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Con la sigla: TIC (Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione) si intende la convergenza di informatica e telematica per nuovi modi di gestire e comunicare l'informazione.
Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione comprendono Internet, l'architettura aperta di rete, la multimedialità.
Quando si parla di società dell'informazione il pensiero corre subito alle autostrade dell'informazione e della comunicazione, così come vengono intese negli Stati Uniti. Tale concetto rimanda ad Internet, alla rete delle reti, alla quale si connettono biblioteche, scuole, aziende, ospedali, qualunque cittadino per ottenere una grande varietà di servizi e di informazioni. In termini tecnici, l'autostrada dell'informazione è una rete di grande capacità trasmissiva (ad esempio via cavo, in fibre ottiche, via satellite) che deve combinare, entro la fine del secolo, i vantaggi della televisione, del calcolatore e del telefono. Il calcolatore parlerà, la televisione ascolterà, il telefono diffonderà immagini. Oggi si può parlare al telefono, scambiare dati informatici col computer ed inviare fax: occorrono apparecchi distinti e c'è la necessità di convertire i dati da un formato ad un altro. Fino a poco tempo fa, quando si trasmettevano immagini, anche fisse, i limiti delle capacità di immagazzinamento e di trasmissione della rete telefonica ostacolavano il servizio.
Le telecomunicazioni finora si sono sviluppate in Europa secondo il principio del monopolio e con una caratteristica: il telefono, tradizionale strumento di comunicazione, utilizza reti di fili di rame la cui installazione implica notevoli lavori meccanici, sproporzionati rispetto ai limiti dei carichi trasportati, mentre la televisione, che comporta flussi di trasmissione elevati, utilizza le onde hertziane, che costituiscono una risorsa rara. Il cambiamento più profondo di questo secolo sarà il rovesciamento di tale situazione: il telefono di domani sarà senza filo (la via è stata aperta dal telefono cellulare), mentre le reti multimediali interattive saranno su cavo. La rete telefonica da terrestre diventa mobile, via satellite, ed alla rete di trasmissione dati ITAPAC si aggiunge la rete ISDN, quella via cavo.
E' cambiato l'ambiente culturale, il cambiamento non è solo tecnologico. Su questo dovremmo riflettere. C'è bisogno di trasparenza delle informazioni, di partecipazione e di comunicazione: ciò crea una pressione per il cambiamento dei rapporti tradizionali tra pubblico e privato ad esempio con l'e-government. E la tecnologia offre uno strumento prezioso per attuare il cambiamento sociale ed organizzativo. L'impatto delle nuove tecnologie TIC nll'organizzazione sociale ha dato luogo alla Società dell'informazione.
Alla dimensione rete si aggiunge una dimensione di organizzazione telematica di networking quando si tratta di fornire 'server' cioè magazzini di indici e dati, in grado di rispondere alle richieste di vari 'client' o "browser" del Web. Sono abbandonati i grandi calcolatori ('mainframe') costosi e difficili da gestire, sostituiti dai sistemi di calcolatori mini e personal con sistema operativo standard o preferibilmente aperto. La ricerca e lo sviluppo tecnologico tentano di estendere l'uso di applicazioni telematiche ad un pubblico più vasto, dando attenzione anche al miglioramento delle tecniche di immagazzinamento, recupero e diffusione delle informazioni.
L'architettura aperta (come il nuovo canone bibliografico dell'Open Archive initiative - OAI) permette di superare alcuni limiti delle banche dati tradizionali, ad esempio consentendo una ricerca unica (integrata) e facilitata in una molteplicità di sistemi diversi distribuiti in rete. Allestire un deposito di dati (server) equivale alla pubblicazione, intesa come rendere pubblico il documento che si memorizza nel server; più avanti nel corso discuteremo più approfonditamente il concetto di pubblicazione. Come la stampa tradizionale, il server in rete assicura la divulgazione di idee e concetti in modo immediato, anche se ancora visitato dai soli cybernauti o navigatori di rete. A differenza della stampa tradizionale, ancora manca un flusso validato alle pubblicazioni come quello realizzato nel tempo per le pubblicazioni su carta.
Molte e importanti sono le conseguenze dell'architettura aperta, ad esempio, per le biblioteche e i centri di documentazione; basti elencarne solo le seguenti:
- dovranno essere realizzati, a livello nazionale o di specializzazione disciplinare, dei server che, come enormi biblioteche di dati compressi in poco spazio, memorizzino su supporto digitale la letteratura e la documentazione corrente e retrospettiva. Ciò consentirà alle biblioteche di migliorare l'accesso ai documenti anche senza disporre fisicamente della copia del documento;
- sistemi di gestione distribuiti e aperti potranno essere interconnessi, ed interoperare, liberando finalmente dai problemi finora insormontabili della compatibilità tra programmi diversi;
- l'arricchimento dei server e la personalizzazione dei client diventa una funzione che si aggiunge a quelle tradizionali del bibliotecario, che potrà avvantaggiarsi della sua esperienza specifica per dilatare il servizio della biblioteca tradizionale a quello della biblioteca digitale, in ciò facendo proprie anche alcune competenze attualmente degli informatici (o interagendo strettamente con questi).
La comunicazione umana avviene parlando, ascoltando e vedendo. Per poter mettere la rivoluzione elettronica al servizio delle relazioni umane bisogna quindi estendere la trasmissione telematica ai tre modi di espressione e comunicazione della conoscenza: testo, suono, immagine. Poichè la digitalizzazione investe oggi anche l'immagine ed il suono, la fusione del mondo dell'informatica e del mondo delle telecomunicazioni conduce ad un incontro del terzo tipo con il mondo del divertimento: cinema, televisione, video. Anche il mondo della cultura potrà avvantaggiarsi da questa opportunità: le videoconferenze sostituiranno i convegni, la formazione potrà avvenire a distanza (e-learning), i musei potranno entrare nelle case di tutti, le pubblicazioni multimediali saranno pubblicati sempre più spesso dagli editori e diverranno comuni le biblioteche digitali che rendono fruibili allo stesso modo testi, immagini e suoni.
Settembre 1993: il Governo americano annuncia lo sviluppo della National Information Infrastructure (NII), destinata a costituire l'autostrada elettronica per la diffusione dell'informazione. Il programma NII si basa su una rete ultraveloce ad elevata portata, che svolgerà nel settore della circolazione delle informazioni il ruolo svolto dalle ferrovie transcontinentali nel secolo scorso.
Dicembre 1993: il Presidente del Consiglio dei ministri dell'Unione Europea Delors presenta il Libro Bianco _ in cui viene sviluppato il concetto di comunicazione dell'informazione nell'Unione Europea. Il Gruppo presieduto dal Commissario Bangemann è stato incaricato successivamente di definire un piano di intervento su come realizzare gli aspetti più rilevanti del Libro Bianco per la promozione della società dell'informazione. A differenza di quanto avviene oltreoceano, la costruzione delle autostrade telematiche in Europa non costituisce l'obiettivo principale. Lo sviluppo di un sistema avanzato di infrastrutture, che comprende anche gli strumenti di comunicazione multimediali, viene considerato funzionale alla nascita della nuova società dell'informazione.
Nel 1994 il Governo giapponese finanzia vari progetti di 'infocomunicazione' di cui uno, chiamato Library 2000, mira a digitalizzare ed a rendere disponibili, simultaneamente per molti utilizzatori, libri elettronici, film, corsi di lingua e nastri.
Stati Uniti, Giappone ed Europa si impegnano contemporaneamente nell'applicazione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione: l'utopia perseguita è quella della comunicazione globale che trasformerà un giorno il pianeta in un villaggio. Il vantaggio degli Stati Uniti è quello di essere già forniti di reti di telecomunicazione via cavo e di reti satellite per il trasporto dei dati senza filo.
Ed in Italia? Il rinnovamento della rete telefonica italiana richiede l'introduzione delle tecnologie digitali, proprie dell'informatica, sia nelle centrali telefoniche sia nei sistemi di trasmissione che le collegano. Il processo di trasformazione della rete italiana è molto lenta e la qualità della trasmissione dei dati ne risente.
La questione del finanziamento pubblico delle infrastrutture di rete è oggetto di acceso dibattito all'interno dell'Unione Europea, senz'altro per via della diversità politica dei Paesi membri. Per i sostenitori dell'approccio detto 'liberale' l'abolizione dei monopoli permetterebbe da sola di incanalare gli investimenti privati verso dei progetti di infrastruttura. Le priorità verrebbero stabilite dalle imprese in base a dei criteri puramente economici in funzione della loro percezione delle occasioni di investimento più proficue. Tale approccio, per i suoi sostenitori, sarebbe il solo efficace poichè le spese pubbliche, siano esse finanziate dalle imposte o dall'indebitamento, servono nella migliore delle ipotesi a spostare degli impieghi, non a crearne altri. Altri invece vorrebbero l'intero finanziamento pubblico. In ogni caso tutti concordano su un nuovo equilibrio tra settore pubblico e settore privato.
E' importante chiarire i fattori in gioco. Che si tratti dei programmi NII del governo americano, delle reti di telecomunicazione transeuropeee o delle reti di infocomunicazione giapponesi, gli investimenti necessari sono colossali e non è certo che il finanziamento pubblico potrà assumere tale onere. In realtà i mercati che possono sostenere lo sviluppo di queste infrastrutture si trovano all'opposto della scala delle priorità sociali: servizi di programmazione video a richiesta, teleacquisto, videogiochi. Per i settori culturali, che non dipendono in modo prioritario da una logica di mercato, come le biblioteche, la teleformazione ed il telelavoro, sarà necessario l'intervento dei poteri pubblici. Si tratta di sapere se l'Europa deve, come negli Stati Uniti, incoraggiare il settore privato ad investire massicciamente nelle nuove infrastrutture di autostrade elettroniche oppure far evolvere semplicemente le infrastrutture esistenti per permettere lo sviluppo di nuovi servizi in condizioni economiche meno onerose. Rispetto a queste due concezioni opposte il Libro Bianco suggerisce un approccio di mediazione e pone l'accento sul progresso economico e sociale che l'attuazione delle autostrade elettroniche può apportare alla Comunità. Nel Rapporto Bangemann, elaborato in seno all'Unione Europea nel 1994, vengono indicate dieci aree di applicazione nelle quali si presume che verrano espressi nel breve-medio periodo i potenziali di sviluppo del mercato multimediale tra cui naturalmente le biblioteche. Potrà interessare gli studenti che, secondo quanto emerso da indagini dell'UE, se solo un decimo della forza lavoro nel settore del trattamento e della diffusione delle informazioni utilizzasse le nuove infrastrutture offerte dalle telecomunicazioni, vi potrebbero essere dieci milioni di specialisti telelavoratori in Europa.
In questa società così cambiata dalle possibilità nuove delle tecnologie non si può restare immobili. Il progresso tecnologico incalza e numerose abilità, competenze e conoscenze tradizionali delle professioni sono diventate superflue mentre altre hanno subito modifiche fondamentali. Si dovranno seguire con attenzione nuovi servizi come la posta elettronica e l'editoria digitale, che saranno utilizzati da un sempre più cospicuo numero di persone per nuove funzionalità di comunicazione. Restano da proseguire gli sforzi di normalizzazione e di standardizzazione di applicazioni automatizzate da rendere interoperabili: è il tema cruciale degli standard, che è sempre stato di grande importanza per la condivisione.
La formazione della durata dell'intera vita diventerà necessaria per tutti, con un aggiornamento continuo. Di solito i professionisti, per saperne di più sulle tecnologie, dipendono o dai rivenditori o dagli informatici. La comunicazione è difficile sia con gli uni che con gli altri. Oltre a ciò, le scuole con corsi aggiornati sono poche e quelle che ci sono difettano di docenti esperti sulle ultimissime tecnologie.
L'opportunità dell'elearning si pone a supporto di questo bisogno di formazione continua. E' evidente che le tecnologie da sole non permetteranno ai professionisti di rispondere alla sfida in atto.
Le TIC potrebbero essere utilizzate senza immaginazione, nell'ambito di una logica economica. Oppure potrebbero rappresentare uno dei mezzi privilegiati per riorganizzare i servizi informativi e comunicativi e sfruttare tutti i vantaggi della rivoluzione dell'informazione digitale per servizi sociali migliori. La differenza tra l'una e l'altra alternativa sta solo nell'avere la formazione giusta per scelte consapevoli che guidino il cambiamento.
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