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AUSTRALIA
NOME:
COGNOME:
DATA:
CLASSE:
MATERIA:
PROFESSORE:
Latitudine:dal 11esimo parallelo sud al 45esimo parallelo sud (Tasmania inclusa)
Longitudine:dal 113esimo meridiano est al 143esimo meridiano est
Australia Meridionale
Stato federato dell'Australia centromeridionale. Delimitato a est dagli stati di Victoria e del Nuovo Galles del Sud; a nord-est dal Queensland; a nord dal Territorio del Nord; a ovest dall'Australia Occidentale; a sud si affaccia alla Grande Baia Australiana e all'oceano Indiano. Lo stato, che comprende anche l'isola Kangaroo e altre isole dell'oceano meridionale, ha una superficie di 984.000 km2; la capitale è Adelaide.
Australia Occidentale
Stato federato dell'Australia; confina a nord con il mar di Timor; a ovest con l'oceano Indiano; a sud con l'oceano Indiano e con la Grande Baia Australiana; a est con l'Australia meridionale e con il Territorio del Nord. Con una superficie di 2.525.500km2 - circa un terzo di tutto il territorio australiano - è lo stato più esteso della federazione; la capitale è Perth.
Queensland
Stato dell'Australia nordorientale. È delimitato a nord dal golfo di Carpentaria, a est dal mar dei Coralli, a sud dal Nuovo Galles del Sud, a sud-ovest dall'Australia Meridionale, a ovest dal Territorio del Nord. Il Queensland occupa una superficie di circa 1.727.200 km2 e la costa misura 7400 km; al largo della costa orientale dello stato, per oltre 2000 km, si estende la Grande Barriera Corallina. Capitale dello stato è Brisbane.
Territorio del Nord
Territorio dell'Australia centrosettentrionale. È delimitato a nord-ovest dal mare di Timor, a nord e a nord-est dal mare degli Arafura e dal golfo di Carpentaria, a est dal Queensland, a ovest dall'Australia Occidentale e a sud dall'Australia Meridionale. Ha una superficie di 1.346.200 km2, equivalente al 17% dell'area totale dell'Australia, e le sue coste misurano 6200 km, includendo le isole. La capitale è Darwin, sulla costa nordoccidentale.
Victoria
Stato dell'Australia sudorientale. È delimitato a nord dal Nuovo Galles del Sud; a est e a sud dal mare di Tasman e dallo stretto di Bass; a ovest dall'Australia Meridionale. Con una superficie di 227.600km2; è il più piccolo degli stati del continente. La capitale è Melbourne, affacciata sulla baia di Port Phillip.
Territorio antartico australiano Regione dell'Antartide orientale, comprendente gran parte del territorio situato a sud del 60° di latitudine sud e tra il 45° e il 160° di longitudine est. Fa parte formalmente dell'Australia dal 7 febbraio 1933.A Mawson (sulla Costa MacRobertson), a Davis (nella Terra Principessa Elisabetta) e a Casey (nella Terra di Wilkes) vi sono importanti centri di ricerca scientifica.
Australia
Continente insulare situato tra l'oceano Indiano e l'oceano Pacifico meridionale, a sud-est dell'Asia, che costituisce con la vicina isola della Tasmania lo stato federale del Commonwealth of Australia, membro indipendente del Commonwealth. Il continente è delimitato a nord dal mare di Timor, dal mare degli Arafura e dallo stretto di Torres; a est dal mar dei Coralli e dal mare di Tasman; a sud dallo stretto di Bass e dall'oceano Indiano; a ovest dall'oceano Indiano. La Federazione australiana si estende per circa 4000 km da capo Byron, estremità orientale dell'Australia occidentale, e per circa 3700 km da capo York, a nord, alla Tasmania, a sud. Con una superficie, compresa la Tasmania, di 7.682.300 km2, l'Australia è il più piccolo dei continenti.
La federazione australiana (Commonwealth of Australia) comprende sei stati: (Nuovo Galles del Sud, Queensland, Australia Meridionale, Tasmania, Victoria e Australia Occidentale) e due territori, il Territorio della capitale e il Territorio del Nord. Sono amministrati dall'Australia: il Territorio antartico australiano, l'isola di Christmas, le isole Cocos, il territorio dell'isola Heard e delle isole McDonald, l'isola di Norfolk, le isole Ashmore e Cartier e il territorio delle isole del mar dei Coralli. La capitale dell'Australia è Canberra.
Territorio
Il territorio australiano, prevalentemente pianeggiante, ha un'altitudine media di 300 m. La vasta zona interna del paese, chiamata Outback, è costituita infatti da pianure e bassi altipiani; a nord-est i rilievi sono più pronunciati. Il continente è caratterizzato da coste basse e pianeggianti; le pianure costiere a est, sud-est e sud-ovest sono le zone più densamente popolate del continente.
Parallelamente alla costa pacifica, dalla penisola di capo York a nord-est allo stato di Victoria a sud-est, si estende la Grande Catena Divisoria i cui rilievi hanno un'altitudine media di circa 1200 m: essa comprende i monti della New England Range e le Blue Mountains, nel Nuovo Galles del Sud, e le Alpi australiane, comprendenti le Snowy Mountains, che si estendono fino allo stato di Victoria. Qui si trova la cima più elevata del continente, il monte Koßciusko (2230 m), sede del Parco nazionale Koßciusko. Alla Grande Catena Divisoria appartengono anche i rilievi della Tasmania, l'isola situata all'estremità sudorientale del continente dal quale è separata dallo stretto di Bass.
Oltre la metà del territorio australiano è occupata dal grande scudo australiano che si estende nella sezione centro-occidentale del continente comprendendo parte del deserto Simpson, alcune catene isolate e zone depresse e pianeggianti quali il Gran Deserto Sabbioso, il Gran Deserto Vittoria e la Nullarbor Plain, rispettivamente situati nella zona nordoccidentale, centrale e meridionale. La Nullarbor Plain è un arido altipiano calcareo (il suo nome significa 'senz'alberi'), di formazione geologica molto antica, praticamente disabitato.
I maggiori rilievi dell'Australia Occidentale si trovano nella catena di Hamersley, di King Leopold e di Darling, nelle vicinanze di Perth. Nella parte meridionale del Territorio del Nord si trovano invece i monti Macdonnell e nel nord dell'Australia Meridionale i monti Stuart e Musgrave. La regione di Kimberley, nell'Australia Occidentale, e la Terra di Arnhem, nel Territorio del Nord, sono altipiani rocciosi che presentano singolari formazioni isolate dovute a fenomeni erosivi.
Tra il Grande scudo australiano e la Grande Catena Divisoria si estende il Grande Bacino Artesiano, una vasta depressione dove sono situate alcune tra le più fertili pianure australiane. Esso è formato dai tre bacini di Carpentaria, dell'Eyre e del Murray. Le pianure ondulate del bacino di Carpentaria formano uno stretto corridoio che dal golfo di Carpentaria si estendono verso l'interno, tra la catena dei Selwyn e la Grande Catena Divisoria. Più a sud, il bacino dell'Eyre si estende nella parte centrale e settentrionale del continente, tra il Queensland sudoccidentale, l'Australia Meridionale nordorientale e il Nuovo Galles del Sud nordoccidentale. A nord del bacino il territorio è pianeggiante mentre verso l'arido interno diventa desertico e roccioso; nel deserto Simpson, a nord del lago Eyre, si trovano dune sabbiose. L'Eyre, un esteso lago salato, è situato nella parte centromeridionale del continente e a esso tributano numerosi sistemi idrografici. Il bacino del Murray si estende verso l'interno, dalle zone costiere dell'Australia Meridionale e di Victoria alle regioni occidentali del Nuovo Galles del Sud, delimitato a ovest dai monti Flinders e a est dalle Alpi australiane. Generalmente arido, comprende vaste zone di dune sabbiose, a ovest una zona desertica rocciosa e nella parte orientale ampie pianure alluvionali attraversate dai principali affluenti del fiume.
L'Australia presenta una linea costiera generalmente regolare, con pochi golfi o promontori. Le maggiori insenature sono costituite dal golfo di Carpentaria a nord e dalla Grande Baia Australiana a sud; tra i numerosi porti, i principali sono quelli di Sydney, Hobart, Port Lincoln e Albany. La Tasmania ha coste più frastagliate, soprattutto a sud-est, incise da profonde insenature e costellate da numerose piccole isole. Per oltre 2000 km, parallelamente alla costa orientale del Queensland, da capo York alla città di Bundaberg, si estende la Grande barriera corallina.
L'Australia ha avuto origine dall'antico Gondwana, continente della primordiale Pangea; la sua formazione geologica è quindi molto antica e risale a un periodo compreso tra i 3 e i 4 miliardi di anni fa. L'altopiano dello Scudo australiano occidentale posa su una vasta e stabile piattaforma di rocce precambriane e ignee che costituiscono il nucleo centrale del continente originario. Insieme all'Antartide, esso si staccò dal Gondwana nel periodo giurassico, meno di 200 milioni di anni fa, per divenire un continente a sé stante tuttora in progressivo movimento verso l'unione con l'Asia. Le spesse rocce sedimentarie che appartengono alla Grande Catena Divisoria costituiscono un'ampia geosinclinale che si aprì nel Paleozoico, la cui evoluzione ha portato alla formazione delle catene montuose e vulcaniche.
Idrografia
Il territorio australiano, per due terzi desertico o semidesertico, presenta pochi fiumi perenni che scorrono lungo i confini orientali e sudoccidentali del continente e in Tasmania. La Grande Catena Divisoria costituisce il bacino idrografico dell'Australia orientale. Tra i fiumi che, sul versante orientale, sfociano nel mar dei Coralli e nell'oceano Pacifico meridionale, i più importanti sono il Burdekin, il Fitzroy e l'Hunter. A ovest della Grande Catena Divisoria, il fiume Murray, alimentato alla sorgente dalle nevi del monte Kosciusko e da lunghi affluenti quali il Darling e il Murrumbidgee, attraversa le zone pianeggianti dell'interno; esso sfocia nell'oceano Indiano, sulla costa meridionale, a est di Adelaide e segna buona parte del confine tra il Nuovo Galles del Sud e il Victoria. Il bacino dei fiumi Murray, Darling e Murrumbidgee è il principale sistema idrografico del continente e occupa un'area compresa tra Queensland, Nuovo Galles del Sud, Victoria e Australia Meridionale, attraversando fertili aree agricole e terreni da pascolo. Durante la stagione delle piogge, i fiumi sono in gran parte navigabili.
Parte del Territorio del Nord è compresa nel bacino dei fiumi Victoria, Daly e Roper mentre i principali fiumi del Queensland, che sfociano nel golfo di Carpentaria, sono il Flinders, il Gilbert e il Leichhardt. Tra i pochi fiumi dell'Australia Occidentale si trovano il Fitzroy, l'Ashburton, il Gascoyne e il Murchison.
I laghi naturali dell'interno, alimentati da corsi d'acqua di portata limitata o presenti soltanto nella stagione delle piogge, sono per lo più ridotti dall'evaporazione a depositi salini o a laghi salati; tra i maggiori, nella zona centrale e meridionale del Gran Bacino Artesiano, vi sono l'Eyre, il Torrens, il Frome e il Gairdner, resti di un vasto mare interno che si estendeva un tempo a sud del golfo di Carpentaria.
Nella Nullarbor Plain e nelle vaste aree interne occidentali la rete idrografica è formata da corsi d'acqua sotterranei e da falde acquifere artesiane. Circa il 70% delle falde sotterranee si trova nel Grande Bacino Artesiano, il più esteso del mondo; altri bacini artesiani si trovano nelle regioni del nord-ovest e del sud-est, e lungo la costa della Grande Baia Australiana.
Per fornire adeguati approvvigionamenti d'acqua alla popolazione urbana dell'Australia e alle zone agricole, sono state costruite numerose dighe lungo i fiumi; in particolare sono stati realizzati progetti ambiziosi tra i quali il piano Snowy Mountains, nelle Alpi australiane del Nuovo Galles del Sud (1949-1974), e il piano per il fiume Ord, nella regione delle Kimberley, iniziato nel 1962.
Clima
Il clima dell'Australia varia da tropicale-monsonico nelle regioni settentrionali a temperato in Tasmania; prevalentemente caldo e arido, beneficia dell'influenza del mare soltanto lungo la costa. In oltre due terzi dell'Australia continentale, nelle aree occidentali e centrali, le precipitazioni sono inferiori ai 500 mm l'anno e un terzo del territorio è desertico. Una media delle precipitazioni di 1000 mm annui si registra solo nel 10% del territorio, a nord, lungo le coste orientali e sudoccidentali e in Tasmania. Lungo la costa settentrionale, dal clima tropicale, si alternano due stagioni: una molto calda e umida, con precipitazioni estive concentrate nei mesi di febbraio e di marzo, portate dai monsoni che soffiano da nord-ovest; e una stagione invernale calda e secca caratterizzata dagli alisei di sud-est. In numerosi punti lungo la costa settentrionale e nordorientale le precipitazioni raggiungono in media i 1524 mm annui; nel Queensland settentrionale, intorno a Cairns, le precipitazioni superano i 2500 mm annui. Al confine della regione monsonica si trovano le praterie dell'arida savana, dove le acque artesiane integrano le scarse precipitazioni. Nell'Australia occidentale, centrale e settentrionale le temperature estive variano in media tra i 26,7 °C e i 29,4 °C, ma spesso superano i 38 °C.
Le regioni temperate calde della costa meridionale dell'Australia presentano quattro stagioni, con inverni freddi ed estati molto calde: in gennaio e febbraio si registrano temperature che variano in media tra i 18 e i 21 °C, mentre giugno e luglio sono i mesi più freddi, con una temperatura media di circa 10 °C, fatta eccezione per le Alpi australiane, dove la temperatura può raggiungere una media di circa 2 °C; precipitazioni a carattere nevoso si verificano nella zona del monte Kosciusko. Nelle zone costiere orientali la piovosità è costante lungo tutto l'anno, anche se si hanno maggiori precipitazioni durante l'estate. Sulle coste occidentali e meridionali, temperate calde, piove soprattutto in inverno, per lo più a causa dei venti provenienti da ovest. Le precipitazioni sono abbondanti in Tasmania, nell'area dal clima temperato freddo, portate dai venti occidentali d'estate e dalle burrasche cicloniche d'inverno. Oltre che sulle Alpi australiane nel Nuovo Galles del Sud, precipitazioni a carattere nevoso si hanno durante l'inverno anche nella zona settentrionale dello stato di Victoria, in Tasmania. Tutti gli stati meridionali sono esposti all'azione dei venti caldi e secchi che provengono dall'interno e possono causare improvvisi e notevoli innalzamenti della temperatura. Quasi ogni anno la siccità colpisce alcune zone dell'Australia, e non sono rari cicloni tropicali e inondazioni circoscritte. Nell'Australia sudorientale, compresa la Tasmania, si verifica il maggior numero di incendi boschivi al mondo.
Flora
In Australia si trova una flora caratteristica, che comprende quasi 22.000 specie di piante, oltre il 90% delle quali autoctone ed endemiche. La vegetazione, in cui prevalgono i sempreverdi, varia dalla fitta boscaglia e dalle foreste di eucalipto nella zona costiera, alla macchia (scrub) delle basse terre interne. La flora australiana è distribuita in tre zone principali: tropicale, lungo i confini settentrionali del continente e in parte della costa orientale, temperata lungo la costa sudorientale, compresa la Tasmania, e interna, corrispondente all'arida zona centrale del continente.
La zona tropicale, dal clima monsonico e dalle temperature elevate, presenta fitti boschi, per lo più di alberi decidui. Lungo la costa nordorientale del Queensland, compresa la penisola di capo York, si trovano foreste pluviali; palme, felci e piante rampicanti crescono rigogliose insieme a querce, frassini, cedri, faggi e vegetazione di sottobosco, mentre la mangrovia ricopre la bassa e umida fascia costiera settentrionale. Più internamente si trova la savana con la sua bassa vegetazione.
La zona temperata presenta boschi e brughiere di piante sclerofille, savana, vegetazione a macchia (scrub), foreste pluviali temperate e una vegetazione alpina sulle Alpi australiane e sui rilievi della Tasmania. Il pino, albero non originario dell'Australia, cresce lungo le coste orientali e in Tasmania, e riveste un'importanza economica inferiore solo all'eucalipto, in particolare per il legname pregiato dei pini Huon e King William, oggi piuttosto rari. Nelle regioni boschive della zona sudorientale e sudoccidentale predomina l'eucalipto, con oltre 500 specie, alcune delle quali raggiungono i 91 m d'altezza. La costa sudoccidentale si distingue per la ricchezza della flora, che presenta frassini di montagna, eucalipti e acacie. La Tasmania è caratterizzata da boschi di faggi e da una vegetazione molto simile a quella della Nuova Zelanda.
Nella zona interna predominano la savana, la steppa e praterie semiaride, con zone praticamente desertiche. La vegetazione di acacie caratterizza le zone aride, nonostante alcune specie di eucalipto, dal legname pregiato, siano tipiche dell'Australia Occidentale.
La vegetazione si è notevolmente ridotta dall'epoca dell'arrivo in Australia dei primi coloni europei nel 1788, quando si ritiene che quasi un quarto del territorio nazionale fosse ricoperto di foreste, savana e macchia; nei due secoli che seguirono, buona parte della vegetazione indigena fu distrutta per le esigenze dell'agricoltura e dell'insediamento; in base a una stima indicativa del governo australiano della fine degli anni Ottanta, sarebbero andati perduti più dei due terzi della vegetazione del Victoria e circa un terzo dell'Australia Occidentale. A partire dagli anni Ottanta, tuttavia, si è registrata una maggior sensibilità da parte dell'opinione pubblica per il problema della protezione ambientale, benché tale esigenza si sia spesso scontrata con opposti interessi economici.
Fauna
Si ritiene che in Australia vivano fino a 300.000 diverse specie di animali, di cui solo circa 100.000 sono state censite: 280 sono le specie conosciute di mammiferi, più di 700 di uccelli, 380 di rettili, oltre 120 di rane e quasi 200 di pesci d'acqua dolce; il resto è rappresentato da specie di invertebrati. Si tratta di una fauna tipica, presente in Australia fin dall'epoca in cui il continente era ancora parte del Gondwana, con molte caratteristiche comuni alla fauna della Nuova Guinea e a quella del Sud Africa. Molte specie, tuttavia, sono esclusive dell'Australia, tra cui sette famiglie di mammiferi e quattro famiglie di volatili che comprendono il 70% delle specie conosciute.
Soprattutto i mammiferi testimoniano l'appartenenza dell'Australia all'antico continente del Gondwana, per l'assenza della maggior parte degli ordini che vivono negli altri continenti. Dal Gondwana derivano gli unici mammiferi ovipari al mondo, i primitivi monotremi: l'ornitorinco, che oggi vive nei fiumi dell'Australia sudorientale, e l'echidna che si incontra anche in Nuova Guinea.
Nonostante vivano anche in America meridionale, sono caratteristici dell'Australia i mammiferi marsupiali, dei quali il più noto è il canguro, di cui esistono circa 50 specie, diffuse nella zona temperata e nella zona tropicale. Originariamente creatura delle foreste e delle macchie semiaride, è uno dei pochi animali ad aver tratto vantaggio dall'espansione dei pascoli, al punto che oggi è necessario limitarne la riproduzione ricorrendo alla caccia. Tipici dell'Australia sono anche marsupiali più piccoli come i falangisti, una specie erbivora che vive tra gli alberi; tra questi vi sono l'opossum e il koala; cibandosi unicamente di foglie di eucalipto, quest'ultimo è stato gravemente minacciato dalla distruzione dei boschi, ed è specie protetta in tutta l'Australia. Altri noti marsupiali sono il vombato, il bandicoot e la talpa marsupiale. Carnivori marsupiali, felini e ocelot vivono unicamente sull'isola della Tasmania.
I soli mammiferi placentati che vivono in Australia - roditori, pipistrelli e il dingo, o cane selvatico - sono di origine asiatica; si ritiene che possano essere stati gli aborigeni a portare nella regione il dingo, un predatore notturno che si nutre soprattutto di pecore.
Tra i rettili presenti nel continente figurano due specie di coccodrilli, il più piccolo dei quali vive in acque dolci, mentre il più grande popola le paludi costiere settentrionali e gli estuari e raggiunge i 6 m di lunghezza. Tra le varie specie di lucertole vi sono il geco e lo scinco. In Australia si trovano circa cento specie di serpenti velenosi, quali il testa di rame e il trigonocefalo.
I mari australiani ospitano una grande varietà di pesci e di mammiferi acquatici. Nelle acque meridionali si trovano numerose specie di balene, mentre la foca abita la costa meridionale, le isole nello stretto di Bass e la Tasmania. Nei mari settentrionali vivono il dugongo, l'oloturia e l'ostrica perlifera. Nelle acque australiane vivono circa 70 specie di squali, molte delle quali pericolose per l'uomo. Il dipnoo del Queensland è una delle più antiche specie animali dell'Australia, addirittura precedente alla formazione del Gondwana; chiamato talvolta 'fossile vivente', è un pesce che respira con un unico polmone anziché con le branchie.
Anche tra gli invertebrati vi sono numerose specie, tra cui insetti, ragni e lombrichi. Le termiti giganti dell'Australia meridionale costruiscono enormi nidi, che possono raggiungere i 6 m d'altezza; abbondano inoltre i lombrichi, tra cui quelli giganti dello stato di Victoria, lunghi fino a 4 m. Molte specie di ragni sono velenose.
L'avifauna australiana comprende alcune classi primitive, come l'emu e il casuario, che non volano, e altre specie più sviluppate, tra cui l'uccello lira, il kookaburra, o dacelide, famoso per il verso rauco simile a una risata, e diverse varietà di cacatua e di pappagalli. Le acque interne sono abitate da cigni neri, spatole, aironi e anitre. Tra gli uccelli più piccoli figurano scriccioli, fringuelli, cinciallegre, allodole e rondini. Gli uccelli marini più comuni sono i gabbiani, le rondini marine, le sule, gli albatri e i pinguini.
Molta preoccupazione desta il futuro di diverse specie native: dall'epoca della colonizzazione europea si sono infatti estinte circa 20 specie di mammiferi e 16 di uccelli mentre altre 15 specie di volatili e 38 di mammiferi sono attualmente in pericolo. A minacciare la loro sopravvivenza sono la distruzione dell'habitat naturale e l'introduzione di specie straniere, in particolare conigli, volpi, felini predatori, maiali, pecore, capre, cavalli, bovini, cammelli e il bufalo asiatico. Particolarmente dannosa è stata l'introduzione nel continente del coniglio europeo, introdotto nel paese nel 1788; grazie all'ambiente favorevole, i conigli si riprodussero rapidamente, raggiungendo i 500 milioni di esemplari nei primi anni del nostro secolo; come contromisura, nel 1951 fu introdotto il virus letale della mixomatosi, al quale i conigli divennero poi immuni. Oltre a causare la distruzione dell'habitat delle specie native, i conigli provocano l'erosione del suolo ed enormi danni alle coltivazioni. Per le stesse ragioni sono stati predisposti programmi di controllo biologico e piani regionali di eliminazione anche per volpi e cani; nelle zone monsoniche dell'Australia settentrionale, il forte incremento della popolazione dei bufali sta provocando l'erosione del suolo e la distruzione dell'habitat naturale degli acquitrini.
Il fenomeno dell'estinzione delle specie, tuttavia, è precedente all'arrivo degli europei; l'antica megafauna un tempo ospitata dall'Australia, comprendente il vombato e il canguro giganti, il leone marsupiale e grandissimi uccelli, si è estinta in un periodo di circa 19.000 anni, a partire da circa 27.000 anni fa. Tra le cause, oltre alla caccia praticata dagli aborigeni e alla pratica di incendiare la vegetazione per favorire la crescita di alcune piante, vi furono soprattutto i grandi mutamenti climatici avvenuti in un periodo compreso tra i 22.000 e i 18.000 anni fa, con il verificarsi delle glaciazioni e l'estensione delle aree desertiche.
Popolazione
La popolazione indigena dell'Australia, aborigeni e isolani dello stretto di Torres, non rappresenta attualmente che l'1,5% degli abitanti del paese; quasi il 94% degli australiani è di origine europea, in maggioranza inglesi o irlandesi, mentre gli asiatici, tra cui genti provenienti dal Medio Oriente, rappresentano circa il 5% della popolazione.
Durante gli anni Sessanta si ebbe un progressivo abbandono della politica detta dell''Australia bianca' che da circa un secolo orientava le politiche di immigrazione coloniali e federali con l'apertura dei confini all'immigrazione proveniente anche dall'America latina e dal Medio Oriente (in particolare dal Libano) e, successivamente, dall'Asia, in particolare dal Sud-Est asiatico e dalla Cina. Il censimento del 1991 ha evidenziato che il 22,5% degli australiani di origine straniera proviene dalla Gran Bretagna o dall'Irlanda, il 30% da altri paesi europei e il 21% dall'Asia e dal Medio Oriente.
L'Australia ha una popolazione di 17.626.000 abitanti (1993), con una densità media appena superiore ai 2 abitanti per km2. Si tratta di un dato puramente indicativo, poiché la distribuzione della popolazione, per ragioni climatiche e ambientali, è in realtà altamente concentrata; quasi il 90% della popolazione vive infatti in territori che rappresentano circa il 3% della superficie totale del paese.
Complessivamente, l'88% della popolazione vive in aree urbane, nelle città lungo le coste orientali, sudorientali e sudoccidentali e in Tasmania; inoltre, la maggior parte della popolazione rurale, che rappresenta il 12% di quella totale, è stanziata in una stretta 'mezzaluna fertile', che si estende da Brisbane, nel Queensland, ad Adelaide nell'Australia Meridionale, circondata all'interno dalla cresta occidentale della Grande Catena Divisoria.
Il rimanente del territorio australiano è pressoché disabitato, con una densità media della popolazione inferiore a 0,03 abitanti per km2. La densità media si aggira intorno a 0,3 abitanti per km2 nelle terre da pascolo semiaride situate nell'interno degli stati del Queensland, del Nuovo Galles del Sud e dell'Australia Meridionale, dove si trovano grandi allevamenti, negli sparsi insediamenti dell'interno e lungo le coste occidentali e settentrionali, inclusi Alice Springs e Darwin nel Territorio del Nord e, nell'Australia Occidentale, Kalgoorlie e Boulder, la costa occidentale tra Dampier e Port Hedland, e la zona diamantifera di Kimberley.
La lingua ufficiale dell'Australia è l'inglese. La popolazione è per la maggior parte protestante, per il 27% circa cattolica e solo in minima parte musulmana e buddhista.
Suddivisioni amministrative e città principali
Il Commonwealth australiano comprende sei stati e due territori. Gli stati e le loro capitali sono: Nuovo Galles del Sud (Sydney), Vittoria (Melbourne), Queensland (Brisbane), Australia Meridionale (Adelaide), Australia Occidentale (Perth) e Tasmania (Hobart). I territori e le loro città principali sono l'Australian Capital Territory (Canberra) e il Territorio del Nord (Darwin).
Circa il 60% della popolazione australiana vive nelle aree metropolitane delle sei capitali degli stati e di Canberra. Sydney (maggior città in base al censimento del 1993, con 3.713.500 abitanti) è il principale centro finanziario e commerciale del paese, nonché uno dei suoi porti più importanti; comprende inoltre l'area suburbana più estesa del mondo. Le altre città principali dell'Australia sono Melbourne, Brisbane, Perth e Adelaide.
Istruzione e cultura
L'istruzione è demandata principalmente ai sei stati federati e al Territorio del Nord, in ciascuno dei quali la formazione e l'assunzione del corpo insegnante è centralizzata sotto un apposito organo amministrativo. Al governo federale compete l'organizzazione del sistema scolastico nei territori amministrati dall'Australia, e la creazione di università e istituti di istruzione superiore; sono responabilità federale anche i programmi di aiuto economico allo studio e i programmi educativi destinati alle comunità aborigene e ai bambini di lingua non inglese. L'istruzione è obbligatoria dai 6 ai 15 anni in tutti gli stati eccetto in Tasmania, dove l'obbligo scolastico termina a 16 anni. Il passaggio dal ciclo di istruzione primaria al secondario avviene normalmente all'età di 12 anni; le scuole secondarie (high schools e secondary colleges), comprendono cinque o sei anni di corsi, con un esame di stato finale che abilita all'iscrizione universitaria.
Nel 1992 esistevano in Australia 37 università, comprese due importanti istituzioni private, e un gran numero di istituti di istruzione superiore in specifiche discipline.
I colonizzatori britannici impressero all'Australia uno stile di vita che rifletteva sostanzialmente le loro origini culturali; man mano che i coloni si adattavano al nuovo ambiente e alle sue condizioni climatiche, i costumi cominciarono a modificarsi, e si sviluppò una cultura più tipicamente australiana, per quanto sempre basata su tradizioni inglesi. A partire dagli anni Sessanta, l'intensa immigrazione dall'Europa continentale e dall'Asia è stata alla base dello sviluppo di una società multietnica, nella quale anche gli aborigeni hanno trovato maggiore spazio rispetto al passato.
Fin dalle origini l'Australia ha dato i natali a scrittori e pittori che si sono distinti per la loro opera, in alcuni casi ottenendo il prestigioso riconoscimento del premio Nobel come lo scrittore Patrick White. Attualmente può fruire dell'arte una più ampia sezione della società rispetto al passato, grazie alle sovvenzioni statali e alla creazione di più ampie strutture, come gallerie d'arte e centri per lo spettacolo; l'Opera di Sydney, dall'architettura sbalorditiva, è il più famoso di questi centri di ritrovo moderni. Il Festival di Adelaide, che si svolge ogni due anni, è un importante appuntamento nel mondo dello spettacolo, che richiama i migliori artisti e compagnie teatrali del mondo, come la Royal Shakespeare Company e il Balletto di Kirov. Il Consiglio Federale dell'Australia sovvenziona compagnie operistiche di balletto e di danza, orchestre, artisti, autori teatrali e scrittori (vedi Arte aborigena; Letteratura australiana; Arte e architettura australiane; Cinema australiano).
Anche lo sviluppo del sistema bibliotecario in tutto il paese fu reso possibile, dopo la seconda guerra mondiale, dal sovvenzionamento statale alle autorità locali; in esso il nucleo fondamentale è costituito dalla Biblioteca Nazionale di Canberra.
Tra i numerosi musei presenti nello stato si ricorda il Museo Australiano (fondato nel 1827), a Sydney, che ospita tra l'altro alcune importanti collezioni di storia naturale e di antropologia e la Galleria Nazionale Australiana, inaugurata a Canberra nel 1982. La capitale federale ospiterà anche un nuovo museo nazionale, la cui apertura è prevista per il 2001.
Economia
L'Australia è membro dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD) che riunisce i principali paesi industrializzati e il livello di vita della sua popolazione è tra i più alti al mondo. All'inizio degli anni Novanta, il prodotto nazionale lordo dell'Australia si aggirava intorno ai 288 miliardi di dollari (stima della Banca Mondiale relativa al 1989-1991), pari a 16.900 dollari pro capite. Al contempo, la struttura del commercio è simile a quella che caratterizza i paesi in via di sviluppo; le esportazioni sono rappresentate principalmente da prodotti non lavorati, mentre le importazioni riguardano diversi generi di prodotti finiti. Di conseguenza, analogamente a molti paesi in via di sviluppo, l'economia dell'Australia è vulnerabile di fronte alle fluttuazioni dei prezzi sui mercati mondiali e all'inflazione nei principali paesi fornitori.
L'agricoltura e l'estrazione di minerali hanno avuto un ruolo centrale nello sviluppo dell'Australia, e il paese è attualmente uno dei principali fornitori mondiali di prodotti agricoli e di materie prime. Oltre a essere pressoché autosufficiente per quanto riguarda i generi alimentari, esporta grandi quantità di frumento, carne, latticini e lana, di cui produce più del 25% della produzione mondiale annua. È anche tra i principali produttori ed esportatori mondiali di minerali, in particolare di carbone. Tuttavia, se i prodotti non lavorati rappresentano una parte centrale delle esportazioni del paese, negli ultimi anni la crescita della produzione è stata molto meno significativa per l'economia interna. Attualmente l'agricoltura partecipa solo per circa il 3% alla formazione del prodotto interno lordo (PIL), e la produzione di minerali solo per il 5%; in compenso, il settore industriale, che dagli anni Quaranta ha conosciuto una rapida crescita, vi partecipa per circa il 15%. Il settore terziario è ancor più importante; in Australia, come negli altri paesi membri dell'OECD, a partire dagli anni Settanta i servizi sono cresciuti fino a divenire attualmente il settore principale dell'economia: nei primi anni Novanta essi partecipavano per circa il 60% alla formazione del PIL. Il settore dei servizi finanziari rappresentava il settore particolare più importante, partecipando per quasi il 22% al PIL.
Nel 1993 il bilancio federale preventivo contemplava entrate pari a 72 miliardi di dollari e una spesa pari a circa 83 miliardi di dollari.
Agricoltura
Nonostante il settore primario sia oggi molto meno importante in termini di PIL e di occupazione (impiegando il 5% della popolazione attiva nei primi anni Novanta), in molte zone del paese l'economia continua a essere in gran parte basata sull'allevamento e sull'agricoltura.
L'Australia è il maggior produttore ed esportatore mondiale di lana, in particolare di lana merino, sebbene le entrate delle esportazioni di lana siano oggi inferiori all'8% del reddito totale da esportazioni, anche a causa della significativa diminuzione del prezzo mondiale della lana, verificatosi alla fine degli anni Ottanta. Nel 1992 vi erano in Australia circa 147 milioni di ovini, con una produzione di 863.000 tonnellate metriche di lana e 41.000 tonnellate di carne di agnello e di montone. Circa metà della lana australiana è prodotta negli stati del Nuovo Galles del Sud e dell'Australia Occidentale; lo stato di Victoria è il maggiore produttore di carne.
L'allevamento dei bovini è diffuso in tutti gli stati e territori australiani, specie nel Queensland dove nei primi anni Novanta si allevava circa il 40% dei 23,6 milioni di capi australiani. L'attività casearia si pratica quasi esclusivamente nella piovosa zona costiera e nel sud-est del paese, specialmente nello stato di Victoria, in aziende che impiegano tecnologie avanzate.
La superficie coltivata in Australia non rappresenta che circa il 10% del territorio nazionale. Il frumento occupa circa il 45% dell'arativo, mentre il foraggio e altri cereali circa il 20%. La produzione del frumento è altamente meccanizzata e diffusa in tutti gli stati, specie nelle regioni sudorientali e sudoccidentali. La produzione annua è ultimamente diminuita a causa dell'introduzione di colture a più alto rendimento (nel 1992 essa ammontava a circa 10,7 milioni di t metriche, rispetto agli oltre 14 milioni di t metriche della fine degli anni Ottanta; circa il 70% è destinato all'esportazione). Importanti sono anche le colture di avena, orzo, segale, mais, semi oleosi, tabacco e foraggi. Il riso e il cotone vengono coltivati nel bacino del fiume Murrumbidgee e nel Nuovo Galles del Sud, nel Queensland e nel Territorio del Nord; la canna da zucchero viene prodotta solo nella fertile fascia costiera del Queensland e nel distretto del fiume Richmond, nella parte settentrionale del Nuovo Galles del Sud. La frutticoltura, piuttosto sviluppata, comprende mele, banane, uva, arance, pere, ananas e papaye. Le principali produzioni di vino si trovano nella valle del Barossa nell'Australia Meridionale, nella Hunter Valley, nel Nuovo Galles del Sud, e nella zona nordorientale, meridionale e occidentale dello stato di Victoria. Vengono coltivate diverse specie di viti destinate alla produzione di uva passa, specialmente nella valle del Murray.
Il problema dell'irrigazione è comune a tutte le zone agricole, fatta eccezione per quelle altamente piovose. In diverse aree l'aumento della salinità del terreno si profila come potenziale minaccia per la produzione; per ridurne l'impatto e per risparmiare sull'impiego di costose risorse idriche, sono in corso alcuni esperimenti con le biotecnologie.
Risorse forestali e pesca
Le foreste coprono attualmente solo l'8% del territorio australiano; è soprattutto la vegetazione di conifere a fornire il legname destinato al commercio. Le principali foreste si trovano nell'umida regione costiera e nella fascia di rilievi, e vi predomina l'eucalipto, impiegato nella produzione della carta e dei mobili; un legno particolarmente resistente è quello delle specie tipiche dell'Australia Occidentale, jarrah e karri.
Nelle acque australiane si trovano oltre 2000 specie ittiche e una grande varietà di altra vita marina; ciò nonostante il pescato annuo è relativamente modesto, composto principalmente di abalone, aragoste, gamberoni, sgombri, merluzzi, tonni, ostriche e cozze. Al largo della costa settentrionale si raccolgono perle e trochi di cui le città portuali di Darwin e Broome e l'Isola Thursday sono i principali centri di raccolta.
Risorse minerarie
L'industria mineraria rappresenta da molto tempo un importante fattore della crescita sociale ed economica dell'Australia; attualmente il paese è del tutto autosufficiente per quanto riguarda la domanda dei minerali economicamente più importanti, e in diversi casi è addirittura tra i principali produttori mondiali. Quasi tutti gli stati possiedono risorse minerarie, ma è l'Australia Occidentale che contribuisce in maggior misura alla produzione mineraria totale che comprende carbone, lignite, bauxite, rame, oro, minerali di ferro, manganese, nickel, stagno e uranio.
L'Australia partecipa per circa il 12% alla produzione aurea mondiale; i maggiori giacimenti si trovano nell'Australia Occidentale, in particolare nella zona nei pressi di Kalgoorlie da dove l'oro viene per lo più esportato a Singapore, in Giappone, in Svizzera e a Hong Kong. In seguito alla scoperta dei giacimenti di diamanti nella regione di Kimberley nel 1979, l'Australia ne è divenuta il maggiore produttore mondiale; nel 1992 la produzione ha raggiunto i 39 milioni di carati, quasi totalmente provenienti dal grande giacimento di Argyle, nelle Kimberleys.
La maggior parte della produzione australiana di minerali di ferro proviene dall'Australia Occidentale; altre riserve di minerali ferrosi si trovano a Iron Knob nell'Australia Meridionale, nell'isola Cockatoo, al largo dell'Australia Occidentale, nella Tasmania nordoccidentale e nel Gippsland nello stato di Victoria. I minerali di ferro sono destinati quasi interamente all'esportazione; l'Australia è attualmente il principale fornitore del Giappone, mentre altri importanti mercati sono la Cina, la Germania, la Corea e Taiwan. Nel corso degli anni Ottanta, grazie alla scoperta e allo sfruttamento di enormi giacimenti, l'Australia è divenuta uno dei maggiori produttori mondiali di bauxite e di alluminio; le miniere più importanti si trovano a sud di Perth nell'Australia Meridionale, sulla penisola di capo York nel Queensland e sulla penisola Gove nel Territorio del Nord. Miniere di uranio si trovano nel Territorio del Nord e a Olympic Dam, nell'Australia Meridionale; la produzione è interamente esportata, coerentemente con la politica antinucleare del paese.
L'industria del bitume è concentrata per lo più nel Nuovo Galles del Sud e nel Queensland. L'Australia è il maggior esportatore mondiale di carbone; i giacimenti di lignite nello stato di Victoria alimentano la produzione industriale di energia elettrica.
Giacimenti di nichel sono presenti a Kambalda, a sud-est di Kalgoorlie, a Greensvale nel Queensland, nella regione al confine tra l'Australia Occidentale e Meridionale e nel Territorio del Nord. Il manganese proviene soprattutto da Groote Eylandt nel Territorio del Nord. I due terzi del rame australiano sono estratti dal Monte Isa nel Queensland; altre miniere si trovano sul Monte Lyall in Tasmania e a Tennant Creek nel Territorio del Nord. Il Queensland, la Tasmania e il Nuovo Galles del Sud sono i principali produttori di stagno. Broken Hill nel Nuovo Galles del Sud è da oltre un secolo un'importante zona di produzione di zinco e piombo. Dalle sabbie di minerali delle spiagge del Queensland meridionale, del Nuovo Galles del Sud e dell'Australia Occidentale si estraggono titanio e zircone, con diversi altri metalli tra cui l'ilmenite. Concentrati di tungsteno si estraggono dall'isola King nello stretto di Bass.
I principali giacimenti di petrolio e di gas australiani si trovano nel Gippsland nello stato di Victoria e a Carnarvon, nell'Australia Occidentale; la produzione annua di petrolio grezzo nei primi anni Novanta era pari a circa 193 milioni di barili.
La fornitura di energia elettrica è demandata ai governi degli stati federati; nei primi anni Novanta circa l'89% era ottenuto da fonti termiche, per la maggior parte da bitume o lignite. Il paese possiede inoltre diversi impianti idroelettrici, tra cui l'importante impianto nei monti Snowy (che rifornisce principalmente Canberra, Melbourne e Sydney) e molti impianti minori in Tasmania. L'Australia è quasi interamente autosufficiente per il proprio fabbisogno di petrolio; nei primi anni Novanta le importazioni coprivano circa il 4% del consumo annuo.
Industria
Dopo la seconda guerra mondiale il potenziale industriale dell'Australia ha conosciuto una notevole crescita, grazie all'introduzione di nuove produzioni e allo sviluppo di quelle esistenti. All'inizio degli anni Novanta l'industria manifatturiera partecipava per circa il 15% alla formazione del prodotto interno annuo, assorbendo oltre il 15% della popolazione attiva.
Il Nuovo Galles del Sud, specialmente Sydney e Newcastle, e lo stato di Victoria, soprattutto l'area metropolitana di Melbourne, sono i principali centri industriali. Nel Nuovo Galles del Sud sono particolarmente sviluppate l'industria siderurgica e metallurgica, meccanica, in particolare il settore aeronautico, elettronica e petrolchimica e la produzione di fibre sintetiche e di cavi elettrici. A Melbourne rilevanti sono la produzione e l'assemblaggio di macchinari e autoveicoli, l'industria alimentare e quella delle confezioni. Geelong, vicino a Melbourne, è nota per i suoi lanifici e per l'industria automobilistica. In Australia Meridionale, la cui economia è stata tradizionalmente di tipo agricolo e pastorale, si è assistito dopo il 1950 allo sviluppo di numerosi e importanti centri manifatturieri, tra cui Adelaide e Whyalla. Anche Brisbane e Townsville, nel Queensland, sono importanti distretti industriali. In Tasmania, sostenute da un potenziale idroelettrico a basso costo, si sono sviluppate l'industria metallurgica, con impianti di produzione per elettrolisi dello zinco, l'industria della carta e degli alimenti. I principali centri industriali dell'isola sono Hobart e Launceston.
Incoraggiato dallo sviluppo delle comunicazioni aeree di lunga distanza, il turismo ha conosciuto un rapido incremento dal 1970 e rappresenta oggi uno dei settori più dinamici dell'economia australiana.
L'unità monetaria è il dollaro australiano, diviso in 100 cents. La prima banca australiana fu fondata a Sydney nel 1817; la Banca Centrale Australiana (Reserve Bank of Australia), fondata nel 1911, è la banca centrale che emette moneta.
Commercio
Nei primi anni Novanta circa il 40% degli scambi commerciali dell'Australia si svolgevano con Giappone e Stati Uniti; altri importanti mercati di esportazione sono Nuova Zelanda, Gran Bretagna, Germania, Canada, Cina, Corea del Sud, Italia e Papua Nuova Guinea; in Asia, inoltre, si stanno sviluppando nuovi mercati. Oltre che da Giappone e Stati Uniti, le importazioni australiane provengono in gran parte da Gran Bretagna, Germania, Taiwan, Hong Kong, Canada e Nuova Zelanda; vengono importati principalmente macchinari, mezzi di trasporto, prodotti chimici, metalli non ferrosi, carta e cartone, tessuti e filati. Le esportazioni sono soprattutto rappresentate da minerali metalliferi, carbone, metalli non ferrosi, petrolio, lana e cereali; è anche significativa l'importazione di carne. Alla fine degli anni Ottanta il valore delle importazioni annue ammontava a circa 40,3 miliardi di dollari, mentre il valore delle esportazioni a circa 36,7 miliardi di dollari. Nel 1991 l'Australia ha registrato un avanzo commerciale pari a 305 miliardi di dollari.
Trasporti e comunicazioni
La rete ferroviaria è stata realizzata quasi interamente nel corso del XIX secolo, per servire i commerci tra le numerose colonie e la Gran Bretagna; le linee, di conseguenza, sono strutturate a raggiera, dai porti verso l'interno, con scarse comunicazioni attraverso il paese. Nei primi anni Novanta la rete ferroviaria, gestita dallo stato, si estendeva per circa 37.295 km.
La rete stradale principale ha una struttura analoga a quella delle linee ferroviarie, collegando principalmente i porti e le capitali degli stati; essa si estende per circa 16.370 km, con circa 16.000 km di autostrade nazionali. All'inizio degli anni Novanta erano immatricolati oltre 10 milioni di autoveicoli (pari a più di un veicolo ogni due abitanti).
Un'efficiente rete di linee aeree collega le principali città e le zone più remote. A causa delle grandi distanze che separano le città, le vie di comunicazione aeree sono molto utilizzate; i principali aeroporti nazionali e internazionali si trovano a Sydney (Kingsford Smith) e a Melbourne (Tullamarine); anche le altre capitali, nonché la città di Cairns, hanno aeroporti internazionali.
La navigazione costiera e transoceanica è di vitale importanza per l'economia australiana. Esistono circa 70 importanti porti commerciali, per lo più situati sulla costa orientale. Sydney, con la vicina Botany Bay, è il maggior scalo portuale mercantile. Altri porti importanti sono Port Hedland, da dove partono le navi da carico che trasportano minerali di ferro, Melbourne, Freemantle, Newcastle, Port Kembla, Geelong, Brisbane, Port Gladstone e Port Walcott.
Ordinamento dello stato
L'Australia, democrazia parlamentare di tipo federale, costituisce uno stato indipendente nell'ambito del Commonwealth. La costituzione australiana, entrata in vigore nel 1901, si fonda sulle tradizioni parlamentari britanniche, incorporando alcuni elementi del sistema statunitense. Capo dello stato è il sovrano del Regno Unito, rappresentato da un governatore generale; una crescente parte dell'opinione pubblica australiana preme affinché il paese, pur restando nell'ambito del Commonwealth, diventi una repubblica. Agli stati federati sono riservati tutti i poteri non attribuiti al governo federale. L'Australia è membro fondatore delle Nazioni Unite.
Il potere esecutivo è esercitato dal consiglio federale, presieduto dal primo ministro (rappresentante del partito politico di maggioranza) che è responsabile di fronte al parlamento federale; il potere legislativo risiede nel parlamento federale, composto da due camere: il Senato, di 76 membri (12 per ciascuno stato, e dal 1974, 2 per ciascun territorio) eletti a suffragio diretto con sistema elettorale proporzionale per un mandato di 6 anni; e la Camera dei rappresentanti, di 148 membri, eletti a suffragio diretto per un mandato non superiore ai tre anni. Nel sistema giudiziario, l'organo supremo è rappresentato dall'alta corte, che si compone di un presidente e di un consiglio di 6 membri designati dal governatore generale.
In ciascuno degli stati federati vige un sistema di governo bicamerale, fatta eccezione per il Queensland, in cui vi è un'unica camera. Un governatore rappresenta il sovrano inglese in ogni stato. L'attività di governo è esercitata da un consiglio dei ministri, presieduto da un primo ministro.
Partiti politici
In Australia vi sono quattro partiti politici principali. Il Partito laburista australiano è stato al potere per gran parte del periodo che ha seguito la formazione del Commonwealth; nel 1994 ha vinto le elezioni per la quinta volta consecutiva. Vi sono poi il Partito nazionale australiano, il Partito liberale australiano e il Partito democratico. Sono tutti partiti moderati, di orientamento socialdemocratico, tra i quali il Partito nazionale rappresenta l'ala più conservatrice e il Partito laburista quella più progressista.
Diritti territoriali degli aborigeni
La questione dei diritti territoriali degli aborigeni si è imposta come uno dei più importanti problemi legali di questi ultimi anni; essa emerse nel corso degli anni Sessanta con la crescente mobilitazione politica degli aborigeni, quando le rivendicazioni di uguaglianza salariale vennero superate da quelle relative alla proprietà di territori aventi un particolare significato religioso, culturale o storico.
Nell'agosto del 1985 il governo formulò alcune proposte di legge per concedere agli aborigeni il diritto alla proprietà inalienabile di parchi nazionali, terre appartenenti alla corona e ancora non occupate e antiche riserve aborigene. Nell'ottobre dello stesso anno, Uluru (allora meglio noto con il nome europeo di Ayers Rock) fu ufficialmente ceduto alla comunità aborigena Mutijulu, con la clausola che sarebbe stato garantito il pubblico accesso al monolite.
Ciònonostante, in seguito a una forte opposizione da parte degli stati federati e delle compagnie minerarie, il governo federale non diede seguito alla proposta di legge, sollevando la protesta dei rappresentanti aborigeni. Ciò coincise alla fine degli anni Ottanta con lo scandalo suscitato dall'elevato numero di morti tra i detenuti aborigeni; nel 1988 un rapporto delle Nazioni Unite accusò l'Australia di violare i diritti umani internazionali nei confronti degli aborigeni. Nel maggio 1991 il rapporto della commissione reale istituita per investigare sulle morti dei detenuti provava il comportamento delle forze di polizia e stilava oltre 300 raccomandazioni per relazioni interetniche migliori. Nel mese di giugno il governo impose il divieto permanente di estrazione mineraria in una località storica aborigena nel Territorio del Nord.
Un anno dopo, nel giugno 1992, l'alta corte riconobbe l'esistenza di un diritto di proprietà antecedente il primo insediamento europeo del 1788; la cosiddetta sentenza 'Mabo' ha stabilito che gli aborigeni e gli isolani dello stretto di Torres potevano legittimamente rivendicare un diritto di proprietà originario quando avessero dimostrato un legame 'stretto e continuo' con il territorio in questione. Questa affermazione ha rovesciato il concetto di terra nullius (terra senza proprietario) su cui si erano precedentemente basate le rivendicazioni territoriali degli aborigeni e ha stabilito un diritto di proprietà territoriale non più fondato sulla legge statutaria, ma che riconosce gli aborigeni e gli isolani dello stretto di Torres come proprietari originari del continente. Al contempo, tuttavia, la sentenza Mabo ha cercato di non mettere in discussione i diritti di proprietà legalmente acquisiti da cittadini non aborigeni.
La maggior parte degli stati ha adottato una legislazione in linea con quella federale, tranne l'Australia Occidentale, dove gli interessi minerari sono particolarmente forti e dove si stima che le rivendicazioni di diritti originari di proprietà potrebbero riguardare anche il 40% del territorio.
Sistema sanitario e assistenza sociale
Il governo australiano, sia a livello federale sia nei singoli stati, si è particolarmente impegnato nello sviluppo dei servizi sociali. È prevista l'assistenza sociale a malati, anziani, invalidi e disoccupati e un'indennità di maternità è corrisposta alle madri che non percepiscono reddito. I lavoratori godono di sussidi di disoccupazione e di malattia, di indennità per gli infortuni sul lavoro e di un articolato sistema previdenziale. Nel 1984 lo stato federale ha introdotto un sistema sanitario destinato alla totalità della popolazione, noto come Medicare, che garantisce l'assistenza medica e la copertura delle cure ospedaliere e a domicilio, che sono gratuite.
L'Australia è nota per l'efficiente servizio medico aereo (Flying Doctor Service) che offre assistenza medica agli abitanti delle regioni più remote, coprendo i due terzi del territorio australiano.
Storia
Gli aborigeni, originari dell'Asia, giunsero in Australia tra i 40.000 e i 60.000 anni fa; la capacità di adattamento alle differenti condizioni ambientali permise la crescita della popolazione che all'epoca del primo insediamento europeo contava tra i 300.000 e il milione di abitanti. È probabile che mercanti provenienti dall'attuale Indonesia abbiano raggiunto la Terra di Arnhem ben prima del XVII secolo e che navigatori provenienti dall'Oriente siano sbarcati in Australia settentrionale dopo il XV secolo; sembrano inoltre provati contatti con le popolazioni della Nuova Guinea. L'Australia occidentale, tuttavia, rimase una terra inesplorata da parte degli europei fino al XVII secolo.
Le prime esplorazioni europee
Nonostante l'Australia fosse sconosciuta all'Occidente, essa esisteva nel pensiero e nella mitologia del tardo Medioevo europeo: si riteneva infatti che dovesse necessariamente esistere una grande terra meridionale, o Terra Australis, che bilanciasse il peso dell'Europa e dell'Asia; sulle antiche carte europee la Terra Australis appariva come una grande massa sferica, situata piuttosto correttamente rispetto alla sua posizione reale. La scoperta vera e propria fu tuttavia molto tarda, e il completamento dell'esplorazione richiese ben tre secoli; fu così che il continente più vecchio dal punto di vista geologico fu l'ultimo a essere scoperto e colonizzato dagli europei.
Navigatori portoghesi e spagnoli
Nel corso del XV secolo la spinta espansionistica del Portogallo lungo la costa occidentale dell'Africa, motivata dalla ricerca di una via di commercio verso l'India, riaccese l'interesse europeo per la Terra Australis. Per diverse ragioni, tuttavia, la scoperta europea dell'Australia venne ulteriormente ritardata.
Successivamente anche la Spagna, che aveva stabilito il suo impero in America centrale e meridionale, iniziò una serie di spedizioni dal Perù nel Pacifico meridionale, incoraggiate dalla scoperta di Alvaro de Mendaña delle isole Salomone, a nord-est dell'Australia, nel 1567. In seguito all'insuccesso dei viaggi del 1595 e del 1605, che non procurarono né minerali preziosi né nuove terre, la Spagna abbandonò il progetto di nuove spedizioni.
L'interesse olandese
Nel corso del XVII secolo i Paesi Bassi, potenza europea emergente, approfittarono dell'impegno portoghese in India per stabilire una fascia di scali commerciali dal capo di Buona Speranza alle Indie Orientali Olandesi (Indonesia). La scoperta dell'Australia fu resa possibile proprio dagli olandesi che, muovendo dai loro insediamenti nei porti indonesiani di Bantam e Batavia (Giacarta), affrontarono il Pacifico meridionale. All'inizio del 1606 Willem Janszoon raggiunse l'attuale stretto di Torres e avvistò parte della costa australiana, precisamente capo Keer-Weer, sul versante occidentale della penisola di capo York.
Nell'ottobre del 1616 l'Eendracht, guidata dal comandante Dirk Hartóg, fu la prima nave a portare degli europei in terra australiana. Tra il 1626 e il 1627, Peter Nuyts esplorò circa 1600 km della costa meridionale dell'Australia. Il maggior contributo alla scoperta del continente, tuttavia, si deve a Abel Tasman, che nel 1642 navigò nelle acque dell'Australia meridionale, avvistando la costa occidentale dell'isola oggi conosciuta come Tasmania, e che nel 1644, dopo aver esplorato la Nuova Zelanda, intraprese una seconda spedizione verso la costa settentrionale australiana. Gli olandesi non procedettero a un'occupazione formale del continente che avevano scoperto (cui diedero il nome di Nuova Olanda), ritenendolo di scarso valore per il commercio europeo e lasciando così libero spazio all'arrivo degli inglesi.
Spedizioni e rivendicazioni britanniche
Nel 1688 il bucaniere inglese William Dampier sbarcò nel nord-ovest dell'Australia e al suo ritorno in Inghilterra convinse le autorità navali a finanziare una seconda spedizione, che fu intrapresa nel 1699-1700; tuttavia il resoconto che ne riportò fu tale da far abbandonare agli inglesi ogni nuova impresa per quasi settant'anni. Solo successivamente in Inghilterra, potenza navale e commerciale, rinacque l'interesse per le nuove terre lontane: nel 1768 il capitano James Cook partì per un viaggio di esplorazione nel Pacifico e nel 1770 sbarcò a Botany Bay, sulla costa orientale, dichiarando la regione proprietà inglese col nome di Nuovo Galles del Sud. Furono Cook e il suo equipaggio, tra cui Sir Joseph Banks, a incoraggiare la successiva colonizzazione dell'Australia.
L'esplorazione delle coste australiane non fu completata che nel XIX secolo; Matthew Flinders fu il primo a circumnavigare il continente tra il 1801 e il 1803, rilevandone le coste e dimostrando che l'Australia costituiva una terra unita e a sé stante. Nel 1798 era stato Flinders a compiere la prima circumnavigazione della Tasmania, con l'ufficiale medico George Bass, dimostrando che si trattava di un'isola; sempre a Flinders si deve il nome di Australia, che sostituì ufficialmente quello di Nuova Olanda dopo il 1817. Il territorio interno dell'Australia rimase inesplorato fino agli anni Settanta del secolo scorso.
Colonie penali
L'Australia rivestiva per la Gran Bretagna un interesse di tipo strategico e, dopo la perdita delle colonie americane (1783), anche socioeconomico; il controllo del continente, infatti, avrebbe garantito una base per i crescenti commerci con il Pacifico e l'Asia orientale oltre a una soluzione al sovraffollamento delle carceri nazionali, essendo ormai precluso alla Gran Bretagna l'invio di detenuti in terra americana. Nel 1786 il governo inglese annunciò la sua intenzione di istituire una colonia penale a Botany Bay, sulla costa sudorientale del Nuovo Galles del Sud, che sarebbe diventata una colonia economicamente indipendente grazie ai lavori forzati dei detenuti. Il capitano della marina inglese Arthur Phillip fu incaricato di prendere possesso dell'intera Australia, comprese la Tasmania e le isole a est del 135° meridiano, e gli fu conferito un potere assoluto in qualità di governatore del territorio.
La fondazione di Sydney
Il 13 maggio 1787 Phillip partì da Portsmouth, in Inghilterra, a capo delle 11 navi che componevano la prima flotta, portando con sé oltre mille persone tra equipaggio e condannati. Phillip arrivò a Botany Bay il 9 gennaio 1788, proseguendo a nord verso l'ancora inesplorato Port Jackson: qui, il 26 gennaio (oggi Australia Day), inaugurò la prima colonia di popolamento inglese in Australia, che fu chiamata Sydney dal nome del responsabile dei piani di colonizzazione inglesi. La mancanza di tecnici e di mano d'opera specializzata per far fronte alle necessità della nuova colonia e l'ostilità dell'ambiente naturale e della popolazione indigena rischiarono di far naufragare l'impresa, fino all'arrivo di una seconda flotta, nel 1790. Fino alla sua partenza dall'isola nel 1792, Phillip impose alla colonia penale una struttura autoritaria fortemente centralizzata, che rimase inalterata per tutto il primo periodo della colonizzazione. La nuova colonia si trovò di fronte a tre principali problemi: l'approvvigionamento alimentare, lo sviluppo di un sistema economico interno e la creazione di una produzione locale destinata all'esportazione, con cui pagare i beni importati dalla Gran Bretagna. La creazione di fattorie sulle fertili rive del fiume Hawkesbury, poche miglia a nord-ovest di Sydney, non fece che alimentare le tensioni con gli aborigeni, obbligando la colonia a dipendere per l'approvvigionamento alimentare dall'isola di Norfolk, distante circa 1600 km.
I reparti del Nuovo Galles del Sud
Nel 1792 i reparti del Nuovo Galles del Sud sostituirono la marina reale nella colonia; reclutati in Gran Bretagna in cambio dell'assegnazione di terre, i membri di questi reparti cominciarono a rappresentare una minaccia per l'autorità del governatore, a causa del loro controllo nell'economia locale.
Né il capitano John Hunter, arrivato nel 1795, né il suo successore, il capitano Philip G. King, in carica tra il 1800 e il 1806, riuscirono a sottrarre loro il controllo dell'importante mercato del rum e, anzi, quest'ultimo fu costretto a impiegare i reparti per sedare una ribellione nel 1804; alcuni anni dopo il capitano William Bligh fu addirittura deposto in seguito alla cosiddetta rivolta del rum del 26 gennaio 1808. I reparti furono infine richiamati in patria; John Macarthur, uno dei loro capi, aveva inviato nel 1802 campioni di lana australiana a industriali inglesi, dando inizio a un'attività di esportazione che dopo il 1810, con l'allevamento di greggi merinos, divenne di grande importanza economica.
Il governo di Macquarie
Lachlan Macquarie fu tra il 1809 e il 1821 il più potente governatore della storia australiana. Sostenuto da una stabile situazione economica, Macquarie poté realizzare a Sydney un ambizioso programma di opere pubbliche, commissionate all'architetto Francis Howard Greenway, un ex forzato. La popolazione della colonia crebbe notevolmente con l'arrivo di nuovi coloni dopo la sconfitta inglese di Napoleone nel 1814.
Nel Nuovo Galles del Sud crescenti tensioni per il possesso della terra opposero i forzati tornati in libertà, che rivendicavano pari diritti, ai coloni liberi, che osteggiavano questa rivendicazione. Macquarie sostenne la causa degli ex forzati, attraverso la concessione di terre e l'assegnazione di cariche secondarie.
La riforma costituzionale
Il sostegno dato dal governatore alle rivendicazioni degli ex forzati e l'enorme carico di spesa causato dalla sua politica promotrice di opere pubbliche suscitarono grande preoccupazione in madrepatria. Nel 1819 il giudice John Thomas Bigge condusse un'ispezione sull'attività amministrativa di Macquarie per conto del ministero delle Colonie britannico. Nel suo rapporto conclusivo, questi riaffermò l'importanza del Nuovo Galles del Sud per la Gran Bretagna, come colonia penale e di popolamento. Gli esiti dell'inchiesta portarono il governo inglese a incoraggiare l'immigrazione bianca nella colonia attraverso la concessione di maggiori diritti territoriali e ad adottare un'importante riforma costituzionale; un decreto del parlamento del 1823 istituì la nomina di un consiglio legislativo, con cui veniva ridotto il potere esercitato dal governatore.
Nel 1825 un ordine esecutivo del governo britannico formalizzò l'esistenza della colonia della Terra di Van Diemen (l'attuale Tasmania), dove dal 1803 esisteva una colonia penale, e spostò a ovest del 129° meridiano il confine dei possedimenti rivendicati in terra australiana. Dopo la creazione di una colonia di popolamento ad Albany, nell'Australia Occidentale, nel 1827 la Gran Bretagna rivendicò il controllo dell'intero continente.
L'espansione della colonia
Nel corso del XIX secolo l'Australia conobbe una serie di rapide trasformazioni, che furono alla base della sua società moderna. Si trattò soprattutto dell'istituzione, tra il 1829 e il 1859, di quattro delle sei colonie che sarebbero divenute i futuri stati australiani, dell'espansione dell'allevamento e della pastorizia verso l'interno, infine della scoperta dell'oro.
Esplorazioni dell'interno
I primi esploratori europei dell'interno del continente ebbero un ruolo molto importante per la storia economica dell'Australia e per la formazione del carattere nazionale; furono infatti le loro imprese, ancor più di quelle dei navigatori che avevano scoperto il continente, a entrare nell'immaginario collettivo e a ispirare l'opera delle future generazioni di artisti australiani.
George William Evans si spinse oltre i monti Azzurri, aprendo una via verso Bathurst (fondata nel 1815). Negli anni Venti, John Oxley ampliò la conoscenza delle pianure e del corso dei fiumi Lachlan e Macquarie; nel 1827 Alan Cunningham iniziò l'esplorazione dell'interno del futuro Queensland. Il più famoso tra questi esploratori fu forse il capitano Charles Sturt che, nel 1828-1830, tracciò il bacino del Murray-Darling Basin, oggi il cuore agricolo dell'Australia; Thomas Livingstone Mitchell completò la sua opera, e nel 1836 aprì la via che dal Nuovo Galles del Sud conduceva al ricco territorio della zona occidentale dello stato di Victoria.
La mappa del retroterra costiero dell'Australia Occidentale fu tracciata da George Grey (1837-1840) e da Edward John Eyre, che non riuscirono tuttavia a raggiungere il centro del continente da Adelaide; riuscì nell'impresa John McDouall Stuart nel 1860, che proseguì nel 1862 per raggiungere Darwin via terra. Il più famoso tra gli esploratori delle regioni centrali e nordorientali fu Ludwig Leichhardt, che nel 1846-47 guidò due fortunate spedizioni, prima di scomparire nel nulla in circostanze misteriose; ancor più famosa fu la tragica morte di Robert O'Hara Burke e William John Wills, al ritorno dalla loro spedizione da Melbourne verso il golfo di Carpentaria nel 1860-61.
Nuovi insediamenti
Nel 1827 il capitano James Frazier Stirling esplorò il fiume Swan sulla costa occidentale; due anni più tardi, con un gruppo di investitori inglesi, vi faceva ritorno come governatore della colonia dell'Australia Occidentale. Nel 1850 la colonia richiese l'invio di forzati per aumentare la mano d'opera e ne ricevette circa 10.000 prima del 1868, quando il trasporto dei forzati ebbe fine.
L'Australia Meridionale, con capitale Adelaide, fu fondata nel luglio del 1837, su proposta del riformatore sociale Edward Gibbon Wakefield, appoggiato da intellettuali liberali e gruppi religiosi. Wakefield riteneva che le nuove terre dovessero essere vendute ai coloni, e non più trasferite gratuitamente, per incoraggiare la produttività agricola. La nuova colonia divenne una società di piccoli agricoltori con un peculiare insieme di valori basati sulla famiglia, l'uguaglianza religiosa e la libertà del mercato della terra e del lavoro.
Le peculiari condizioni del terreno e del clima in Australia erano più adatte all'allevamento di ovini su larga scala che all'agricoltura; fu proprio quando, negli anni Trenta e Quaranta del XIX secolo, grandi allevatori cominciarono a controllare estesi pascoli che si produsse la più importante trasformazione del continente. L'espansione dei pascoli portò alla colonizzazione della zona intorno a Port Phillip nel Nuovo Galles del Sud; Melbourne fu fondata nel 1835. La separazione dal Nuovo Galles del Sud fu accordata nel 1851, quando il distretto di Port Phillip divenne la colonia del Victoria, con capitale Melbourne. Il Queensland, sesta colonia australiana, con capitale Brisbane, venne separata dal Nuovo Galles del Sud nel 1859.
Lo sviluppo delle istituzioni politiche
L'adozione del libero scambio da parte della Gran Bretagna intorno alla metà del XIX secolo diminuì la ragione economica del legame coloniale e nel 1850, senza doversi unire in un fronte comune, alle colonie australiane orientali furono concesse costituzioni che prevedevano un governo indipendente. Victoria, l'Australia Meridionale e la Terra di Van Diemen's (che prese il nome di Tasmania nel 1854) furono dotate di consigli legislativi, per due terzi elettivi, come era già stato per il Nuovo Galles del Sud nel 1842.
Le colonie orientali riorganizzarono ben presto l'ordinamento dei loro stati e ottennero il controllo della politica territoriale; già nel 1831 la vendita della terra aveva preso il posto del vecchio sistema di concessioni. I nuovi ordinamenti conferivano il potere a un consiglio di ministri responsabile di fronte alla camera bassa dell'organo legislativo bicamerale. La camera bassa era eletta a suffragio diretto; prima del 1860 tutti gli stati orientali adottarono il suffragio maschile quasi universale, caratterizzandosi come stati molto democratici per l'epoca. Le nuove costituzioni riflettevano gli interessi delle popolazioni urbane in rapida crescita, che intendevano ridurre il potere politico detenuto dai grandi allevatori, i quali riuscirono, tuttavia, a garantire le loro proprietà.
La febbre dell'oro e le sue conseguenze
La febbre dell'oro alla metà del XIX secolo accelerò lo sviluppo dei nuovi stati. Nell'aprile del 1851, Edward Hargraves scoprì i primi giacimenti a Summer Hill Creek, nel Nuovo Galles del Sud, suscitando una vera e propria febbre, che interessò lo stato di Victoria a Mount Alexander, Ballarat e Bendigo, il Nuovo Galles del Sud e il Queensland.
Nei dieci anni che seguirono, l'Australia esportò oro per un valore superiore ai 124 milioni di sterline e nel 1961 la popolazione residente contava quasi 1,2 milioni di abitanti, essendosi triplicata rispetto al 1850.
La restrizione della possibilità di ingresso nel paese applicata nel 1856 dal Victoria nei confronti dei lavoratori immigrati cinesi, fu il primo passo verso l'adozione da parte delle colonie di una politica detta di 'Australia bianca', che permetteva l'immigrazione ai soli lavoratori europei bianchi; questa politica fu ripresa ed elaborata a livello nazionale dal nuovo governo federale dopo il 1901.
Le condizioni degli aborigeni
I primi contatti frequenti tra gli europei e gli aborigeni, seguiti all'insediamento del 1788, furono relativamente pacifici. Con la colonizzazione della Terra di Van Diemen, tuttavia, le comunità aborigene cominciarono a venire distrutte su ampia scala; sul continente, dove gli allevatori cercavano terre per i loro greggi, le comunità aborigene furono respinte verso il più arido interno.
Ufficialmente, per tutto il XIX secolo, la politica coloniale nei confronti degli aborigeni fu quella di garantire l'uguaglianza; tuttavia, si passò ben presto da una politica di protezione a una punitiva. Lo scontro tra le due culture fu particolarmente drammatico all'epoca dell'espansione dei pascoli verso l'interno, quando i coloni iniziarono ad adottare severe misure repressive nei confronti degli aborigeni. A livello locale e coloniale, la distruzione o l'indifferenza per la cultura aborigena si accompagnò spesso a pratiche segregazioniste in base alle quali la popolazione indigena fu chiusa in riserve ed esclusa dalla vita coloniale.
Prima del XX secolo comunità aborigene piuttosto numerose vennero confinate soprattutto nel Territorio del Nord, nel Queensland e nel Nuovo Galles del Sud. Si sarebbero dovuti attendere gli anni Cinquanta del nostro secolo perché la popolazione aborigena ritornasse lentamente ai livelli precedenti l'arrivo degli europei e perché il governo cominciasse a rivedere la sua politica.
Verso la Federazione
L'idea dell'unificazione delle colonie australiane risaliva a una proposta formulata nel 1847 dal conte Grey, l'allora ministro britannico delle Colonie; nessun progetto in questo senso, tuttavia, venne preso seriamente in considerazione in Australia a causa della forte rivalità che divideva le società coloniali, nonostante l'esempio della formazione del Canada nel 1867.
Fu il timore di incursioni dal nord, da parte di europei non britannici e asiatici, a motivare il primo passo verso l'unificazione negli anni Ottanta del secolo scorso; quando nel 1883 il Queensland fu costretto a richiedere l'appoggio britannico nella sua difesa contro possibili rivendicazioni coloniali tedesche, la necessità di una politica comune si fece più evidente; le colonie australiane crearono un Consiglio federale nel 1885, che rimase tuttavia privo di un reale potere esecutivo a causa della mancata adesione del Nuovo Galles del Sud. Alla spinta verso l'unificazione contribuirono lo sviluppo di sindacati centralizzati, che oltrepassavano i confini coloniali, e il forte consenso ottenuto, dopo la crisi economica del 1892, dai partiti laburisti, che puntavano a uniformare le leggi in materia di lavoro esistenti nei vari stati.
Nel 1889, il primo ministro del Nuovo Galles del Sud, Henry Parkes, si fece promotore di una nuova forma di federalismo che avrebbe dovuto sostituire il Consiglio Federale. In un congresso tenuto a Sydney nel 1891 furono gettate le basi per la convocazione di un'assemblea costituzionale, che si sarebbe tuttavia riunita solo nel 1897-1898. Il progetto di federazione fu infine approvato con un referendum in ciascuna delle sei colonie; il Commonwealth of Australia fu approvato dal parlamento britannico nel 1900 e divenne una realtà il primo gennaio del 1901.
La costituzione federale rifletteva l'influenza sia dell'ordinamento britannico sia di quello americano; fu infatti istituito un governo di tipo parlamentare, con un consiglio dei ministri responsabile di fronte a un'assemblea legislativa bicamerale, ma al governo federale vennero attribuiti soltanto alcuni poteri specificamente delegati. La nuova Camera dei rappresentanti, come la Camera dei Comuni britannica, si fondava sulla rappresentazione popolare, ma il nuovo Senato, come negli Stati Uniti, garantiva la rappresentanza delle colonie, ora divenute stati. Nel 1911 venne appositamente creato l'Australian Capital Territory, ove fissare la capitale federale, Canberra - riproducendo l'esempio statunitense di Washington, D.C.
Conseguenze della prima guerra mondiale
Fu l'esperienza della prima guerra mondiale, più che il processo di federazione in sé, a trasformare l'Australia in uno stato unito e consapevole della propria nuova identità. L'Australia, che aveva inviato più di 330.000 volontari a fianco degli eserciti alleati, contò il più alto numero di perdite. A Gallipoli, i corpi d'armata d'Australia e Nuova Zelanda (ANZAC) tentarono invano di sferrare un attacco alle forze turche nei Dardanelli; la data del fatidico sbarco, il 25 aprile 1915 è ancor oggi commemorata come Anzac Day.
Nel 1915 William Morris Hughes divenne primo ministro e capo del Partito laburista; nel 1919 egli rappresentò l'Australia alla conferenza di pace di Parigi, ottenendo come territorio sotto mandato l'ex colonia tedesca della Nuova Guinea, nonché il diritto dell'Australia a entrare nella Società delle Nazioni. L'economia australiana fu avvantaggiata dalla prima guerra mondiale, in particolare nel settore tessile, siderurgico e automobilistico, e l'inflazione fece della Gran Bretagna un ottimo mercato per i prodotti australiani quali lana, frumento, carne di manzo e montone.
Tra le due guerre
Contrasti interni al Partito nazionalista, fondato da Hughes, obbligarono quest'ultimo a ritirarsi nel 1923, quando Stanley Melbourne Bruce, leader dell'ala conservatrice legata al mondo degli affari, divenne primo ministro. Il Partito della campagna, sorto nel 1919 come movimento patriottico e conservatore, che difendeva gli interessi di agricoltori e grandi allevatori, entrò nella coalizione nazionalista, pur mantenendo la propria identità. L'opposizione era rappresentata principalmente dal Partito laburista, che stava ancora definendo la sua linea in materia di politica sociale. Lo stato tentò di avviare alcune industrie di base per sostenere i livelli di crescita del periodo bellico, ma la crisi economica degli anni Trenta provocò l'aumento del debito pubblico e privato, in un'epoca caratterizzata da una forte disoccupazione.
La ripresa economica, per la quale operò tra il 1929 e il 1931 James H. Scullin, alla guida del Partito laburista, non fu una conquista facile. Le politiche deflazionistiche che vennero adottate ebbero ripercussioni economiche più gravi che altrove e furono oggetto di forti contrasti all'interno del Partito laburista, causando infine il crollo del governo nel 1931. A prendere le redini del potere fu il Partito dell'Australia unita, formato da ex membri del Partito nazionale e del Partito laburista, e guidato da Joseph A. Lyons.
In virtù dell'antico legame l'Australia, nel tentativo di uscire dalla depressione economica, incrementò il volume dei commerci con la Gran Bretagna.
La seconda guerra mondiale
Allo scoppio della guerra in Europa, l'Australia intervenne a fianco della Gran Bretagna. Quando, nel conflitto nel Pacifico tra Giappone e Stati Uniti del 1941, la Gran Bretagna sembrò incapace di garantire la difesa dell'Australia, il nuovo governo laburista di John Joseph Curtin si alleò con gli Stati Uniti; l'Australia fu la base delle operazioni belliche condotte dal generale statunitense Douglas MacArthur fino alla liberazione delle Filippine. Anche in questa occasione la guerra ebbe un'influenza determinante sull'economia australiana; fu soprattutto potenziato il settore industriale, in particolare l'industria pesante, e questo riorientamento segnò tutto lo sviluppo futuro dell'economia del paese.
Curtin morì nel 1945; il nuovo governo laburista guidato da Joseph Benedict Chifley rafforzò le relazioni dell'Australia con gli Stati Uniti stringendo il patto di ANZUS, insieme alla Nuova Zelanda. Come membro fondatore delle Nazioni Unite, l'Australia diede il suo assenso alla decolonizzazione delle isole del Pacifico, favorendo il processo per l'acquisizione dell'indipendenza della Papua-Nuova Guinea (ottenuta nel 1975).
Il governo Menzies
Nel 1949 Robert Menzies divenne primo ministro, inaugurando un lungo periodo di stabilità politica. Durante la guerra, il vecchio Partito australiano unito si era sciolto, e al suo posto era sorto il Partito liberale, che aggregò gli oppositori della politica interna laburista. Menzies, primo ministro fino al 1966, rafforzò il legame con la corona britannica, ma si interessò più attivamente dei predecessori agli interessi australiani nel Pacifico e nell'Asia meridionale. In base al Piano di Colombo, studenti asiatici furono ammessi negli istituti australiani. Prima del 1966 la politica di immigrazione selettiva era stata abbandonata e fu formalmente abolita nel 1973; da allora le politiche immigratorie hanno seguito criteri diversi da quello dell'appartenenza razziale.
L'Australia continuò a rafforzare la sua alleanza con gli Stati Uniti, partecipando alla guerra di Corea, aderendo all'Organizzazione del trattato del Sud-Est asiatico (SEATO) tra il 1954 e il 1977, e combattendo a fianco degli Stati Uniti nella guerra del Vietnam. Al contempo, i crescenti legami del paese con il Giappone cominciarono a riflettersi anche sul piano della politica interna ed estera.
Un'epoca di incertezza
Nel 1972, dopo aver risolto i propri contrasti interni, il Partito laburista tornò al potere sotto la guida di Gough Whitlam, con un contrastato programma che prevedeva l'aumento dei servizi sociali. La coalizione tra il Partito liberale e il Country Party guidata da Malcolm Fraser si sciolse nel 1975 quando a Whitlam fu tolto l'incarico di governo da parte del governatore generale, Sir John Kerr. Questi riaffermò la tradizionale linea di politica interna ed estera seguita dai governi liberali e gettò le basi per le future rivendicazioni territoriali degli aborigeni, con il decreto in materia di diritti territoriali degli aborigeni del 1976, riguardante il Territorio del Nord.
La coalizione guidata da Fraser fu confermata alle elezioni del 1980, ma subì una forte sconfitta nel 1983. Il suo successore laburista, Bob Hawke, con una politica interna orientata alla crescita economica e allo sviluppo della cooperazione nelle relazioni industriali, e una politica estera apertamente favorevole agli Stati Uniti, garantì la vittoria dei laburisti alle elezioni del marzo 1984, luglio 1987 e marzo 1990. Nel dicembre 1991, il partito laburista ha scelto alla sua guida e alla carica di primo ministro l'ex ministro del Tesoro Paul John Keating, che con un programma centrato sulla trasformazione dell'Australia in una repubblica federale e sulla necessità di un riorientamento del paese verso l'Asia, ha portato il Partito laburista alla vittoria alle elezioni del marzo 1993.
L'Australia ha celebrato il suo bicentenario nel 1988; nel 1993 Sydney è stata scelta come sede dei Giochi olimpici dell'anno 2000.
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