La Riforma Gentile

La Riforma Gentile

Insieme di decreti regi datati 1923.

Fini: riorganizzazione amministrativa della scuola; centralizzazione e statalizzazione del sistema scolastico;

Maggiore facoltà di gestione alle varie entità: Ministero > Provveditorati regionali > Presidi > direttori didattici >docenti

Maggiore controllo sul personale docente;

Centralismo burocratico;

Riorganizzazione dell'organico;

Aumento delle retribuzioni;

SCUOLA ELEMENTARE

La Scuola elementare prevedeva 3 gradi:

preparatorio (3 anni)

inferiore (3 anni)

superiore (2 anni)

Al termine di questo percorso era previsto un corso integrativo di 2 anni privo di sbocchi scolastici e da cui nascerà solo in seguito la scuola di avviamento professionale.

La scuole elementari vennero istituite solo nei comuni maggiori: ciò provocò un divario incolmabile tra il nord e il sud Italia, poiché i comuni più svantaggiati, con meno risorse e meno popolati, rimasero inevitabilmente esclusi dal poter avere una propria scuola elementare. Venne inserita l'educazione religiosa il cui scopo, però, non aveva carattere confessionale ma solo pedagogico: era ferma convenzione di Gentile infatti, che il valore della religione non fosse intrinseco al suo credo ma limitato alle regole di moralità e civile convivenza.

SCUOLA SECONDARIA

La scuola secondaria fu il settore dove avvenne il maggior numero di interventi.

Venne introdotta la denominazione di scuola media divisa in due settori:

I grado (dai 3 ai 4 anni);

II grado (dai 3 ai 4 anni);

Venne introdotto l'esame di Stato.

Si insistette soprattutto sul controllo statale delle istituzioni, sulla selezione del personale e degli studenti. Si acuì la concorrenza tra pubblico e privato.

Aumentarono le tasse per demotivare le iscrizioni e mortificare le classi meno abbienti al fine di ridurre gli iscritti ed operare una selezione sempre più stringente. Le discipline privilegiate erano quelle classiche, poiché la convinzione generale prevedeva che le scuole formassero la nuova classe dirigente ed intellettuale: in questa prospettiva l'insegnamento delle lettere, della filosofia e delle lingue classiche era preponderante.

Scuola d'elite e rigidamente severa. Nacque in questo contesto il Liceo Scientifico e quelle che vennero denominate "scuole di scarico", ovvero le scuole tecniche e il licei femminili che avevano scarse pretese intellettuali ed erano vere e proprie scuole di second'ordine. Queste scuole tuttavia, non ebbero grande fortuna; solo le scuole Magistrali (suddivise tra Inferiori e Superiori) ebbero un seguito nel tempo, andando a costituire l'unico canale d'accesso per il Magistero che permetteva di intraprendere la carriera di insegnante. L'istituto Magistrale era "quasi" un liceo classico e per questo motivo avevano grande peso le discipline tradizionali e, in linea con il pensiero di Gentile, non veniva data molto importanza alla pedagogia, alla psicologia e alla didattica poiché discipline ritenute inutili: solo la pratica e l'esperienza potevano avere un vero valore pratico.

UNIVERSITÀ

Il settore dell'università era tradizionalmente suddiviso in due grossi gruppi: l'area dedicata alle Scienze (anche umanistiche) e alla ricerca e l'area destinata prettamente alla didattica.

I professori universitari erano "militarizzati": dovevano prestare un giuramento al regime ed avevano scarsissima libertà didattica. Dovevano essere iscritti al partito e possederne la tessera.

Gli intenti della riforma erano:

limitare gli iscritti e determinare un'istruzione sempre più elitaria;

dividere, centralizzare e caratterizzare gli Atenei secondo una partizione precisa:

atenei antichi e prestigiosi (Roma, Bologna)

atenei sostenuti dallo Stato e da altri enti (Bocconi, Bari.)

università libere (Camerino, Ferrara, Urbino)