|
Visite: 1847 | Gradito: | [ Picolo appunti ] |
Leggi anche appunti:The crisis of certainties - james joyce & virginia woolfTHE CRISIS OF CERTAINTIES - JAMES JOYCE & VIRGINIA WOOLF In the last two "il fu mattia pascal" - pirandello"Il FU Mattia Pascal" - PIRANDELLO Scheda narrativa chrétien de troyes - cligèsSCHEDA NARRATIVA AUTORE: Chrétien de Troyes (1135- 1190 circa). Francese, |
Comprensione complessiva
Il romanzo " Cosa sognano i pesci rossi" parla di Pierluigi Tunesi, dirigente di un'azienda multinazionale, ricoverato in terapia intensiva in seguito ad un intervento chirurgico malriuscito per asportare un tumore al polmone destro, e di Luca Gaboardi medico anestesista responsabile del reparto di rianimazione dove è ricoverato Tunesi.
I due protagonisti si alternano capitolo dopo capitolo raccontando le loro sensazioni e le loro emozioni: Tunesi confronta la sua vita prima e dopo l'intervento e Gaboardi narra la realtà della vita in terapia intensiva con episodi della sua vita privata.
Consiglierei questo romanzo a tutti perché descrive in modo originale i due punti di osservazione, medico e ricoverato, della realtà di una terapia intensiva con pazienti con poche probabilità di sopravvivenza.
Analisi del testo
1)Tunesi esprime in tutto il romanzo la nostalgia per la vita famigliare, il lavoro, le vacanze e la speranza di risoluzione della sua situazione.
Egli si ritiene un pesce rosso, osservato, prigioniero del proprio corpo relegato in un letto come un pesce rosso che si trova in un acquario troppo piccolo, e, in seguito alla tracheotomia, come il pesce rosso apre la bocca senza emettere suoni.
Emerge la sua invidia per quelli che lo guardano, lo osservano, perché usciti dall'ospedale vivranno esperienze che non gli appartengono più.
E' consapevole che la morte è vicina e si infastidisce delle espressioni rassicuranti e degli incoraggiamenti del personale dell'ospedale; ma ricordare il suo breve passato lo aiuta a non pensare al suo futuro: le arrabbiature in situazioni lavorative e famigliari ora risultano banali e ridicole.
Ricorda che la sua vita era ben strutturata: innanzitutto il lavoro, l'ambizione e la ricerca del guadagno; si rende conto che le sue esigenze non gli permettevano di considerare i bisogni e le richieste della moglie e della figlia ed emerge il rimpianto per le occasioni perse, perché rimandate pensando ad un'illimitata disponibilità di tempo. Ora c'è solo la paura della morte e l'angoscia di lasciare i propri affetti.
La dura prova della malattia gli fa riscoprire l'amore per la moglie e un lieve miglioramento delle sue condizioni lo porta a voler recuperare il tempo perduto: rimpiange di non avere usato del tempo stando senza far nulla a fissare negli occhi la moglie, proprio come fanno ora durante il suo ricovero.
In terapia intensiva ha imparato, attraverso gli occhi degli operatori sanitari, a riconoscere il loro vero stato d'animo; questa è per lui una consolazione perché gli ricorda la vita fuori dall'ospedale, mentre lui vive una vita artificiale. Spesso la sensazione di solitudine lo rende depresso, angosciato, irrequieto e spaventato ed emerge la rabbia per una situazione di impotenza rispetto alle macchine che lo tengono in vita.
L'ottimismo dovuto al lieve miglioramento si trasforma in sconforto con il ritorno della febbre; emerge la consapevolezza che la morte sta arrivando e che i medici, nonostante la stima nei confronti del dottor Gaboardi, sono impotenti.
2) Gaboardi va al lavoro senza entusiasmo e un po' per abitudine ma non rinuncia a darsi da fare anche per quei pazienti che non hanno possibilità di recupero. Spesso non concorda con l'atteggiamento degli altri medici che operano seguendo le direttive dei superiori esclusivamente per fare carriera. Non è neppure in sintonia con i superiori, che usano i pazienti come cavie per i loro esperimenti. Non gli interessa il successo personale e la carriera, come ad altri suoi colleghi, che sono sfruttati dai primari per le loro ricerche personali da presentare ai convegni.
Spesso però, pur non condividendole, asseconda le decisioni dei suoi superiori; per questo motivo si ritiene un personaggio squallido perché giudica ma non agisce, diventando complice del primario solo per convenienza e quieto vivere.
Gaboardi odia dare notizie ai parenti perché spesso deve fingere di interessarsi ai casi più disperati, ma comprende lo stato d'animo dei familiari anche se sopporta a fatica il loro dolore e la loro sofferenza, davanti alle quali si sente impotente.
Gaboardi descrive la sua vita privata al passato, come se ormai non ci fosse più; pare che tutta la sua vita sia concentrata in ospedale con i suoi pazienti. E' praticamente solo: durante le festività importanti preferisce essere di turno; non ha amici e la sua unica compagnia dopo il lavoro è l'alcool, ma non si definisce un alcolizzato.
Dopo il divorzio con la moglie ha solo storie non impegnative soprattutto con le infermiere.
3) Primario del reparto di Terapia intensiva è il dottor Villa, che si è affermato grazie ai suoi studi scientifici ma non per la sua abilità sul campo, mancando egli di esperienza quotidiana nell'attività clinica.
C'è poi lo staff di chirurgia guidato dal dottore Fulgenti, aiutato dai dottori Parsi e Valini.
Fulgenzi che ha operato Tunesi, a cui piace rischiare e che lavora sempre al limite impegnandosi al massimo nei casi difficili e disinteressandosene quando tali casi non rispettano le sue aspettativa e Tunesi ne è un esempio.
Il dottor Parsi cerca di fare carriera facendo lo "zerbino" di Fulgenzi e facendo tutto quello che gli dice il suo superiore, condividendo tutte le sue scelte.
Il dottore che più mi ha colpito è Valini, perché nel romanzo mi sembra l'unica persona che abbia scelto di fare il medico solo per il piacere di aiutare le persone malate e non per guadagnare soldi o apparire in trasmissioni come opinionista; è un medico che veramente si interessa dei suoi pazienti tanto da dare fiducia e speranza anche alle persone nelle condizioni più difficili come quella di Tunesi. Durante il ricovero di Tunesi Valini muore per incidente.
Approfondimenti
Non avevo mai avuto occasione di incontrare un autore di un romanzo che avevo letto; quella con Venturino è stata molto interessante perché ha permesso di confrontarci con l'autore e porgergli alcune domande sulla stesura e sul contenuto del libro.
Venturino non è uno scrittore ma un anestesista e ha impiegato circa 4 anni per riuscire a completare il romanzo scritto per passione; ha incontrato molte difficoltà per riuscire a pubblicarlo. E' stato piuttosto semplice per l'autore descrivere emozioni e sentimenti di Gaboardi, grazie al suo lavoro quotidiano; per descrivere le sensazioni e i sentimenti del paziente in terapia intensiva, Venturino si è basato sui racconti dei suoi pazienti e dopo la lettura del libro gli stessi pazienti si sono congratulati con lui per avere saputo raccontare in modo così veritiero quello che avevano provato.
L'autore era timoroso del giudizio che avrebbero espresso i suoi colleghi perché per scrivere il romanzo ha preso spunto dalla vita reale di un ospedale e quindi alcuni medici avrebbero potuto riconoscersi nei personaggi. Ma il romanzo, oltre che a noi studenti, è piaciuto moltissimo anche a tutti i medici dell'istituto dove l'autore lavora.
Visto l'esito positivo di questo incontro e la possibilità di fare domande direttamente all'autore, sarebbe auspicabile avere questa opportunità anche per altre opere di scrittori contemporanei.
Appunti su: |
|
Appunti Inglese | |
Tesine Pittura disegno | |
Lezioni Educazione pedagogia | |