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Leggi anche appunti:SCHEDA LIBRO La locandiera, Carlo GoldoniSCHEDA LIBRO Titolo: La locandiera. Autore: Carlo Luigi pirandello (1867 - 1936)LUIGI PIRANDELLO (1867 - 1936) Pier Paolo PasoliniPier Paolo Pasolini Pier Paolo Pisolini nasce, a Bologna, il 5 marzo 1922. |
Caratteri generali e differenze con il neoclassicismo
Il
romanticismo è un movimento artistico dai contorni meno definiti rispetto al
neoclassicismo. Benché si affermi in Europa dopo che il neoclassicismo ha
esaurito la sua vitalità, ossia intorno al
È da considerare, inoltre che, mentre il neoclassicismo è uno stile internazionale, ed in ciò rifiuta le espressioni locali considerandole folkloristiche, ossia di livello inferiore, il romanticismo si presenta con caratteristiche differenziate da nazione a nazione. Così, di fatto, risultano differenti il romanticismo inglese da quello francese, o il romanticismo italiano da quello tedesco, e così via.Il romanticismo, in realtà, a differenza del neoclassicismo, non è uno stile, in quanto non si fonda su dei princìpi formali definiti. Esso può essere invece considerato una poetica, in quanto, più che alla omogeneità stilistica, tende alla omogeneità dei contenuti. Questi contenuti della poetica romantica sono sintetizzabili in quattro grandi categorie:
l'armonia dell'uomo nella natura
il sentimento della religione
la rivalutazione dei caratteri nazionali dei popoli
il riferimento alle storie del medioevo.
La categoria estetica del neoclassicismo è stata sempre e solo una: il bello. Il bello è qualcosa che deve ispirare sensazioni estetiche piacevoli, gradevoli, e per far ciò deve nascere dalla perfezione delle forme, dalla loro armonia, regolarità, equilibrio, eccetera. Il bello, già dalle sue prime formulazioni teoriche presso gli antichi greci, conserva al suo fondo una regolarità geometrica che è il frutto della capacità umana di immaginare e realizzare forme perfette. Pertanto, nella concezione propriamente neoclassica, il bello è la qualità specifica dell'operare umano. La natura non produce il bello, ma produce immagini che possono ispirare due sentimenti fondamentali: il pittoresco o il sublime.
Il sublime conosce la sua prima definizione teorica grazie a E. Burke, nel 1756, con un saggio dal titolo: Ricerca filosofica sulla origine delle idee del sublime e del bello. Burke considera il bello e il sublime tra loro opposti. Il sublime non nasce dal piacere della misura e della forma bella, né dalla contemplazione disinteressata dell'oggetto, ma ha la sua radice nei sentimenti di paura e di orrore suscitati dall'infinito, dalla dismisura, da «tutto ciò che è terribile o riguarda cose terribili» (per es. il vuoto, l'oscurità, la solitudine, il silenzio, ecc.; riprendendo questi esempi Kant dirà: sono sublimi le alte querce e belle le aiuole; la notte è sublime, il giorno è bello).Immanuel Kant approfondisce il significato del sublime. Il sublime non deriva, come il bello, dal libero gioco tra sensibilità e intelletto, ma dal conflitto tra sensibilità e ragione. Si ha pertanto quel sentimento misto di sgomento e di piacere che è determinato sia dall'assolutamente grande e incommensurabile (la serie infinita dei numeri o l'illimitatezza del tempo e dello spazio: sublime matematico), sia dallo spettacolo dei grandi sconvolgimenti e fenomeni naturali che suscitano nell'uomo il senso della sua fragilità e finitezza (sublime dinamico).
Il pittoresco è una categoria estetica che trova la sua prima formulazione solo alla fine del Settecento grazie ad U. Price, che nel 1792 scrisse: Un saggio sul pittoresco, paragonato al sublime e al bello. Tuttavia la sua prima comparsa nel panorama artistico è rintracciabile già agli inizi del Settecento, soprattutto nella pittura inglese, e poi nel rococò francese. Il pittoresco rifiuta la precisione delle geometrie regolari per ritrovare la sensazione gradevole nella irregolarità e nel disordine spontaneo della natura.Il pittoresco è la categoria estetica dei paesaggi. Tutta la pittura romantica di paesaggio conserva questa caratteristica. Essa, nel corso del Settecento, ispirò anche il giardinaggio, facendo nascere il cosiddetto giardino «all'inglese». L'arte del giardinaggio, nel corso del rinascimento e del barocco, aveva prodotto il giardino «all'italiana», ossia una composizione di elementi vegetali (alberi, siepi, aiuole) e artificiali (vialetti, scalinate, panchine, padiglioni, gazebi) ordinati secondo figure geometriche e regolari. Il giardino «all'inglese» rifiuta invece la regolarità geometrica e dispone ogni cosa in un'apparente casualità. Divengono elementi caratteristici di questo tipo di giardino: i vialetti tortuosi, i dislivelli, le pendenze, la disposizione irregolare degli arbusti. Ed un altro elemento caratteristico del giardino «all'inglese» è la falsa rovina.Il sentimento della rovina è tipico della poetica romantica. Le rovine ispirano la sensazione del disfacimento delle cose prodotte dall'uomo, dando allo spettatore la commozione del tempo che passa. Le testimonianze delle civiltà passate, pur se vengono aggredite dalla corrosione del tempo, rimangono comunque presenti in questi rovine del passato. E la rovina, per lo spirito romantico, è più emozionante e piacevole di un edificio, o di un manufatto, intero. Ovviamente, nell'arte del giardinaggio, pur in mancanza di rovine autentiche, ci si accontentava di false rovine. Ossia di copie di edifici o statue del passato riprodotte allo stato cadente.
Uno dei tratti più caratteristici del romanticismo è la rivalutazione del lato passionale ed istintivo dell'uomo. Questa tendenza porta a ricercare le atmosfere buie e tenebrose, il mistero, le sensazioni forti, l'orrido ed il pauroso. L'artista romantico ha un animo ipersensibile, sempre pronto a continui turbamenti. L'artista non si sente più un borghese ma inizia a comportarsi sempre più in modo anticonvenzionale. In alcuni casi sono decisamente asociali e amorali. Sono artisti disperati e maledetti che alimentano il proprio genio di trasgressioni ed eccessi.L'artista romantico è un personaggio fondamentalmente pessimista. Vive il proprio malessere psicologico con grande drammaticità. E il risultato di questo atteggiamento è un arte che, non di rado, ricerca l'orrore, come in alcuni quadri di Gericault che raffigurano teste di decapitati o nelle visioni allucinate di Goya quali «Saturno che divora i figli».
L'arte romantica riscopre anche la sfera religiosa, dopo un secolo, il Settecento, che era stato fortemente laico ed anticlericale. La riscoperta dei valori religiosi era iniziata già nel 1802 con la pubblicazione, da parte di Chateaubriand, de Il genio del Cristianesimo. Negli stessi anni iniziava, soprattutto in Germania, grazie a von Schlegel e Schelling, una concezione mistica ed idealistica dell'arte intesa come dono divino. L'arte deve scoprire l'anima delle cose, rivelando concetti quali il sentimento, il religioso, l'interiore. Il primo pittore a seguire queste indicazioni fu il tedesco C. D. Friedrich.Questo interesse per la dimensione della interiorità e della spiritualità umana portò, in realtà, il romanticismo a preferire linguaggi artisti non figurativi, come la musica e la letteratura o la poesia. Queste, infatti, sono le arti che, più di altre, incarnano lo spirito del romanticismo.
Sono diversi i motivi che portarono la cultura romantica a rivalutare il medioevo. Le motivazioni principali sono fondamentalmente tre:
il medioevo è stato un periodo mistico e religioso
nel medioevo si sono formate le nazioni europee
nel medioevo il lavoro era soprattutto artigianale.
Nel medioevo la religione aveva svolto un ruolo fondamentale per la società del tempo. Forniva le coordinate non solo morali, ma anche esistenziali. Allo spirito della religione era improntata tutta l'esistenza umana. Questo aspetto fa sì che, nel romanticismo, si guardi al medioevo come ad un'epoca positiva perché pervasa da un forte misticismo e spiritualità.Inoltre, la rivalutazione del medioevo nasceva da un atteggiamento polemico sul piano politico. È da ricordare, infatti, che il neoclassicismo, nella sua ultima fase, era divenuto lo stile di Napoleone e del suo impero. Di una entità politica, cioè, che aveva cercato di eliminare le varie nazioni europee per fonderle in un unico stato. Il crollo dell'impero napoleonico aveva significato, nelle coscienze europee, soprattutto la rivalutazione delle diverse nazionalità che, nel nostro continente, si erano formate proprio nel medioevo con il crollo di un altro impero sovranazionale: quello romano. Il neoclassicismo, nella sua perfezione senza tempo, aveva cercato di sovrapporsi alle diversità locali. Il romanticismo, invece, vuole rivalutare la diversità dei vari popoli e delle varie nazioni e quindi guarda positivamente a quell'epoca in cui la diversità culturale si era formata in Europa: il medioevo.
Il terzo motivo di rivalutazione del medioevo nasce da un atteggiamento polemico nei confronti della rivoluzione industriale. Alla metà del Settecento le nuove conquiste scientifiche e tecnologiche avevano permesso di modificare sostanzialmente i mezzi della produzione, passando da una fase in cui i manufatti erano prodotti artigianalmenti, ad una fase in cui venivano prodotti meccanicamente con un ciclo industriale. La nascita delle industrie rivoluzionò molti aspetti della vita sociale ed economica. Permise di produrre una quantità di oggetti notevolmente superiore, ad un costo notevolmente inferiore. Tuttavia, soprattutto nella sua prima fase, la produzione industriale portò ad un peggioramente della qualità estetica degli oggetti prodotti.Questa conseguenza fu avvertita soprattutto dagli intellettuali inglesi che, verso la metà dell'Ottocento, proposero un rifiuto delle industrie per un ritorno all'artigianato. Il lavoro artigianale, secondo questi intellettuali, consentiva la produzione di oggetti qualitativamente migliori, ed inoltre arricchiva il lavoratore del piacere del lavoro, cosa che nelle industrie non era possibile. Le industrie, con il loro ciclo ripetitivo della catena di montaggio, non creavano le possibilità per un lavoratore di amare il proprio lavoro, con la conseguenza della sua alienazione e dell'impoverimento interiore.
Sorsero così, in Inghilterra, delle scuole di arte applicata e di mestieri, dette «Arts and Crafts». In queste scuole venivano prodotti manufatti in modo rigorosamente artigianale ma che finivano per costare notevolmente in più rispetto alle analoghe merci prodotte dalle industrie. Tendenzialmente erano quindi destinate ad un pubblico ricco e di élite. E quindi non più alla portata proprio della classe operaia che, dalla rivoluzione industriale, aveva tratto il beneficio di poter acquistare un maggior numero di oggetti perché più economici.
La risposta ai mali della rivoluzione industriale data dai movimenti di «Arts and Crafts» era anacronistica. E l'illusione di poter sostituire le industrie con l'artiginato si rivelò fallimentare. La giusta soluzione, alla qualità della produzione industriale, fu data solo alla fine del secolo dalla cultura che si sviluppò nell'ambito del Liberty. La soluzione fu la definizione di una nuova specificità estetica, il design industriale, che avrebbe portato ad una nuova figura professionale: il designer.Parallelamente ai movimenti di «Arts and Crafts» sorse in Inghilterra un movimento pittorico che diede una ultima interpretazione del Romanticismo, nella seconda metà dell'Ottocento: i Preraffaelliti. Il gruppo, animato da Dante Gabriel Rossetti, si ripropose, anche nel nome, di far rivivere la pittura medievale sviluppatasi appunto prima di Raffaello.
Il
romanticismo italiano è un fenomeno che ha tratti caratteristici diversi dal
romanticismo europeo. Le tensioni mistiche sono del tutto assenti, così come è
assente quel gusto per il tenebroso e l'orrido che caratterizza molto
romanticismo nordico. Queste diversità hanno fatto ritenere che l'Italia non
abbia avuto una vera e propria arte romantica ma solo una imitazione del vero
romanticismo nordico. Se la questione appare oggi superata, ciò che interessa è
capire in che cosa si può individuare un'esperienza romantica nell'arte
italiana dell'Ottocento.È da premettere che, in Italia, il romanticismo
coincide cronologicamente con quella fase storica che definiamo Risorgimento.
Ossia il periodo, compreso tra il 1820 e il
Questo
impegno civile e politico unifica tutte le arti del romanticismo italiano,
dalla letteratura alla pittura, dalla musica al melodramma, eccetera. Ma l'arte
che più di ogni altra si affermò nel romanticismo italiano fu soprattutto la
letteratura, grazie ad Alessandro Manzoni e al suo romanzo I promessi sposi. Questo predominio
della letteratura sulle arti visive è stata una costante di tutta la successiva
cultura italiana dell'Ottocento, determinando non poco il ritardo culturale che
l'Italia accumulò nel campo delle arti visive rispetto alle altre nazioni
europee, e alla Francia in particolare.I due principali temi in cui si esprime
la pittura romantica italiana è la pittura di storia e la pittura di paesaggio.
Nel primo tema abbiamo il maggior contributo pittorico all'idea risorgimentale
dell'unità nazionale. E la pittura di storia, coerentemente a quanto detto
prima, rappresenta sempre episodi tratti dalla storia del medioevo quali
Nel
genere del paesaggio il romanticismo italiano trovò invece una sua maggiore
autonomia ed ispirazione che la posero al livello delle coeve esperienze
pittoriche che si stavano svolgendo in Europa. Anche per la diversità
geografica tra l'Italia e l'Europa del nord i paesaggi italiani non sono mai
caratterizzati da quella atmosfera a volte tenebrosa e a volte inospitale del
paesaggio nordico. Ma il paesaggio italiano si presenta più luminoso, più
gradevole, più caratterizzato da un pittoresco accogliente e piacevole. La pittura
di paesaggio italiana ha soprattutto due grandi protagonisti: Giacinto Gigante
a Napoli, esponente principale della locale Scuola di Posillipo, e Antonio
Fontanesi a Torino.La vicenda del romanticismo italiano tende a prolungarsi fin
quasi alla fine del secolo collegandosi, in alcuni casi, direttamente con la
pittura divisionista. Nell'ambito del romanticismo italiano, un posto a sé lo
occupa un altro movimento, detto «Scapigliatura», sviluppatosi a Milano
nell'immediato periodo dopo l'unità d'Italia.
Il termine 'romanticismo' venne applicato per primo da Friedrich von Schlegel ( ) alla letteratura da lui considerata 'moderna' e contrapposta a quella 'classica'. August Wilhelm von Schlegel scrive (nell'opera corso di letteratura drammatica) che era un termine più che adeguato per definire il movimento che si era venuto a creare verso il 1790, perché alludeva alla lingua romanza, originatasi dalla mescolanza dei dialetti tedeschi con il latino. E proprio la diversità, e la eterogeneità erano rappresentativi, secondo lui dell'era romantica, dove l'uomo non era più integro, unico e sufficiente a sé stesso come nell'antichità classica, quando veniva predicato il concetto latino dell'autarkeia (cfr Orazio). Infatti secondo i filosofi come Schopenhauer che si rifanno in parte a Johann Gottlieb Fichte, l'uomo, essere finito, tende all'infinto, cioè è alla costante ricerca di un bene o di un piacere infinito, mentre nel mondo finito a sua disposizione non trova che risorse limitate. Questo fa sì che l'uomo senta un vuoto, una mancanza, che lo relega in una inevitabile situazione di infelicità. Come dice August Shlegel 'presso i greci, la natura umana bastava a sé stessa, non presentiva alcun vuoto [] la religione sensuale de' Greci non prometteva che beni esteriori e temporali'.
Tornando al termine 'romanticismo', che, utilizzato in modo sempre più ampio ed esteso, venne applicato, già nell'Ottocento, dapprima ad una nuova tendenza della sensibilità basata sull'immaginazione e in seguito a un orientamento più diffuso del pensiero filosofico, parlando, via via, non solamente più di arte romantica, ma anche di scienza o filosofia romantiche.Gli atteggiamenti interpretativi degli studiosi riguardo al termine romantico sono stati molto vari e ciò crea problemi a chi voglia definire con maggior precisione questo termine.Il Wellek restringe il Romanticismo solamente a quei movimenti letterari europei che nella prima metà dell'Ottocento si rifecero a questo nome.Il Praz collega il romanticismo ad un cambiamento della sensibilità avvenuto nel Settecento e vivo ancora oggi.Filosofi come Schlegel e Nietzsche considerano il romanticismo come uno dei due cardini sul quale ruota continuamente la spiritualità dell'uomo, distinguendo il primo fra classico e romantico, il secondo tra apollineo e dionisiaco.
Le opinioni divergono non solo sul termine ma anche sulla omogeneità europea del fenomeno sostenendo una sostanziale omogeneità come Wellek o sulla diversità delle sue manifestazioni nazionali come il Lovejoy.Ancor oggi nel linguaggio comune le differenze sono molteplici, infatti mentre in tedesco romantisch evoca immagini letterarie di paesaggi e di ricordi medievali, in inglese romantic si collega con il sentimento e l'amore.Nel considerare il termine solo per indicare alcuni precisi fenomeni letterari bisogna in ogni caso tener presente che essi si svilupparono in date differenti (tra il 1800 e il ) nei diversi paesi europei. Il romanticismo nacque infatti dapprima in Germania(con la fondazione della rivista 'Athenaeum', 1798) ed Inghilterra (pubblicazione delle 'Lyrical ballads' di Coleridge e di Wordsworth, 1798) poi in Francia (pubblicazione, a Londra ma in francese 'De l'Allemagne' di M.me De Steal, 1813) ed infine in Italia (1816)I tratti comuni dei diversi movimenti romantici sono stati comunque molti: l'ideale della libertà creativa e della spontaneità; la concezione di una letteratura e di una poesia come espressione del sentimento; una polemica vivace contro i generi, le regole; una esaltazione della fantasia; uno spiccato interesse per il mito e i simboli; l'esplorazione del sogno e di altre manifestazioni dell'inconscio; la tendenza ad abolire le distinzioni tra poesia e prosa.
Il vocabolo 'Romanticismo' deriva dal francese 'roman' designante un racconto di avventure, in prosa o in versi. Nella seconda metà del , in Inghilterra, l'aggettivo 'romantic' ebbe una connotazione negativa e fu adoperato per indicare cose fantastiche ed irreali evocanti motivi ed ambienti medievali.Rousseau usò l'aggettivo 'romantique' privato di ogni intendimento negativo, per indicare uno stato dì abbandono sognante dell'anima.Anche in Germania il termine 'romantisch', indicante il romanzesco ed il patetico della letteratura medioevale, perse, gradatamente, l'accezione negativa, senza però acquisire un preciso significato semantico. Solo nel Schlegel, nella rivista Athenaeum, definì lo 'stato d'animo romantico' e la poesia che ne era emanazione: essa doveva combinare poesia e prosa, critica e genialità, arte e spontaneità, doveva essere sociale, viva, pregna delle istanze contemporanee e l'arbitrio del poeta non doveva subire costrizioni. Nella stessa rivista Novalis e Schleiermacher chiarirono tali concetti, contrapponendo romanticismo e classicismo.
Il romanticismo, specie in letteratura e filosofia (ma anche nella pittura), si rifà in linea di massima alla necessità di attingere all'infinito: A causa di ciò sono spesso ricorrenti alcuni essenziali punti cardine come:
Nel 1819 viene definita romantica quella scuola che mira alla rappresentazione fedele di profonde e toccanti emozioni, mentre nel l'attributo romantico viene esteso a molti fenomeni collaterali della arti visive, entrando nel gergo delle sarte, delle modiste e persino dei pasticcieri, romantico è tutto ciò che ha un aria di inverosimile, irreale e fantastico, tutto quello che si contrappone all'arte accademica definita forzata, artificiale dogmatica e priva di fantasia. Charles Baudelaire a commento del Salon del scrisse il saggio Che cos'è il Romanticismo?, in questo definisce romantico chi 'conosce gli aspetti della natura e le situazioni degli uomini che gli artisti del passato hanno sdegnato o misconosciuto'. Lo scrittore inoltre fa coincidere romanticismo e modernità affermando: 'Chi dice romantico dice arte moderna, cioè intimità, spiritualità, colore , aspirazione verso linfinito espresse con tutti i mezzi che le arti offrono'.
Un dipinto romantico è facilmente riconoscibile perché fa largo uso di panorami naturali sterminati e violenti, definiti sublimi come nel caso del viandante sul mare di nebbia, di Friedrich, dove un uomo è ritratto di spalle (questo rappresenta la parte inconscia e nascosta del suo animo) ed è affacciato su di un mare di nebbia che invade un paesaggio montagnoso. E' importante il fatto che l'uomo viene identificato come viandante, che lo ricollega al tema romantico dell'esule. Questo quadro non è bello nel senso di equilibrato e piacevole, al contrario manca di punti di riferimento e suscita inquietudine, paura. Allo stesso tempo, un altro quadro, paesaggio invernale, presenta altri topoi, come quello dell'inverno e della neve, che rappresenta la vecchiaia, oppure gli alberi spogli che rappresentano la morte. L'uomo nel dipinto si regge ad un bastone : quelle sono le illusioni che l'uomo coltiva per vivere. Così si va delineando un tipo di arte che riflette la filosofia e le tendenze artistiche di quegli anni, dove l'artista era in conflitto con la società borghese ed i suoi valori, che vedevano l'arte come qualcosa di commercialmente non produttivo e quindi inutile. Inoltre, dipinti come l'onda, di Gustave Courbet, riflettono quel senso di vuoto e di mancanza di punti di riferimento dell'uomo romantico.Autori tipici del romanticismo sono anche Goya, Delacroix, Gericault, Turner.
La
nuova poetica romantica alla fine del Settecento, non va ricercata nelle novità
formali, ma nell'invenzione di numerosi temi e motivi che verranno più
ampiamente sfruttati tra il 1820 e il . Il principale mutamento nella scelta del soggetto
concerne sia l'aspetto letterario che storico. Da una parte ormai si preferiva Shakespeare,
Jean Froissart e Ossian agli
autori classici, dall'altra è la storia nazionale e non più quella antica a
diventare protagonista delle tele. Com'è naturale la riscoperta di Shakespeare
avvine in Inghilterra, dove venne promossa la creazione di una Shakespeare Gallery a Boydell, composta di opere commissionate a una trentina di
artisti a partire dal ,
su temi tratti dalle tragedie del drammaturgo. Tra queste il quadro di John Runciman con Re Lear nella tempesta ( , Edimburgo,
National Gallery). In Francia, per iniziativa del conte d'Angiviller, furono commissionate
pitture e statue dedicate agli eroi della storia francese, tra queste nel Robert Ménageot realizzò la tela con La morte di Leonardo, un quadro di
forte assonanza con la pittura romantica, anche nei colori e negli effetti
teatrali tesi a drammatizzare l'avvenimento. Con
Si faceva una netta distinzione tra la poesia naturale, 'Naturpoesie', quella che esprime subito, con il sentimento, le caratteristiche di una nazione, e la poesia riflessa o d'arte che è quella che non nasce spontanea, ma nasce dalla imitazione dei modelli stranieri.Si sostenne che ogni nazione avesse la sua poesia, diversa per forma e lingua dalle altre, pertanto era assurdo che la poesia tedesca si rifacesse a quella dei greci o dei romani. Essa doveva trovare una poesia nuova e spontanea che fosse conforme alla sua storia e alla sua natura.Le caratteristiche degli scrittori di questo gruppo furono il disprezzo per tutte le forme dell'arte classica, l'idea di una poesia intesa come immediata adesione alla natura, l'ammirazione verso le fonti primitive dell'arte germanica, l'esaltazione di un tipo di eroe appassionato e ribelle ad ogni legge.Per quanto riguarda gli artisti romantici tedeschi, bisogna dire che in Germania si sviluppò tra il e il il movimento dello sturm und Drang (lett.tempesta ed assalto) che vantava artisti come Goethe e Schiller, nel invece nasce ufficialmente il romanticismo, con la pubblicazione del primo numero del giornale Athenaum. Da allora si distinsero due diverse scuole : quella di Jena e quella di Heidelberg. Della prima facevano parte i due fratelli Schlegel, fondatori della sopracitata rivista, e altri artisti come Novalis, Tieck e Schelling; della scuola di Heidelberg (che aveva tendenze campanilistiche) facevano parte autori come Von Chamisso e Brentano.
Contemporaneamente, in Inghilterra, si manifestò un analogo movimento letterario e poetico di cui i primi esponenti furono Wordsworth e Coleridge.
I romantici inglesi crearono opere di grande valore nelle quali, implicitamente, erano presupposte le nuove concezioni letterarie basate sugli ideali di libertà politiche e morali conseguenti alla Rivoluzione Francese. Byron fu assai apprezzato in Italia per il suo Romanticismo morale, come anche Scott per i suoi romanzi di ambientazione medievale. Meno conosciuti nel nostro Paese furono Keats e Shelley.
Gli autori romantici inglesi vengono generalmente divisi in due diverse generazioni : una che concerne la fine del 1700, e un'altra che è vissuta nella prima metà del 1800. Della prima fanno parte Wordsworth, legato al concetto di epifania (intesa come riflessione profonda stimolata inaspettatamente da un fatto prosaico e quotidiano), Coleridge, poeta generalmente definito onirico a causa dell'atmosfera suscitata dalle sue opere, nelle quali sembra di essere in un sogno, e Blake, poeta visionario, che vedeva nella natura dei simboli che si qualificavano come chiavi di lettura di una realtà oltre quella fenotipo. Della seconda generazione si possono definire poeti come John Keats, un nostalgico dell'era classica, Byron, il prototipo del poeta ribelle ed esule, e Shelley, che aveva molto caro il tema della libertà (basti pensare al titolo di una sua opera : Prometeo liberato).
Esponenti molto importanti del Romanticismo inglese furono i pittori John Constable e William Turner, appartenenti alla corrente naturalista, nonché il già citato William Blake, con la sua particolare pittura onirica.
Il romanticismo letterario francese
Il Romanticismo francese si è distinto tra gli altri per il profondo rinnovamento di temi, forme ed estetica della letteratura. L'iniziatrice dei romantici francesi è stata in parte Madame de Stäel, ma soprattutto autori come Alphonse de Lamartine, che scrisse le 'meditazioni' e Victor Hugo che scrisse le 'odi'.
Grande
importanza ebbero, per lo stabilirsi delle nuove idee,
Il romanticismo letterario italiano
In Italia, invece, uno stato d'animo vagamente romantico precedette il romanticismo teorico. Nel nostro paese il romanticismo fu accolto come aspirazione alla libertà in ogni sua forma, non solo letteraria, ma anche morale e politica. Il movimento nacque in Lombardia ( ) subito dopo il Congresso di Vienna ( ) come reazione alla Restaurazione e all'accademismo letterario.
Il nostro Romanticismo, che ebbe le sue radici nel preromanticismo di fine , non fu estraneo all'Illuminismo e, d'altra parte, questo riferimento fu un fattore costante di tutte le scuole romantiche europee. Infatti l'illuminismo fu bruscamente interrotto dalla Rivoluzione Francese, senza aver potuto portare a compimento i suoi ideali. Passata la bufera, un nuovo tipo di uomo emerse per realizzare quelle esperienze lasciate incompiute, quindi romantico non fu solo chi reagiva con nuovi canoni estetici e religiosi alle teorie illuministe, ma anche l'illuminista che, pur mantenendo un atteggiamento polemico verso alcuni valori tradizionali, riesaminava le proprie posizioni.Il Romanticismo italiano si ricollegò al moto di rinnovamento della seconda metà del secolo. Il suo orizzonte spirituale e filosofico fu indubbiamente più ristretto di quello del Romanticismo tedesco, ma ebbe una fisionomia ben precisa di fervore e di ideale patriottico ed una ben definita coscienza dei propri scopi e dei mezzi per perseguirli.
Il
Romanticismo italiano va quindi considerato come fenomeno nazionale; suo testo
fondamentale fu
Alle origini del Romanticismo italiano ci fu la coscienza risorgimentale, tale esigenza fu accolta dalla rivista Il Conciliatore il cui fine era di scuotere il Paese dal suo torpore mentale. Al Conciliatore collaborò Mazzini.
Manzoni stesso, pur non collaborandovi, ne abbracciò le tesi, considerando anch'egli che la letteratura dovesse essere mezzo di incivilimento, espressione nazionale e popolare e schietta nella lingua e nello stile. Del Romanticismo il Manzoni accolse il rifiuto della mitologia pagana, come espressione di una moralità e di una mentalità aliene da quelle cristiane.
La poesia, secondo Manzoni, deve avere per oggetto il vero della storia e delle vicende umane, senza contaminazioni tra storia e fantasia. Per tale ragione il Realismo, apparentemente in antitesi con il Romanticismo, ne fu in realtà uno sviluppo. Infatti l'esigenza di realismo sostenuta dal Manzoni fu presente in tutta la migliore letteratura romantica nei propositi di adesione all'attualità dei fatti e nell'esigenza di renderla popolare ed interprete delle aspirazioni nazionali, nonché nella negazione della normativa classicistica.
Il vigore poetico del primo Romanticismo si stemperò in una vena malinconica e sentimentale, della quale i maggiori esponenti furono il Prati e l'Aleardi. La spiritualità romantica, già viva nel Foscolo, fu 'situazione sentimentale' nel Leopardi, pur dichiaratamente antiromantico, tanto che tali poeti possono essere, a ragione, considerati esponenti del nostro Romanticismo neoclassico
Il romanticismo coinvolse in maniera sostanziale e consistente soprattutto la musica classica, trascinato dagli ideali ispiratori della rivoluzione francese che furono accolti con entusiasmo dai compositori di mezz'europa: ciò nonostante, a seguito della disillusione sperimentata con l'instaurazione delle tirannidi in età napoleonica, gli artisti romantici rivendicarono l'evasione dalla realtà.
Il più grande esponente della musica romantica, nonché tra i massimi compositori nella storia della musica, fu indubbiamente Ludwig van Beethoven (al quale è riconosciuta, tra le altre, l'abilità di conciliare eccellentemente classicismo e romanticismo), ma sono svariati i rappresentanti della corrente romantica celeberrimi per le loro composizioni, ognuno distintosi per aver apportato una nota di novità al panorama della musica classica: ne sono esempio Hector Berlioz, Georges Bizet, Johannes Brahms, Frédéric Chopin, Felix Mendelssohn, Franz Schubert, Robert Schumann, Pyotr Ilyich Tchaikovsky, Richard Wagner e in Italia Vincenzo Bellini, Gaetano Donizetti, Ruggero Leoncavallo, Niccolò Paganini, Giacomo Puccini, Gioacchino Rossini, Giuseppe Verdi.
Con l'avvento del romanticismo i compositori superarono l'apogeo del classicismo avuto con Haydn e Mozart per approdare ad un'espressione concreta e diretta del sentimento. Furono introdotte numerose novità: l'orchestra conobbe un deciso ampiamento, con l'aumento dei fiati e delle percussioni, la nascita del trombone e la comparsa delle chiavi. Nasce la figura del direttore d'orchestra, impegnato a dirigere un numero di strumenti sempre più elevato.
La filosofia in età romantica si riflette nel pensiero dei massimi esponenti dell'idealismo, in particolare di quello tedesco, Fichte, Hegel e Schelling. È importante evidenziare che l'idealismo non si identifica come la filosofia del romanticismo, pur risultando a pieno titolo la sintesi meglio riuscita della corrente: non a caso, pur eccipendone i principi cardine, l'idealismo darà adito a pesanti critiche al romanticismo, in particolare Hegel, che ne contestava l'accesa polemica contro la facoltà non solo intellettuali ma anche razionali dell'individuo.
La filosofia romantica proponeva infatti uno stravolgimento della filosofia illuminista, il cui massimo esponente, Immanuel Kant, tracciava le fondamenta del sapere umano attribuendo all'intelletto (facoltà del finito) la possibilità di costruire scienza, mentre relegava la ragione all'ingrato compito di rendere conto dei limiti della conoscenza umana e conseguentemente l'impossibilità di fondare la metafisica . Tuttavia, laddove l'idealismo hegeliano, accogliendo le istanze romantiche, intendeva attingere all'assoluto mediante l'uso della ragione (intesa in Hegel quale espressione dello spirito immanente alla realtà), il romanticismo predicava una sostanziale incapacità della ragione nel cogliere la più intima essenza della realtà, e ad essa contrapponeva il sentimento, l'ironia e l'istinto.
Ossian è il nome di un bardo leggendario dell'antica Scozia, figlio del guerriero Finn Mac Cumhaill e della poetessa Sadhbh. I primi cenni a Ossian si trovano negli scritti di Giraldo Cambrense, del XII secolo.
Ma la vera vicenda letteraria esplose quando James MacPherson ( - ) scrisse 'I Canti di Ossian'. MacPherson finse di aver tradotto fedelmente le originali poesie di Ossian, mentre in realtà si basò su dei frammenti e inventò di sana pianta molti 'canti'. Il successo delle sue presunte traduzioni, nondimeno, fu straordinario. La prosa potente, il riferimento ad una natura selvaggia, ne fanno un'opera fondamentale del preromanticismo.
A titolo di esempio, vale la pena ricordare l'importanza che i Canti di Ossian hanno avuto nella formazione della sensibilità del movimento Sturm und Drang; inoltre entusiasti lettori di MacPherson furono Ugo Foscolo e Johann Wolfgang Goethe. Quest'ultimo, infatti, dedica un ampio brano del suo romanzo giovanile I dolori del giovane Werther proprio ad un canto di Ossian.
Lo
Sturm und Drang fu un movimento
letterario tedesco, che si sviluppò fra il 1765 e il
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