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AVANGUARDIE
Le prime avanguardie, denominate, storiche, vengono create nei primi anni del Novecento, e sono: Futurismo, Surrealismo, Dadaismo.
Questi primi movimenti, sono nati come protesta alla mercificazione dell'arte, che sarà propria anche degli anni del Postmoderno. Infatti con la Seconda Rivoluzione Industriale le industrie crebbero, e anche quella dell'editoria, la quale produsse opere artistiche in serie, tolse quel ruolo alla letteratura che invece le apparteneva. Prima, l'artista si sentiva in un certo modo libero di provare e sperimentare, perché il suo pubblico era composto da una ristretta èlite raffinata e colta; ora, invece, la mercificazione dell'arte ha fatto si che il pubblico fosse più vasto e anonimo, e le opere riproducibili in serie. Si andò così a determinare, un periodo di crisi per l'intellettuale, perché vede il mercato sempre più protagonista nella società novecentesca. Per protesta, le avanguardie ruppero il canale di comunicazione col pubblico comune, creando delle opere illeggibili da parte di questo pubblico. Il perché si spiega col rifiuto da parte delle avanguardie storiche dei codici culturali correnti, de linguaggio e dei mezzi espressivi, che permettono al pubblico, di capire e recepire immediatamente l'opera artistica. Come seconda protesta, ovviamente, gli avanguardisti rifiutarono il mercato, rifiutarono la produzione in serie e stereotipata dell'opera artistica per recuperare la propria posizione di autonomia e indipendenza che col tempo avevano perso, a favore dell'asservimento all'industria culturale, che col tempo li aveva appiattiti, aveva fatto loro perdere quel ruolo di intellettuale per trasformarsi in operai che sfornano opere stereotipate e producibili in serie.
Come effetto si ebbe che le avanguardie storiche sperimentarono nuove forme, nuovi linguaggi, azzardati ma mai provati prima che sconvolgevano, urtavano il pubblico con l'obiettivo di provocare e scandalizzare e ricoprire gli stereotipi di ridicolo.
Rifiutando il pubblico corrente, gli avanguardisti accettavano come pubblico, quello futuro: cioè per un lettore che ancora non c'è ma che esisterà presto e che potrà capire ciò che gli artisti avanguardisti avevano scritto, e quindi forma e insegna ed educa una persona che ancora non esiste. Questi movimenti sono ricchi di insegnamenti didattici e pedagogici .
Altra caratteristica comune a tutte le avanguardie fu a composIzione di Manifesti, attraverso i quali, gli artisti miravano a far conoscere il proprio movimento a tutta la gente che ne era interessata. Il manifesto, infatti, è qualcosa di molto generico, e non specifico. Viene attaccato nelle città con l'intento di portare tutti a conoscenza di un determinato fatto o evento, mentre negli anni precedenti, le teorie letterarie e artistiche venivano enunciate in giornali appositi (giornali pittorici, riviste musicali o letterarie) che però portavano a conoscenza di quella teoria solo le persone interessate a quel settore. Il manifesto, invece, interessa un po' tutti e nessuno in particolare.
La neo-avanguarida del Gruppo del 63 e di Sanguinetti è un passo più avanti rispetto alle avanguardie storiche: mentre queste ultime ponevano l'attenzione sulla produzione letteraria dell'Ottocento, Positivista e Romantica, volendola cancellare, perché rea a loro dire di aver introdotto codici culturali sbagliati, la neo-avanguardia, invece, opera una destrutturazione del testo, cioè si cerca di privare il testo dalla capacità comunicativa e nasce così la poesia del frammento. Infatti, a quel tempo la concezione principale era quella secondo la quale il linguaggio verbale assumeva un ruolo centrale. I neo-avanguardisti dimostreranno che così non è e opereranno una dissoluzione del testo, con l'introduzione del concetto di "poesia visiva", cioè, associando l'immagine al linguaggio verbale si poteva comporre un'opera artistica.
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