LA LEGGE DI OHM
Una delle principali leggi a cui obbedisce il flusso della corrente in un
circuito è la legge di Ohm, dal nome del fisico tedesco Georg Ohm che la
formulò. Essa afferma che l'intensità della corrente di un circuito realizzato
con componenti puramente resistivi è direttamente proporzionale alla tensione
fornita dal generatore e inversamente proporzionale alla resistenza complessiva
del circuito stesso. In termini algebrici, la legge di Ohm può essere espressa
nella forma I = V/R, dove I indica l'intensità di corrente, misurata in ampere,
V la tensione ai capi del generatore, in volt, ed R la resistenza del circuito,
in ohm (Vedi Unità di misura elettriche). La legge di Ohm è valida per
qualsiasi circuito elettrico o singolo componente puramente resistivo, sia che
in esso circoli corrente continua (DC, dall'inglese direct current), sia
corrente alternata (AC, alternated current). Tuttavia, per analizzare
circuiti complessi o circuiti in AC contenenti induttori (vedi Induzione
elettromagnetica) e/o condensatori, è necessario tenere conto di altre leggi
fisiche.
Un circuito in
cui ogni collegamento è realizzato in modo che tutta la corrente passi da un
componente al successivo senza distribuirsi su più rami è detto circuito in
serie; un simile circuito si presenta come un unico anello senza diramazioni.
Se due o più resistori sono collegati in serie, la resistenza totale è pari
alla somma delle singole resistenze. Due resistori si dicono invece collegati
in parallelo se sono sottoposti alla stessa differenza di potenziale, cioè se i
due terminali di ciascun elemento sono collegati a una coppia comune di punti;
in questo caso, la resistenza complessiva è data dalla formula
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È evidente che
la resistenza complessiva (o equivalente) di più resistori in parallelo è
sempre minore della più piccola delle singole resistenze coinvolte; nel caso di
due resistenze uguali, ad esempio, la resistenza equivalente è esattamente la
metà di ogni singola resistenza. Nel collegamento in parallelo, tutti i
dispositivi coinvolti sono sottoposti alla stessa differenza di potenziale; in
altre parole, il terminale a polarità positiva (+) di ciascuno di essi sarà
collegato a un conduttore comune, e analogamente i terminali a polarità
negativa (-) saranno collegati a un altro conduttore comune.
Il sistema più
semplice per collegare componenti elettrici diversi consiste nel disporli uno
dopo l'altro, in quello che viene chiamato un 'circuito in serie'.
Con questo genere di collegamento, se uno degli elementi si guasta
(nell'illustrazione, una lampadina), anche l'altro smette di funzionare in
quanto non più attraversato da corrente (il circuito è stato interrotto). In
alternativa, è possibile collegare ciascuna lampadina indipendentemente, in
modo che se una delle due si guasta, l'altra continua comunque a funzionare. In
questo caso il circuito è detto 'in parallelo'. 