Morte di Nerone (Il)
Inter moras perlatos a cursore
Phaonti codiciiios praeripuit legitque, se hostern a senatu iudicaturn et
quaeri ut puniatur more maiorurn, interrogavitque quale id genus esset poenae:
et curn cornperisset, nudi hominis cervicem ins~ri furcae, corpus virgis ad
ne-cern caedi, conterritus, duos pugiones, quos secum extulerat, arripuit,
temptataque utriusque acie, rursus condidit, causatus nondum adesse fatalem
horam; ac modo Sporum hortabatur ut iamentari ac piangere inciperet, modo
orabat ut se aiiquis ad mortem capessendam exemplo iuvaret: interdum segnitiem
suam increpabat. Iamque equites appropinquabant, quibus praeceptum erat ut
Vìvum adtraherent. Quod ut sensìt, ferrurn iugulo adegit, iuvante Epaphrodito a
libeiiis. Semianimisque adhuc irrumpenti centurioni et, paenuia ad vuinus
adposita, in auxiliurn se venisse sirnuIanti non aiiud respondit quam: « Sero
», et « Haec est fides ». Atque in ea voèe defecit, exstantibus rigentibusque
ocuiis usque ad horrorem formidinemque visentiurn.
SVETONIO
Morte di Nerone (Il)
Tra
questi indugi, intanto, a Faonte, che gli erano stati consegnati da un corriere
dei dispacci, (Nerone), glieli strappò di mano, e, letto che era dichiarato dal
Senato nemico (pubblico) e ricercato perché fosse punito secondo il costume
degli antenati, chiese che tipo di pena fosse. E appreso « col collo introdotto
nella forca e col corpo nudo frustato a morte », estrasse atterrito, due
pugnali che aveva portati con sé e dopo averne provate le punte, li posò di
nuovo dicendo che ancora non era giunta l'ora fatale. Quindi ora esortava Sporo
di cominciare a lamentarsi e a battersi il petto, ora pregava che qualcuno gli
desse l'esempio, precedendolo nella morte: talora rimproverava la propria
lentezza. E ormai si avvicinavano i cavalieri, i quali avevano l'ordine di
ricondurlo vivo. Appena se ne accorse, si conficcò un pugnale in gola, con
l'aiuto di Epafrodito, (suo segretario) addetto a ricevere le suppliche. Ancora
in vita, a un centurione che entrò impetuosamente e che simulava di essere
corso in suo aiuto fasciandogli là ferita con la penula, gli disse « Tardi! »,
e: « Questa è la fede! ». E con quelle parole spirò, con gli occhi sporgenti
dalle orbite e così fissi nello sguardo da incutere orrore e paura in quelli
che l'osservavano.