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"Dal decadentismo all'UEBERMENSCH
COME SI SVILUPPA
ESTETISMO
POETA-VATE
-GABRIELE D'ANNUNZIO
LA VITA
IL PERSONAGGIO E LA POETICA ,
MAPPA DELLE SUE OPERE
"IL SUPERUOMO" E LE IDEOLOGIE
L'ESPERIENZA FIUMANA
-FRIEDRICH NIETZSCHE
INTRODUZIONE
IL SUPERUOMO
LA VOLONTA' DI POTENZA
ORIGINE
SVILUPPO DEL MOVIMENTO
CRONOLOGIA DEL FASCISMO
- PROPAGANDA DEL REGIME ATTRAVERSO LE IMMAGINI
-MARCELLO PIACENTINI
-IL FASCISMO COME L'MPERO DI AUGUSTO:LA RIFORMA AGRARIA
-COME SI SVILUPPA.
In contrapposizione alle ideologie e al pensiero scientifico, che stava influenzando gran parte della cultura europea, dando vita a movimenti culturali come il NATURALISMO, nasce il DECADENTISMO.
Il termine Decadentismo, indica la decadenza o il tramonto di una cultura, in questo caso quella romantica, a cui segue l'origine di una nuova, basata sull'estetismo, perciò sul culto della bellezza e sul piacere.
Più avanti il termine indica quel movimento culturale e letterario, che influenza gran parte d'Europa, a partire dalla metà degli anni '80, per terminare nel primo decennio del novecento, dando spunto alle seguenti nascenti poetiche dell' ERMETISMO, FUTURISMO, CREPUSCOLARISMO.
Il decadentismo, mira ad esaltare la figura dell' intellettuale, rispetto alla società di massa nascente, recuperando i valori classici e tradizionali, rivalutando il privilegio del ruolo dell'artista, e dando origine alla figura, del PROFETA-VATE e del SUPERUOMO. Tutti questi atteggiamenti si identificano perfettamente nella nuova società, dove l'artista, esaltando la sua figura , facendo della propria vita un'opera d'arte che tende all' inimitabillita', plagia la massa, diventando un vero e proprio mito , soddisfacendo perfettamente le esigenze del pubblico e della società.
DECADENTISMO
Uno dei personaggi che riassume tutte queste caratteristiche è GABRIELE D'ANNUNZIO che con il romanzo "IL PIACERE" inaugura il decadentismo italiano affiancandosi ad un altro italiano PASCOLI, e ad altri scrittori europei come l'inglese OSCAR WILDE.
Da un punto di vista stilistico e letterario, nasce dal SIMBOLISMO, dove di seguito, quest'ultimo, ne diventa la poetica principale. Perciò tende alla rappresentazione per mezzo dei simboli, attraverso cui il poeta tramite l'intuizione mistica, panica e magica, rivela nel particolare l'universale, prediligendo l'irrazionalità e lo studio profondo dell'anima, perciò dell'inconscio, dell'ignoto e dell'immaginario.
ESTETISMO
E' un fenomeno letterario e di costume legato alla poetica del Decadentismo. Il suo atteggiamento principale sta nell'esaltazione della bellezza e dell'arte come sostituti dei valori tradizionali, e si manifesta nella ricerca dell'oggetto o della parola rari e squisiti, nel gusto per l'esotico e per gli aspetti più morbosi della sessualità.
POETA-VATE
La parola vate viene dal latino "vates" = indovino. Poiché gli indovini rilasciavano i loro responsi generalmente in versi, "vates " passò a significare anche poeta . In italiano la parola vate significa profeta o anche poeta di alta e nobile ispirazione morale e civile.
Nel linguaggio critico l'espressione assume due significati: può essere riferita alla letteratura italiana dell'ottocento, che indicava la funzione dello scrittore romantico -risorgimentale il quale guida il processo storico e ne anticipa o profetizza gli sviluppi futuri. In questo caso vengono citati Foscolo e Leopardi.
O si riferisce anche alle letterature romantiche nordiche e decadenti europee, indicando la funzione oracolare e sacerdotale del poeta, considerato interprete privilegiato e rivelatore dei significati profondi della natura e della vita, in cui prevale l'aspetto mistico religioso ed estetizzante
Nella musica troviamo Wagner con la tetralogia " L'anello del Nibelungo".
-LA VITA
Nasce a Pescara nel 1863 da una famiglia borghese e durante i suoi primi studi si distingue come fanciullo prodigio .Ancora liceale pubblica la sua prima opera "Primo Vere";si trasferisce a Roma si dedica all' attivita' giornalistica e frequenta i salotti della nobiltà .
Nel 1882 pubblica un secondo volume di versi "Canto Nuovo" e l'anno successivo uno di novelle intitolato "Terra Vergine". Nel 1883 sposa la duchessa Maria Hardouins dalla quale si separa in seguito per un'altra relazione con Barbara Leoni. Del 1889 è il primo romanzo "Il Piacere".
Successivamente soggiorna a Napoli e poi in Abruzzo e scrive "Le vergini delle rocce" e la raccolta di poesie " Il Poema Paradisiaco".
Nel 1897 D'Annunzio inaugura la sua produzione teatrale con "Sogno di un mattino di primavera".
Ha una relazione con Eleonora Duse e nel 1910 lo scrittore fugge in esilio volontario in Francia ,assediato dai creditori.
Allo scoppio della" Grande guerra " assume la posizione di acceso interventista e si arruola come volontario compiendo una serie di imprese eroiche che lo resero popolarissimo all' epoca ,come il lancio di manifestini su Vienna , a bordo di un aeroplano, oppure come la "Marcia da Ronchi " dove , alla testa dei Legionari conquista Fiume mettendosi a capo della città per 15 mesi.
Divenne un'idealista precursore del Fascismo.
Si ritira nel 1921 a Gardone Riviera sul lago di Garda in una villa detta "Il Vittoriale degli Italiani", morendovi nel '38.
IL PERSONAGGIO E LA POETICA
Il personaggio di D'Annunzio nasce in opposizione a quella cultura scientifica che si stava sviluppando e che aveva portato ad una svalutazione dell'artista, il quale in conseguenza alla nascita della società di massa, era stato emarginato poiché non rispondeva più alle nuove esigenze scientifiche. Per questo D'Annunzio , allo stesso modo degli altri decadenti, ne rifiuta ogni concezione creando un proprio modello in grado di recuperare i valori tradizionali, ma soprattutto di ristabilire il giusto ruolo ed i privilegi dell'artista, inteso come unico mediatore e rivelatore di verità assolute attraverso la poesia, e l'arte.
Dà origine così ad una poetica del tutto nuova sui palcoscenici della letteratura, in grado di stupire, di colpire e allo stesso tempo di esaltare la propria figura al cospetto di una società non protagonista, ma che dovrà essere soggetta alla figura del "SUPERUOMO", da cui verrà educata alla religione dell'arte.
Un personaggio perciò raffinato che basa la vita sull'estetismo ossia sul culto della bellezza sull'edonismo, che mira al piacere immediato, e sul panismo, la tendenza da identificarsi nella natura, osservando la realtà da questo punto di vista; il tutto integrato in una vita inimitabile, fatta come un'opera d'arte, che deve far scalpore tra la gente al fine di diventare un vero e proprio mito di massa e su cui strumentalizzare il suo prodotto e perciò la sua opera soddisfacendo a pieno merito le esigenze di una società all' avanguardia, spinta dalla mercificazione dell'arte
. Da qui vengono messe in evidenza le sue contraddizioni, espresse nel disprezzo verso la massa che minaccia la borghesia, ma che nonostante ciò cerca di persuadere con il suo stile, proprio per riuscire a sponsorizzare la sua opera.
Nel realizzare tutto ciò, unisce la cultura classica attraverso personaggi come il profeta -vate alle nuove nascenti filosofie irrazionali come quella di Nietzsche, che ha un'influenza particolare sulla teoria del superuomo e quella psicoanalitica, anticipandone l'avvenire, la quale descrive le sensazioni, ed i vari movimenti dell'anima, su cui viene collocato il senso di ignoto e di piacere per nuove sensazioni.
La sua produzione suscita enorme interesse nel pubblico, il quale è attratto dal contrasto messo in scena da D'Annunzio, sui protagonisti delle sue opere che si rivelano allo stesso tempo nel poeta, ma che al contrario di questi non riescono nel loro intento di una vita basata sull'estetismo e perciò inimitabile. In conseguenza del fallimento dei personaggi, egli mette in risalto la sua figura che a questo punto diventa superuomo, perché l'unico in grado di realizzare la vita esteticamente.
Da un punto di vista stilistico la sua produzione assume un atteggiamento particolarmente elegante, poiché coglie gli aspetti del mondo con la sensualità e riesce a scomporli in tanti piccoli momenti, godendoli uno ad uno. La sua raffinatezza si rivela anche nello stile, nel linguaggio, nella ricercatezza della parola che sappia ammaliare, ad un'esaltazione del potere della parola: la "scienza delle parole" è una scienza "suprema"; " chi conosce questa, conosce tutto", affermò nel 1892, dopo aver affidato a IL PIACERE la parola d'ordine "il verso è tutto". Parola e verso, cioè linguaggio e forma, coincidono senza mediazioni.
Dal simbolismo proviene il frequente uso di figure retoriche come l'analogia, quale tecnica privilegiata della rappresentazione, e quale criterio organizzativo della conoscenza. L'analogismo, la metafora, la sinestesia, sono i modi per ristabilire il contatto tra uomo e natura, per scavalcare i limiti della civilizzazione, senza fare i conti con essi. L'arte è insomma anche un modo privilegiato per superare il divario tra civiltà e natura, tra cultura e istinto: "Natura e Arte sono un dio bifronte". Il tentativo da lui perseguito è quindi, quello di dare vita ad una scrittura che esprima e manifesti questa duplicità, una scrittura che sia il massimo dell'artificiosità presentato come il massimo della naturalezza.
IL SUPERUOMO
Questa figura nasce in D'annunzio conseguentemente a quella dell' esteta. Egli prova un odio ed un disgusto per i valori, li considera mediocri e rispetto ai quali si sente superiore. Il poeta fugge dalla realtà verso un mondo di bellezza raffinata, insolita, preziosa. Tutto questo non solo nell'arte, ma anche nella vita. La vita stessa, cioè, è un'opera d'arte da costruire con raffinatezza e ricercatezza. L'esteta ha il culto del bello fine a se stesso, ritiene i valori estetici primari riducendo tutti gli altri: "un'azione non dev'essere giusta, ma bella!". L'eroe decadente si considera eccezionale, speciale, disprezza l'uomo comune e la massa, costruisce la sua vita come un'opera d'arte attraverso l'artificio, sprezzando la spontaneità. Egli giunge ad un fallimento finale inevitabile .
E' riscontrabile nel poeta il desiderio di imporsi, di agire, cosa che nella maturità viene risentita nella nuova filosofia tedesca di Nietzsche il quale dà vita al superuomo, che in D'annunzio viene interpretata in maniera diversa ma che sarà caratterizzante nella sua poetica e nella sua vita.
Egli avendo rifiutato una problematica del vivere, si proiettò in una vita attiva e combattiva rivelando il suo vitalismo attraverso due concezioni:
L'insofferenza di una vita comune e normale;
Il vagheggiamento della "bella morte eroica";
D'Annunzio, oltre che essere uno scrittore, fu anche un importante ideologo e politico, e fu al centro dell' attenzione riguardo ardite imprese militari, soprattutto aeree ,che mira a colpire ma non a far riflettere.
Il suo ideale è quello del nazionalismo, ripreso anche da Pascoli, ma in chiave più individuale ed eroica.
L'IMPRESA FIUMANA
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Mio caro compagno, il dado è tratto! Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto, febbricitante. Ma non è possibile differire. Anche una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio
Gabriele D'Annunzio
11 settembre 1919
Così Gabriele D'Annunzio scriveva a Benito Mussolini: iniziava l'impresa di Fiume.
D'Annunzio, che non ha mai rinunciato a rivendicare i diritti dell'Italia su Fiume, organizza un corpo di spedizione.
A Venezia egli raggruppa gli ufficiali che fanno parte di un nucleo d'agitazione che ha per motto 'O Fiume o morte!'.
Questi ufficiali assicurano a
D'Annunzio un contingente armato di circa mille uomini, ai quali altri se ne
aggiungono poi durante la marcia sulla città irredenta.
Gabriele D'Annunzio si autonomina capo del corpo di spedizione e il giorno 12
settembre 1919 entra in fiume alla testa delle truppe. La popolazione alla
vista di questa entrata, acclama le truppe di granatieri italiani ed il "poeta- soldato".
Il20 settembre 1919. Gabriele D'Annunzio ottiene i pieni poteri e comincia a firmare decreti qualificandosi 'Comandante della città di Fiume'.
Il
plebiscito del 26 ottobre segna il trionfo di D'Annunzio che ottiene 6999 voti
favorevoli all'annessione su 7155 cittadini fiumani votanti.
Sull' onda del
successo , D'annunzio esprime a Mussolini un proprio progetto : marciare su Roma alla testa dei suoi
uomini e impadronirsi del potere .
IL FASCISMO
-LE ORIGINI
Le origini del fascismo risalgono alla fine della prima guerra mondiale, la quale nonostante la vittoria italiana, mette in crisi la classe dirigente liberale, che non era in grado di favorire una ripresa economica, ma soprattutto di soddisfare e dominare la nuova società di massa.
Tutto ciò, permette l'emergere di nuove forze, quali cattoliche e socialiste, che si consideravano estranee alle tradizioni dello stato liberale, e non compromesse nelle responsabilità della guerra e dunque inquadrando larghe masse, potevano meglio interpretare le nuove dimensioni assunte dalla lotta politica.
Furono i cattolici a portare il primo e più importante fattore di novità, abbandonando la tradizionale linea astensionistica, e dando vita al PPI.
Seguì la nascita di partito socialista a cui si iscrissero numerose persone; in questo partito c'era una grossa maggioranza della corrente di sinistra, chiamata massimalista, che si impose su l'altra parte, quella riformista.
All'interno del PSI furono molti i gruppi che si schierarono, infatti ai massimalisti si oppose l'estrema sinistra, composta per lo più da giovani che combattevano per un coerente impegno rivoluzionario, e prendevano come riferimento i comunisti russi.
Quest'ideale rivoluzionario del partito socialista, finì con l'isolare il movimento operaio e ridurne i margini di azione politica, perché prospettando una soluzione alla russa, si preclusero ogni possibilità di collaborazione con le forze democratico- borghesi, spaventate dalla minaccia della dittatura proletaria.
Tra i tant i movimenti quello che riscosse maggior successo, fu quello fondato da Benito Mussolini con il nome di Fasci di combattimento nato a piazza s. sepolcro a Milano nel marzo del 1919.
Il programma iniziale del fascismo costituiva una mistura di elementi sindacalisti (partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende ) anticlericali repubblicani e nazionalisti (mito della vittoria mutilata ) , a cui si associava l' idea del corporativismo :la costruzione di un 'assemblea elettiva che , nell' ottica di unificazione tra classi sociali ,rappresentasse gli interessi di tutti i lavoratori (lavoratori e imprenditori).
LO SVILUPPO DEL MOVIMENTO FASCISTA
Mussolini stava programmando tutto per l'ascesa al potere, era solo questione di tempo, e di sfruttare gli eventi favorevoli. Nel frattempo l'Italia era in balia di una grande crisi che si manifestò con l'inflazione, dovuta soprattutto alla questione del caro-viveri. A questo punto le classi operaie erano in una situazione disperata, organizzarono perciò scioperi, che sconvolsero del tutto la situazione nel paese, provocando la reazione dell'opinione pubblica.
Allo stesso modo degli operai, si ribellarono anche i contadini, sottoposti al bracciantato, che diedero vita a movimenti, sviluppatisi spontaneamente che occuparono le terre .
Ma visto che la questione rimaneva invariata , la classe borghese rimaneva sempre salda nella sua posizione rispetto a quella operaia, si iniziarono a muovere i sindacati e i consigli di fabbrica, eletti direttamente dai lavoratori . Questi diedero inizio a delle vere e proprie proteste che si finalizzarono con l'occupazione delle fabbriche proprio per opporsi ai ricchi industriali, che rifiutarono ogni proposta di collaborazione con il movimento operaio. Dopo mesi di occupazione, il tutto si risolse con l'accordo sindacale che però non ebbe nessun risvolto nella questione. Alla delusione della classe operaia, si oppose il proposito di rivincita borghese, pronti a sfruttare ogni situazione.
Inizia così un nuovo fenomeno, che ebbe origine nelle campagne, identificato come Fascismo agrario.
Attraverso lo squadrismo si sviluppo' il Fascismo, prima in tutte le province padane, poi nel resto del nord.
CRONOLOGIA DEL FASCISMO
23 MARZO 1919 FONDAZIONE DEI FASCI DI COMBATTIMENTO A PIAZZA S. SEPOLCRO
(PARTECIPAZIONE DEI LAVORATORI ALLA GESTIONE DELLE AZIENDE , CORPORATIVISMO, ANTISOCIALISMO)
IL MOVIMENTO DIVENTA PARTITO PNF
28 OTTOBRE 1922 MARCIA SU ROMA ( QUADRIUMVIRI : BALBO,DE VECCHI , DE BONO,BIANCHI.)
1923 LEGGE ACERBO ABOLIZIONE DEL SISTEMA PROPORZIONALE PER UN SISTEMA MAGGIORITARIO
CHE ASSEGNAVA I 2/3 DEI SEGGI ALLA LISTA VINCENTE
RIFORMA DELLA SCUOLA DI GIOVANNI GENTILE
FONDAZIONE DELLA MSVN
MORTE DI MATTEOTTI
(PER COLPA DI ALCUNI FASCISTI CHE FRAINTESERO LA VOLONTA' DI MUSSOLINI )
1924 SECESSIONE DELL'AVENTINO
I DEPUTATI DELL' OPPOSIZIONE ABBANDONANO LA CAMERA INVECE DI OPPORSI A MUSSOLINI
3 GENNAIO 1925
IL DUCE RIVENDICO' AL FASCISMOLA RESPONSABILITA' DELLE VARIE AZIONI COMPIUTE ANNUNCIANDO UFFICIALMENTE UNA SOLUZIONE DI FORZA ALLA CRISI . INIZIO DEL REGIME" DITTATORIALE"
1926 LEGGI FASCISTISSIME MUSSOLINI NON ERA PIU' RESPONSABILE DAVANTI AL PARLAMENTO MA SOLO DAVAN TI AL RE , VENGONO SCIOLTI I PARTITI BOLSCEVICHI DELL OPPOSIZIONE E I SINDACI VENGONO SOSTITUITI DAI PODESTA' NOMINATI DAL GOVERNO
1934 CREAZIONE DELLE CORPORAZIONI
(ORGANISMI CENTRALI DI COLLEGAMENTO FRA IMPRENDITORE E LAVORATORE PER LA COLLABORAZIONE TRA CAPITALE E LAVORO)
- 1939 VIENE ABOLITA LA CAMERA DEI DEPUTATI PER LASCIARE SPAZIO ALLA NUOVA CAMERA DEI FASCI E DELLE CORPORAZIONI
PROPAGANDA DEL REGIME ATTRAVERSO LE IMMAGINI
L'intera ideologia fascista non presenta particolare originalità nei contenuti, ma fa derivare le proprie basi teoriche da interpretazioni più o meno faziose delle dottrine filosofiche del recente passato, prima fra tutti l'esaltazione del Superuomo di Nietzsche, al solo scopo di rendere accattivante e convincente la rivoluzione fascista attraverso immagini e mezzi pubblici di comunicazione. Centrale diventa la figura del capo carismatico, il duce del fascismo Benito Mussolini, che fonda il suo potere sulle sue presunte doti eccezionali che ne fanno una figura infallibile.
Gli ideali principali che permisero al Fascismo di presentarsi come interprete dell'interesse generale, furono la pretesa eticità dello Stato,lo Stato quale interprete del diritto e della moralità, e l'espansione fra il popolo dell'autarchia.
L'ideologia fascista si identificava infatti nella fede cieca nella nazione, sintetizzata dal motto "Credere, Obbedire, Combattere".
Mussolini sottolineava l'importanza, sul piano della suggestione collettiva, di sfruttare l'idea che il nuovo ordine nascesse dalla rivoluzione fascista: "A noi occorre questa parola, perché fa un'impressione mistica sulle masse, dà all'uomo comune l'impressione di prendere parte ad un movimento eccezionale".
Le tecniche di condizionamento con le quali si raggiungeva il consenso furono: la pubblicità, i giornalini a fumetti, la radio e il cinema, le celebrazioni, le manifestazioni di massa e i dialoghi dal balcone del duce con il popolo italiano radunato in piazza.
Fin dal 1931 il regime impartì alla stampa direttive molto precise, ordinando di improntare ogni giornale a ottimismo, fiducia e sicurezza nell'avvenire, eliminando le notizie allarmistiche, pessimistiche, catastrofiche e deprimenti.
Nel 1933 l'Istituto Luce (L'Unione Cinematografica Educatrice) venne posto alle dipendenze del Ministero della Cultura Popolare, con il compito di documentare le opere del regime e diffondere le immagini ufficiali attraverso servizi fotografici, film, documentari propagandistici e cinegiornali distribuiti nelle sale cinematografiche di ogni parte d'Italia. Tutti gli argomenti trattati svolgevano una funzione politica. L'immagine di Mussolini era quella dell'uomo di governo, brillante, sportivo, elegante, attivo; il suo volto isolato era ingigantito o moltiplicato ossessivamente all'infinito dai fotomontaggi.
La sua immagine, quella del DUCE era ormai onnipresente e onnipotente allo scopo di comprovare il rapporto di forte legame e di identificazione con il popolo.
La propaganda, insomma, aveva permesso ad un uomo partito dal nulla di conquistare la fiducia di quasi tutto il popolo italiano e di modificare totalmente l'assetto governativo del paese, che si era trasformato in una dittatura. Propaganda politica che d'altra parte è comune a tutti i regimi totalitari.
FRIEDRICH NIETZSCHE
-LA VITA
Friedrich Nietzsche, nacque nel 1844 a Rocken in Germania, figlio di un pastore. Rimasto orfano del padre in tenera età, crebbe affidato alle cure della madre, donna di solite qualità morali ma di cultura limitata. A Naumburg, dove la famiglia si era trasferita, ricevette i suoi primi insegnamenti di religione, latino e greco e imparò a suonare il pianoforte. Dopo avere abbandonata la celebre scuola teologica di Pforta, con disappunto della madre, Nietzsche studiò filologia classica all'università di Bonn e Lipsia, diventando professore della disciplina all'università di Basilea a soli 24 anni; in quel periodo si iniziarono a delineare sempre più le sue inclinazioni filosofiche. Entrò in relazione con Richard Wagner, del quale divenne amico ed estimatore. Il loro rapporto si andò affievolendo sempre più con il tempo quando egli iniziò ad orientarsi nostalgicamente verso il cristianesimo e l'abbandono dei valori vitali, propri dell'antichità classica, verso uno spirito di rinuncia e rassegnazione; tutto ciò al contrario di Wagner che era visto come estremo rappresentante del Romanticismo. L'ultimo periodo della vita, fu caratterizzato da una precaria condizione fisica, dovuta alla pazzia, ed un continuo spostarsi tra la Svizzera e l'Italia settentrionale, tra cui Torino, che divenne una delle sue città preferite. Fu molto condizionato da una visione malinconica, che lo portò all'attesa della morte, espressa nell'opera "UMANO TROPPO UMANO", ma che non arrivò. La svolta la ebbe con "AURORA" e "LA GAIA SCIENZA" nel quale afferma la speranza del filosofo, di poter condurre l'umanità verso un'altra prospettiva di vita. A questo punto ritrovò in se stesso un senso di ottimismo, pensando di poter uscire dalla solitudine e di poter trovare comprensione e successo; ma fu subito deluso a causa di uno spiacevole fatto. La vita amorosa non vide particolari interessi, tranne che una ragazza di 24 anni che lo segue nella sua filosofia, ma che poi lo illude di essere sua discepola, la quale si innamora di un suo discepolo. Negli ultimi anni della sua vita quando ormai è sopraffatto dalla malattia, inizia ad avere successo, con la composizione di diverse opere, tra cui le più importanti: "COSI' PARLO' ZARATHUSTRA" "AL DI LA' DEL BENE E DEL MALE" "ECCE HOMO". Muore infine a Weimar nel 1900.
IL PENSIERO
Friedrich Nietzsche, un nome che ha fatto la storia di quest'ultimo secolo, oltre che la filosofia. Il suo pensiero ha influenzato tutta la cultura novecentesca, da cui sono nati, infatti, movimenti come il Decadentismo, il Simbolismo, e via via tutti gli altri del primo novecento, senza escludere l'influenza che ha avuto sul Nazismo e su personaggi come D'annunzio. La sua è la filosofia dell'irrazionalità, lui è un " maestro del sospetto", cioè, un pensatore eminentemente critico - negativo, che attraverso un processo di "demitizzazione" e " desacralizzazione" è riuscito a distruggere tutti i miti e le credenze, in quanto convinto che gli uomini abbiano costruito una serie di certezze(metafisiche, morali, religiose.) per poter sopportare l'impatto con il caos della vita, che ad uno sguardo profondo si rivelano solo come delle necessità di sopravvivenza, le quali il filosofo, mediante una serie di itinerari del proibito, ha il compito di mettere a nudo. Deve svelare dietro le apparenze, ogni verità, dietro ogni sistema etico o ogni modello di comportamento, individuare sempre precisi condizionamenti esterni, istintuali psicologici, sociali. Questo tipo di polemica del passato, non è semplicemente una critica delle idee o dei sistemi, ma una messa in discussione della civiltà occidentale, che ha dato vita a delle credenze, cui l'uomo è stato influenzato e condizionato. Da qui la critica verso Socrate in quanto il fondatore della razionalità, che dava spiegazione attraverso la ragione a qualsiasi cosa.
Nella sua prima opera " LA NASCITA DELLA TRAGEDIA", egli contesta l'immagine della grecità di impronta classicista, secondo la quale i greci, crearono opere belle e armoniose, perché tale era il loro spirito. La tragedia è la massima espressione artistica e culturale della civiltà ellenica, perché in essa si verifica un incontro, che è il superamento del dualismo che ha caratterizzato l'essenza della grecità, e dalla cui lotta e conciliazione, la tragedia sarebbe appunto nata.
Questa dualità, è rappresentata da:
Lo spirito Dionisiaco, scaturisce dalla forza vitale, dal senso caotico del divenire, l'istinto originario della ragione e si esprime nell'esaltazione dei sentimenti, nell'ebbrezza vitalistica e nella creatività della musica. Questo spirito è legato alla figura di Dioniso, Dio dell'oscurità, del disordine e del non conforme, che rappresenta l'energia istintuale , l'eccesso e dunque gli impulsi di emancipazione e di abbandono per cui la sua forma espressiva, non può essere che la musica passionale che a sua volta genera passione.
Lo spirito Apollineo scaturisce dalla fuga di fronte al flusso imprevedibile degli eventi, e che si esprime nelle forme limpide ed armoniche dell'arte plastica. L'apollineo è dunque legato alla figura di Apollo, Dio della luce, della misura e della bellezza formale, che simboleggia il moto verso la perfezione, dando vita alla scultura e all'architettura.
Il primo è lo spirito della natura dell'uomo, che dà origine alla vita, mentre il secondo è stato creato, proprio come tentativo di razionalizzare il caos dell'esistenza rendendo accettabile la vita; è dal loro contrasto che nasce la tragedia, riconosciuti nella parte drammatica recitata, nel canto e nella danza del coro.
Lo spirito Apollineo, con Euripide, prende il sopravvento su quello Dionisiaco, in quanto si inizia a rappresentare nell'arte la mediocrità del quotidiano. Ciò segna la fine della tragedia, parallelamente segnata dalla vittoria dello spirito socratico, che con la sua razionalità, pretende di racchiudere in concetti l'esistenza, imponendo sulla vita e sul mondo il primato della ragione.
La morte della tragedia e l'abbandono dello spirito Dionisiaco, affermano un processo di decadenza , con la nascita della religione dell'etica e della morale, che ha segnato profondamente tutta l'esistenza dell'uomo, fino a che non è arrivato appunto Nietzsche, il quale si considera "il primo decente uomo" dopo "la falsità che dura da millenni", ed è pienamente consapevole del suo destino d'eccezione che porta il suo nome, ad "una crisi, quale mai si era vista sulla faccia della terra, la più profonda collisione della coscienza, una decisione evocata contro tutto ciò che finora è stato creduto, preteso, consacrato. Io non sono un uomo, sono una dinamite".
Il suo compito è perciò ora quello di preparare l'umanità ad un'altra visione, alla pura realtà che non sia in grado di frenare LA VOLONTA' DI POTENZA dell'uomo. Prepararla ad un duro colpo che sconvolgerà l'esistenza, quello della "morte di Dio", di cui il vero artefice è l'uomo, che abbandonando tutti i valori, potrà tornare alla sua natura, alla sua origine dove non era vincolato da nessuna credenza, viveva in un unico mondo, ed una sola vita, senza quella ultraterrena, perché l'aldilà non esisterà più. Sara Zrathustra ad abolire per sempre il dualismo tra questi due mondi, tra quello vero e quello apparente, creato dalla filosofia greca, e da cui nascerà un altro uomo:
"UEBERMENSCH" O " IL SUPERUOMO"
La morte di Dio, segna l'avvento del Superuomo, che diventa protagonista della storia, porgendosi al di sopra dei valori della civiltà occidentale, la religione, la morale e la scienza, in quanto considerate nient'altro che mistificazioni volute dalla massa per ostacolare il cammino degli uomini superiori, ed il risultato dello spegnersi nel corso dei millenni dell'originaria "volontà di potenza", ossia dell'energia creatrice dell'uomo e dei suoi valori vitali.
Il Superuomo è colui che è in grado di accettare la vita; di rifiutare la morale tradizionale e di operare una trasvalutazione dei valori; di "reggere" la morte di Dio, guardando in faccia il reale al di là delle illusioni metafisiche; di superare il nichilismo; di collocarsi nella prospettiva dell'eterno ritorno e di porsi come volontà di potenza. Alla base di queste considerazioni, il Superuomo si proietta nel futuro, perciò viene tradotto con l'oltre - uomo, proprio per evidenziare la differenza tra il Superuomo del futuro e l'uomo del presente.
Questa concetto, è alla base della filosofia nicciana, ed in cui tutto è riassunto e si risolve.
Il Superuomo, in un quadro generale, risulta abbastanza chiaro, al contrario però di una visione concreta sfuggente.
Ha avuto diverse interpretazioni, come ad esempio quella di sinistra, che vede nell'incarnazione del soggetto, un'umanità liberata; le interpretazioni di destra sono state quelle più sconvolgenti, prendendo in considerazione il Nazismo, che vede la proclamazione di un'elitè superiore.
Tute queste interpretazioni, derivano dalla complessità di questa tematica, rivelata anche, politicamente parlando da una ambiguità di fondo, come egli si sia contemporaneamente servito a fr valere ideali sia liberale che antiliberali, sia democratiche che antidemocratiche.
Queste contraddizioni, sono proprio volute per una denunzia nel corso della sua opera a tutti gli idoli politici, dai nazionalisti ai socialisti, ai democratici.
Tutto ciò spiega quale sia il suo vero messaggio, di carattere esclusivamente filosofico, del suo significato più profondo, di cui Nietzsche si serve per esprimere il progetto di un nuovo essere qualificato da una serie di caratteristiche che emergono oggettivamente dall'insieme della sua opera, perciò: accettazione della vita, critica della morale, morte di dio, superamento del nichilismo. Perciò non un Superuomo di carattere politico, la quale conseguente interpretazione ne dimostra il suo fallimento, ma piuttosto colui, che avendo preso coscienza del fatto che tutti i valori sono tradizionali sono crollati, è in grado di ritornare ad essere "fedele alla terra", liberandosi dalle culture.
OSCAR WILDE
Oscar Wilde (Dublino 1854 - Parigi 1900)è il teorico dell'estetismo ed esponente più rappresentativo del decadentismo inglese.
Dopo gli studi classici al Trinity College di Dublino, Wilde frequentò l'università di Oxford, dove subì l'influsso delle idee estetiche di Walter Pater .
Seguì un fortunato ciclo di conferenze negli Stati Uniti.
Tornato in Inghilterra, Wilde si stabilì a Londra e nel 1884 si sposò ed ebbe due figli. Nel 1895, all'apice della carriera, fu al centro di uno dei processi più chiacchierati del secolo, quello che lo vide imputato di homosessualità, uno scandalo senza pari nell'Inghilterra vittoriana. Condannato a due anni di lavori forzati, ne uscì finanziariamente rovinato e psicologicamente provato. Trascorse gli ultimi anni della vita a Parigi sotto falso nome (Sebastian Melmoth) e, poco prima della morte, si convertì al cattolicesimo.
Alla prima fase produttiva di Wilde appartengono due volumi di fiabe scritte per i figli (Il principe felice, 1888; La casa dei melograni, 1891) e la raccolta di racconti Il delitto di lord Arthur Savile (1891). Il suo unico romanzo, Il ritratto di Dorian Gray (1891), è una storia melodrammatica di decadenza morale che si distingue per lo stile epigrammatico.
Le opere teatrali più interessanti di Wilde sono le quattro commedie Il ventaglio di Lady Windermere (rappresentato per la prima volta nel 1892), Una donna senza importanza (1893), Un marito ideale (1895) e L'importanza di chiamarsi Ernesto (1895), tutte contraddistinte da un intreccio abilmente congegnato e dialoghi brillanti. Durante la prigionia, Wilde compose l'epistola De Profundis (pubblicata postuma nel 1905), confessione delle sue colpe passate.
Works:
-1881 "Poems" a collection of short stories ,imitation of Walter Rossetti
-"Happy prince and other tales"
-"Lord Arthur saviele's crime and other short stories"
-"The house of pomegranades"
NOVEL
-"The picture of Dorian Gray"
THEATRE
-"Lady Windermere's fan" (il ventaglio di ladyW.)
-" A woman of no importance "
-"An ideal husband "(il marito ideale )
-"The importance to be Ernest"
PROSE
-"The prufundis"
BALLAD
-"The ballad of reading Gaol"(la balata del carcere di Gaol)
L'ARCHITETTURA FASCISTA
'Le mie idee sono chiare, i miei ordini sono precisi. Sono certissimo che diventeranno una realtà concreta. Fra cinque anni Roma deve apparire meravigliosa a tutte le genti dei mondo: vasta, ordinata, potente come fu ai tempi dei primo impero di Augusto'. Benito Mussolini, Roma 1925 |
Nonostante la vittoria militare, la prima guerra mondiale lascia l'Italia in una situazione di prostrazione economica e di crisi sociale senza precedenti . Numerosissime industrie convertitesi al settore bellico ,sono ora costrette a licenziare le loro maestranze ,mentre milioni di reduci ,nonostante le molte promesse di lavoro e di onori, trovano al loro ritorno solo miseria e disoccupazione .Le tensioni sociali date dal risentimento contro gli interventisti di inizio guerra ,generarono una situazione di malcontento che culmina con l'occupazione delle fabbriche nel 1920.
Successivamente Mussolini , appoggiato dalla borghesia conduce la Marcia su Roma e l'Italia approda subito nel suo regime totalitario .Questo nuovo regime si sviluppa in parallelo con il razionalismo e si identifica in esso .diventandone l' espressione artistica prediletta .Dal punto di vista ideologico il fascismo si poneva infatti come una forza giovane e rivoluzionaria che voleva innalzare l'Italia verso il moderno riallineandola anche con le altre grandi potenze.
L'architettura razionalista dunque , esprimeva compiutamente questa volontà di cambiamento.
Il Fascismo promuove massicce iniziative di carattere architettonico e urbanistico .Si va dal ridisegno di intere aree urbane ,alla costruzione di nuovi edifici pubblici e di monumenti ,dalla creazione di quartieri residenziali e zone industriali fino alla fondazione di nuove città come Littoria, Sabaudia o Guidonia.
Alcune di queste opere rappresentano interventi di grande rilievo altre sono opere di normale utilizzo.
Il piccone risanatore del Duce era la soluzione ottimale dei problemi urbanistici del tempo. Nelle zone centrali delle città venivano abbattute le casupole fatiscenti ,dando un migliore alloggio agli inquilini, per lasciare spazio ai nuovi edifici , dai volumi netti ,con coperture piane e finestre rigorosamente prive di timpano e cornici e simili alle "insulae" delle città romane.
MARCELLO
PIACENTINI Nel 1907 vince il
concorso per la sistemazione del centro di Bergamo, con un progetto di impronta
eclettica che verrà attuato nel 1927. Nel 1910 realizza il padiglione italiano
all'Esposizione Mondiale di Bruxelles. Tra il 1915 e il 1917 il Cinema Corso di
Roma rivela il suo interesse per il modernismo europeo, che, fino al 1920,
emerge anche in vari altri progetti di palazzine per la borghesia romana, forse
le sue creazioni più interessanti.
Nel periodo fascista si fa portavoce di una 'via nazionale all'
architettura' che tenta una accorta mediazione con gli esponenti della
corrente razionalistica pur mantenendo in quasi tutte le sue realizzazioni un
carattere eclettico e aulico. Numerosissimi i progetti e gli interventi
urbanistici, tra i quali ricordiamo il Palazzo di Giustizia di Milano (1933) il
Palazzo del Rettorato dell'Università di Roma (1936), la sistemazione dell'E42
(1938-1942) la demolizione della 'spina dei Borghi' per l'apertura di
Via della Conciliazione (1941).
Molto importante il suo rapporto di collaborazione con gli artisti, oltre al
Palazzo di Giustizia di Milano (oltre 150 artisti) ricordiamo , a Roma, il
Palazzo delle Corporazioni, 1931 (oggi Palazzo dell'Industria) in via Veneto
(Sironi, Ferrazzi, Romanelli) , la
Casa Madre dei Mutilati .
IL FASCISMO COME L'IMPERO DI AUGUSTO:LA RIFORMA AGRARIA
Roma ,come era stata "caput mundi" nell'età augustea ,cosi' doveva diventare sotto il "piccone risanatore" di Mussolini, splendida e potente capitale del nuovo Impero Fascista .
Come il più glorioso periodo della storia romana era stato l'impero di Cesare Augusto , cosi' l'Era fascista doveva essere un periodo di tranquillità e benessere .
La propaganda politica mirava ad avvicinare il Duce ad Ottaviano il quale , una volta uscito vittorioso dalla rivalità con Antonio , si dedicò ad un ardito programma di riforme sociali di ogni genere , sempre tenendosi saldo all' antico , che pose anzi alla base delle sue prospettive politiche .
In Ottaviano , divenuto dal 27 a.C. Imperator Caesar Augustus ,si congiungevano intelligenza politica , diplomazia ,mitezza di spirito e animo pio ed umano . Tutta la poesia del tempo risuonava di accenti encomiastici per lui e lui si fece protettore ed amico di poeti e letterati attuando un'altra parte del suo programma politico : il mecenatismo.
Gli spiriti colti furono aiutati ed incoraggiati e il genio degli uomini divenne "cultura pubblica " raggiungendo un equilibrio tra vita e pensiero ,tra spirito e forma .In questo modo Augusto ottenne l'adesione alle direttive politiche dei migliori scrittori del tempo .
A tutto questo si ispirò Mussolni volendo avvicinare la cultura fascista al classicismo augusteo .
Ad augusto si ispirò anche nell'attuare le riforme agrarie necessarie per il suo programma di sviluppo agricolo e di autarchia e per offrire nuove possibilità di vita alle famiglie vittime della prima guerra mondiale ( O.N.C.).
Augusto per premiare i veterani del suo esercito ma soprattutto per incrementare l'agricoltura da tempo trascurata , espropriò terreni della Gallia cisalpina che erano appartenuti ai sui nemici .
Il Duce , una volta bonificate ,con grandi lavori,ampie zone paludose e malariche dell'Italia,
tra le quali l' Agro Pontino, fece trasferire intere famiglie in quelle terre , per renderle fertili e ricche . Nacquero città che ancora oggi sono importanti centri agricoli.
Dall' espropriazione dei poderi ,al tempo di Augusto, fu travolto il massimo poeta di quel periodo: Virgilio Marone .
Egli ,originario della provincia di Mantova , fu costretto a trasferirsi a Roma ed ebbe una tale notorietà ,grazie alle sue opere Bucoliche e Georgiche ,che Augusto lo scelse per comporre un poema che celebrasse la" Gens Julia".
Virgilio rientrava a pieno nella propaganda augustea perché attraverso le sue opere esprimeva il suo amore per la natura e la campagna ,per le attività e la vita campestre in genere .
Con l'Eneide invece , pubblicata due anni dopo la sua morte , Virgilio si proponeva di cantare le origini di Roma , la Roma bucolica dell' umile gente dei campi , e della Gens Julia ,i progenitori di Augusto, che la resero grande .
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