle piccole cose (Pascoli).
Il concetto di decadenza, o meglio la coscienza di vivere un'età di decadenza, si era diffuso già nella Francia del secondo '800. Già verso il 1880 vengono definite decadenti le opere di pittori e scrittori che si riuniscono attorno a una rivista, "Le Decadent". Il termine nacque dunque in Francia e si diffuse in un'accezione negativa, come spesso accade, a esprimere una condanna morale prima ancora che estetica.
Più tardi, in Italia, si è cominciato ad usarlo per raggruppare e definire scrittori come D'Annunzio, Pascoli, Fogazzaro. Il termine Decadentismo verrà impiegato all'incirca fra il 1890 e il 1945. Il sorgere della sensibilità decadente è innanzitutto da mettere in relazione col progressivo deteriorarsi del Positivismo.
Gli artisti decadenti (pittori, scrittori, musicisti) si oppongono all'oggettività del Naturalismo e del Verismo ed esprimono nelle loro opere soggettività, irrazionale, malessere, disagio, inettitudine.
Si teorizza non più la conoscenza della realtà, bensì dell'anima della realtà e lo strumento principe di conoscenza viene individuato nella poesia. Quest'arte è la conseguenza del distacco dell'artista dalla società in cui vive, di un consapevole distacco, rifiuto e ribellione alle sue norme e ai suoi valori. L'intellettuale sente svuotarsi il proprio ruolo, di fronte alla prepotente ascesa della borghesia. La società a cui il decadentismo si oppone è la società industriale.
La filosofia di Nietzsche si inserisce, come gli atteggiamenti decadenti esaminati, nel più vasto movimento di reazione anti-positivistica e di polemica contro la tirannia della ragione scientifica.
Contro l'angusto conformismo dei principi democratico-egualitari e contro la banale fiducia nel progresso che avviliscono le più vive componenti della personalità umana e livellano tutti, Nietzsche innalza con accenti lirici la sua protesta esaltando invece la forza, l'amore sessuale, la gioia di vivere e, all'apice di tutto, lo spirito agonistico e la volontà di potenza. Sono queste le precipue componenti di quello che egli chiama lo "spirito dionisiaco".
Il momento dionisiaco si realizzerà nel Super-uomo che, vanificando ogni remora e condizionamento, realizzerà pienamente un nuovo esemplare di umanità, al di là della morale comune con i suoi concetti di bene e male, di pietà per i falliti e i deboli, destinati in questa lotta a soccombere.
Le Avanguardie Storiche
Con il termine Avanguardie si intendono movimenti artistico-culturali sviluppatisi in Europa agli inizi del '900 fino all'incirca agli anni '20, in genere si parla di Avanguardie Storiche per distinguerle dalle Neoavanguardie sorte dopo la II Guerra Mondiale. Le Avanguardie avevano delle tendenze radicali a rompere con i codici artistici tradizionali e con le convenzioni borghesi. Rifiutando tutti i valori, gli avanguardisti mettevano in discussione il valore e il concetto di arte; infatti, secondo loro l'arte deve scuotere e sconvolgere, deve contribuire a migliorare la vita. La funzione dell'artista è quindi di costruire una vita "estetica", dominata dall'arte. Per realizzare tutto ciò le Avanguardie fecero dello sperimentalismo per il loro orientamento metodologico: operando in gruppi per abbattere ogni barriera tra le varie arti.
I movimenti Avanguardistici
L'Espressionismo
Questo movimento nacque in Germania e si interessò in particolare alla pittura e al teatro.
L'Espressionismo esaltava la rappresentazione soggettiva della realtà, accentuando la disarmonia e arrivando all'estrazione e alla creazione di un linguaggio fatto di sogni, linee e colori. Esso raffigurava un'umanità tragica, pervasa da un senso di morte e distruzione. In letteratura presentava anche la rottura di ogni equilibrio comunicativo, arrivando così a sconvolgere il lessico, la sintassi, la metrica e gli schemi narrativi. In Italia queste tendenze furono presenti soprattutto nel teatro di Luigi Pirandello.
Il Futurismo
Nacque nel 1909 con la pubblicazione del Manifesto del Futurismo, redatto da Filippo Tommaso Marinetti. Il Futurismo rifiutava ogni "tradizionalismo" in nome di un'arte che esaltasse la potenza delle macchine e delle nuove tecnologie. I futuristi videro nella "macchina" il simbolo dei tempi nuovi, che sostituiva un nuovo ideale di bellezza a quello classico. L'artista diventa così portavoce delle trasformazioni introdotte nella vita quotidiana dalla civiltà tecnologica. Da ciò deriva la sperimentazione di nuovi modi di comunicazione, capaci di rompere i confini tra le diverse arti e le diverse tecniche (si nota un nuovo aspetto grafico nelle poesie). Il Futurismo interessò tutte le forme artistiche, ma il suo influsso fu grande soprattutto in Russia con Majakovskij.
Il Dadaismo
Questo movimento artistico-letterario nacque a Zurigo nel 1916, con il caposcuola Tzara. La poetica del Dadaismo rifiutava ogni convenzione in nome della spontaneità assoluta e dell'anarchia espressiva, distruggendo le basi del linguaggio, del lessico e della sintassi, per arrivare al nonsense (il termine deriva da "dada", giocattolo) e ai collages (accostamenti casuali di parole) verbali. In Italia i casi di adesione furono rari, anche se incuriosì i futuristi.
Il Surrealismo
Questo movimento fu fondato in Francia da Breton, con la pubblicazione del Manifesto del Surrealismo. Nato dal Dadaismo, ne orientò lo spirito liberatorio verso nuove forme artistiche, attente all'analisi interiore e ai meccanismi dell'inconscio. Breton dice: "Surrealismo è il dettato del pensiero con l'assenza di ogni controllo esercitato dalla ragione". Nel Manifesto Breton arrivò addirittura a suggerire un "modo" per accedere all'inconscio. Più tardi uscì il secondo Manifesto del Surrealismo, decisamente più politico, che proponeva una rivoluzione di tipo "marxista" della società. Esso non intendeva ridurre l'arte a uno strumento politico, infatti fu espulso dal Partito Comunista. In Italia aderirono a questo movimento Bontempelli e Buzzati.
La Narrativa Europea nell'età delle Avanguardie
Nei primi anni del '900 la produzione in prosa in Europa si arricchì delle opere di grandi "maestri" che trattavano delle problematiche esistenziali e delle sperimentazioni delle Avanguardie. Tra gli artisti europei ricordiamo Marcel Proust, scrittore francese, con il romanzo "Alla Ricerca del Tempo Perduto" produce una narrazione che procede secondo il libero scorrere della memoria. Proust si collega alla teoria dell'inconscio di Freud; James Joyce, il dublinese, col romanzo "Ulisse" costituito con la tecnica del flusso di coscienza, che consiste nel trascrivere i pensieri dei personaggi così come affiorano dall'inconscio.
La Narrativa Italiana nell'età delle Avanguardie
Trovò le sue manifestazioni più originali nella produzione di Italo Svevo e Luigi Pirandello. Ne "La Coscienza di Zeno", Svevo utilizza la tecnica del monologo interiore, una ricostruzione linguistica del processo con cui "l'inconscio viene sollevato al regime della coscienza". La vasta produzione di Pirandello è un'affermazione di sfiducia sulle possibilità dell'uomo. Dalla consapevolezza di essere "nessuno" nascono lo smarrimento e la solitudine dell'uomo pirandelliano, che rifiuta la vita sociale perché gli impone una "maschera".
La Lirica Italiana nell'età delle Avanguardie
La poesia è caratterizzata dalla necessità di un rinnovamento, e le riviste svolsero un ruolo importante. Firenze fu il suo centro, con la pubblicazione de "Il Marzocco" (D'Annunzio), "La Voce", e "Lacerba". Di questo periodo fanno parte i Futuristi, i Crepuscolari e i Poeti Vociani.
La Lirica Futurista
I principi della poetica Futurista sono:
il culto della modernità;
il rifiuto del borghese e il culto di ideali eroici;
il gusto della provocazione e dell'arte-spettacolo;
il rifiuto della soggettività dell'arte e l'esaltazione dell'istinto;
la celebrazione del vitalismo;
l'uso di "parole in libertà";
lo sconvolgimento della grafica della pagina.
La Lirica Crepuscolare
Il termine Crepuscolarismo fu usato per definire lo spegnersi in lungo crepuscolo della produzione carducciana e dannunziana. In seguito indicò la poetica degli oggetti quotidiani, dei toni distaccati, dei ritmi in prosa e del lessico comune. Esso ebbe come modello la poetica delle "piccole cose" e del "fanciullino" di Pascoli. Tra i suoi poeti figurano: Corazzini e Gozzano.
I Poeti Vociani
Così chiamati per la collaborazione con "La Voce", manifestarono un rifiuto del Decadentismo e del Superomismo, privilegiando una poesia ispirata dalle inquietudini dell'uomo e usando il verso libero e l'espressione intensa per esprimere la soggettività e l'interiorità. Tra i vociani ricordiamo Dino Campana.
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