L'ARCHITETTURA DELLE CITTA' NUOVE
L'architettura fra le due guerre è vista come "arte di stato",
non può essere sistematizzata in un arco
di tempo ben definito. Nel 1928 a Torino
si mette in luce, al Parco del Valentino, Giuseppe Pagano, inoltre a Roma si
apre la I Esposizione
Italiana di Architettura Razionale : le due linee, classica ed innovatrice,
sembrano trovare entrambe un certo spazio con l'affermazione di episodi
avanguardistici. Nel 1936 avviene la proclamazione dell'Impero in seguito alla
conquista di Addis Abeba, viene introdotta l'autarchia; la svalutazione della
lira rallenta i lavori di bonifica. Alla VI triennale di Milano Pagano e
Piacentini si scontrano sulla realizzazione dell' E-42, evento che segnerà la
fine dell'illusorio rapporto tra libera arte e regime. Qualche anno prima
Gustavo Giovannoni affermava la necessità di un architetto integrale "artista, tecnico e persona colta", e preparato ai
più ardui problemi delle più svariate costruzioni. La su architettura è dunque
in grado di coordinare le nuove esigenze che rappresentano il Fascismo al potere.
Fino al 1910 in
Italia si tende a costruire le città con nuclei attorno al centro storico ma
senza rapporti tra esso. L' architettura diventa così espressione del costruire
attraverso conoscenze tecniche curando gli aspetti estetici; si tende, però, a
far prevalere questi ultimi sugli altri come Giovannoni che considera
fondamentale l'estetica tranquilla,
per rispettare la tradizione italiana. Negli anni Venti si delinea la figura
dell'architetto urbanista, basata sul pensiero di Giovannoni e le città vengono
organizzate mediante la composizione urbanistica del piano regolatore. L'idea fascista
è un'ideologia del tempo moderno, che riesce a rispettare il passato
permettendo qualche innovazione. L'architettura di questo periodo è capace di
adeguarsi alle diverse condizioni. Gli aspetti principali della
riorganizzazione del paese concepiti da Mussolini sono: l'urbanesimo
(occupazione del territorio), l'amministrazione del territorio e il controllo di esso. Dopo gli anni Venti
questa attività rallenta, si interviene sul territorio bonificandolo. La legge
fondamentale del regime, emanata il 24 dicembre 1928, divide i lavori in due
categorie: opere d'interesse nazionale e opere d'interesse locale. La bonifica ha
dunque il merito di aver recuperato molti territori e diminuito il tasso di
disoccupazione. Dopo il 31 gennaio 1931 Bardi pubblica un articolo in cui definisce l'architettura come "arte di stato", da
questo momento infatti un'opera è considerata valida in rapporto alla sua
capacità di rappresentare l'idea fascista, è però un'architettura moderna e
razionale che rispetta ma non segue del tutto le tradizioni e che soprattutto
illustra l'ideologia fascista. È comunque evidente il distacco di Sabaudia da
Littoria e Pontinia. Se la prima è troppo monumentale, la seconda è costituita
da un'edilizia rurale, mentre per Aprilia e Pomezia si tende ad un progetto più
conservatore rispetto alle città precedenti.
CENTRO STORICO DI
POMEZIA:
Pomezia è l'ultima delle città nuove, sorge nel periodo
compreso tra la guerra di Spagna e la costituzione dell'Impero, nasce con varie
difficoltà perché deriva da un progetto retrogrado e asservito all'ideologia.
Il progetto vincente è una chiara scelta della burocrazia del partito; il
burocrate tende a subordinare il fare artistico a molte altre cose, mentre il
perfetto funzionario di partito boccia i progetti più intelligenti e funzionali,
cosi come la Germania
nazista boccia la pittura di Picasso, la Russia comunista boccia la musica di Mendelsohn,
e la Spagna
franchista boccia la poesia di Unamuno. Cosi nasce Pomezia, da un progetto al
servizio della più stolta routine, medievaleggiante, mentre un'architettura che
esprima forme nuove permette alla mente umana di afferrarle e assimilarle. A
Pomezia è evidente un concetto della Città basato su di un sistema gerarchico
di valori, a Pomezia manca "l'ambiente architettonico" in quanto l'equilibrio
tra i pieni e i vuoti non esiste. Ogni forma esiste nello spazio in funzione
dell'organizzazione sia delle masse sia dei vuoti, e nelle tensioni che
positivo e negativo si scambiano. La progettazione cerca di evitare la
ripetizione delle forme e la ricerca architettonica deve disporre in modo unico
le parti geometriche penetranti nello spazio. Si guarda a questi dettami forniti per il bando di concorso: "dovrà
essere progettata secondo le locali caratteristiche storico-etiche", dunque non
è assolutamente architettura razionale. Nella progettazione si devono seguire
concetti di autarchia costruttiva e di semplicità architettonica "con massima limitazione dei materiali
metallici"; la città "avrà dunque un piano urbanisticamente efficace e
proporzionato ad esigenze effettive e tecnicamente rispondente ai migliori
requisiti. Architettura moderna, ma insieme italiana, semplice ma non povera.".
Nel progetto si nota la ripetizione del semplicissimo schema di impianto degli
ambienti e di elementi costruttivi sostanzialmente identici: muri esterni
portanti e muro centrale di spina, fondazioni continue a sacco e copertura dei
percorsi leganti i vari edifici della piazza. Questa particolare forma di
razionalizzazione del progetto basata sulla necessità di risparmio di materiali
e di mano d'opera sono le condizioni reali dell'operare in regime di autarchia.
Questo avviene però solo per Pomezia in quanto nasce in un momento di crisi
acuta e, per certi versi, cupamente anticipatrice.
LA CHIESA DI S. BENEDETTO:
La chiesa di S. Benedetto,costruita nel 1939 dall'Opera
Nazionale Combattenti, viene portata a termine dopo la guerra. Oltre alla
chiesa in se nel complesso sono presenti una casa parrocchiale e una sacrestia,
il tutto posto nella piazza principale, dove la domenica si teneva anche il
mercato. E' di stile Romanico rivisitato, mentre l'interno è moderno, con una
sequenza di archi che, dall'entrata, procede fino all'altare. La chiesa ha
fondazioni in muratura, e muri portanti in tufo. La struttura è
estremamente semplice: una navata unica
di forma rettangolare, su ogni lato sono disposte quattro cappelle adornate da
pilastri ad arco a tutto sesto. La copertura è di legno a tetto con
controsoffitto a cassettoni in legno verniciato. L'abside accoglie l'opera del
pittore Cipriano Efisio Oppo che ritrae S. Benedetto che con aria austera tiene
in mano il libro delle regole, mentre rispettivamente a destra e a sinistra si
trovano le raffigurazioni di S. Mauro e S. Placido nell'atto di offrire a S.
Benedetto la chiesa di un monastero. Il presbiterio è pavimentato in travertino. L'intero arredamento (candelabri,
lampade,cornici per carte sacre) viene realizzato dallo scultore Corrado
Corelli, mentre quattordici tavole che rappresentano la via Crucis sono
scolpite dall'artista Federico Papi. Vi sono complessivamente sei cappelle, due delle quali ospitano i
confessionali di forma essenziale, realizzati in travertino di Tivoli e legno;
in un'altra cappella vi è il fonte battesimale, realizzato in marmo pregiato; di
forma ovale, ad opera di Corelli. Nelle altre tre cappelle vi sono le opere
rappresentanti S. Antonio da Padova (tempera su tela) eseguita nel 1939/40 da
autore ignoto, La Madonna
con Bambino (olio su tela) eseguito da F.M. M. (di questo artista si conoscono
solo le iniziali) Roma, nel 1941, ed infine quella raffigurante il Sacro Cuore
di Gesù (olio su tela) eseguita anch'essa da F . M. M. Roma, nel 1941. Queste
opere presentano misure notevoli (300x700m) e riprendono la forma della cornice
lignea. Su di un pilastro vi è un pulpito di forma cilindrica al quale si
accede attraverso una scala: entrambi sono di travertino lucidato. Sulla facciata
è presente una serie di bucature ad arco che procurano luce all'interno, sotto di
esse è presente un rilievo di Venanzo Crocetti sulla vita di S. Benedetto.
Crocetti è pure autore di quattro formelle bronzee per la porta d'ingresso
lignea. Adiacente alla chiesa c'è l'edificio della sacrestia, che
originariamente era la cappella dei battesimi: è di forma ottagonale e all'interno,
contiene due colonne portanti. All'esterno, al lato della chiesa c'è il
campanile a base rettangolare, realizzato con blocchi di tufo la cui base è
rivestita in travertino. Il campanile contiene quattro campane di diversa
grandezza,al di sopra vi è una croce d'acciaio.