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Alcuni dei film rappresentativi del cinema espressionista
Il gabinetto del dottor Caligari
La sera del 2 marzo del 1920 un regista tedesco di origine polacche, Robert Wiene, presentò al pubblico berlinese un lavoro che avrebbe inciso profondamente nella storia del cinema: "Il gabinetto del dottor Caligari". Vero manifesto dell'Espressionismo, l'opera fu la profezia del nazismo, convogliò in sequenza le oppressioni e le fobie dell'uomo dopo la Grande Guerra (Carl Mayer, lo sceneggiatore del film, era stato al fronte durante l'olocausto bellico), fu la denuncia dell'autoritarismo prussiano che riduceva gli uomini ad automi e fu la rivoluzione del cinema. Wiene aveva realizzato il film in appena tre settimane ed il successo della prima fu straordinario. Restò celebre lo slogan voluto da Erich Pommer, produttore del film, "Du musst Caligari werden", che significa "Tu diventerai Caligari". L'opera tende ad assumere l'intento profetico del prossimo avvento del nazismo, come sarà testimoniato dall'ormai celebre affermazione di Siegfried Kracauer, che vide in Caligari "L'origine di una corrente che portò da Caligari ad Hitler attraverso un corteo di mostri e tiranni". In effetti, il film fu proibito dal regime e i protagonisti del successo furono costretti ad emigrare negli Stati Uniti d'America. Mayer, il vero artefice del successo del film, aveva tratto la vicenda da un poeta praghese di nome Hans Janowitz, anch'egli impiegato al fronte dalla Prussia, ed inevitabilmente la sua testimonianza calcava l'attacco alla patria germanica quale principale causa della distruzione della Grande Guerra. Nonostante tutto il messaggio ribellistico del film è parzialmente ridimensionato dal finale semi - onirico, lasciando comunque all'opera la forza esplosiva di una pietra miliare della cinematografia. Wiene sfruttò tutti i mezzi concessi all'epoca per accentuare le visioni oniriche e la deformazione del reale. Le scene di tela dipinta, di chiara ispirazione pittorica, accentuano il tentativo d'allungare le ombre e distorcere lo spazio. Anche la rigorosa gestualità era di chiara derivazione teatrale e pittorica, caratteri determinanti per esprimere lo stato di ansia del soggetto umano espressionista. Inoltre, resteranno per sempre scolpite nella memoria del pubblico le magnifiche performance di Werner Krauss, con cilindro ed occhialoni di Caligari, e di Conradt Veidt, scheletrico ed impassibile, superbo precursore dell'Esistenzialismo. I costumi e la scenografia furono ordinati appositamente da Pommer agli espressionisti del gruppo "Der Sturm" e contribuirono in maniera determinante a creare quell'effetto allucinatorio tanto ricercato da Wiene, fino a rendere il film in una sorta di disegni viventi.
Trama
Il film inizia con un racconto di Franz (Friedrich Fehér): un signore poco raccomandabile (Il dottor Caligari, Werner Krauss) giunge alla fiera del paese per presentare il suo sonnambulo, Cesare (Conrad Veidt): si dice che il sonnambulo, una volta svegliato, predica il futuro. Contemporaneamente al suo arrivo, cominciano ad avere luogo nel paese delle morti sospette. Il primo a chiedere una predizione è l'amico di Franz, Alan (Hans Heinrich von Twardowski), che con Franz condivide l'amore per Jane (Lil Dagover). Cesare predice ad Alan che morirà entro il mattino seguente e la predizione si avvera. Altre morti inquietanti seguono a questa. Franz, nel tentativo di smascherare il colpevole, scopre che il dottor Caligari controlla il sonnambulo ordinandogli di compiere quei cruenti omicidi. Smascherato ed inseguito dalle forze dell'ordine, il dottor Caligari si rifugia presso un manicomio, di cui in seguito si scoprirà esserne il direttore, che, in preda all'insaziabile desiderio di ricerca nel campo del sonnambulismo, aveva schiavizzato un paziente affetto dal disturbo per esibirlo nei già citati spettacoli di paese. Mentre il racconto di Franz termina con la detenzione forzata di Caligari nel suo stesso manicomio, lo spettatore è ricondotto fuori dal lungo flashback, in tempo per scoprire che tutti i personaggi del racconto di Franz sono in realtà i suoi stessi compagni: Franz, infatti, è rinchiuso in un manicomio e tutto il racconto è frutto d'allucinazione, nel quale il dottor Caligari è rappresentato con le sembianze del dottor Oscar, il responsabile dell'istituto correttivo.
Alcuni fotogrammi da "Il gabinetto del dottor Caligari"
La follia ha inizio,secondo il diario di Caligari
Alan è distratto dal baccano della fiera di paese
Caligari risveglia Cesare durante lo spettacolo
Cesare il sonnambulo
Cesare rapisce Jane, contraddicendo gli ordini di Caligari
Franz è condotto nottetempo nel gabinetto del direttore
La polizia insegue Caligari per le vie della città
Caligari fugge all'interno del manicomio
Nosferatu il vampiro
"Nosferatu il vampiro" è un film diretto dal regista Friedrich Wilhelm Murnau e proiettato per la prima volta il 5 marzo 1922. Considerato il capolavoro del regista tedesco ed uno dei capisaldi dell'Espressionismo, "Nosferatu il vampiro" è ispirato liberamente al romanzo "Dracula" (1897) di Bram Stoker. Murnau dovette modificare il titolo, i nomi dei personaggi (Il conte Dracula diventa il conte Orlok, interpretato da Max Schreck) ed i luoghi (Dalla Transilvania ai Carpazi) per problemi legati ai diritti legali dell'opera. Il regista fu comunque denunciato dagli eredi di Stoker; perse la causa per violazione del copyright e fu condannato a distruggere tutte le copie della pellicola, ma fortunatamente una copia "Clandestina" fu salvata dallo stesso Murnau ed il film è potuto sopravvivere ed arrivare ai giorni nostri. Insieme agli altri film del cinema espressionista, appartiene a quella corrente cinematografica volta a rappresentare "I tiranni".
Il dottor Mabuse
Diviso in due parti, "Ein Bild der Zeit ("Il grande giocatore - Un quadro dell'epoca") e "Inferno - Menschen der Zeit ("Inferno - Uomini dell'epoca"), "Il dottor Mabuse" (1922) è il primo dei tre film che Fritz Lang ha dedicato alla figura del genio malefico del dottor Mabuse (Gli altri due sono "Il testamento del dottor Mabuse", del 1933, e "Il diabolico dottor Mabuse", del 1960). I diversi capitoli della saga sono il prodotto di tre periodi oscuri della storia tedesca del XX secolo: gli anni sonnambuleschi della Repubblica di Weimar, l'incubo folle del nazismo ed il terrore della guerra fredda. Mabuse, incarnazione del male assoluto e capo di un'organizzazione criminale internazionale, è capace di provocare un crollo in borsa e d'appropriarsi di enormi ricchezze grazie al suo potere ipnotico. Combattuto dal procuratore distrettuale von Wenk, che gli dà ostinatamente la caccia, Mabuse, protagonista di vari travestimenti, riesce a sfuggire più volte alla cattura, ma alla fine il suo rifugio è assediato e la sua fuga estrema nelle fogne si rivelerà inutile: arrestato, sarà rinchiuso ormai folle in un manicomio. Tratto da un romanzo d'appendice, il film di Lang (All'epoca trentaduenne) sfrutta tutti gli elementi del serial d'avventura per trasformarli in una rappresentazione realistica della Germania, appena uscita dalla sconfitta della Prima guerra mondiale ed agli inizi burrascosi della Repubblica di Weimar.
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