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L'EUROPA NEL CONTESTO INTERNAZIONALE
Dal punto di vista geografico, l'Europa può essere definita come un contesto relativamente unitario, cioè caratterizzato da situazioni fisiche, antropiche ed economiche abbastanza omogenee, soprattutto se le confrontiamo con quelle degli altri continenti.
Ricordiamo anzitutto le condizioni fisiche che, nella maggior parte del territorio, risultano favorevoli per l'uomo nelle sue componenti geografiche, in particolare la risposta dell'organismo alle condizioni climatiche e le possibilità date all'insediamento e alla pratica delle attività economiche, in particolare quelle primarie, che sono maggiormente dipendenti dall'ambiente fisico e che sono state fondamentali fin dall'antichità.
Queste condizioni fisiche sono state di grande importanza nel determinare il grande sviluppo economico che si è avuto in Europa fin dall'antichità e che si è ulteriormente evoluto nel periodo delle grandi scoperte geografiche e in quello del colonialismo, di grande importanza nel creare ricchezza in alcuni paesi, che si sono succeduti nella leadership economica, politica e militare a livello continentale e mondiale. Tra questi paesi ricordiamo: Portogallo, Spagna, Paesi Bassi, Francia e Gran Bretagna. Si ricorda, inoltre, che in quest'ultimo alla fine del '700, si svilupperà la Rivoluzione Industriale, fase storica di grande importanza geografica nel determinare, oltre a nuove situazioni produttive, nuove forme di organizzazione territoriale, con l'accentuarsi dell'urbanizzazione. La diffusione dell'industria, però, è avvenuta in tempi diversi, contribuendo a creare anche in Europa rilevati divari territoriali, con le zone centro-nord più avanzate e quelle sud-est più arretrate. Il livello economico rimane comunque alto nella maggior parte degli stati, soprattutto se confrontiamo i paesi europei con quelli del sud del mondo, localizzati nei continenti più poveri. I divari tra il nord del mondo e i paesi del sud sono effettivamente amplissimi come indicato da tutti i dati statistici a nostra disposizione tra i quali spicca quello del reddito pro-capite attorno ai 40.000 $ annui negli stati più avanzati e addirittura i 100 $ in quelli in assoluto più arretrati, posti nelle regioni più povere dell'Africa.
La durata media della vita, che nelle zone più forti è ormai di quasi 80 anni, nei paesi più sfortunati è attorno ai 40. Qui la percentuale di analfabeti supera spesso il 50%, mentre ormai quasi trascurabile nel nord del mondo.
Le cause che hanno portato a questi divari così accentuati, possono essere ricercate anzitutto nelle condizioni sfavorevoli dell'ambiente fisico che si presenta spesso privo da condizioni climatiche e ambientali sfavorevoli quasi assenti in Europa (Spagna), come le aree aride in Asia e soprattutto in Africa occupano grandi estensioni, quasi annullando le possibilità di praticarvi l'agricoltura e costringendo le popolazioni a un genere di vita nomade.
Negli altri continenti si segnalano anche altre situazioni fisiche sfavorevoli, con montagne e altipiani più elevati e mancanza di fiumi navigabili, ma il mancato sviluppo di molti poveri va interpretato soprattutto in considerazione delle vicende storiche e geopolitiche, che hanno penalizzato i molti paesi attualmente poveri a causa dello sfruttamento delle risorse naturali e umane effettuato dalle potenze coloniali. Questo sfruttamento non è terminato con la fine del colonialismo politico, in quanto anche in questa fase storica i paesi del sud sono penalizzati dalle "ragioni di scambio", con prezzi bassi per le materie prime e invece alti per i prodotti industriali che gli stati poveri non sono in grado di fabbricare: si tratta del cosiddetto "neocolonialismo" che comporta quindi ancora forme di dominazione sul piano economico e commerciale.
Al di fuori dell'Europa, comunque, incontriamo anche alcuni paesi caratterizzati da un notevole sviluppo economico, tra i quali le maggiori potenze a livello mondiale, cioè gli USA e Giappone. I motivi del grande sviluppo di questi paesi si collegano in modo relativamente modesto all'ambiente fisico e in misura molto maggiore alle vicende storiche, in particolare per gli USA al tipo di colonialismo che vi è stato praticato, che è stato definito di "popolamento", in quanto gli europei vi si sono insediati con lo scopo di abitarvi e di crearvi situazioni sociali favorevoli per il loro sviluppo. In questi paesi (USA) ci si trova di fronte a una struttura dell'occupazione di tipo post-moderno, quindi con una netta prevalenza di attività di servizi, in particolare di quelli avanzati, mentre è più modesta la percentuale di addetti all'industria e, ormai su valori minimi, quella di addetti al primario. Nei paesi più poveri, invece, la struttura dell'occupazione è assai diversa con nettissima prevalenza di attivi nel primario, mentre modesta è la percentuale dell'industria e i lavoratori dei servizi sono attivi in attività parassitarie e poco redditizie, come del resto avviene nell'intero sistema economico, ulteriormente penalizzato dall'arretratezza dei trasporti e comunicazioni (tecnologie).
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