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Germania




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Riassunto di geografia - l'australia


RIASSUNTO DI GEOGRAFIA L'AUSTRALIA -Aspetto
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Germania

(tedesco: Deutschland)


Repubblica federale (Bundesrepublik Deutschland) dell'Europa centrale.

Superficie: 356.733 km

Popolazione: 80.275.000 ab.

Capitale: Berlino (sede provvisoria del governo, Bonn).

Lingua: tedesco.

Religione: protestante (41,2%), cattolica (40,6%), musulmana (3%), esigue minoranze di ortodossi, ebrei ecc.

Unità monetaria: marco tedesco.

Confini: confina a nord con la Danimarca; a est con la Polonia e la Repubblica Ceca; a sud-est e a sud con l'Austria; a sud-ovest con la Svizzera; a ovest con la Francia, il Lussemburgo e il Belgio; a nord-ovest con i Paesi Bassi; è bagnata a nord dal Mare del Nord e dal Mar Baltico.

Ordinamento: capo dello Stato è il Presidente Federale, eletto ogni 5 anni da una speciale Convenzione. Il potere esecutivo è esercitato dal Cancelliere e dal Consiglio dei ministri; il potere legislativo è affidato a un Parlamento bicamerale (Dieta Federale, Bundestag, e Consiglio Federale, Bundesrat). È divisa amministrativamente in 16 Stati confederati (o Länder).


GEOGRAFIA

n Morfologia. Il territorio comprende a sud il versante settentrionale della catena alpina, fra il lago di Costanza e il fiume Salzach (Alpi Bavaresi: altezza massima Zugspitze, 2963 m). Gli aspri rilievi, coperti da boschi nei versanti più bassi, digradano nel vasto e ondulato altopiano svevo-bavarese, solcato dagli affluenti di destra del Danubio. La parte centrale del Paese è formata da una regione montuosa, rotta in massicci (Mittelgebirge) da bacini o conche di sprofondamento che aprono la via verso la grande pianura settentrionale. A nord del Danubio i rilievi centrali (Selva Nera, Giura Svevo, Giura Francone, Selva di Turingia) si dispongono a corona intorno al bacino svevo-francone, percorso dai fiumi Neckar e Meno, e più a est costituiscono la Selva di Franconia, i Monti Metalliferi e la Selva Boema. Tra la Selva Nera e i Vosgi francesi s'interpone la fossa renana, frequentatissima via naturale, allungata per 300 km fra Basilea e Magonza, a nord della quale si estende una serie di pianori (Eifel, Westerwald, Hunsrück, Taunus, Vogelsberg); i bassopiani della Sassonia sono dominati dal massiccio granitico dell'Harz (1142 m). Il grande bassopiano settentrionale (il Tiefland) è caratterizzato a est dall'Elba e da un succedersi di cordoni collinari e a nord si affaccia sul Mar Baltico e sul Mare del Nord: i bacini di Münster e di Colonia e, a est della Selva di Teutoburgo, la regione di Hannover e Braunschweig sono coperti da colture, boschi e praterie; più a nord la pianura ha l'aspetto di landa, scarsamente coltivata e abitata. Le coste (sia quelle baltiche, tra la baia di Lubecca e il golfo di Stettino, sia quelle sul Mare del Nord, dall'estuario dell'Ems alla baia di Lubecca) sono basse e dunose, fronteggiate da banchi o festoni di isole e profondamente incise dagli estuari dei fiumi (Oder, Elba, Weser ed Ems).

n Clima. Priva di grandi rilievi, la Germania è aperta agli influssi oceanici: il clima si può definire di tipo atlantico, piovoso (le maggiori precipitazioni si registrano nella Selva Nera) con piogge distribuite con una certa regolarità nell'arco dell'anno e temperature senza sbalzi eccessivi. Rilevante è la continentalità della parte più interna e orientale del Paese, distante dal mare ed esposta agli effetti delle masse d'aria provenienti dalle pianure sarmatiche, cui si devono le marcate escursioni termiche annue e la minore piovosità.

n Vegetazione. Il clima piovoso delle regioni più occidentali ha favorito lo sviluppo di un ricco manto di latifoglie, tra le quali domina il faggio; nelle regioni centrali e meridionali, dove i caratteri di continentalità si accentuano, si hanno in prevalenza conifere (pini, abeti). Verso est, al limite della pianura polacca, le minori precipitazioni determinano la presenza di praterie. Nella fascia costiera, infine, predominano le brughiere a ericacee. I boschi occupano soprattutto le parti eminenti delle alture: il manto selvoso originario, peculiare del paesaggio germanico, è stato largamente distrutto o alterato -- per quanto in questo meno che in altri Paesi europei -- e in tempi recenti seriamente danneggiato dalle piogge acide.

n Idrografia. I fiumi sono numerosi e in gran parte navigabili: con i canali di raccordo costituiscono una rete ampia e articolata, di notevole importanza per i collegamenti. I principali sono: il Reno, il maggior fiume del Paese, di origine alpina; il Danubio, che raccoglie le acque del bacino compreso tra Selva Nera, Alpi e Giura Svevo-Francone; l'Elba, che nasce nei Monti dei Giganti (Sudeti) e ospita nel suo lungo e protetto estuario Amburgo, massimo porto tedesco; il Weser, il cui principale ramo sorgentifero nasce nella Selva di Turingia e che al termine del proprio corso bagna Brema. La Germania non possiede grandi laghi, ma nel territorio ne esistono molti di medie dimensioni, distribuiti soprattutto in due raggruppamenti: nelle Alpi, con la regione a esse antistante, e nei ripiani del Baltico.

n Popolazione. La Germania uscì dalla seconda guerra mondiale con gravi perdite umane e divisa in due Stati, la Repubblica Federale di Germania (RFT) e la Repubblica Democratica Tedesca (RDT). Le perdite umane furono in gran parte rimpiazzate dall'immigrazione di ca. 12 milioni di Tedeschi dalle regioni perdute in favore della Polonia o dai Paesi dell'Est dove erano emigrati anche da molti secoli. La massa di questi immigrati si concentrò nella RFT, verso la quale conversero anche milioni di profughi in fuga dal regime comunista della RDT. Le regioni più fittamente popolate della Germania unita sono dunque quelle occidentali lungo il Reno, in particolare la Renania Settentrionale-Vestfalia (514 ab./km ) e la Saar (419 ab./km ), toccando addirittura gli 800 ab./km nella conurbazione della Ruhr. Tra le regioni orientali, che hanno in generale una densità molto minore, la più popolata è la Sassonia (255 ab./km ). Le città principali sono: Berlino, Amburgo, Monaco, Colonia, Francoforte sul Meno, Essen, Dortmund, Düsseldorf, Stoccarda, Brema, Duisburg, Lipsia, Hannover, Dresda.

n Economia. La Germania è la più grande potenza economica in Europa e, con Stati Uniti e Giappone, nel mondo. Il suo ruolo è destinato a potenziarsi ulteriormente dopo l'unificazione tra le due Germanie nel 1990, tuttavia i problemi posti da questo avvenimento e le sconvolgenti trasformazioni in atto nelle regioni dell'ex RDT, con il passaggio in tempi accelerati da un'economia pianificata di tipo socialista a una libera economia di mercato, non consentono di dare ancora un quadro unitario dell'economia tedesca. Il nerbo dell'economia tedesca è localizzato nei Länder occidentali della RFT. Alla base delle capacità produttive è la larga disponibilità di materie prime, quali il carbone (soprattutto nel bacino della Ruhr), la lignite, i minerali di ferro, di piombo, l'uranio e altri minerali. Al centro della gamma di produzioni industriali è la siderurgia; nel settore meccanico si producono macchine utensili d'ogni genere, materiale ferroviario, veicoli da trasporto e naviglio, quindi autoveicoli, macchine agricole, tutti prodotti oggetto di esportazione. Imponente è pure la produzione elettrotecnica. Altri settori sono il chimico, il petrolchimico, quello della meccanica di precisione e quello della gomma. Molti sono i complessi organizzati con cicli produttivi completi, soprattutto nella meccanica e nella chimica; e assai diffuse sono pure le forme di cartello (i noti Konzerne), predominanti nella siderurgia. L'agricoltura ha un ruolo di secondaria importanza e vi è addetto meno del 4,3% della popolazione attiva. I prodotti più coltivati sono: cereali (frumento, orzo, segale e mais), barbabietole da zucchero, patate, frutta e uva (di buon pregio i vini della regione renana). Notevole il patrimonio bovino, con una forte produzione lattiero-casearia, e quello suino. Il netto prevalere delle esportazioni sulle importazioni fa della RFT una delle massime potenze commerciali e del marco una delle più forti monete del mondo, mentre Francoforte sul Meno è centro finanziario di dimensioni mondiali. L'ex RDT, alla vigilia della riunificazione tedesca, poteva considerarsi il Paese più sviluppato dell'area socialista. Tuttavia, più che dall'effettivo benessere della popolazione specie rispetto agli standard occidentali, tale situazione derivava dall'ampiezza del suo apparato industriale, per potenziare il quale erano stati indirizzati tutti gli sforzi della pianificazione. Sostenuta da una buona disponibilità energetica, la produzione industriale si era concentrata soprattutto nella siderurgia, nella meccanica di precisione e nelle macchine utensili. Notevole sviluppo avevano anche la chimica (concimi e superfosfati) e l'industria petrolifera. L'agricoltura produceva cereali (orzo, frumento, segale), patate, barbabietole da zucchero; notevole la produzione di legname. Cospicui il patrimonio bovino e la suinicoltura. Il sottosuolo offre modeste quantità di minerali di ferro, piombo e zinco, e più abbondanti sali potassici e lignite. Dopo la riunificazione la massiccia privatizzazione delle imprese tedesco-orientali, anche a costo di mettere in crisi quelle che per arretratezza tecnologica o inadeguatezza economica non sono in grado di reggere la concorrenza interna e internazionale, ha condotto a un crollo della produzione industriale e a un'impennata della disoccupazione nei territori dell'ex RDT. Tuttavia già nel 1994 si sono visti i primi risultati dei progetti del governo federale in vista del risanamento economico e di un'effettiva integrazione con le regioni occidentali più sviluppate.


STORIA

Abitata dal III millennio a. C. da popolazioni germaniche, colonizzata dai Romani nei soli territori sulla riva destra del Reno, fu conquistata dai Franchi ed entrò a far parte dell'Impero carolingio alla morte di Ludovico il Pio; nell'843 costituì il regno di Germania assegnato a Ludovico il Germanico. Deposto Carlo il Grosso dai grandi feudatari, la monarchia divenne elettiva (887). Ottone I di Sassonia (secc. X-XI) rinsaldò il potere regale, favorendo le feudalità ecclesiastiche, restaurò la dignità imperiale, ristabilì la sovranità in Italia, promosse la conquista e la germanizzazione dell'Europa orientale. Corrado II il Salico, della dinastia di Franconia (secc. XI-XII), cercò più salde basi alla sovranità regia con la concessione della trasmissibilità ereditaria dei feudi minori, ma le vicende della lotta per le investiture, apertasi tra Enrico IV e Gregorio VII, portarono a un ulteriore indebolimento della monarchia. Il contrasto tra feudatari guelfi e ghibellini e la rivalità tra la casa di Svevia e quella di Baviera aprirono un periodo di lotte interne, cui pose fine l'ascesa al trono di Federico I di Svevia (1152-1190), che volle riaffermare la sovranità imperiale in Italia, scossa dalle aspirazioni autonomistiche dei liberi Comuni. Durante il regno degli Hohenstaufen continuò la penetrazione tedesca nelle regioni del Baltico e nell'Europa orientale. Frattanto anche in Germania parecchie città si davano ordinamenti autonomi, mentre i grandi feudatari acquistavano piena sovranità nei loro domini: tale situazione ebbe giuridico riconoscimento nella Bolla d'Oro di Carlo IV di Boemia, che limitò a poche grandi dinastie feudali il diritto di eleggere l'imperatore. Con l'elezione di Alberto II (1438) la corona imperiale passò definitivamente alla casa d'Asburgo. L'ascesa al trono di Carlo V coincise con l'affermarsi del movimento luterano e la divisione religiosa della Germania, sancita dalla pace di Augusta (1555), aggravò le divisioni interne, che furono all'origine della disastrosa guerra dei Trent'anni: alla fine di essa (pace di Vestfalia, 1648) fu riconosciuta ai singoli Stati tedeschi completa autonomia, rimanendo la sovranità imperiale puramente nominale. Nel frattempo la Prussia (eretta a regno dal 1701) combattendo vittoriosamente contro l'Austria nella guerra di successione austriaca e nella successiva guerra dei Sette Anni (1756-1763), aprì un nuovo periodo della storia tedesca. Soppresso il Sacro Romano Impero (1806) e caduta la Confederazione del Reno voluta da Napoleone, al Congresso di Vienna gli Stati tedeschi furono riuniti in una Confederazione di cui l'Austria ebbe la presidenza. Consolidatasi l'unione doganale fra gli Stati tedeschi, impero austriaco escluso, la Prussia, sotto la guida del Bismarck eletto Cancelliere nel 1862, affrontata e vinta l'Austria (1866), diede vita alla Confederazione germanica del Nord; dopo Sedan (1870), con l'adesione degli Stati tedeschi del Sud, venne proclamato l'Impero germanico (Versailles 1871), di cui Guglielmo I di Prussia cinse la corona. Il nuovo Stato ebbe in breve grande sviluppo culturale ed economico, ma agitata vita politica interna per la lotta condotta dal Bismarck contro i cattolici (Kulturkampf) e i socialisti (leggi eccezionali 1876-1890). La politica estera fu basata sull'alleanza con l'Austria-Ungheria e l'Italia (Triplice, 1882) e sull'intesa con la Russia, oltre che sulla partecipazione alla competizione coloniale in Africa e nell'Estremo Oriente. Allontanato il Bismarck (1890), la politica di potenza voluta da Guglielmo II portò all'isolamento della Germania e al conflitto con gli Stati dell'Intesa (prima guerra mondiale). La pace di Versailles (1919) impose alla Germania sconfitta la cessione dell'Alsazia e della Lorena alla Francia, la rinuncia alle colonie, il pagamento d'ingenti indennità. La Repubblica federale creata a Weimar nel 1919 in seguito all'abdicazione di Guglielmo II ebbe vita difficile per ragioni economiche e politiche: ciò favorì l'affermazione del movimento nazista, guidato da A. Hitler (1933-1934). Nel 1936, sulla base di un riarmo realizzato nonostante le clausole di Versailles, la Germania rioccupò militarmente la Renania, nel 1938 occupò l'Austria e sollevò il problema dei Tedeschi dei Sudeti, nel 1939 pose il protettorato sulla Boemia e la Moravia. L'aggressione alla Polonia, alleata dell'Inghilterra dopo la stipulazione di un patto di non aggressione con l'URSS, scatenò il secondo conflitto mondiale, in cui la Germania ebbe come principali alleati l'Italia, fino al 1943, e il Giappone. Costretta alla resa (1945), fu presidiata dai vincitori: la Prussia Orientale fu annessa all'URSS, i territori tedeschi a est della linea Oder-Neisse furono occupati dalla Polonia. La Germania risultò divisa in due: da una parte la Germania Occidentale, occupata dagli anglo-franco-americani, dall'altra la Germania Orientale, occupata dai Sovietici. Dal 1945 al 1949 la Germania Occidentale, sottoposta a regime d'occupazione, poté ricostruire le proprie industrie grazie all'afflusso di capitali dagli Stati Uniti (Piano Marshall). Nel 1948 la riforma monetaria attuata in questa zona provocò una grave rottura tra le due Germanie, cui fece seguito nel maggio 1949 la nascita della Repubblica Federale di Germania, con capitale Bonn. Dal 1949 al 1963, sotto la guida del cancelliere Konrad Adenauer, del Partito democristiano (CDU), la RFT aderì alla CECA (1951), alla NATO (1954) e alla CEE (1957). Nel 1963, indebolito dai contrasti interni, Adenauer dovette cedere il posto a Ludwig Erhard, padre del miracolo economico. Nel 1966 salì alla cancelleria Kurt Kiesinger, che varò un governo di coalizione tra democristiani e socialdemocratici durato fino al 1969, quando cancelliere divenne il socialdemocratico Willy Brandt, l'artefice del riavvicinamento con i Paesi dell'Est europeo (Ostpolitik), culminato nel riconoscimento della RDT (1972). Rieletto nel 1972, Brandt perse progressivamente l'appoggio del suo partito e nel 1974 venne sostituito da Helmut Schmidt, che seppe pilotare con abilità la RFT attraverso la crisi economica che aveva colpito il mondo occidentale in quegli anni. Nel 1982 Schmidt venne sconfitto dal democristiano Helmuth Kohl, da allora alla guida di un governo di coalizione con i liberali. Nel 1990, di fronte alla crisi del regime comunista della RDT, Kohl ha spinto per una riunificazione in tempi brevissimi fra le due Germanie: il 18 maggio veniva sottoscritto un trattato per l'unificazione economica e monetaria, il 3 ottobre l'adesione della RDT alla RFT, in base alla Costituzione di quest'ultima, poneva fine alla divisione della Germania in due Stati. Nello stesso tempo veniva a cessare, anche formalmente, la tutela sulle due Germanie delle potenze vincitrici della seconda guerra mondiale. Nel dicembre 1990 le prime elezioni pantedesche confermavano Kohl alla guida del governo. Gli onerosi costi della riconversione economica della Germania Est hanno provocato un acuto disagio sociale, che si è espresso in ripetuti episodi di violenza neonazista contro gli immigrati stranieri, che sono proseguiti nonostante la messa fuorilegge dei gruppi estremistici di destra, e in un'ondata di scioperi senza precedenti nel settore pubblico e privato (1991-1992). Tuttavia l'economia tedesca rimane la più solida del Continente e il marco è con lo yen giapponese la moneta forte mondiale. Per la prima volta nel dopoguerra, nel 1992-1993 le Forze Armate tedesche sono impiegate in paesi non appartenenti alla NATO (Bosnia, Somalia). Nel 1995, pur apparendo riassorbito lo shock inflazionistico provocato dalla riunificazione, la Germania assisteva a un rallentamento della crescita del prodotto interno lordo e a una diminuzione degli investimenti cosa che cominciava a mettere in crisi il miracolo economico tedesco degli ultimi anni e la stessa struttura sociale del paese.n RDT. A partire dal 1946 le regioni orientali, affidate all'amministrazione sovietica, furono riorganizzate sotto un regime comunista, guidato dal Partito socialista unificato (SED). Nell'ottobre 1949 nasceva ufficialmente la Repubblica Democratica Tedesca. Segretario del partito fu nominato Walter Ulbricht, che rimase in carica fino al 1971. Dopo il 1948, dieci milioni di Tedeschi si rifugiarono all'Ovest, creando serie difficoltà all'economia della RDT. Nel 1961, per arrestare il flusso migratorio, il governo tedesco orientale fece costruire il muro di Berlino, provocando una grave crisi tra le due superpotenze. Nel 1971 la direzione del partito, passata a Erich Honecker, avviò un certo progresso economico pur in un quadro di rigida ortodossia ostile a ogni riforma. Nel 1989 la crisi dei regimi dell'Est coinvolgeva anche la RDT: fughe in massa verso l'Ovest e grandi manifestazioni popolari costringevano le autorità comuniste a smantellare il muro di Berlino (9 novembre 1989) e indire libere elezioni. Queste, tenute nel marzo 1990, vedevano la vittoria dei democristiani di L. De Mezière, che avviava immediatamente trattative per l'adesione della RDT alla RFT, riunificando i Tedeschi in un unico Stato.


LETTERATURE DI LINGUA TEDESCA

Dall'epoca di Carlo Magno si elaborava nei conventi una poesia didascalica cristiana, non priva, però, di elementi della precedente cultura germanica, che veniva trasmessa solo oralmente: il Canto di Ildebrando (820 ca.) fa da ponte fra la cultura germanica e la letteratura tedesca. Sotto la dinastia degli Ottoni si ha una breve rinascenza della poesia latina con il poema Waltharius. Dell'XI-XII sec. vanno ricordati il Memento mori alemanno e i versi satirici dell'austriaco Heinrich von Melk. Con lo sviluppo della società feudale fiorisce la poesia cortese; la cultura passa dai chierici ai cavalieri. Per opera di Hartmann von Aue, Wolfram von Eschenbach e Goffredo di Strasburgo la lingua si affina e i motivi della poesia cavalleresca assumono caratteri nazionali. La lirica d'amore (Minnesang) passa, dalla forma più vicina al canto popolare, all'imitazione dei provenzali e a espressioni più originali. Fra tutti spicca la personalità di Walther von der Vogelweide. Al XIII sec. risale la rielaborazione delle saghe di Sigfrido e dei Burgundi nella Canzone dei Nibelunghi, poema epico popolare fiorito in Austria, che, accanto a motivi cavallereschi, riprende l'epopea germanica. La prosa si rinnova nel XIII-XIV sec., anche a opera di mistici e predicatori. In poesia, il genere didattico e allegorico trova numerosi cultori; nasce e ha grande successo il Meistersang. Le ricerche umanistiche suscitano un'eco in Germania già verso la fine del XV sec. Lutero, con la traduzione della Bibbia, opera una riforma linguistica che segna il trionfo definitivo del nuovo alto tedesco. La letteratura del Seicento, raccolta intorno alle corti e alle accademie, si volge all'imitazione dei modelli antichi, italiani, spagnoli, francesi. Il gusto barocco affiora soprattutto nel Simplicissimus (1669) di Grimmelshausen. È da questo secolo che si rende necessaria una distinzione non puramente geografica fra letteratura tedesca e letteratura austriaca: quest'ultima, cattolica, produrrà il teatro dei Gesuiti di Vienna, trionfo della spiritualità barocca e controriformistica. In Germania, dal pietismo discendono i motivi fondamentali di tutta l'opera di F. G. Klopstock (1724-1803) e una conseguenza del pietismo si può definire il sentimentalismo settecentesco, che ha un'espressione tipica negli idilli in prosa dello svizzero S. Gessner. L'Illuminismo rinnova i termini del dibattito estetico: alle forme classicheggianti, francesizzanti e didascaliche proposte da J. C. Gottsched si oppongono, a riabilitare la fantasia, gli svizzeri J. J. Bodmer (1698-1783) e J. J. Breitinger (1701-1776). In nome di un nuovo Umanesimo, Lessing (1729-1781) apre nuove prospettive alla critica e all'estetica, polemizza contro l'intolleranza, pone le basi di un teatro moderno. Nell'opera di C. M. Wieland si esprime il gusto rococò. J. G. von Herder (1744-1803) intende il linguaggio come espressione dell'anima di un popolo. La seconda metà del Settecento è l'età dello Sturm und Drang, mentre alla fine del secolo la letteratura della Germania vive la sua grande stagione classicista. L'attività letteraria di Schiller si svolge sotto l'influenza della filosofia di Kant, Goethe supera il momento dell'esaltazione geniale e l'esperienza del mondo classico per approdare a nuovi valori morali e sociali. Tre figure solitarie sono il romanziere Jean Paul, il drammaturgo H. von Kleist, e F. Hölderlin, la cui poesia s'ispira alla visione di una Grecia pervasa di religiosità. Il Romanticismo è, tra il 1795 e il 1815, il primo movimento letterario tedesco di diffusione europea. I primi romantici (W. H. Wackenroder, J. L. Tieck, Novalis, gli Schlegel) s'incontrano a Jena; Heidelberg è il centro del secondo gruppo (C. M. Brentano, L. A. von Arnim, i Grimm), più conservatore e nazionalista; un terzo gruppo è quello berlinese (A. von Chamisso, E. Th. A. Goffmann, J. K. B. von Eichendorff); da segnalare, infine, i romantici svevi (L. Uhland). Durante la restaurazione si sviluppano la narrativa e il teatro Biedermeier, movimento che in Austria si caratterizza per un'ideologia particolarmente conservatrice e piccolo-borghese. A cavallo fra XIX e XX sec., in Austria matura l'importante stagione del decadentismo, influenzato dalle teorie freudiane. In Germania Heine (1797-1856) occupa una posizione di primo piano tra Romanticismo e realismo. A. Stifter evoca il paesaggio della Selva Boema, mentre la malinconia, nell'opera di H. T. Storm, s'intona ai paesaggi nordici; i romanzi realistici di W. Raabe (1831-1900) presentano la civiltà industriale della Germania bismarckiana come una minaccia. Th. Fontane (1819-1898), passato dalle ballate storiche ai romanzi d'ambiente, pone le basi del realismo tedesco. L'opera di Nietzsche è caratterizzata da uno straordinario talento linguistico: il suo influsso, anche per le suggestioni ideologiche, è determinante in molti scrittori, specie nella poesia di S. George, a un tempo armoniosa e oscura, tesa alla perfezione. Momenti impressionistici si trovano nelle opere, di risonanza europea, dell'austriaco R. M. Rilke (1875-1926). Il contrasto tra la solidità borghese e la fragilità dell'artista, tra salute e malattia, tra vita e arte, è il problema centrale del lungo itinerario artistico di Thomas Mann (1875-1955). Nei romanzi e racconti di Kafka (1883-1924) l'angoscia dell'uomo contemporaneo si riflette in una lingua scarna, essenziale. Nell'imminenza della prima guerra mondiale si apre il breve ma intenso periodo dell'espressionismo (G. Heym, G. Trakl ecc.). Gli anni Venti vedono estinguersi le speranze rivoluzionarie dell'espressionismo ed enuclearsi una nuova esplorazione della realtà con gli scrittori della Nuova oggettività (Arnold Zweig, A. Döblin, H. Fallada ecc.). Stefan Zweig continua la tradizione impressionistica e psicologica viennese; e austriaci sono due grandi rinnovatori del romanzo contemporaneo: H. Broch e R. Musil. Tra le due guerre, mentre scrittori come E. Wiechert, H. Hesse, H. Carossa esaltano l'amore per la terra natia, la tradizione, la fede nella natura purificatrice, B. Brecht (1898-1956) affronta i problemi contemporanei proiettandoli in situazioni lontane per rendere evidente la tragica decrepitezza della nostra società. In Austria si sviluppa un filone letterario malinconicamente legato all'elegia della fine dell'Impero (H. Broch, K. Kraus, J. Roth, E. Canetti). L'avvento del nazismo determinò un periodo di crisi gravissima nella cultura tedesca e provocò l'esodo o il silenzio, e in taluni casi il suicidio, dei suoi più geniali rappresentanti. Nel secondo dopoguerra, mentre esercita grande prestigio l'opera di Musil, a Brecht si rifanno due drammaturghi e romanzieri svizzeri: M. Frisch e F. Dürrenmatt. La divisione della Germania dal 1945 al 1990 ha portato allo sviluppo di due letterature separate. Il fenomeno più nuovo è l'emergere, nella Germania occidentale, di una giovane generazione di romanzieri e poeti (W. Jena, I. Bachmann, M. Walser, Grass, U. Johnson, H. Böll), che si sono raccolti intorno al Gruppo '47, promosso dal più anziano H. W. Richter, al quale si è poi andata sostituendo l'associazione di scrittori operai, il Gruppo '61, simile a parallele associazioni della Repubblica Democratica Tedesca, con richiami a temi d'ispirazione popolare. Una tensione di rinnovamento si manifestava negli anni Ottanta in tutte le letterature di lingua tedesca dove determinante si rivelava la presenza di autori polemici come H. Böll, R. Fassbinder con le sue oere teatrali, G. Grass e P. Süskind, rappresentante quest'ultimo di un ritorno a una schietta letteratura popolare di gusto ottocentesco,. Si verifica agli inizi degli anni Novanti , grazie alla caduta del muro di Berlino, la scoperta del mondo letterario dell'Est e alcuni scrittori come S. Heym, C. Wolf e C. Hein ricevevano un ampio riconoscimento internazionale.


ARTE

I primi elementi specificamente tedeschi -- ancora assenti nell'arte dei popoli germanici dell'età barbarica, prevalentemente limitata alla decorazione di suppellettili varie, e in quella assai più complessa del periodo carolingio, in cui pure si hanno grandiose costruzioni in pietra, come il duomo di Aquisgrana -- compaiono e si affermano a partire dalla dinastia degli Ottoni, che vede la nascita dell'architettura romanica. Questa, sviluppatasi dall'XI al XIII sec., costituisce uno dei più importanti capitoli nel contesto del romanico europeo: nell'XI sec. sorgono le grandi cattedrali di Magdeburgo, Treviri e, nel XII sec., quelle di Costanza, Spira e Magonza, mentre fioriscono, caratterizzate da un'intensa forza espressiva, la miniatura, la pittura (affreschi di S. Giorgio a Reichenau) e la scultura (porte del duomo di Hildesheim). Il successivo periodo di transizione (1190-ca. 1240) vede il diffondersi del gusto francese e di caratteri spiccatamente internazionali, che si accentueranno, a scapito dell'autonomia di un'arte nazionale tedesca, tra il 1250 e il 1400, epoca in cui si sviluppano numerose scuole locali (Austria, Boemia, Germania del Nord). L'ultima fioritura gotica (XV sec.) segna invece una spiccata ripresa dei caratteri nazionali. Si sviluppano la scultura e la pittura, affrancandosi dal legame con l'architettura; sulla fine del secolo si affermano grandi personalità di pittori (M. Schongauer, H. Holbein il Vecchio, M. Pacher) e di scultori (V. Stoss, P. Vischer il Vecchio, J. Syrlin il Vecchio). Nel Cinquecento, anche per influsso del Rinascimento italiano, fiorisce una splendida produzione pittorica con A. Dürer, M. Grünewald, H. Holbein il Giovane, H. Baldung, A. Altdorfer, L. Cranach, e poi B. Spranger e A. Elsheimer; la scultura e soprattutto l'architettura presentano caratteri di minor originalità, benché non manchino notevoli esempi di architettura barocca a Dresda (con M. Pöppelmann) e in Baviera (con i fratelli Asam e J. M. Fischer). Centro dell'architettura neoclassica fu Berlino (con K. F. Schinkel). Nel XIX sec. l'architettura è caratterizzata da un vacuo eclettismo in cui si riassumono tutti gli stili precedenti; in un'accademia cristianeggiante si esaurisce il movimento dei pittori nazareni (I. F. Overbeck, F. von Olivier). Alla fine del secolo uno spirito più moderno comincia a manifestarsi nella creazione di circoli progressisti (secessioni di Monaco nel 1892 e di Berlino nel 1899) e si afferma nel Novecento: nell'architettura e nelle arti decorative rilievo ben più che nazionale ebbe l'attività di W. Gropius e del gruppo della Bauhaus di Weimar; la tendenza espressionistica domina la pittura tra il 1900 e il 1920; dal movimento Die Brücke di Dresda, si passa, con il gruppo del Blaue Reiter, fondato a Monaco da Kandinskij nel 1911, alle prime esplicite formulazioni astratte. Nel dopoguerra, alla satira sociale che caratterizza le opere di M. Beckmann, O. Dix e G. Grosz, si sostituì l'instaurazione di un'arte ufficiale di sterile accademismo, ben presto abbandonata per l'affermarsi della tendenza non-figurativa (Baumeister, Werner, Winter ecc.). Nel fermento di idee nuove si passa dal tachisme (Schultze, Schumacher, Gaul) alla neo-avanguardia, all'op e alla body-art, all'arte concettuale.



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