Seneca: De Otio
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Dice Epicuro: «Il saggio non si dedicherà alla vita politica a meno che non
sarà intervenuta una qualche necessita». Dice Zenone: «Il saggio si dedicherà
alla vita politica a meno che qualcosa non lo impedisca». Il primo cerca l'ozio
volutamente, l'altro per necessità, e del resto questa necessità si estende
vastamente. Se lo Stato è troppo corrotto per poter essere aiutato, se è invaso
dai mali, il saggio non si affaticherà inutilmente né si sacrificherà se è
destinato a non recare alcuna utilità; se avrà scarsa autorevolezza e poche
forze, se lo Stato non lo vorrà accettare, se la salute gli impedirà, come non
farebbe scendere in mare una nave sconquassata, come non darebbe il proprio
nome per il servizio militare se fosse debole, allo stesso modo non
intraprenderà un cammino che saprà impercorribile. Pertanto può anche colui al
quale ancora tutto è integre, può prima di sperimentare qualche pericolo,
fermarsi al sicuro e immediatamente dedicare tutto se stesso alle virtù e
condurre un ozio illibato come cultore di quelle virtù che possono essere
coltivare anche dalle persone più miti. Certamente da un uomo si chiede ciò che
sia di giovamento agli uomini se possibile a molti, se non proprio a molti a
pochi, se non proprio a pochi ai vicini, se non proprio ai vicini a sé. Infatti
quando si rende utile a tutti gli altri si dedica ad un compito comune. Come
colui che si rende peggiore nuoce non soltanto a se stessi, ma anche a tutti
quelli ai quali avrebbe potuto giovare se fosse diventato migliore, allo stesso
modo chiunque benemerita di se stesso, per questo stesso fatto, giova agli
altri, perché prepara una persona destinata a giovare agli altri.
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Siamo soliti dire che il bene più grande è vivere secondo natura: la natura ci
ha generato per entrambe queste cose, sia per la contemplazione delle cose, sia
per l'azione. Ora dimostriamo ciò che abbiamo detto come prima cosa. Che cosa
inoltre? Ciò sarà dimostrato se ciascuno si sarà domandato quanto desiderio ha
di conoscere le cose ignote, e quanto si ecciti a tutti i racconti fantastici?
Alcuni viaggiano per mare e sopportano coraggiosamente le fatiche di un
lunghissimo viaggio con una sola ricompensa per conoscere qualcosa di nascosto
e lontano. Questa condizione raduna le folle a guardare gli spettacoli,
costringe a spiare tutte le realtà nascoste, a cercare le cose più nascoste, a
srotolare le antichità, ad apprendere i costumi delle genti barbariche: la
natura ci diede un intelletto avido di conoscenza e consapevole della sua arte e
bellezza, mentre sarebbe destinata. Affinché tu sappia che quella ha voluto
essere contemplata non solo essere guardata, osserva in quale parte ci ha
collocato: ci ha collocato nella parte centrale di sé e ci ha dato la
possibilità di vedere tutto all'intorno; e non solo ha fatto l'uomo in
posizione eretta, ma con l'intenzione di renderla anche adatto alla
contemplazione, cosicché potesse seguire con lo sguardo le stelle che scorrono
nel cielo da oriente ad occidente, affinché potesse far girare il proprio volto
con tutto l'universo, gli fece una testa sublime e la collocò su un collo
pieghevole; poi conducendo sei costellazioni di giorno e sei di notte svelò
ogni parte di sé affinché attraversi queste bellezze che aveva offerto ai suoi
occhi suscitasse il desiderio delle rimanenti bellezze.
: Con quale animo il saggio si isola nell'otium? In modo che sappia che
anche allora compirà azioni che giovino alla posterità. Siamo senza dubbio che
sia Zenone sia Crisippo hanno fatto cose più grandi che se avessero comandato
eserciti, svolto cariche pubbliche, promulgato leggi: poiché queste non le
promulgarono per una sola città ma per l'intero genere umano. Che ragione c'è,
dunque, perché ad un uomo retto non convenga siffatta vita contemplativa,
attraverso la quale regoli le generazioni future e non parli a pochi, ma ad
ogni uomo d'ogni popolo quanti sono e quanti saranno? Insomma mi domando se
siano vissuti secondo i loro insegnamenti Cleante, Crisippo e Zenone.
Indubbiamente risponderai che quelli sono vissuti nel modo in cui avevano detto
che si doveva vivere: eppure nessuno di quelli amministrò lo stato. Ma tu dici:
«Quelli non ebbero o quella fortuna o quella autorità che suole essere
richiesta per il governo dello stato.» Ma allo stesso tempo tuttavia condussero
una vita non inerte: scoprirono che giova agli uomini più la loro calma che il
correre qua e là ed il sudore degli altri .Quindi ciononostante questi
sembrarono aver fatto molto, benché non facessero nulla nella vita pubblica.