CICLO
CELLULARE
Le
modificazioni più vistose a cui va incontro durante la propria vita una c. sono
di tipo morfologico e di costituzione chimica. Schematizzando, in tutte le c.,
vi è un periodo in cui esse si presentano con delle caratteristiche ben precise
di proprietà morfologiche e fisiologiche adatte a svolgere determinati lavori
(c. muscolari, c. nervose, c. del sangue, ecc.) e dei momenti in cui queste c.
si dividono (con ritmi che sono proprietà caratteristiche e tipiche delle
diverse popolazioni cellulari). Essenzialmente quindi la vita di una c. è
costituita da un periodo di interfase (a durata variabile in dipendenza del
tipo cellulare) e da un periodo di divisione 'M' (sia per mitosi sia
per meiosi). Il periodo interfasico è però a sua volta suddiviso in tre
periodi: un periodo detto 'G ' (dall'inglese gap, intervallo); un periodo
'S' (da synthesis) ed infine un periodo 'G '. Durante
il periodo 'G '
non vi sono particolari ed evidenti cambiamenti cellulari oltre
all'accrescimento dei materiali citoplasmatici, tra i quali i vari organelli.
Secondo l'ipotesi corrente sembra molto probabile che durante questo periodo
venga anche sintetizzata una sostanza 'innesco' per l'avvio della
sintesi del DNA. L'autoduplicazione del DNA avviene infatti nel periodo
'S'. Al termine del periodo 'S' vi è un periodo 'G ' che
precede immediatamente il periodo 'M'. Non si conoscono ancora di
preciso quali siano le caratteristiche chimico-fisiche che caratterizzano
questo periodo, che pur deve essere di estrema importanza visto che costituisce
il preludio della fase di divisione (comparsa delle fibre del fuso). Il ciclo
cellulare è marcato, sotto il profilo citochimico del DNA, da un contenuto
diploide nella fase 'G ', tetraploide al termine della fase 'S' e nella
fase 'G '
ed all'inizio della fase 'M'. Le caratteristiche di durata nel tempo
delle varie fasi del ciclo cellulare dei diversi tipi cellulari di un organismo
sono tra i parametri di funzionalità di maggior interesse oggigiorno per i
biologi. Infatti ogni tipo cellulare ha un ben determinato tempo di durata
delle varie fasi (p. es. la fase 'G ' è molto variabile da tipo cellulare
a tipo cellulare, la fase 'G ' ha una durata di circa tre ore per quasi tutte le c., la
fase 'S' di circa otto ore e la fase 'M' di circa un'ora
anche se per ogni tipo cellulare è possibile calcolare esattamente questi
tempi) ed il ritrovare valori diversi può essere utile al biologo per stabilire
l'instaurarsi di processi patologici.
Questo
complesso di eventi deve essere strettamente regolato perché ogni errore nel
ciclo può portare o alla morte cellulare o a una crescita incontrollata: la c.
ha organizzato una forma di controllo attraverso eventi specifici denominati check
points che impediscono il procedere durante il ciclo se le operazioni
precedenti non sono state condotte bene a termine. Le proteine che lo regolano
sono chiamate cicline e sono costituite in generale da due subunità che
contengono la specificità con il substrato e una attività chinasica. Queste
proteine vengono espresse specificamente in ciascuna fase del ciclo e dopo aver
svolto la loro funzione vengono degradate rapidamente. Per entrare nella fase S
le cicline attivano fattori specifici di trascrizione per enzimi necessari alla
sintesi del DNA mentre un altro gruppo specifico organizza la formazione del
fuso che sarà utilizzato per la segregazione dei cromosomi. L'ingresso in G avviene dopo
aver completato la replicazione del DNA e le cicline specifiche attivano un
fattore responsabile dell'ingresso in mitosi chiamato CDC . I cromosomi
vanno incontro durante il ciclo a due fenomeni opposti come la condensazione e
la decondensazione e si pensa che la cromatina venga fosforilata in una prima
fase e poi defosforilata; tuttavia ancora non sono state identificate tutte le
componenti responsabili di questo importante fenomeno. Anche il fuso mitotico
deve essere smontato dopo la mitosi e altre cicline specifiche sono
responsabili della sua degradazione. Come abbiamo detto, è importante che
questi processi cellulari vengano controllati con cura, e i vari check
points operano per assicurare che una fase sia terminata prima di entrare
nella successiva. Sono state identificate molte proteine responsabili di questi
controlli e mutazioni che, sopprimendo la loro attività, bloccano la c. in una
determinata fase del ciclo. Se il DNA non è replicato correttamente la c. non
entra in mitosi e il ciclo si ferma fino a che il DNA non è riparato; questo sistema
impedisce che lesioni al DNA vengano propagate nelle c. figlie e inoltre che
regioni di DNA che contengono rotture non vengano segregate in maniera diversa
al momento della separazione dei cromosomi lungo il fuso mitotico. Nelle c. di
mammifero, i danni al DNA inducono la produzione e l'attivazione della proteina
'p53', chiamata anche soppressore di tumori, la quale attraverso una
cascata di eventi è responsabile del blocco della fase S, impedendo la
progressione di c. che svilupperebbero molto facilmente fenomeni cancerosi,
come si vede in c. che hanno mutazioni che inattivano il gene p53.
L'architettura della c. e la sua regolazione, come anche il suo ciclo, sono tra
gli argomenti di frontiera della ricerca biologica degli ultimi anni e le
metodologie che sono state sviluppate permettono di sperare che in un futuro
prossimo molti fenomeni saranno chiariti.