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Il Messico presenta un territorio in prevalenza montuoso, costituito da un nucleo centrale con una serie di alteterre.
A sud l'altopiano messicano è chiuso da una poderosa barriera montuosa, le cui massime altezze superano i 5000 m, costituita da numerosi coni vulcanici, alcuni tuttora attivi.
Ancora più a sud, si incontra una regione che alterna zone accidentate (Sierra Madre del Sud e Sierra Madre de Chiapas), e vaste pianure (di Veracruz e di Tabasco). Isolate dal nucleo centrale sono le penisole di California e dello Yucatán.
Le coste, che si sviluppano per ca. 9000 km, sono in prevalenza basse e sabbiose, spesso orlate di lagune.
Il clima è tropicale, caldo e umido a sud, specie nella penisola dello Yucatán e sui versanti rivolti all'Oceano Atlantico. Con l'altitudine il clima si addolcisce, ma le precipitazioni diminuiscono, toccando i minimi nell'altopiano settentrionale, che, con la fascia costiera orientale del golfo di California, è fra le regioni più aride dell'America Settentrionale.
Il fiume più importante è il Río Bravo (o Río Grande), che segna buona parte del confine con gli USA.
Si incontrano foreste di tipo equatoriale, ricche di essenze pregiate (mogano, ebano, cedro), e boschi tipici dei Paesi temperati; nelle zone più aride la steppa si alterna a forme cespugliose e a boscaglia di tipo predesertico.
La popolazione, formata per oltre la metà da meticci, per il resto da creoli (discendenti da coloni spagnoli), amerindi e pochi bianchi, si addensa sugli altipiani interni.
L'economia è oggi una tra le più equilibrate e sviluppate dell'America Latina. Nell'agricoltura si producono essenzialmente derrate alimentari e si coltivano cotone, caffè e tabacco.
Importante è l'allevamento di bovini.
Fondamentali per lo sviluppo ulteriore dell'economia sono le risorse del sottosuolo. In primo piano è il petrolio, seguono gas naturale, carbone e minerali metalliferi.
L'industria, originariamente fondata sui settori tessile (cotoniero e laniero) e alimentare (soprattutto carni e zucchero), ha esteso ormai le sue attività anche a molti altri settori; ma sullo sviluppo del Paese grava il peso del fortissimo debito estero, con pesanti effetti sull'occupazione.
Gli antichi abitatori del Messico in età storica furono i Maya e i Toltechi venuti dal Sud e gli Aztechi provenienti dal nord.
Lo sviluppo economico del Paese, eretto nel 1535 vicereame comprendente anche la parte meridionale degli attuali USA e l'America Centrale, si basò sullo sfruttamento delle miniere di metalli preziosi, monopolio commerciale esercitato dalla Spagna, e sulla riduzione in schiavitù degli indigeni.
Il movimento di emancipazione delle masse indigene e meticce fu iniziato nel 1810 dal sacerdote M. Hidalgo, e, dopo una decennale guerra di liberazione, l'indipendenza del Messico venne riconosciuta dall'ultimo viceré spagnolo.
Nel 1824 il Messico divenne una Repubblica confederata.
Per più di vent'anni dominò la politica del Paese il genetale Santa Anna, prima presidente, poi più volte dittatore.
Succedette un periodo di dittature e rivoluzioni che si sono protratte fino ad epoche recenti, culminate con la rivolta degli Indios del Chiapas.
Nel 1995 il crollo del peso, moneta messicana, sui mercati del cambio ha determinato una situazione gravissima, che solo un forte prestito dagli USA ha potuto tamponare.
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