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Traduzione di Coketown
Coketown, verso la quale dirigevano i loro passi Gradgrind e Bounderby, era un trionfo di fatti; non c'era la benché minima traccia di fantasia lì, non più di quanto ce ne fosse nella signora Gradgrind. Prima di eseguire l'intera melodia, facciamo risuonare la nota dominante: Coketown.
Era una città di mattoni rossi o, meglio, di mattoni che sarebbero stati rossi, se fumo e cenere lo avessero consentito. Così come stavano le cose, era una città di un rosso e di un nero innaturale come la faccia dipinta di un selvaggio; una città piena di macchinari e di alte ciminiere dalle quali uscivano, snodandosi ininterrottamente, senza mai svoltolarsi del tutto, interminabili serpenti di fumo. C'era un canale nero e c'era un fiume violaceo per le tinture maleodoranti che vi si riversavano; c'erano vasti agglomerati di edifici pieni di finestre che tintinnavano e tremavano tutto il giorno; a Coketown gli stantuffi delle macchine a vapore si alzavano e si abbassavano con moto regolare e incessante come la testa di un elefante in preda a una follia malinconica. C'erano tante strade larghe, tutte uguali fra loro, e tante strade strette ancora più uguali fra loro; ci abitavano persone altrettanto uguali fra loro, che entravano e uscivano tutte alla stessa ora, facendo lo stesso scalpiccio sul selciato, per svolgere lo stesso lavoro; persone per le quali l'oggi era uguale all'ieri e al domani, e ogni anno era la replica di quello passato e di quello a venire.
Questi attributi di Coketown erano in gran parte inseparabili dall'industria che dava da vivere alla città; su questo sfondo, in contrasto, c'erano gli agi del vivere che si diffondevano in tutto il mondo; c'erano la raffinatezza e la grazia del vivere che contribuivano - non indaghiamo in quale misura - a creare quella gentildonna elegante che storceva il nasino al solo sentir nominare il luogo or ora descritto.
Non c'era nulla a
Coketown che non stesse a indicare una industriosità indefessa. Se i seguaci di
una setta religiosa decidevano di erigere una chiesa - cosa che avevano fatto i
seguaci di diciotto sette - ne saltava fuori un pio magazzino di mattoni rossi,
sormontato, a volte (ma soltanto negli esemplari più raffinati), da una campana
racchiusa in una specie di gabbia per uccelli. Unica eccezione era
In una città così dedita al fatto, così trionfalmente sicura della sua supremazia, naturalmente tutto andava a gonfie vele, vero? Be', non proprio. No? Povero me!
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