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Maria montessori




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MARIA MONTESSORI


Vita e opere

Assieme alle sorelle Agazzi, Maria Montessori è l'altro grande faro dell'educazione infantile in Italia. A differenza delle Agazzi, però, Maria Montessori perviene l'educazione non dalla scuola, ma dalla medicina. Tale impronta scientifica costituisce uno dei tratti caratterizzanti del suo metodo e uno dei motivi della sua efficacia.

Nata a Chiaravalle (Ancona) nel 1870, frequenta la facoltà di Medicina a Roma. Nella storia dell'università italiana, è ricordata come la prima donna ad essersi laureata in Medicina, ma non si tratta solo di una curiosità storica, perché la Montessori partecipa attivamente al movimento di emancipazione femminile, prendendo anche parte a manifestazioni internazionali, è infatti rimasto famoso un suo intervento al Congresso di Berlino nel 1896.

Ottiene la nomina di assistente presso la clinica psichiatrica dell'Università di Roma, dedicandosi al recupero dei bambini con problemi psichici, da lei chiamati subnormali.

Qui si incontra con la letteratura, soprattutto francese, sviluppatasi nei primi decenni dell'Ottocento, a proposito di casi di fanciulli selvaggi, allevati da animali, ritrovati in zone isolate nel corso del Settecento. Soprattutto i medici francesi Jean-Marc Itard (1765-1835) e Edouard Séguin (1812-1880) attirano la sua attenzione, convincendola che un'educazione adeguata può permettere l'inserimento dei bambini "diversi" nella comunità sociale.

Per la Montessori una data fondamentale è il 1898, quando presenta a Torino, durante un congresso pedagogico, i risultati delle sue prime ricerche. In breve la Montessori è nominata alla direzione della futura Scuola magistrale ortofonica di Roma. Decide allora di rinnovare le sue basi culturali, in linea con lo spostamento dei suoi interessi sul lato educativo, e si laurea in Filosofia.

Nel 1907 apre la prima Casa dei bambini, e due anni dopo, nel 1909, pubblica la prima sua opera, vero e proprio "manifesto scientifico" del montessorismo: Il metodo della pedagogia scientifica applicata all'educazione infantile delle case dei bambini. Nasce così il movimento montessoriano, con corsi appositi per la formazione degli insegnanti a livello nazionale ed internazionale.

Nel 1924 nasce l'Opera nazionale Montessori e la Scuola magistrale Montessori, poi chiusa dal fascismo, poiché, nell'ambito della riforma Gentile, l'educazione infantile è definita come "scuola del grado preparatorio", visione con la quale il lavoro delle Agazzi, può apparire, a prima vista, compatibile con tale visione. Il lavoro della Montessori, al contrario, si muove in una direzione opposta, perché rivendica la piena autonomia istituzionale e pedagogica della Casa dei bambini.

Nel 1933, esce La pace e l'educazione, ma la Montessori è ormai emarginata dalla cultura fascista. L'anno successivo la pedagogista si trasferì all'estero, per diffondere con viaggi e iniziative il montessorismo in Europa e nel mondo.

Morì a Noordwyk, in Olanda, nel 1952, lasciando, tra le altre opere fondamentali, Autoeducazione nelle scuole elementari (1916), Manuale di pedagogia scientifica (1921), Il segreto dell'infanzia (1938) e La mente assorbente del 1952.


Pensiero pedagogico

Il pensiero pedagogico montessoriano parte dallo studio dei bambini con problemi psichici, successivamente lo espande allo studio dell'educazione per tutti i bambini. Lei stessa sosteneva che il metodo applicato su persone subnormali aveva effetti stimolanti anche se applicato per l'educazione di bambini normali. A suo giudizio, i bambini hanno diritto non solo ad essere educati e tutelati nei loro diritti all'educazione e alla crescita, ma soprattutto hanno diritto a essere studiati, nel senso di comprendere veramente quali sono i meccanismi di apprendimento e di socializzazione che li caratterizzano, anche prima dell'avvio all'istruzione elementare. Occorre esplorare i processi di maturazione della personalità fin dai primi anni di vita, in territori ancora ampiamente sconosciuti, dove però i genitori e gli educatori pretendono di imporre metodi e di dettare regole. La sua ideologia identifica il bambino come essere completo, capace di sviluppare energie creative ed è possessore di disposizioni morali (come l'amore), che l'adulto ha ormai compresso dentro di sé rendendole inattive. L'adulto ha la tendenza di reprimere la personalità del bambino e spesso lo costringe a vivere in un ambiente di altra misura con ritmi di vita innaturali.

Il principio fondamentale deve essere la libertà dell'allievo. Poiché solo la libertà favorisce la creatività del bambino, già presente nella sua natura. Dalla libertà deve emergere la disciplina. Un individuo disciplinato è capace di regolarsi da solo quando sarà necessario seguire delle regole di vita. Il periodo infantile è un periodo di enorme creatività, è una fase in cui la mente del bambino assorbe le caratteristiche dell'ambiente circostante facendole sue e crescendo per mezzo di esse, in modo naturale e spontaneo senza dover compiere alcun sforzo cognitivo.

Con la Montessori molte regole dell'educazione consolidata nei primi anni del secolo cambiarono, i bambini subnormali venivano trattati con rispetto, venivano organizzate per loro delle attività didattiche. I bambini dovevano imparare a prendersi cura di se stessi e venivano incoraggiati a prendere decisioni autonome.

La Montessori sviluppa tutto il suo pensiero pedagogico partendo da una costruttiva critica della psicologia scientifica, corrente di pensiero affermatasi nei primi anni del secolo. L'equivoco della psicologia scientifica era da ricercare nella sua illusione di fondo, secondo la quale erano sufficienti un'osservazione pura e semplice e una misurazione scientifica per creare una scuola nuova, rinnovata ed efficiente.

Il pensiero pedagogico montessoriano riparte poi dalla pedagogia scientifica, infatti,  l'introduzione della scienza nel campo dell' educazione è il primo passo fondamentale per poter costruire un'osservazione obbiettiva del soggetto. L'oggetto dell'osservazione non è il bambino in sé, ma è costituito dalla scoperta del bambino nella sua spontaneità ed autenticità.

Infine della scuola tradizionale infantile critica il fatto che tutto l'ambiente sia a misura di adulto, per questo il bambino non si trova a suo agio e non trova le condizioni per poter agire spontaneamente.


La casa dei bambini come ambiente adatto

La Montessori condivide l'ideale agazziano della scuola infantile come ambiente a misura dei piccoli, con spazi adatti, in cui i bambini possano lavorare in condizioni fisiche dignitose di pulizia e decoro. Essenziale è la partecipazione dei genitori per la cura della salute e dell'igiene come prerequisito della scuola.

Nel 1907 fonda a Roma la prima casa dei bambini, destinata non più ai bambini subnormali, ma ai figli degli abitanti del quartiere San Lorenzo. Si tratta di una casa speciale, non costruita per i bambini ,ma è una casa dei bambini. Gli spazi in cui vivono i bambini sono educativi, cioè su misura per le esigenze formative dei piccoli. Il vecchio arredamento classico della scuola viene rimosso e scartato senza indugi. Anche la collocazione urbana o rurale della Casa dei bambini è progettata con particolare attenzione, per evitare sia l'isolamento, sia la dannosa convivenza in grandi agglomerati urbani. Le classi sono poche e vengono ospitate in locali non troppo vasti. Tutte le suppellettili (maniglie, sedie, ecc..) sono proporzionate alle dimensioni fisiche dei bambini, sia nelle normali aule di lezione, sia nei locali comuni, destinati alla refezione, alla ricreazione, alla lettura. Con gli stessi criteri sono organizzati gli spazi esterni, ove indispensabile è la presenza del giardino. Ove questo non sia possibile, la Montessori cerca almeno di ottenere pareti mobili per attività flessibili e spazi esterni attrezzati per usi molteplici. L'aula è una "sala di lavoro" e non un luogo di assistenza, deve essere arredata con gusto, con tavolinetti al posto dei banchi e con sedie libere, in modo da poter essere trasportate e utilizzate nei luoghi più diversi. Come nel modello delle sorelle Agazzi, la pulizia dei locali è affidata agli stessi bambini, che la vivono come una gaia occupazione e come un'educazione all'ordine e al decoro. Anche le attività di vita quotidiana, come il vestirsi e lo spogliarsi, aiutando i compagni, sono volte ad apprezzare la vita nella scuola come permanenza nella propria "casa": una casa a misura dei bambini che risponde così a tutti i loro bisogni.


Il materiale scientifico

La maestra deve astenersi da interventi coercitivi e direttivi, e lasciare il posto ai materiali. La lezione di Itard e Séguin, fa ipotizzare alla Montessori che il subnormale e il bambino abbiano lo stesso problema: non carenza di stimoli ma, eccesso di stimoli. La loro mente non possiede ancora le strategie sufficienti per ordinarli. Occorre pertanto offrire gli stimoli in un modo tale da consentire un ordine progressivo. Grazie al materiale didattico, l'autorità magistrale è contenuta e l'alunno diviene capace di esprimersi e di regolarsi secondo i propri ritmi e le proprie capacità: non è "ordinato", ma al contrario egli si "ordina". Gli strumenti didattici montessoriani sono costituiti da materiale scientifico e strutturato, cioè appositamente progettato e costruito per sviluppare, negli ambiti delle diverse attività sensoriali, competenze specifiche con gradualità e progressività.

La Montessori realizza del materiale didattico specifico per l'educazione sensoriale e motoria del bambino e lo suddivide in:

  • Materiale didattico analitico, incentrato su un'unica qualità dell'oggetto, per esempio peso, forma, colore e dimensioni, educando i sensi isolatamente.
  • Materiale didattico auto-correttivo, educando il bambino all'auto-correzione dell'errore e al controllo dell'errore, senza l'intervento dell'educatore.
  • Materiale didattico attraente, oggetti di facile manipolazione e uso, creato per invogliare il bambino all'attività di gioco-lavoro con esso.

Per i piccoli dai 2 ai 3 anni sono offerte diverse serie di cilindri variati gradualmente per ciascuna dimensione, blocchi di legno a forma di cubi, prismi e aste: tutti materiali sui quali al bambino è richiesto di agire, mettendo in ordine il materiale secondo criteri diversi (colore, altezza, peso, incastro). Famose sono le tavolette studiate dalla Montessori per affinare il senso del tatto: i bambini devono ordinarle esclusivamente toccandole. Anche per l'educazione dell'udito la Montessori ha ideato soluzioni tecniche assai sagaci.

Con il quinto anno di età il bambino ha ormai acquisito una notevole sensibilità, che ha affinato al punto di poterla utilizzare nell'apprendimento della lettura e della scrittura. Comincia a conoscere le lettere alfabetiche, riprodotte in dimensioni grandi, seguendone il contorno e imparando così a distinguerle. Le prime parole sono composte utilizzando alfabetari mobili, oppure disegnando i segni alfabetici per imitazione. La lettura va di pari passo. Lungamente preparata, la scrittura diretta esplode improvvisamente, ma questo salto di qualità è il frutto di un lavoro lungo e sistematico di potenziamento delle capacità sensoriali. Con la stessa lenta gradualità è introdotto il far di conto. Tutte le serie sensoriali già descritte sono realizzate seguendo il sistema metrico decimale. La conoscenza delle dieci cifre si raggiunge con lo stesso sistema usato per le lettere alfabetiche. Altro materiale notissimo è costituito dal casellario dei fusi: una cassetta con dieci compartimenti, da 0 a 9, ove sono contenuti tanti fusetti di legno quanti sono indicati nelle cifre stesse. Sempre su questo modello sono ideati materiali per consentire ai bambini di superare la barriera del 9 e apprendere l'uso delle decine.


La maestra "direttrice"

I termini "maestra giardiniera" e di "educatrice" tracciano bene il profilo della docente agazziana, che organizza le attività educative stimolando il fare dei piccoli e indirizzandolo secondo le mete prefissate. Ben diverso è il ruolo della maestra montessoriana, per la quale più adeguato, a giudizio della stessa Montesssori, è il termine "direttrice". In effetti, il materiale educativo proposto è da applicare rigidamente e senza varianti. La "direttrice" dirige l'attività, ma non insegna; sta in mezzo ai bambini e passa, secondo i bisogni, dall'uno all'altro, assistendoli individualmente. Lascia che ciascuno si concentri sul genere di materiale scelto auotonomamente.

Sempre attraverso i materiali strutturati, la Montessori risolve il problema della disciplina a scuola: il bambino che disturba viene messo da solo. Da questa posizione osserva ordinato il lavoro dei compagni, e comincia ad apprezzare e a desiderare l'ordine, cercando di parteciparvi. La direttrice non ha bisogno di distribuire né premi, né castighi. Uno dei sussidi più importanti dell'educazione sensoriale è il "silenzio", che crea un fascino discreto ed è apprezzato ben presto da tutti; è anche lo strumento più utile alla maestra per ricondurre a lei l'attenzione generale.

Certamente il profilo docente che emerge da questi tratti è quello di un'educazione assolutamente atipica: una maestra che utilizza materiali strutturati, senza intervenire nella loro progettazione e produzione, che si riveste di umiltà, imparando il silenzio.


Critiche al metodo montessoriano

Alla Montessori sono state mosse accuse sul piano ideologico per quanto riguarda la contrapposizione troppo rigida del fanciullo "buono" all'adulto "sclerotizzato e corrotto". E' stata subito lamentata un'eccessiva attenzione rivolta all'educazione dei sensi, apparsa ad alcuni quasi ossessiva, mentre è stata rilevata la sottovalutazione del disegno, dei giochi di costruzione. Alcuni hanno paragonato il bambino montessoriano ad un treno, libero di correre, ma solo sui binari predisposti con il materiale didattico.  Inoltre è stato criticato il carattere artificioso dei materiali e l'uso troppo rigido del loro impiego. Molti critici, schierandosi decisamente a favore delle sorelle Agazzi, hanno lamentato che gli ospiti della Casa montessoriana crescono isolati dall'ambiente di vita, tanto che si interrompe la continuità dei contatti sociali, a partire dalla famiglia. Altri rilievi, più specifici, hanno riguardato l'anticipazione precoce dell'insegnamento della lettura e scrittura, con l'uso di materiale che privilegia associazionismi senso-motori e forme di addestramento, più che di educazione. Nonostante le critiche il metodo montessoriano è tuttora diffuso ed utilizzato in modo particolare all'estero.


L'educazione alla pace come significato ultimo del montessorismo

In Educazione per il mondo nuovo (1946), Maria Montessori sostiene che è necessaria una nuova educazione per "aiutare l'umanità a formarsi una nuova coscienza e a realizzare un nuovo adattamento per il mondo in cui vive". Tale educazione non si potrà realizzare "se non si danno condizioni di libertà e indipendenza al bambino", perché è il bambino "l'organo stesso dell'adattamento". A ragione Guido Galeazzi sostiene che l'intera opera pedagogica montessoriana può essere considerata incentrata sul tema dell' "educazione alla pace", come risultato di una riorganizzazione psichica dell'umanità nel rispetto del bambino e della sua vita da parte dell'adulto.

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