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La deriva dei continenti è lo spostamento relativo e reciproco dei continenti sulla superficie della Terra. L'ipotesi che i continenti potessero essersi spostati l'uno relativamente all'altro fu avanzata per la prima volta nel 1858 da Antonio Snider, ma spettò al meteorologo tedesco Alfred Wegener, considerato il padre della teoria della deriva dei continenti, sviluppare in dettaglio quest'idea, in un libro (L'origine dei continenti e degli oceani) pubblicato nel 1915.
La teoria di Wegener
Secondo l'ipotesi di Wegener tutti i continenti della Terra erano stati un tempo riuniti in un unico 'supercontinente', chiamato Pangea, che si frammentò in diverse masse continentali; questi frammenti andarono poi lentamente alla deriva fino alle posizioni che attualmente conosciamo. La teoria incontrò le critiche dei geologi del tempo, i quali, ancorati all'idea che i continenti avessero posizioni fisse, non comprendevano come fosse possibile che enormi masse continentali si muovessero attraverso fondi oceanici solidi.
Le prove a favore della teoria
Verso la metà degli anni Sessanta, comunque, l'idea di Wegener fu avvalorata da una serie di argomentazioni e conferme. Delle osservazioni dei geologi portarono un'ulteriore conferma della teoria della deriva dei continenti. Ad esempio, i paleontologi si erano chiesti a lungo come fosse possibile che le stesse specie di piante e animali fossero presenti su più di un continente: era naturalmente da escludere la possibilità che si fossero spostate da un continente all'altro attraversando vasti oceani. Inoltre, formazioni rocciose dello stesso tipo e della stessa età si trovavano sia in Africa occidentale, sia nella parte orientale del Sud America; solo riavvicinando idealmente i due continenti, e ipotizzando che tali formazioni fossero in origine una cosa sola, divisa in due parti all'apertura dell'oceano, era possibile ottenere una spiegazione soddisfacente.
Secondo tale ipotesi, Pangea iniziò a frammentarsi circa 200 milioni di anni fa, dapprima in due supercontinenti, Gondwana a sud (comprendente ciò che sarebbe diventato Sud America, Africa, Australia, Antartide e India) e Laurasia a nord (comprendente Nord America, Europa e gran parte dell'Asia), e successivamente nei singoli continenti, che si dispersero in tutto il globo.
Ben presto si scoprì che Pangea era il risultato dell'aggregazione di precedenti masse continentali, a loro volta frammenti di un supercontinente ancora più antico.
La teoria fu ampliata e perfezionata negli anni che seguirono la prima stesura di Wegener, e durante la seconda metà degli anni Sessanta si comprese che responsabili della deriva sono gli stessi fondi oceanici che si muovono, spingendo attivamente i continenti lungo la superficie del pianeta.
I continenti stanno ancora oggi andando alla deriva con una velocità di pochi centimetri all'anno, cosicché la loro attuale configurazione non è definitiva. Ad esempio, l'oceano Atlantico si sta gradualmente allargando, ma per compensare questo ampliamento il Pacifico si restringe progressivamente; nello stesso tempo, a causa dello spostamento dell'Africa verso l'Europa, il mare Mediterraneo si sta restringendo e finirà con lo sparire completamente.
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