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TITOLO: 'Kaisar' (Cesare)
AUTORE: Plutarco (46c.a.-127c.a.)
EDIZIONE CONSULTATA: Bergamo, 1994, B.U.R. (Biblioteca Universale Rizzoli)
RIASSUNTO:
Caio Giulio Cesare, romano appartenente ad una nobile famiglia decaduta, la gens Iulia, entra in conflitto con Silla, dittatore a Roma tra l' 82 e il 79 a.C., per aver contratto matrimonio con una parente del suo acerrimo e ormai defunto nemico Mario.
Costretto a fuggire dalla città, Cesare si reca in Bitinia, presso il re Nicomede; è catturato dai pirati in Asia dove, liberato sotto pagamento di riscatto, fa strage dei suoi sequestratori. Ritornato a Roma dopo la morte di Silla (78 a.C.), si distingue in Senato per l' accusa mossa contro il sillano Dolabella, che aveva esercitato il proconsolato in Macedonia. La sua ascesa politica ha inizio con questo successo: è nominato tribuno militare, in seguito pretore, poi curatore della via Appia, edile ed infine pontefice massimo. E' implicato nel processo contro Catilina, ma riesce a defilarsi. Nel 60 a.C. stringe un accordo politico privato con Pompeo e Crasso: nasce il 1° triumvirato che porterà Cesare al consolato l' anno successivo.
Dal 58 al 52 a.C. è occupato nella conquista dell' intera Gallia e in vane spedizioni in Britannia. Nel 49 a.C., alla scadenza del prolungamento del proconsolato, attraversa con l' esercito il fiume Rubicone, non rispettando il pomerium stabilito da Silla: inizia così la guerra civile "di mezzo" contro Pompeo (Crasso era morto in una spedizione contro i Parti nel 53 a.C.).
Cesare insegue Pompeo per tutta l' Italia fino in Grecia, dove lo sconfigge a Farsalo (48 a.C.). Soppressi i focolari di rivolta pompeiani in Egitto (Tapso, 46 a.C.), dove Pompeo è ucciso per mano del principe Tolomeo, e in Spagna (Munda 45 a.C.), Cesare torna a Roma ed è proclamato dittatore a vita.
Le idi di marzo del 44 a.C. cade vittima di una congiura in cui è implicato il figlio adottivo Bruto.
DEFINIZIONE DEL GENERE:
L' opera si rispecchia chiaramente nel romanzo biografico, il cui protagonista risulta scomparso circa un secolo prima della narrazione.
EVIDENZIAZIONE PARTICOLARI IMPORTANTI:
La clementia Caesaris:
Con questa espressione si indica l' atteggiamento di Cesare verso coloro che ha sconfitto: il condottiero fortunato, infatti, perdona facilmente i nemici e ripone in loro fiducia, ritenendo che sia meglio possedere un numero sempre più vasto di sostenitori piuttosto che circondarsi di poche persone fidate e dover fronteggiare accaniti oppositori.
La prima prova di "clementia" vede protagonista il giovane Clodio: nonostante sia stato accusato di essere furtivamente penetrato nell' abitazione di Cesare in occasione della festa della Bona Dea viene da lui assolto.
Allo stesso modo Bruto e Cassio, vinti durante la spedizione in Spagna contro i figli di Pompeo, vengono liberati insieme a molti altri prigionieri.
Quando Catone si suicida per non cadere nelle mani di Cesare, le parole di quest' ultimo esprimono tutto il disappunto per la perdita di un possibile "strumento" politico: <Catone, ti invidio la morte perché mi hai tolto la possibilità di salvarti>.
Durante la spedizione in Gallia, Cesare non sottomette le popolazioni vinte umiliandole od opprimendole, ma si allea con loro.
La fortuna:
Se la sorte non fosse stata così favorevole a Cesare, sicuramente egli non avrebbe avuto un successo così grande.
E' stato fortunato perché è riuscito a fronteggiare singolarmente i problemi in cui si è imbattuto; se la rivolta in Gallia e la guerra civile si fossero manifestate contemporaneamente, è probabile che i risultati non sarebbero stati così soddisfacenti.
Le imprese che Cesare ha condotto si sono sempre risolte con una vittoria grazie alla buona sorte (oltre naturalmente alla grande abilità strategica ed al perfetto addestramento dell' esercito). Cesare stesso ne era cosciente: dialogando con un rematore che lo portava al largo di Brindisi afferma: <Va, o generoso, osa e non temere, tu porti Cesare e la Fortuna di Cesare che naviga con lui>.
Anche la sua vita è una lotta contro la sorte: tenta più volte manovre azzardate, come la conquista del titolo di pontefice massimo (in proposito dice: <Madre, oggi vedrai tuo figlio pontefice massimo o esule>) ed il passaggio del Rubicone (famosa è la frase < Alea iacta est>).
La strumentalizzazione della massa:
L' appoggio del popolo e dell' esercito è indispensabile per la gestione del potere, è quindi conveniente riuscire a controllare sia la plebe che i soldati per vedere realizzate le proprie ambizioni.
Cesare trova dapprima l' appoggio del popolo, grazie al successo ottenuto con i discorsi funebri dedicati alla zia Giulia ed alla moglie Cornelia, alle elargizioni di grano, agli spettacoli teatrali ed ai giochi circensi; si conquista poi l' ammirazione dei seguaci di Mario con l' esposizione delle statue dello stesso. Si procura l' appoggio dei soldati con la divisione dei ricchi bottini di guerra.
La massa, spesso ignorante, cede alle sapienti parole dell' oratore e sostiene chi dichiara di curarsi dei suoi interessi: Cesare ne è cosciente e agisce nella giusta direzione. Gli stessi nemici sono strumentalizzati perché non colgono quale sottile interesse politico è celato nella "clementia caesaris".
Il coraggio:
Cesare e i suoi soldati non temono l' esposizione al pericolo, ma affrontano la morte con temerarietà. Le gesta eroiche ricordate nel testo sono numerose: Curione protegge il giovane Cesare in Senato con la sua toga quando questi è accusato di aver avuto relazioni con Catilina; in Spagna, Acilio, soldato di Cesare, riesce a mantenere il controllo della sua nave e a respingere i nemici benché privato della destra, mentre Cassio Sceva si scaglia con fervore contro gli "hostes" sebbene abbia perso un occhio e riporti ferite a una gamba ed a una spalla; in Britannia un soldato salva i centurioni e dimostra disprezzo del pericolo ma chiede perdono al "dux" vittorioso per aver perso lo scudo nel combattimento; presso Farsalo, Gaio Crassino si lancia tra i soldati di Pompeo lasciandovi la vita, ma felice di una bella vittoria.
Le imprese più belle e più audaci, di cui lo stesso Cesare è spesso protagonista, sono strumenti efficaci per invitare i soldati alla battaglia.
CONFRONTO CON OPERE ANTECEDENTI:
- GIULIO CESARE, "De bello Gallico"
Ben diverso è lo stile ed il metodo adottato dai due scrittori: Plutarco predilige aneddoti, scene di vita quotidiana e privata, riassume sinteticamente con scelte individuali; al contrario Cesare è prevalentemente interessato ad episodi di battaglia, spesso interpolati con brevi approfondimenti culturali e folcloristici; si mantiene nella maggiore obbiettività possibile ed appunta ogni evento particolare.
Cesare predilige il soldato eroico, Plutarco l' uomo comune con i suoi pregi e difetti.
Il rigore storico del romano è irreprensibile, l' attendibilità degli scritti del greco è maggiormente discutibile.
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