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PALERMO
INTRODUZIONE Palermo Città portuale dell'Italia meridionale, capoluogo di provincia e della regione Sicilia, situata sul mar Tirreno, fra il golfo omonimo (delimitato dai massi calcarei dei monti Pellegrino a nord-ovest e Catalfano a est) e i monti che cingono la celebre Conca d'Oro.
STORIA Luogo di insediamento fenicio denominato Ziz (fiore) a partire dall'VIII secolo a.C., Palermo si sviluppò nei secoli successivi a opera dei greci, che la chiamarono Panormos (tutto porto), ma che tuttavia non la colonizzarono. Importante base punica, nel 480 a.C. accolse la flotta cartaginese e nel 254 a.C., durante la prima guerra punica, venne espugnata dai romani che ne fecero una colonia, di nome Pánormus, che mantenne il proprio ruolo di centro portuale e commerciale senza subire un'ulteriore espansione urbana.
Decaduta nel periodo delle invasioni barbariche, dopo tre secoli di dominio bizantino venne conquistata dagli arabi nell'831 e fortificata; dal 948 fu capitale dell'emirato di Sicilia: si aprì così per la città, chiamata Balarm, un lungo periodo di attività commerciali, amministrative ed edilizie, che la portarono allo splendore descritto dai cronisti del tempo. Dal 1072 passò quindi sotto la dominazione dei normanni (nel 1130 Ruggero II vi venne incoronato re di Sicilia), i quali consentirono la proficua convivenza di genti e maestranze arabe, greco-bizantine e italiche (che ebbe importanti riflessi sull'architettura del tempo) e svilupparono i commerci e una produzione artigianale di notevole pregio.
Passata agli svevi, durante il regno di Federico II la città divenne uno dei maggiori centri culturali d'Europa; l'allontanamento della comunità araba fu tuttavia all'origine del decadimento, accentuato dal successivo malgoverno angioino, contro il quale si scatenò (1282) la rivolta del Vespro, che favorì la conquista del potere da parte degli aragonesi. Con la dominazione spagnola la decadenza di Palermo (non più capitale) si accentuò; dal 1713 la città e l'isola passarono prima sotto il controllo dei Savoia, quindi degli austriaci e infine, dal 1734, dei Borbone di Napoli, ai quali rimase sino all'impresa di Garibaldi, nel 1860.
URBANISTICA E LUOGHI DI INTERESSE La città, il cui primo nucleo fenicio-romano fortificato si allungava, alle spalle della Cala, fino all'attuale Palazzo dei Normanni, mostra oggi nel centro storico la tipica tessitura urbanistica medievale di origine araba, a dedalo di stradette, attraversato dalle grandi arterie del periodo spagnolo: corso Vittorio Emanuele, sulla traccia dell'antico Càssaro (da Al-Qasr, castello) e via Maqueda, che si incrociano nei Quattro canti di città (piccolo slargo secentesco dagli angoli arrotondati). L'altra grande strada, via Roma, si deve a uno sventramento degli anni 1895-1922; ma già dalla seconda metà del Settecento il prolungamento di via Maqueda, voluto dai Borbone verso nord-ovest (via Ruggero VII) oltre la cinta spagnola delle mura poi abbattute, aveva individuato intorno ai Quattro canti di campagna (l'incrocio con via Mariano Stabile) la grande espansione ottocentesca della città, continuata poi, anche in altre direzioni, nel Novecento.
A Palermo non esistono vestigia dell'antichità e del periodo arabo, ma le numerose e magnifiche opere dell'epoca normanna mostrano notevoli interventi di artisti arabi. Tra queste, ricordiamo: il Palazzo dei Normanni, sorto nel XII secolo su un castello arabo e trasformato successivamente dagli spagnoli; la Cappella palatina (1130-1143), all'interno del Palazzo dei Normanni, ricca di mosaici di tradizione bizantina; San Giovanni degli Eremiti (1132) con forme arabe e chiostrino duecentesco; la Martorana (Santa Maria dell'Ammiraglio, 1143), con mosaici, un campanile del XII secolo e la facciata barocca, affiancata da San Cataldo (1160), con tre piccole cupole e merlatura araba; la Zisa, palazzo del XII secolo dai molti elementi arabi; e infine la parte absidale, normanna, della Cattedrale, edificio del XII secolo, ma rimaneggiato dal XIV al XIX (all'interno si trovano tombe imperiali e reali, degli anni 1197-1388, fra cui quella di Federico II). Tra gli altri edifici di grande interesse storico-artistico si segnalano la chiesa di San Francesco d'Assisi, costruita fra il 1255 e il 1277, successivamente modificata e ripristinata; il Palazzo Chiaramonte o Steri (1307-1380), della potente famiglia feudale; il Palazzo Abatellis (1490-1495), sede della Galleria regionale della Sicilia, e la chiesa di Santa Maria della Catena (XVI secolo), ambedue in forme prevalentemente gotico-catalane; la grandiosa fontana Pretoria (1555).
L'aspetto architettonico dominante a Palermo è tuttavia il barocco, fiorito durante il periodo spagnolo con pregevoli chiese e palazzi. Un barocco costituito anche di decorazioni interne, spesso eseguite da Giacomo Serpotta (1656-1732), cui si devono fra l'altro quelle dei tre oratori del rosario di San Domenico, di Santa Zita e di San Lorenzo. La Galleria regionale della Sicilia espone il noto affresco del Trionfo della Morte (XV secolo), la Vergine Annunziata di Antonello da Messina (1473), il busto di Eleonora d'Aragona, capolavoro di Francesco Laurana (1471), e sculture del palermitano Antonello Gagini (1478-1536); il Museo regionale archeologico conserva le metope dei templi di Selinunte (VI-V secolo a.C.) e l'efebo bronzeo greco detto 'di Selinunte' (V secolo a.C.); da citare inoltre il Museo etnografico siciliano Giuseppe Pitrè e il Museo internazionale delle marionette.
Notevoli sono i giardini, che ospitano specie tropicali e rare: dalla Villa Bonanno, a palme, alla Villa Giulia o Flora, adiacente all'Orto botanico, e al grande parco della Favorita presso il monte Pellegrino, con la Palazzina Cinese del 1799; da segnalare anche il classicheggiante Teatro Massimo (1875-1897) e il caratteristico, antico mercato della Vuccirìa. In luglio, si svolge per alcuni giorni la festa di Santa Rosalia (u' fistinu).
RISORSE ECONOMICHE La città è il più importante centro commerciale (vi si tiene anche la fiera del Mediterraneo, esposizione a carattere internazionale) e il principale porto della Sicilia, con industrie attive nei settori alimentare, siderurgico, chimico, tessile e della carta, e un intenso movimento turistico. La provincia, che comprende 82 comuni, con un territorio prevalentemente collinare e montuoso, è dedita in particolare all'agricoltura (agrumi, cereali, ulivi, viti e ortaggi), all'allevamento di bovini, caprini ed equini, alla pesca e alle attività turistiche, soprattutto nei centri d'arte, fra cui Monreale e Cefalù.
Abitanti (palermitani): 689.349 (1996)
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