Epistulae ad Lucilium
124 'Epistulae morales ad
Lucilium' (20 libri, composte negli ultimi anni di vita): S. vi riassume
la sua filosofia e la sua esperienza, la sua saggezza e il suo dolore: vi sono
insomma esposti i caratteri della filosofia stoica, spesso avvicinandosi alla
tradizione diatribica. L'opera ci è giunta incompleta e si può datare al
periodo del disimpegno politico (62). Lo spunto per la composizione di queste
lettere sarà venuto probabilmente a S. da Platone e da Epicureo: in ogni caso,
egli mostra la consapevolezza di introdurre nella cultura letteraria latina un
genere nuovo, distinto dalla tradizione più illustre rappresentata da Cicerone.
Il modello cui egli intende uniformarsi è Epicuro, colui che nelle lettere agli
amici ha saputo arrivare ad un alto grado di formazione e di educazione
spirituale.
Se si tratti di un epistolario reale o
fittizio è questione dibattuta; fatto sta che S. è convinto che lo scambio di
lettere permetta di ottenere un'unione con l'amico che, fornendo direttamente
un esempio di vita, si rivela più efficace di un insegnamento dottrinale. La
lettera è maggiormente vicina alla vita reale e permette di proporre ogni volta
un nuovo tema: S. utilizza la lettera come strumento ideale soprattutto per la
prima fase della direzione spirituale (di curvatura profondamente
aristocratica), fondata sull'acquisizione di alcuni principi basilari. Inoltre,
il genere epistolare si rivela appropriato ad accogliere un tipo di filosofia,
come quella dell'autore, priva di sistematicità e incline soprattutto alla
trattazione di aspetti parziali o singoli temi etici (si dice, di questa forma,
'parenetica'). Col tono pacato di chi non si atteggia a maestro
severo ma ricerca egli stesso la sapientia, e attraverso un vero e proprio
colloquium, S. propone l'ideale di una vita indirizzata al raccoglimento e alla
meditazione, ad un perfezionamento interiore mediante un'attenta riflessione
sulle debolezze e i vizi propri e altrui. Il distacco dal mondo e dalle
passioni che lo agitano si accentua, nelle Epistole, parallelamente al fascino
della vita appartata e all'assurgere dell'ozio a valore supremo: un ozio che
non è inerzia, ma alacre ricerca del bene.
La progressività del processo di formazione,
così, non a caso si rispecchia in quella della forma: le singole lettere, man
mano che l'epistolario procede, tendono ad assimilarsi al trattato filosofico.