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Educazione dei fanciulli
Plurimum proderit pueros statim salubriter institui; difficile autem regimen est, quia dare debemus operam, ne aut iram in illis nutriamus aut indolem rentundamus. Diligenti observatione res indiget; utrumque enim et quod extollendum et quod deprimendum est, similibus alitur, facile autem etiam adtendentem similia decipiunt. Crescit licentia sph-itus, servitute comminuitur. Adsurgit, si laudatur et in spem sui bonam adducitur; sed eadem ista insolentiam et iracundiam generant: itaque sic inter utrumque regendus est, ut modo frenis utamur modo stimulis. Nihil humile, nihil servile patiatur; numquam illi necesse sit rogare suppliciter nec prosit rogasse, potius causae suae et prioribus factis et bonis in futurum promissis donetur. Dabimus aliquod laxamentum, in desidiam vero otiumque non resolvemus et procul a contactu deliciarum retinebimus; nihil enim magis facit iracundos quam educatio mollis et blanda: ideo unicis quo plus indulgetur, pupillisque quo plus licet, corruptior animus est. Non resistet offensis cui nihil umquam negatum est, cuius lacrimas sollicita semper mater abstersit, cui de paedagogo satisfactum est. Longe itaque ab adsentatione pueritia removenda est: audiat verum. Et timeat interim, vereatur semper, maioribus adsurgat. Nihil per iracundiam exoret: quod flenti negatum fuerit, quieto offeratur. Et divitias parentium in conspectu habeat, non in usu. Exprobrentur illi perperam facta. Tenuis ante omnia victus sit et non pretiosa vestis; et similis cultus cum aequalibus: non irascetur aliquem sibi comparari quem ab initio multis parem feceris.
SENECA
Sarà oltremodo vantaggioso che i fanciulli siano subito educati bene; difficile però è l'educazione, perché dobbiamo fare in modo di non alimentare in essi l'ira o di non fiaccarne il carattere. La cosa abbisogna di una considerazione diligente; infatti, sia ciò che si deve eccitare (= il carattere) sia ciò che si deve smorzare (= l'ira) si giovano delle stesse cose, e quindi le cose simili ingannano facilmente anche chi è attento. L'animo diviene baldanzoso lasciandolo libero, tenendolo invece schiavo si fiacca. SÌ eleva, se si loda e gli si fa credere che può ben sperare di sé; ma questo stesso (nostro comportamento) può generare l'insolenza e l'irascibilità: e così tra i due estremi ci si deve regolare in modo che usiamo ora il freno ora il pungolo. (Il fanciullo) non sia costretto ad azione ignobile o senile; e non ci sia necessità che egli ci preghi supplicando e non gli giovi l'aver pregato, si ceda piuttosto se le sue richieste (sono giuste), se si è comportato bene nel passato e se promette di agire bene per l'avvenire.
Concederemo (al fanciullo) qualche svago, ma non lo snerveremo con l'inerzia e l'ozio e lo terremo lontano dal contatto con i piaceri; infatti nulla più di un'educazione molle e blanda rende irascibile: perciò (i figli) unici, verso i quali in maggior modo si indulge, e gli orfani ai quali in maggior misura si concede (libertà), hanno l'animo più corrotto. Non resisterà alle ripulse colui al quale non sia mai stato negato alcunché, al quale una madre sollecita abbia deterso le lacrime, al quale il pedagogo abbia dato soddisfazione. Si deve pertanto tenere ben lontana l'infanzia dall'adulazione: ascolti la verità. E di tanto in tanto abbia timore e sempre rispetto ed ossequio per i più grandi di lui. Nulla ottenga se chiede con ira: le si offra, solo quando è ormai calma, ciò che le si è negato quando piangeva. E abbia pure sotto gli occhi le ricchezze dei suoi genitori, ma non le tocchi. Le si rinfaccino le cattive azioni. Il vitto poi (del fanciullo) sia soprattutto frugale e semplici le sue vesti; ed il tenore di vita simile a quello dei suoi coetanei: egli non si adirerà di essere paragonato a qualcuno, se fin dall'inizio lo avrai messo alla pari con molti altri.
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