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Brutalità e astuzia. Ciò che è ignoto e ciò che è conosciuto
La brutalità di certi comportamenti umani mi lascia senza parole, mi domando come è possibile che l'uomo sia capace di compiere atti talmente atroci e mi chiedo dove finisca l'uomo e dove cominci la bestia.
Non so darmi una risposta perché è un terreno difficile da esplorare e che non conosco per esperienza diretta (per fortuna), ma certi fatti storici e di cronaca mi pongono degli interrogativi e mi fanno riflettere.
Quando un uomo commette un atto malvagio e violento si dice che ha perso la testa e che l'ha abbandonato la ragione. Un uomo cade in uno stato tale da non controllare più i propri istinti e commette un atto che in un'altra situazione non avrebbe mai commesso. Quest'uomo è da biasimare, ma nello stesso tempo mi fa pena.
Ma un uomo che ripete la sua malvagità infinite volte, come va giudicato? Si potrebbero cercare molte ragioni per il suo modo di agire: è malato, è cresciuto in un ambiente povero e violento, è stato a sua volta una vittima.La sua pericolosità è maggiore rispetto al primo esempio e ci disorienta maggiormente perché il male è qualcosa di radicato dentro di lui. Di fronte ad un individuo simile la società deve difendersi e aiutare le vittime perché a volte non basta l'astuzia di un individuo, ma occorre che questo sia aiutato da un ambiente sano a difendersi. L'astuzia di Ulisse è stata stimolata dalla gravità della situazione , ma Ulisse sebbene prigioniero, aveva una mente lucida e un minimo di libertà di azione. Ma quando le vittime sono dei bambini? Ma quando le vittime sono dei vecchi malati? Ma quando le vittime sono delle donne? Molte violenze avvengono tra le mura domestiche e allora, a volte, anche ciò che è conosciuto può essere cattivo.
Quando sono più persone in gruppo che commettono delle atrocità il nostro disorientamento è ancora più grande. Molte violenze sulle donne avvengono in gruppo; il piccolo Tommaso è stato rapito da un gruppo di persone; le "Bestie di Satana" agivano in gruppo; nel carcere di Abu Graib i prigionieri venivano torturati in gruppo.
Ci sono momenti nella storia dell'umanità in cui la società è "malata" e il limite tra bene e male vacilla, per esempio durante le guerre. Mi colpisce molto leggere di come gli eserciti si accaniscono sulle popolazioni civili e di come le società interessate tollerino certi comportamenti particolarmente crudeli. Credo che in guerra l'uomo manifesti i suoi peggiori istinti bestiali perché costretto a combattere per la sua vita contro quella di un altro uomo senza possibilità di dialogo in una situazione estrema. Ma la crudeltà fine a se stessa che giustificazione può trovare?
Nelle guerre certe atrocità sono pianificate a tavolino con fredda determinazione, razionalmente. Scopriamo allora che anche i malvagi possono essere astuti ed avere anche una laurea in tasca, anche se il lavoro sporco lo fanno le truppe.
In questi casi è come se ci fosse un'eclissi totale della ragione, ma soprattutto del senso di solidarietà, di compassione e di amore che lega gli uomini.
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