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L'educazione a Roma




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L'educazione a Roma


Roma è stata formata nel 753 a.C. nel corso dei secoli si sono succeduti vari governi:

dal 753 al 500 a.C. a Roma vi fu l'anarchia

dal 700 a.C. fino al 1 secolo a.C. Roma è stata governata dalle repubbliche

dal 1° al 5° secolo d.C. è natoil primo impero romano


Nella prima fase i romani ritenevano che il bambino ed il giovane dovessero essere educati per diventare un buono "civis" (cittadino). Ogni cittadino doveva essere concentrato per servire lo Stato, non esisteva ne la poesia ne la letteratura perché avrebbero distratto il cittadino dai suoi doveri di servire lo Stato (tutti i poeti vissuti in epoca monarchica e in epoca repubblicana erano stranieri perché per un romano era disdicevole dedicarsi alla poesia, significava tradire lo Stato). Anche il teatro che ad Atena aveva avuto molta importanza era ritenuto negativo, era proibito costruire teatri fissi. Ma poi Roma comincia a sentire l'influenza ateniese, i romani cominciano a cambiare idea. Fino ad allora le case dei romani più importanti erano frugali (povere, essenziali) tanto che la frugalità era un ideale tra i più importanti ideali educativi romani, consisteva nell'insegnare ai giovani ad astenersi da ogni eccesso, mantennero questi ideali educativi per secoli rifacendosi al "moss maiorum" costume degli antenati che prevede un rigido modello educativo.


Il bambino trascorre la sua infanzia con la madre poi a 7 anni subentrava la guida paterna, grazie alla quale impara il mestiere del padre accompagnandolo al lavoro e alle manifestazioni pubbliche.

Al termine del periodo adolescenziale il ragazzo finiva il suo apprendistato e smetteva la toga praetexta una tunica bianca orlata di rosso e con una cerimonia pubblica indossava la toga virile, tutta bianca che gli dava il diritto di entrare a far parte della vita pubblica.

Iniziava allora la carriera militare e quella politica, non esisteva la scuola. Alcuni nobili si servivano di qualche liberto (schiavo ateniese istruito) che svolgeva una funzione di precettore domestico.


Roma sente il bisogno di organizzare le scuole, con tre gradi scolastici:


scuola primaria: venivano insegnati gli elementi della lettura, della scrittura e di calcolo aritmetico.


scuola di grammatica: veniva insegnata la grammatica latina, era frequentata da ragazzi tra i 12-16 anni in numero minore rispetto agli scolari della scuola primaria. Si leggevano e si commentavano gli autori sotto l'aspetto linguistico, grammaticale e metrico.


scuola di retorica: ricavata sul modello greco, gli studenti venivano istruiti per diventare oratori. Gli viene data una base filosofica, giuridica e storica. Gli studenti venivano esercitati a declamare orazioni su temi banali, esse introducevano alla professione di conferenziere e di avvocato, finivano a 20 anni.

Uno dei maestri di retorica più importanti fu Quintiliano che visse tra il 35 e il 95 D.C. L'imperatore Vespasiano lo chiamò per occuparsi della cattedra di eloquenza a Roma. Fu il primo insegnante stipendiato dallo Stato. Scrisse "L'istituto oratoria" un opera composta di 12 libri, negli ultimi due tratteggia la figura dell'oratore, mentre nei primi 10 affronta argomenti pedagogici, tratta con competenza i concetti e i metodi del sistema scolastico vigente sotto l'impero romano. L'oratore per Quintiliano deve essere un tecnico della parola e un esemplare cittadino virtuoso e colto. Egli deve essere formato fin dalla tenera età da una lunga e graduale applicazione allo studio che dovranno essere principalmente studi letterari, filosofici e dovranno comprendere sia il diritto sia l'arte oratoria. Questa visione porta Quintiliano ad interessarsi all'educazione dei bambini. Secondo lui il bambino dovrebbe andare a scuola a 3 anni (concetto moderno) la scuola dovrebbe proporre il gioco, il maestro dovrebbe mantenere un atteggiamento paterno e non dovrebbe mai ricorrere alle minacce. Che incutono soltanto paura e non stimolano all'emulazione. Il suo metodo di insegnamento si caratterizza per:


I)           L'individualizzazione: Quintiliano afferma che le classi sono costituite da elementi di diversa capacità e con problematiche differenti per tanto il maestro non può generalizzare un metodo ma deve adeguare il suo metodo in base alla realtà degli studenti avendo cura di seguire individualmente i casi particolari


II)      la gradualità: consiste nel trattare un argomento alla volta a partire dagli argomenti di complessità inferiore per poi passare ad argomenti di complessità superiore soltanto dopo che l'intera classe abbia ben compreso l'argomento precedente. Da anche indicazione riguardo l'orario scolastico. Le lezioni nelle varie discipline vanno alternate a finché lo studente non si annoi. Nel concetto pedagogico di Quintiliano l'autore evidenzia la superiorità della scuola pubblica rispetto a quella privata, va tenuto presente che i romani per scuola privata intendevano la scuola domestica, cioè quella nella quale l'educazione del bambino era affidata ad un libero (schiavo). Esso afferma che in una collettività di studenti si genera emulazione che è un elemento positivo, stimolante, motivante cosa che invece non sarebbe possibile in un rapporto educativo uno a uno. Egli è definito l'unico e vero pedagogista della storia romana. Altri si sono occupati di problemi educativi però non in modo così approfondito come Quintiliano.

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