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Nicaragua
Repubblica dell'America centrale, confinante a nord con l'Honduras, ad est col mare dei Caraibi, a sud con il Costarica, ad ovest con l'oceano Pacifico e a nord-ovest con il golfo di Fonseca. Conta ca. 3.384.400 ab., distribuiti su un'area di kmq 130.682, comprese le acque interne. La capitale è Managua, con 682.111 ab.
Economia.
Il Nicaragua ha un'economia essenzialmente basata sull'agricoltura. Il governo sandinista, giunto al potere nel 1979, ha attuato una riforma agraria di tipo collettivista e varato programmi diretti alla meccanizzazione dei lavori agricoli. Nuove industrie sono sorte nei principali centri grazie soprattutto all'aiuto sovietico, ma vi sono difficoltà notevoli, anche tra l'altro per l'insorgere della guerriglia antigovernativa.
Governo.
Il Nicaragua è una Repubblica presidenziale, con un potere fortemente centralizzato, per molti aspetti simile al modello cubano. Nelle elezioni del 1984 si presentarono vari partiti, ma il partito comunista aveva un pieno controllo. Fu eletto presidente Daniel Ortega.
Storia.
La prima esplorazione del Nicaragua fu compiuta dagli Spagnoli, che vi fondarono, nel 1524, Leon e Granada. Il paese fu chiamato Nicaragua dal nome di un capo indio convertitosi all'arrivo dei bianchi. Tre secoli dopo, nel 1821, il Nicaragua, l'Honduras e il Guatemala si dichiararono indipendenti dalla Spagna e nel 1823 costituirono la Federazione dell'America centrale, da cui però il Nicaragua fu un susseguirsi di lotte per la conquista del potere. Da tali lotte la popolazione di colore restò a lungo al di fuori, ma col tempo elementi misti cominciarono ad occupare cariche pubbliche. Nel 1909 si ebbe il primo intervento degli USA, che finirono per porre il paese sotto il loro completo controllo. Nel 1926 essi appoggiarono la candidatura di A. Diaz, il quale venne però battuto dall'opposizione. Seguirono, malgrado il tentativo d'un accordo generale (patto di Tipitapa), anni di contrasti, finché non divenne presidente il filo americano generale Somoza, il quale, tranne qualche interruzione, restò al potere fino al 1956. La politica del Somoza si basò sul continuismo, la tattica cioè di prolungare di volta in volta, malgrado i termini costituzionali, il mandato presidenziale. A Somoza successe suo figlio Anastasio ('Tacho') Somoza Debayle, nei termini di una eredità dinastica.
Il nuovo Somoza governò dittatorialmente, conducendo una costante repressione mediante la Guardia nazionale, da lui organizzata come un esercito. Ma negli anni '70 si diffuse nel paese la guerriglia, sostenuta da Cuba e indirettamente, dall'Unione Sovietica. I guerriglieri sandinisti, così chiamati dal nome di un leggendario capo ribelle del 1930, Augusto César Sandino, riuscirono via via a riunirsi in grosse bande e tra il 1977 e il 1978 controllavano le estese aree del territorio.
Ai primi del 1979 i sandinisti investirono la capitale, che fu attaccata nella tarda primavera. Nella città ebbero luogo durissimi combattimenti con migliaia di morti. Alla fine Somoza dovette lasciare il paese. Si formò allora una giunta diretta da Sergio Ramirez Mereado. Negli anni successivi gli Stati Uniti, preoccupati che la Rivoluzione sandinista potesse estendersi nell'intera America centrale, intervennero fornendo aiuti ai paesi vicini, in particolare al Salvador. Sostennero anche i contras, i guerriglieri anti-governativi. E' attuale capo del governo la sig.ra Barrios de Chamorro, eletta nel 1991 con i voti della Unione Nazionale d'opposizione (UNO).
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