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Scheda riassuntiva di metodo
(Questa scheda è 'da passeggio': stampala e portala sempre con te!)
1) Non toccare il vocabolario e leggi attentamente il titolo del brano,
per capire l'argomento di cui si parla.
2) Leggi attentamente un paio di volte il brano e cerca di capire a
grandi linee quale sia il contenuto.
3) Suddividi il brano in periodi, separandoli con sbarrette verticali.
Un periodo è racchiuso tra due 'punti fermi': punto, punto e virgola,
due punti, punto interrogativo, punto esclamativo.
4) Prendi in esame il primo periodo: conta i verbi presenti in esso ed
evidenziali.
Ricordati che ad ogni verbo corrisponde una frase (esclusi i servili).
Per le forme nominali del verbo dovrai valutare caso per caso quali di esse
fungano da semplici complementi e quali invece rappresentino dei veri predicati
verbali.
5) Identifica subito dopo gli introduttori evidenziandoli con un
circoletto: anche ad ogni introduttore corrisponde una frase. Poiché però la
principale non ha introduttore, ricordati che il numero degli
introduttori dovrà sempre essere inferiore almeno di un'unità a
quello dei verbi. Anche le proposizioni implicite (infinitive, ablativo
assoluto, participio congiunto ecc.) non hanno introduttore.
Gli introduttori sono:
a. le congiunzioni (coordinanti e subordinanti);
b. i pronomi e gli avverbi relativi (compresi i pronomi, gli aggettivi e
gli avverbi relativi-indefiniti);
c. i pronomi, gli aggettivi e gli avverbi interrogativi;
d. le particelle interrogative (-ne, num, nonne, an,) nelle
interrogative indirette.
Ricordati che gli altri pronomi ed avverbi, come pure le preposizioni, non
sono introduttori!
6) Metti in relazione ciascun introduttore con il suo verbo. Procedi
così:
I) Racchiudi tra parentesi le singole proposizioni che hai individuato.
Di regola le parentesi si aprono prima di ogni introduttore e si chiudono
dopo un verbo o dopo i complementi ad esso relativi.
Per le eccezioni, controlla la scheda di metodo completa.
Una volta poste, le parentesi rappresentano barriere invalicabili: non
bisogna assolutamente mescolare i vocaboli racchiusi entro una parentesi (cioè
appartenenti ad una proposizione) con quelli che si trovano al di fuori di essa
(in quanto appartenenti ad un'altra proposizione).
Nel definire le parentesi, ti si potranno presentare due casi diversi:
a) dopo ogni introduttore trovi subito il verbo che si riferisce ad esso.
Le parentesi sono perciò tutte tonde e le frasi risultano allineate.
b) dopo un introduttore, prima di incontrare il verbo ad esso relativo,
trovi un altro introduttore. Le frasi ne risultano intrecciate. In
questo caso le parentesi tonde non bastano più, ma dovrai servirti anche
delle quadre e, se necessario, delle graffe. Le aprirai e le
chiuderai esattamente come in matematica, ricordando che la prima a
chiudersi è l'ultima che hai aperto, secondo il ben noto schema:
N.B.: Nel caso in cui il periodo fosse così complesso che le tre
suddette parentesi non fossero sufficienti, userai un segno convenzionale, ad
esempio una doppia graffa, secondo questo schema:
II) Per realizzare correttamente i collegamenti, tieni presente che:
a. la parentesi è obbligatoria davanti agli introduttori (salvo in caso
di anàstrofe o di ipèrbato);
b. due verbi (di cui uno non sia servile) vanno comunque separati con
una parentesi;
c. i verbi di modo indefinito non hanno introduttore subordinante, anche
se possono essere fra loro coordinati;
d. la principale si riconosce procedendo per esclusione: non ha introduttore
(fanno eccezione le interrogative e le esclamative, in genere facili da
riconoscere) e il suo verbo è solitamente di modo finito; essa non va
posta fra parentesi, ma sottolineata.
e. bisogna trovare ragionando il punto in cui iniziano le frasi senza
introduttori:
- le infinitive cominciano per lo più con il soggetto in accusativo;
- degli ablativi assoluti fa parte in genere tutto ciò che si trova
racchiuso fra il soggetto ed il participio (o viceversa);
- per i participi congiunti occorre identificare subito il sostantivo
con cui essi concordano in genere, numero e caso (e del quale sono in
pratica attributi).
7) Numera ora progressivamente le frasi.
8) Soltanto adesso puoi armarti di vocabolario ed accingerti a tradurre.
Ricordati che non si cerca mai a casaccio, ma si deve avere già un'idea
abbastanza precisa di ciò che un certo vocabolo 'deve' significare in
base al contesto.
Prendi in considerazione ogni singola frase che hai isolato ed osserva
subito il verbo, che ne costituisce il fulcro; abìtuati a porre al verbo
una serie di domande, nell'ordine che segue:
a.
da quale verbo deriva la forma verbale in questione? b.
qual è il modo? c.
qual è la persona? d.
il verbo è transitivo o intransitivo? e.
qual è la diàtesi (attiva, passiva, deponente)? f.
qual è il tempo? g.
qual è l'aspetto o qualità dell'azione? h.
quante e quali sono le valenze del verbo, in base al suo significato? In
altre parole: quanti complementi esige necessariamente? i.
quali sono le reggenze del verbo, ovvero con quali casi si
costruisce? Consulta con estrema attenzione il vocabolario.
Ora 'costruisci' tutta la frase intorno al verbo, senza mai
perdere di vista la corrispondenza tra casi e complementi, e prova a tradurla.
Fissala subito per iscritto, controllando che abbia un senso logico
compiuto, sia in sé, sia in rapporto al contesto.
9) Passa al prossimo periodo e ripeti la procedura descritta ai punti
dal 4 all' 8.
10) Terminata questa prima traduzione, rileggila bene per vedere se vi
sono incongruenze.
Puoi passare ora alla resa formale.
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