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L'importanza dell'alimentazione
La riproduzione è il mezzo per la perpetuazione delle specie, ed attraverso la stessa si ha una continua modificazione della popolazione animale. Questa, resta poi lo scopo precipuo dell'allevamento, in quanto interpreta il tornaconto economico e la produzione dei beni di origine animale (latte, carne, uova,.). Tuttavia, affinché gli esseri si producano, è indispensabile regolare la disponibilità e la domanda di ormoni della crescita, i pesticidi, gli antibiotici e i vaccini, le tecniche di selezione, biologia molecolare, la manipolazione degli embrioni e il trasferimento di geni, ma anche e soprattutto la qualità e la quantità dei mangimi (all'interno dei quali sono contenute particolari proteine naturali - gli enzimi - che rendono possibili tutti i processi vitali). Da ciò ne deriva un maggiore controllo in riguardo all'alimentazione.
Quando vengono purificati e utilizzati nelle preparazioni alimentari, alcuni di questi enzimi offrono benefici quali un sapore, una consistenza e una digeribilità migliore. Ci sono tuttavia casi in cui l'alimento viene deteriorato e perde la propria qualità, o, addirittura, diviene tossico. I processi di trasformazione e i trattamenti a caldo, servono proprio a ridurre o a far cessare l'attività enzimatica degli alimenti.
Per gli esseri viventi il cibo è divisibile in tre principali categorie:
v Grassi;
v Protidi;
v Carboidrati.
o meglio, gli alimenti che appartengono almeno ad una delle seguenti categorie (molto raramente questo accade), svolgono un'importantissima funzione, qual è per l'appunto, la funzione energetica.
Pensare, camminare, respirare, la vita delle cellule,., tutto, necessita di ENERGIA, e, poiché ogni singola azione è caratteristica e specifica, affinché si manifesti, richiede l'intervento degli enzimi.
A seconda della specie, la razione alimentare varia notevolmente; tuttavia, indipendentemente da ciò, il corpo "preferisce" unità molto piccole per avviare la digestione. Ogni categoria di costituenti alimentari è formata da grandi catene che devono necessariamente essere spezzettate per un migliore utilizzo. Ecco quindi, le grandi catene dei grassi rompersi, liberando acidi grassi; allo stesso modo le proteine si scindono in amminoacidi; i carboidrati in molecole di glucosio. Gli enzimi che agiscono, provocando queste frammentazioni sono rispettivamente: le lipasi per i grassi, le proteasi per le proteine, le amilasi per i carboidrati.
Sempre in quel lontano 1836 Berzelius dimostrò l'esistenza nel succo gastrico di un principio digestivo, che chiamò pepsina; piccole quantità di pepsina erano in grado di agire su grandi quantità di albumina, e affermò che l'azione del nuovo principio doveva essere di natura catalitica o di contatto. Il succo gastrico è colmo di enzimi, i quali attaccano gli alimenti riducendoli a sostanze di più facile e immediato assorbimento.
La sede di questa grande fabbrica, nei ruminanti, è il rumine.
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