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L'800, IL SECOLO DELLA PEDAGOGIA
Il romanticismo
La nuova forma culturale si contrappone al razionalismo illuminista del 700 e rivaluta il sentimento, l'irrazionalità, la storia, la tradizione.
Heinrich Pestalozzi (1746-1827)
Nato a Zurigo, da un pastore protestante di origine italiana, studiò nella città natale e partecipò al movimento per l'indipendenza svizzera.
Si pone a cavallo fra Illuminismo e Romanticismo come ideologia, politicamente è dalla parte del popolo (chiede riforme in direzione di una vera libertà e uguaglianza come voleva la rivoluzione francese per fondare una "società ideale").
Fu influenzato dal pensiero di Rousseau. Il pensiero pedagogico giovanile di Pestalozzi è guidato dai principi rousseauiani dell'educazione secondo natura, dell'educazione familiare e della finalità etica dell'educazione.
Nel 1767 inizia la sua attività di imprenditore-educatore a Neuhof (nuova fattoria) dove si interessa dei problemi della popolazione agricola, avviando iniziative di educazione professionale e dal 1774 accolse a Neuhof ragazzi orfani, per educarli attraverso il leggere, scrivere e far di conto e attraverso il lavoro.
Interrotto nel 1779 l'esperimento di Neuhof, si dedicò alla ricerca teorica.
Nel 1798 dirige anche un istituto per orfani a Stans, organizzato come una famiglia e rivolto a educare moralmente e intellettualmente i ragazzi affidati. Qui Pestalozzi sviluppa i principi fondamentali del suo insegnamento: il metodo intuitivo e il mutuo insegnamento.
Ma è nel 1805 a Yverdon che Pestalozzi organizza il suo metodo educativo nella forma più compiuta.
Al centro del pensiero pedagogico di Pestalozzi si collocano tre teorie:
educazione come processo che deve seguire la natura (si rifà a Rousseau), l'uomo è buono e deve solo essere assistito nel suo sviluppo in modo da liberarne tutte le capacità morali e intellettuali. Secondo Pestalozzi, come già per Rousseau, il bambino ha in sé tutte le "facoltà della natura umana": "egli è come un bocciolo non ancora dischiuso", però "quando si apre ogni petalo si spiega e nessuno rimane indietro", e così "deve essere il processo dell'educazione"
formazione spirituale attraverso educazione morale, intellettuale e professionale tra loro strettamente congiunte (mente, cuore, mano)
istruzione attraverso l'intuizione e il contatto diretto con le esperienze che ogni allievo compie nel proprio ambiente, teoria alla quale Pestalozzi dedicò la più vasta attenzione e che sviluppò in particolare in "Come Geltrude istruisce i suoi figli", secondo la quale è necessario sempre, nell'insegnamento, partire dall'intuizione. Senza "fondamento intuitivo" ogni "verità" è, per i ragazzi, solo "un gioco noioso" e "inadatto alle loro capacità"
I suoi scritti: Leonardo e Geltrude, Come Geltrude istruisce i suoi figli, Il canto del cigno.
Friedrich Frobel (1782-1852)
E' il pedagogista del Romanticismo. Nella sua concezione, le idee di Rousseau e di Pestalozzi nascono ad una nuova vita, imbevendosi della filosofia romantica.
Nato in Turingia, si formò a Jena dove dal 1799 seguì i corsi di filosofia, matematica, ecc.
Nel 1805 fa il suo tirocinio di educatore a Yerdon presso Pestalozzi rilevando la debolezza del metodo del pedagogista svizzero per la prima infanzia. Studia poi a Gottinga e a Berlino scienze naturali e linguistica e pubblica nel 1826 la sua opera principale "L'educazione dell'uomo", in cui sviluppa originalmente motivi di Rousseau, di Pestalozzi. Successivamente fa opera di propaganda per la formazione pedagogica di insegnanti e genitori.
Nel 1839 apre il primo "giardino d'infanzia" che sarà la realizzazione più alta della sua opera di educatore.
Tre aspetti vanno sottolineati nel pensiero educativo di Frobel:
la concezione dell'infanzia - Frobel muove dal un presupposto religioso e in base a tale presupposto, che egli definisce "cristiano", la natura è sempre buona e lo è in quanto partecipe dell'opera divina. E lo è in modo più netto là dove si sottrae alle manifestazioni della società, dove è più genuina e spontanea, come nel bambino. Se nell'infanzia è depositata la voce di Dio, l'educazione deve solo lasciarla sviluppare attraverso una comunicazione profonda con la natura e la costituzione di un'armonia con il mondo. Nel bambino bisogna quindi potenziare la sua capacità creativa, la sua volontà di immergersi nel mondo-natura, di conoscerlo, di dominarlo partecipando col sentimento e attraverso l'arte alla sua attività creativa (con colori, ritmi, suoni, figure, ecc). Così l'attività specifica del bambino è il gioco, che già nell'infanzia è un'attività "seria"
l'organizzazione dei "giardini d'infanzia", assai diversi dagli asili d'infanzia diffusi nell'Europa della Restaurazione. I giardini d'infanzia non sono luoghi di sola raccolta dei bambini ma spazi attrezzati per il gioco e il lavoro infantile, organizzati da una maestra giardiniera che guida le attività senza che queste assumano mai una forma organica e programmatica, come avviene nelle scuole. Nel giardino è l'"intuizione delle cose" messa al centro dell'attività, è il gioco a predominare. Nel giardino ci sono aiuole e spazi verdi per stimolare le varie attività del bambino sotto la guida dell'educatore
la didattica per la prima infanzia che costituisce il "cuore del metodo frobeliano, che oltre a richiamarsi all'importanza del gioco e del canto, dell'attività ludico-estetica, sviluppa una teoria dei "doni". I doni sono una sorta di materiale didattico costituito da oggetti geometrici: essi devono iniziare il bambino alla comprensione dell'essenza della natura, dotati come sono di valore simbolico oltre che didattico. Giocando con i doni, componendoli e componendoli, il bambino afferra le forme elementari del reale, oltre che esprimere la propria attività creativa.
Al di là del formalismo dei "doni" la pedagogia frobeliana fissò un'immagine dell'infanzia come età creativa e fantastica, che deve essere "educata" secondo modalità sue proprie e che è il momento cruciale dell'educazione, quello che getta i semi della personalità futura dell'uomo e che quindi va affrontato con forte coscienza teorica e sensibilità formativa.
Herbart e il realismo (1776-1841)
Johann Friedrich Herbart si oppone al romanticismo con i suoi aspetti irrazionali e antiscientifici e pone il richiamo su una formazione umana che si intrecci con l'esperienza del reale, dello storico e dello scientifico.
importanti sia l'insegnamento scientifico-matematico che storico-letterario
la pedagogia deve costituirsi come scienza
il fine dell'educazione è la formazione morale del fanciullo
Il positivismo
Teoria legata alla tradizione illuministico- rivoluzionaria. Il positivismo esalta la tecnica, la scienza, l'ordine borghese della società. Si ha la nascita della Pedagogia scientifica e sperimentale che tende a separarsi dalla Filosofia.
Esponenti: Spencer, Mill, Comte.
Lo spiritualismo cattolico
Esponenti principali Rosmini e Gioberti.
Rivendica alla chiesa il diritto di insegnare e l'elemento religioso deve dominare i vari processi formativi e istruttivi.
Il socialismo
E' la posizione teorica della classe popolare e delinea strategie di conquista del potere, delineando una società senza classi.
Karl Marx (1818-1883)
E' il fondatore del materialismo storico.
La filosofia di Marx si chiama materialismo storico: secondo Marx sono infatti i rapporti materiali ed economici nella società a determinare il nostro pensiero e la nostra coscienza.
Egli distingue in struttura e sovrastruttura.
La struttura è costituita dai rapporti materiali, economici di una società; la sovrastruttura riguarda il modo di pensare, la politica, le leggi, la religione, la morale.
La sovrastruttura è il riflesso della struttura.
Anche l'educazione è sovrastruttura: in una società capitalista essa è finalizzata al controllo e al mantenimento delle attuali divisioni sociali, ne discende la divisione in una scuola di elite con programmi centrati su discipline linguistico-letterarie per formare la classe dirigente e una scuola per il popolo e le classi svantaggiate basata su una preparazione professionale precoce.
Marx interpreta la storia come succedersi di lotte di classe (schiavi e padroni, plebei e patrizi).
Nella società capitalista si ha il conflitto tra borghesia e proletariato: in questo contesto la classe operaia ha una funzione rivoluzionaria che porterà alla costruzione di una società socialista e all'abolizione della proprietà privata.
L'alienazione operaia
Per Marx il lavoro è ciò che caratterizza l'uomo, è la sua principale fonte di realizzazione. Nel capitalismo però il lavoro è causa di alienazione. La prima causa di alienazione è dovuta alla divisione del lavoro: si ha una netta separazione tra lavoro intellettuale e lavoro manuale che determina una ripartizione ineguale della qualità e della quantità di lavoro; in secondo luogo nel lavoro di fabbrica l'uomo non trova realizzazione e appagamento, anzi la sua creatività viene mortificata a causa della separazione dal prodotto del suo lavoro e a causa del macchinismo della fabbrica alienazione dell'uomo dovuta all'organizzazione capitalistica del lavoro, lavoro "emancipato" come condizione del suo riscatto. Divisione ingiusta del lavoro (solo intellettuale o solo manuale), l'uomo è separato dal prodotto del suo lavoro.
Proposta educativa
Il compito dell'educazione è eliminare la disumanizzazione del lavoro alienato attraverso un modello educativo che concili lavoro produttivo e istruzione. In tal modo il lavoro inteso come componente del processo formativo dà luogo a uno sviluppo totale e onnilaterale dell'uomo formazione dell'uomo "onnilaterale".
Nella scuola politecnica ipotizzata da Marx l'istruzione si basa su 3 elementi:
la formazione spirituale
l'educazione fisica
l'istruzione politecnica: insegnamento dei fondamenti scientifici generali di tutte le attività produttive e addestramento all'uso degli strumenti elementari di tutti i mestieri unisce il lavoro produttivo all'istruzione.
I testi principali di Marx: Il capitale, Ideologia tedesca, Il manifesto del partito comunista.
Lev Nikolaievic Tolstoj (1828-1883)
Introduce un modello di pedagogia radicale e libertaria. Grande romanziere, nella sua tenuta di Jasnasa Poljàna apre una scuola per i figli dei contadini (poi chiusa dalla polizia). Per Tolstoj l'educazione è formarsi alla libertà attraverso la libertà: scuola come palestra di libere attività, studio che parte dall'interesse, disciplina che diviene autodisciplina.
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