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MARIA MONTESSORI
Vita e opere
Assieme alle sorelle Agazzi, Maria Montessori è l'altro grande faro dell'educazione infantile in Italia. A differenza delle Agazzi, però, Maria Montessori perviene l'educazione non dalla scuola, ma dalla medicina. Tale impronta scientifica costituisce uno dei tratti caratterizzanti del suo metodo e uno dei motivi della sua efficacia.
Nata a Chiaravalle (Ancona) nel 1870,
frequenta la facoltà di Medicina a Roma. Nella storia dell'università italiana,
è ricordata come la prima donna ad essersi laureata in Medicina, ma non si
tratta solo di una curiosità storica, perché
Ottiene la nomina di assistente presso la clinica psichiatrica dell'Università di Roma, dedicandosi al recupero dei bambini con problemi psichici, da lei chiamati subnormali.
Qui si incontra con la letteratura, soprattutto francese, sviluppatasi nei primi decenni dell'Ottocento, a proposito di casi di fanciulli selvaggi, allevati da animali, ritrovati in zone isolate nel corso del Settecento. Soprattutto i medici francesi Jean-Marc Itard (1765-1835) e Edouard Séguin (1812-1880) attirano la sua attenzione, convincendola che un'educazione adeguata può permettere l'inserimento dei bambini "diversi" nella comunità sociale.
Per
Nel 1907 apre la prima Casa dei bambini, e due anni dopo, nel 1909, pubblica la prima sua opera, vero e proprio "manifesto scientifico" del montessorismo: Il metodo della pedagogia scientifica applicata all'educazione infantile delle case dei bambini. Nasce così il movimento montessoriano, con corsi appositi per la formazione degli insegnanti a livello nazionale ed internazionale.
Nel 1924 nasce l'Opera nazionale Montessori e
Nel 1933, esce La pace e l'educazione, ma
Morì a Noordwyk, in Olanda, nel 1952, lasciando, tra le altre opere fondamentali, Autoeducazione nelle scuole elementari (1916), Manuale di pedagogia scientifica (1921), Il segreto dell'infanzia (1938) e La mente assorbente del 1952.
Pensiero pedagogico
Il pensiero pedagogico montessoriano parte dallo studio dei bambini con problemi psichici, successivamente lo espande allo studio dell'educazione per tutti i bambini. Lei stessa sosteneva che il metodo applicato su persone subnormali aveva effetti stimolanti anche se applicato per l'educazione di bambini normali. A suo giudizio, i bambini hanno diritto non solo ad essere educati e tutelati nei loro diritti all'educazione e alla crescita, ma soprattutto hanno diritto a essere studiati, nel senso di comprendere veramente quali sono i meccanismi di apprendimento e di socializzazione che li caratterizzano, anche prima dell'avvio all'istruzione elementare. Occorre esplorare i processi di maturazione della personalità fin dai primi anni di vita, in territori ancora ampiamente sconosciuti, dove però i genitori e gli educatori pretendono di imporre metodi e di dettare regole. La sua ideologia identifica il bambino come essere completo, capace di sviluppare energie creative ed è possessore di disposizioni morali (come l'amore), che l'adulto ha ormai compresso dentro di sé rendendole inattive. L'adulto ha la tendenza di reprimere la personalità del bambino e spesso lo costringe a vivere in un ambiente di altra misura con ritmi di vita innaturali.
Il principio fondamentale deve essere la libertà dell'allievo. Poiché solo la libertà favorisce la creatività del bambino, già presente nella sua natura. Dalla libertà deve emergere la disciplina. Un individuo disciplinato è capace di regolarsi da solo quando sarà necessario seguire delle regole di vita. Il periodo infantile è un periodo di enorme creatività, è una fase in cui la mente del bambino assorbe le caratteristiche dell'ambiente circostante facendole sue e crescendo per mezzo di esse, in modo naturale e spontaneo senza dover compiere alcun sforzo cognitivo.
Con
Il pensiero pedagogico montessoriano riparte poi dalla pedagogia scientifica, infatti, l'introduzione della scienza nel campo dell' educazione è il primo passo fondamentale per poter costruire un'osservazione obbiettiva del soggetto. L'oggetto dell'osservazione non è il bambino in sé, ma è costituito dalla scoperta del bambino nella sua spontaneità ed autenticità.
Infine della scuola tradizionale infantile critica il fatto che tutto l'ambiente sia a misura di adulto, per questo il bambino non si trova a suo agio e non trova le condizioni per poter agire spontaneamente.
La casa dei bambini come ambiente adatto
Nel 1907
fonda a Roma la prima casa dei bambini,
destinata non più ai bambini subnormali, ma ai figli degli abitanti del
quartiere San Lorenzo. Si tratta di una casa speciale, non costruita per i bambini ,ma è una casa dei bambini. Gli spazi
in cui vivono i bambini sono educativi, cioè su misura per le esigenze
formative dei piccoli. Il vecchio arredamento classico della scuola viene
rimosso e scartato senza indugi. Anche la collocazione urbana o rurale della
Casa dei bambini è progettata con particolare attenzione, per evitare sia
l'isolamento, sia la dannosa convivenza in grandi agglomerati urbani. Le classi
sono poche e vengono ospitate in locali non troppo vasti. Tutte le
suppellettili (maniglie, sedie, ecc..) sono proporzionate alle dimensioni
fisiche dei bambini, sia nelle normali aule di lezione, sia nei locali comuni,
destinati alla refezione, alla ricreazione, alla lettura. Con gli stessi
criteri sono organizzati gli spazi esterni, ove indispensabile è la presenza
del giardino. Ove questo non sia possibile,
Il materiale scientifico
La maestra deve astenersi da interventi coercitivi e direttivi, e lasciare il posto ai materiali. La lezione di Itard e Séguin, fa ipotizzare alla Montessori che il subnormale e il bambino abbiano lo stesso problema: non carenza di stimoli ma, eccesso di stimoli. La loro mente non possiede ancora le strategie sufficienti per ordinarli. Occorre pertanto offrire gli stimoli in un modo tale da consentire un ordine progressivo. Grazie al materiale didattico, l'autorità magistrale è contenuta e l'alunno diviene capace di esprimersi e di regolarsi secondo i propri ritmi e le proprie capacità: non è "ordinato", ma al contrario egli si "ordina". Gli strumenti didattici montessoriani sono costituiti da materiale scientifico e strutturato, cioè appositamente progettato e costruito per sviluppare, negli ambiti delle diverse attività sensoriali, competenze specifiche con gradualità e progressività.
Per i piccoli dai 2 ai 3 anni sono offerte
diverse serie di cilindri variati gradualmente per ciascuna dimensione, blocchi
di legno a forma di cubi, prismi e aste: tutti materiali sui quali al bambino è
richiesto di agire, mettendo in ordine il materiale secondo criteri diversi
(colore, altezza, peso, incastro). Famose sono le tavolette studiate dalla
Montessori per affinare il senso del tatto: i bambini devono ordinarle
esclusivamente toccandole. Anche per l'educazione dell'udito
Con il quinto anno di età il bambino ha ormai
acquisito una notevole sensibilità, che ha affinato al punto di poterla
utilizzare nell'apprendimento della lettura e della scrittura. Comincia a
conoscere le lettere alfabetiche, riprodotte in dimensioni grandi, seguendone
il contorno e imparando così a distinguerle. Le prime parole sono composte
utilizzando alfabetari mobili, oppure disegnando i segni alfabetici per
imitazione. La lettura va di pari passo. Lungamente preparata, la scrittura
diretta esplode improvvisamente, ma questo salto di qualità è il frutto di un
lavoro lungo e sistematico di potenziamento delle capacità sensoriali. Con la
stessa lenta gradualità è introdotto il far di conto. Tutte le serie sensoriali
già descritte sono realizzate seguendo il sistema metrico decimale. La
conoscenza delle dieci cifre si raggiunge con lo stesso sistema usato per le
lettere alfabetiche. Altro materiale notissimo è costituito dal casellario dei
fusi: una cassetta con dieci compartimenti, da
La maestra "direttrice"
I termini "maestra giardiniera" e di "educatrice" tracciano bene il profilo della docente agazziana, che organizza le attività educative stimolando il fare dei piccoli e indirizzandolo secondo le mete prefissate. Ben diverso è il ruolo della maestra montessoriana, per la quale più adeguato, a giudizio della stessa Montesssori, è il termine "direttrice". In effetti, il materiale educativo proposto è da applicare rigidamente e senza varianti. La "direttrice" dirige l'attività, ma non insegna; sta in mezzo ai bambini e passa, secondo i bisogni, dall'uno all'altro, assistendoli individualmente. Lascia che ciascuno si concentri sul genere di materiale scelto auotonomamente.
Sempre attraverso i materiali strutturati,
Certamente il profilo docente che emerge da questi tratti è quello di un'educazione assolutamente atipica: una maestra che utilizza materiali strutturati, senza intervenire nella loro progettazione e produzione, che si riveste di umiltà, imparando il silenzio.
Critiche al metodo montessoriano
Alla Montessori sono state mosse accuse sul piano ideologico per quanto riguarda la contrapposizione troppo rigida del fanciullo "buono" all'adulto "sclerotizzato e corrotto". E' stata subito lamentata un'eccessiva attenzione rivolta all'educazione dei sensi, apparsa ad alcuni quasi ossessiva, mentre è stata rilevata la sottovalutazione del disegno, dei giochi di costruzione. Alcuni hanno paragonato il bambino montessoriano ad un treno, libero di correre, ma solo sui binari predisposti con il materiale didattico. Inoltre è stato criticato il carattere artificioso dei materiali e l'uso troppo rigido del loro impiego. Molti critici, schierandosi decisamente a favore delle sorelle Agazzi, hanno lamentato che gli ospiti della Casa montessoriana crescono isolati dall'ambiente di vita, tanto che si interrompe la continuità dei contatti sociali, a partire dalla famiglia. Altri rilievi, più specifici, hanno riguardato l'anticipazione precoce dell'insegnamento della lettura e scrittura, con l'uso di materiale che privilegia associazionismi senso-motori e forme di addestramento, più che di educazione. Nonostante le critiche il metodo montessoriano è tuttora diffuso ed utilizzato in modo particolare all'estero.
L'educazione alla pace come significato ultimo del montessorismo
In Educazione per il mondo nuovo (1946), Maria Montessori sostiene che è necessaria una nuova educazione per "aiutare l'umanità a formarsi una nuova coscienza e a realizzare un nuovo adattamento per il mondo in cui vive". Tale educazione non si potrà realizzare "se non si danno condizioni di libertà e indipendenza al bambino", perché è il bambino "l'organo stesso dell'adattamento". A ragione Guido Galeazzi sostiene che l'intera opera pedagogica montessoriana può essere considerata incentrata sul tema dell' "educazione alla pace", come risultato di una riorganizzazione psichica dell'umanità nel rispetto del bambino e della sua vita da parte dell'adulto.
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