I
SISTEMI TOTALITARI E I MASS MEDIA
Nelle
società di massa l'opinione pubblica allarga le proprie dimensioni,
controllando e condizionando più in profondità l'attività politica, ma anche
essendone condizionata con le moderne tecniche della propaganda, cioè con la
diffusione sistematica di messaggi e informazioni diretti a fornire un'immagine
positiva o negativa di avvenimenti, persone, istituzioni, ma anche di prodotti
commerciali.
Nel
campo politico la propaganda diviene così una componente essenziale delle
società di massa. Per questo aspetto lo spartiacque è rappresentato dal primo
conflitto mondiale (1914-18), quando per la prima volta la propaganda politica
viene usata capillarmente e su scala nazionale dai vari governi, per rendere
popolare la causa della guerra. Anche al termine della guerra vengono
utilizzati sempre più i nuovi mezzi di comunicazione come la radio e il cinema,
dotati di una capacità di penetrazione e della possibilità di rivoluzionare la
vita umana non immaginabili fino a pochi anni prima. È ovvio che tutti i
sistemi politici, alle prese con il problema del consenso delle masse, si
avvalgano, dagli anni Venti in poi, di tali mezzi.
Due
esempi sono i regimi totalitari del Fascismo in Italia e del Nazismo in
Germania, basati sulla formazione del consenso e del conformismo passivo
tramite la propaganda.
Strumento
fondamentale dei regimi fascista e nazista, la propaganda coinvolse tutti i
settori economici, sociali, politici e culturali per costruire e diffondere
un'immagine "positiva" del regime e organizzare, sotto varie forme, il consenso
di massa. Sia in Germania che in Italia sorsero appositi istituti per la propaganda.
Nel 1933 Goebbels fu nominato responsabile del nuovo Ministero per la cultura
popolare e la propaganda, e l'anno successivo Ciano trasformò l'ufficio stampa
di Mussolini in Sottosegretariato per la stampa e la propaganda, divenuto nel
1935 Ministero. Un sistema rigidamente centralizzato controllò e piegò ai
propri fini gli strumenti della comunicazione di massa; in particolare la radio
(introdotta in Italia dal 1924), ma anche i giornali e successivamente il
cinematografo, che divenne un sempre più formidabile veicolo di glorificazione
dei regimi.